Putin minaccia tagli al gas: l’Italia non è autosufficiente!

Putin minaccia tagli al gas: l'Italia non è autosufficiente. Occorre trovare vie alternative. E cercare di evitare gli sprechi, altrimenti sono dolori.

Il conflitto tra Russia e Ucraina non sta solamente creando devastazione e morte in quelle zone, ma ha ed avrà ripercussioni notevoli anche su tutti noi. Certo, a chilometri di distanza ci sono persone che hanno perso la vita, la casa, gli affetti e gli effetti personali. La lora è una tragedia senza paragoni, rispetto a quello che rischia di accadere a noi cittadini italiani. Qui, in pericolo, sono la fornitura di gas e le nostre tasche.

Cosa succederebbe infatti se Putin decidesse di tagliare la fornitura di gas?

Apprendiamo da una intervista al Ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, pubblicata su ripartelitalia.it, che:

“Noi dalla Russia importiamo 29 miliardi di metri cubi di gas. Questi vanno sostituiti. Al momento abbiamo realizzato una operazione anticipata e rapida e a primavera inoltrata 15 miliardi saranno rimpiazzati. Rimane la metà, stiamo lavorando su rinforzo delle infrastrutture, rigassificatori e contratti di lungo termine. Ventiquattro, 30 mesi dovrebbero bastare per renderci indipendenti”.

Non sono proprio informazioni rassicuranti, anche perchè 24, 30 mesi sono lunghi da passare, perchè, come chiosa la commedia di Eduardo De Filippo, “Napoli milionaria“:

“Adda passà ‘a nuttata”.

Solo che qui, le notti saranno parecchie e molte di queste pure gelide.

Putin minaccia tagli al gas: perchè?

Putin può permettersi di alzare la voce? Perché? Una risposta ce la fornisce, evidenziando dati incontrovertibili, il sito greenme.it, ovvero:

“Si pensi che la Russia è il primo produttore mondiale di gas naturale al mondo ed il secondo di petrolio greggio: circa il 40% del gas naturale e il 30% del petrolio dell’UE provengono proprio da Mosca. Se le fornitura venissero effettivamente interrotte, come paventato in questi giorni, l’Unione andrebbe in forte affanno. Attualmente non esistono fonti energetiche alternative alle forniture russe – ecco perchè una risoluzione comunitaria è necessaria più che mai”.

Sulla base di questi dati, è facilmente comprensibile capire chi abbia il coltello dalla parte del manico. Perchè, a differenza degli Stati Uniti, la cui dipendenza da Mosca in tal senso si aggira intorno al 3%, i Paesi europei (e l’Italia in primis) sono strettamente legati alle decisioni e ai chiari di luna di Putin.

Putin minaccia tagli al gas: i prezzi si impennano

Una delle prime reazioni scatenate dalle ventilate intenzioni di Mosca di chiudere i rubinetti, è stata l’impennata dei prezzi dell’energia e delle sue fonti: non solo gas, ma anche petrolio. 

Tanto per essere precisi, il gas ha raggiunto e superato quota 200 euro/MWh. Livelli record raggiunti dal petrolio e dall’energia. Il tutto è già visibile nel nostro quotidiano, con la benzina schizzata oltre la soglia psicologica dei 2 euro al litro, ma sarà ancora più drammatico con l’andare avanti del tempo, quando vedremo materializzarsi aumenti iperbolici sulle bollette di gas e luce.

Evidente come, oltre ad essere una guerra che si combatte sul campo, quello a cui stiamo assistendo, sia un conflitto a più ampia portata, che coinvolge non solo Russia ed Ucraina, ma il mondo intero e che, una parte determinante di esso, si affronti nelle cosiddette stanze dei bottoni.

Ad oggi, purtroppo, la diplomazia non è riuscita a fare passi avanti e il conflitto pare davvero lontano dalla parola fine. Più passa il tempo e peggiori sono le conseguenze che esso determina.

Per le tasche degli italiani, già profondamente minate da due anni di pandemia, si profila una ulteriore mazzata non richiesta. Oltre alle azioni intraprese dalla classe politica nostrana, però, è necessaria una azione a più ampio spettro portata avanti da quella che sulla carta dovrebbe essere una Unione di Paesi europei ma che, all’atto pratico, pare lungi dall’essere anche solo una bozza.

Che cosa sta facendo l’Europa?

Putin minaccia tagli al gas: perchè l’Europa non è una sola

Muoversi singolarmente è decisamente più rapido rispetto a quello che può fare una struttura elefantiaca come può essere quella che raggruppa un elevato numero di Paesi diversi tra di loro per storia, tradizione, cultura, condizione economica. Ergo, trovare una unità di intenti, su qualunque argomento, non è così semplice.

Ciò nonostante, l’Unione Europea sta provando a trovare strade alternative alla dipendenza energetica nei confronti della Russia.

Quali sono le idee? 

Il piano d’azione presentato in data 8 marzo, mira a ridurre questa dipendenza entro la fine del decennio corrente. Le iniziative sono diverse e vanno dalla diversificazione dei Paesi fornitori di gas allo sviluppo delle energie rinnovabili e all’incremento dell’efficienza energetica, della produzione di biometano e idrogeno rinnovabile. Inoltre, massima attenzione viene posta alla riduzione dell’uso di combustibili fossili non solo nell’industria ma anche e soprattutto nelle abitazioni private.

Putin minaccia tagli al gas: Italia alla canna del gas?

Cosa sta facendo l’Italia per cercare di non cadere in un baratro senza via d’uscita? Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dal sito rinnovabili.it:

“Dopo l’Algeria è la volta del Qatar. Il Ministro degli Esteri Di Maio e l’ad di Eni Descalzi hanno strappato all’emirato del Golfo la promessa di aumentare le forniture di gas naturale all’Italia per fronteggiare possibili tagli alle importazioni dalla Russia. Più gas dal Qatar, quindi. Anche se non sono ancora chiari i contorni dell’intesa”.

A parte che occorrerà comprendere quale sarà, in termini concreti, questo aumento della fornitura di gas dai paesi arabi, visto che per ora, a quanto si sa, si tratta solamente di un “generico impegno” da parte del Qatar.

C’è poi un problema di non secondaria importanza da tenere presente: il problema legato ai rigassificatori.

Che cosa è un rigassificatore? Vediamo cosa ci dice, in merito, il sito ecoage.it:

“Il rigassificatore è un impianto industriale in grado di trasfornare il gas naturale dallo stato liquido allo stato gassoso”.

Il gas che arriva via nave, infatti, giunge allo stato liquido (dopo un procedimento sul luogo di estrazione per renderlo tale dallo stato gassoso) e deve poi essere nuovamente riportato allo stato originale, ovvero gassoso. Ciò avviene appunto negli impianti di rigassificazione. 

Allo stato attuale, Rovigo, Panigaglia e Livorno sono gli unici siti in essere nel nostro Paese, mentre occorrerò qualche anno per riuscire ad avere qualche altro sito operativo e funzionante (ipotizzando di iniziare immediatamente con la creazione delle infrastrutture adatte).

Putin minaccia tagli al gas: a che punto siamo con le energie rinnovabili?

Una delle chiavi per cercare di ridurre l’esposizione e la dipendenza nei confronti della Russia, è quella di investire massicciamente e pesantemente sulle energie rinnovabili. Il che, oltre a determinare quanto evidenziato poco fa, permette anche di migliorare il nostro rapporto con l’ambiente e la qualità delle nostre vite.

Innanzitutto, dovremo fare tutti qualche piccolo sacrificio, cercando di accettare, nei mesi invernali, un termostato che non vada oltre i 21 gradi. Questa semplice azione, permette infatti da un lato di ridurre la richiesta di gas uso riscaldamento e, dall’altra, di limitare le emissioni nocive per l’ambiente.

Altra misura importante da tenere in considerazione, è la sostituzione dei fertilizzanti tradizionalmente utilizzati in agricoltura (strettamente legati al gas) con quelli alternativi. Va da sè che, nel corso dell’ultimo anno, i fertilizzanti tradizionali hanno visto crescere il loro costo di oltre il 140% con ovvie ripercussioni sul costo finale dei prodotti agricoli per il consumatore.

Impianti fotovoltaici ed eolici, sono altre opzioni che, nel momento in cui raggiungeranno livelli interessanti, permetteranno di ridurre la quantità di gas ed energia che occorre importare dalla Russia per soddisfare il fabbisogno del Paese. In tal senso, specie per quanto riguarda pannelli solari ed impianti fotovoltaici si assiste, già da qualche anno, ad un’opera di sensibilizzazione ed incentivazione all’interno del suolo italiano.

Putin minaccia tagli al gas: oddio, la bolletta!

Cosa dobbiamo aspettarci dalle prossime bollette del gas?

Diciamo che, per il momento, almeno per il trimestre aprile-giugno 2022, non dovrebbero esserci grossi rincari, almeno secondo quanto riferiscono gli esperti di Nomisma Energia. Per il trimestre in questione, infatti, il prezzo che verrà preso in considerazione, sarà quello relativo alla fine di febbraio quando il gas era già rincarato, ma non ai livello raggiunti nei primi giorni di marzo.

Ecco che quindi, se fino a metà anno potremo probabilmente tirare un lieve sospiro di sollievo, discorso diverso sarà valido nel secondo semestre quando, inevitabilmente, l’impennata del prezzo del gas si farà sentire anche sulle nostre bollette.

E allora, sì che saranno dolori. Ecco perchè è consigliabile fare molta attenzione agli sprechi ed evitare, specie in periodi invernali come questo, non particolarmente freddi, di lasciare i termosifoni accesi al massimo. Un ambiente troppo caldo non fa bene alla salute: alle tasche, poi, men che meno.

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