Evitare blocco gas minacciato da Putin: 8 mosse dell’Europa!

Evitare blocco gas minacciato da Putin: 8 mosse dell'Europa. La Commissione europea mette in atto un piano per scongiurare il blocco del gas dalla Russia.

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha messo l’Europa davanti ad una serie di problemi che non sono più procastinabili. Oltre all’aspetto umanitario, infatti, con la popolazione ucraina che fugge dalle proprie città e cerca rifugio negli altri Paesi europei, c’è l’aspetto energetico che preoccupa (e non poco) il Vecchio Continente.

Le minacce di Putin in merito alla possibile chiusura dei rubinetti del gas hanno di fatto, accelerato, quello che era un processo da attuare al più presto: diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza da Mosca.

Come riporta il sito Ec.europa.eu in data 8 marzo 2022, infatti:

“La Commissione europea ha proposto oggi una bozza di piano per affrancare l’Europa dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, cominciando con il gas, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.

Ad oggi, la dipendenza del Vecchio Continente dalla Russia, in ambito energetico, è piuttosto pesante.

Traiamo alcune informazioni utili da quanto pubblicato dal sito europa.today.it:

“A oggi, il gas russo rappresenta circa il 45% del gas importato dall’estero e consumato nell’Unione. Germani e Italia sono i Paesi con la maggiore dipendenza dalle riserve di Mosca”.

Quali sono le mosse che l’Unione Europea ha previsto di mettere in atto? Cerchiamo di capirlo insieme.

Evitare blocco gas minacciato da Putin: tassare gli extra profitti

Nel pacchetto di misure studiate dalla Commissione Europea, denominato Energy Compact, ovvero, nello specifico, come riporta il sito linkiesta.it:

“Il vice-presidente Frans Timmermans ha allora presentato insieme alla commissaria all’Energia Kadri Simson una strategia in dieci punti per trovare nuove fonti di approvigionamento, sia aumentando le importazioni da altri Paesi, sia riducendo il peso di questo combustibile fossile all’interno del mix energetico dell’Ue”.

Uno dei punti che fanno parte di questo pacchetto, riguarda la tassazione degli extra profitti generati dalle compagnie energetiche negli ultimi periodi. Con l’impennata dei prezzi non solo del gas, ma di tutti gli idrocarburi in generale, le Società operanti nel settore, hanno visto schizzare alle stelle i propri profitti nei mesi scorsi.

Ecco che quindi, uno dei primi punti previsti dall’Energy Compact, prevede proprio la tassazione di questi extra guadagni. Si tratterebbe quindi di una cosiddetta tassa speciale che dovrebbe però avere durata limitata nel tempo (non oltre il 30 giugno del corrente anno) ed andrebbe a finanziare le opere di ammodernamento ed efficientamento delle reti energetiche e gli investimenti in energie rinnovabili.

Al momento, non sono ancora stati definiti i criteri specifici per tale azione, ovvero quali saranno i profitti presi in considerazione ai fini dell’applicazione della tassa speciale.

Evitare blocco gas minacciato da Putin: fertilizzanti alternativi

Uno degli snodi fondamentali da risolvere è quello degli aiuti alle imprese. Non solo i privati cittadini infatti, vedono impattare il costo proibitivo del gas sulle bollette che ricevono o riceveranno, ma anche le imprese stanno facendo i conti con una lievitazione dei costi davvero senza precedenti (costi che, poi, in qualche e almeno in parte, modo vengono riversati sul consumatore finale).

Ecco che quindi, la Commissione europea ha pensato ad agevolazioni ed incentivi per quelle imprese agricole che, anzichè continuare a rivolgersi ai fertilizzanti tradizionali, inizieranno ad utilizzare fertilizzanti alternativi.

Il tutto per ridurre la dipendenza dalla Russia e i relativi costi. Anche perchè, come evidenzia il sito luce-gas.it:

“Si tratta di una mossa necessaria, visto che i fertilizzanti tradizionali sono fortemente legati all’utilizzo di gas. Il loro costo, di conseguenza, è aumentato di circa il 142% in un anno, con conseguente aumento del prezzo finale dei prodotti alimentali”.

Il prezzo del grano, infatti, è già salito vertiginosamente nell’ultimo periodo e, il rischio concreto è quello di arrivare ad avere prodotti finiti dal costo non più sostenibile e capaci di dare una spinta enorme all’incremento dell’inflazione (il cui livello potrebbe non più essere controllabile).

Evitare blocco gas minacciato da Putin: pannelli solari e fotovoltaico

Un altro aspetto decisamente importante del pacchetto di misure allo studio per combattere la dipendenza dalla Russia, sta nell’implementazione e nell’incentivazione alla messa in posa di pannelli solari ed impianti fotovoltaici.

Sfruttare l’energia del sole, la cosiddetta energia pulita e a costo zero, rappresenta una mossa concreta non solo per ridurre la richiesta energetica ma anche per ridurre l’inquinamento ambientale.

Lo scopo finale è quello di installare su più tetti possibili, pannelli solari ed impianti fotovoltaici

In poche parole, si vuole arrivare ad avere, edifici nZEB. Che cosa significa? Nearly Zero Energy Building, che, come riporta il sito notiziarioimmobiliare.it, significa:

“…edificio con consumo energetico pari quasi allo zero che prevede un impatto ambientale molto basso e costi di gestione quasi vicino allo zero. Si tratta in effetti della sigla che contraddistingie per legge tutti i nuovi edifici che dovranno essere progettati in Italia a partire dal 2021: in linea con quanto indicato dall’Unione Europea infatti, le nuove costruzioni dovranno essere a consumo ebergetico vicino allo zero utilizzando fonti di energia rinnovabili”.

Evitare blocco gas minacciato da Putin: abbassare il riscaldamento

C’è un modo molto semplice per ridurre il consumo di gas e quindi la dipendenza da Mosca (e anche il costo della bolletta), ovvero fare attenzione alla temperatura che manteniamo nelle nostre case.

Di quale modo si tratta? Abbassare la valvola dei termostati presenti nelle case. Certo, ovviamente la situazione climatica è differente nelle varie zone d’Europa, così come è differente la percezione della temperatura di ogni singolo corpo umano.

Quindi, senza pensare agli estremi o ai casi limite, il Compact Energy prevede di ridurre la temperatura di un grado, da una media di 22 a 21 per caloriferi ed impianti di riscaldamento.

Questa semplice operazione, permetterebbe di ridurre sensibilmente non solo la domanda di gas, ma anche di diminuire l’inquinamento globale dell’atmosfera.

Insomma, si tratta di un provvedimento sicuramente non invasivo, un piccolo sacrificio alla portata di tutti che porterebbe benefici a 360 gradi.

Evitare blocco gas minacciato da Putin: optare per energie rinnovabili

Un ruolo chiave in tutto il procedimento messo in atto dall’Energy Compact, è sicuramente quello dell’utilizzo e implementazione delle energie rinnovabili.

Due sono gli aspetti fondamentali in tal senso: l’obiettivo di arrivare a 35 miliardi di metri cubi di biogas nel 2030, l’introduzione di quello che viene definito “Hydrogen Accelerator”, ovvero lo strumento che permette di aumentare la capacità di elettrolizzatori.

Favoriti, in tal senso, saranno tutti quei progetti che abbiano come oggetto finale l’idrogeno rinnovabile. 

Già dal mese di dicembre dello scorso anno, sono stati incentivati investimenti in tal senso, con iniziative ed aiuti stanziati e mirati allo sviluppo di questa fonte rinnovabile. Non solo. Oltre all’idrogeno, anche lo sviluppo del biogas viene considerata iniziativa fondamentale per raggiungere l’obiettivo di riduzione della dipendenza dal gas Russo prima della fine del decennio in corso.  

Evitare blocco gas minacciato da Putin: sostituire le caldaie

Se le misure precedenti sono a più ampio spettro e coinvolgono enti, aziende e collettività, c’è un comportamento da mettere in atto che riguarda il singolo cittadino europeo. Di che cosa stiamo parlando? Della sostituzione delle caldaie a gas di vecchia data (che quindi danno luogo a consumi maggiori) con pompe di calore più efficienti e moderne. 

All’interno del nostro Paese, ad esempio, questa misura incentivante è stata in un certo senso oggetto di stimolazioni attraverso l’erogazione del cosiddetto bonus caldaia, con detrazioni spettanti al singolo cittadino che variano dal 50% al 110% a seconda dei casi.

Ovviamente questa manovra riguarda non solo le singole abitazioni ma anche e in primis condomini e grossi edifici dove spesso si trovano impianti vetusti, altamente inquinanti e poco funzionali oltrechè generatori di sprechi ed inefficienze energetiche. 

Evitare blocco gas minacciato da Putin: torna di moda il nucleare?

Quando si parla di energie alternative, si torna, volente o nolente, a parlare dell’energia nucleare. Un tema diffusamente dibattuto, nel presente e nel passato, con una serie di pro ovviamente da verificare. Ad oggi, a livello europeo, più che la creazione di nuovi impianti, l’obiettivo primario pare quello di riuscire a sfruttare al meglio ciò che già esiste ed è in funzione. 

Al momento, la Francia appare particolarmente avanti su questo punto, a patto di ottimizzare la manutenzione dei siti attualmente in essere. In Italia, invece, le cinque centrali nucleari presenti sul territorio, sono state definitivamente chiuse, oltre che per vecchiaia, anche per effetto del referendum del 1987 in seguito alla volontà della popolazione di dire “no” a questa forma di energia.

Il discorso è oviamente piuttosto complesso perchè, sia che la si guardi dal punto di vista dei pro che dal punto di vista dei contro, esistono positività e negatività in merito a questo tipo di energia.

La cosa certa è che, in un modo o nell’altro, il processo di rinnovamento energetico messo in atto dalla Commissione europea, debba, necessariamente, compiere grossi balzi in avanti e nel più breve tempo possibile. Non è più il tempo dell’attesa, ma quello dell’agire: prima che Putin decida lui, di agire.

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