Riscaldamento globale in atto, ma non quello climatico

Certo, non è guardando le performance di un giorno in Borsa che si possono tranne conclusioni, non sarebbero solo affrettate.

Certo, non è guardando le performance di un giorno in Borsa che si possono tranne conclusioni, non sarebbero solo affrettate, ma potrebbero addirittura essere fuorvianti … tuttavia … ecco come si è conclusa la giornata di ieri per le Borse asiatiche.

Il Kospi 200, l’indice della Borsa coreana di Seul ha guadagnato l’1,33%, e dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 14,8%

Il Nikkei 225, l’indice della Borsa giapponese di Tokyo ha guadagnato lo 0,77%, dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 9,3% e ricordiamo che in questo momento si trova sui massimi degli ultimi 33 anni.

L’SSE ossia lo Shanghai Stock Exchange l’indice della Borsa cinese di Shanghai ha perso lo 0,42% e dall’inizio dell’anno guadagna l’8%.

L’Hang Seng, l’indice della Borsa di Hong Kong ancor più in controtendenza ha perso l’1,32% e dall’inizio dell’anno ha perso il 2,4%. Forse la Borsa di Hong Kong è la sola che dall’inizio dell’anno è in calo.

Naturalmente il calo giornaliero è stato attribuito alla pessima performance di Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce ha perso oltre il 6% dopo aver comunicato utili inferiori alle attese, ma chiaramente non possiamo riferirci solo a questo fatto, ripeto, l’Hang Seng di Hong Kong è il solo indice di Borsa che sta facendo segnare un ribasso da inizio anno, ed il malessere non sembra passeggero.

Si sa che il gigante asiatico non sta passando un buon momento, dal punto di vista economico, ma a questo punto si ritiene che i dati macroeconomici in Cina siano ancora peggiori rispetto a quelli che sono stati comunicati.

D’altronde non si sente più parlare della bolla immobiliare, ma certamente il problema è tutt’altro che risolto o ridimensionato, le bolle immobiliari oltre a creare danni molto seri, hanno anche una certa durata, anni, non certo mesi.

Ok però, cari ascoltatori, io penso che l’analisi non si debba fermare qui, a queste considerazioni, è chiaro che la situazione geopolitica ha una grande rilevanza.

Insomma la questione Taiwan è tutt’altro che risolta, anzi pare proprio che possa degenerare nelle prossime settimane.

Effettivamente, con … passatemi il termine … “l’incoronazione” di Xi Jinping, è opinione comune che il Presidente cinese abbia avuto anche il via libera a quella che lui ha sempre ritenuto sia una decisione ineluttabile, ossia l’integrazione di Taiwan alla Cina.

Gli Stati Uniti, per voce dello stesso presidente Biden, hanno reso noto che non rimarrebbero impassibili di fronte ad una eventualità del genere, ma scenderebbero in campo a fianco di Taiwan.

Ebbene io davvero non voglio neppure prendere in considerazione la possibilità di uno scontro fra Stati Uniti e Cina, tuttavia ritengo che se la situazione si dovesse inasprire non si potrebbe escludere la possibilità di applicare sanzioni economiche.

Certo, potreste dirmi, le ennesime! Direi di no. Eventuali sanzioni economiche nei confronti della Cina avrebbero conseguenze estremamente rilevanti, e stavolta non solo per l’Europa.

Se gli Stati Uniti non hanno praticamente scambi commerciali nei confronti della Russia, lo stesso non si può dire nei confronti della Cina.

Alcune grandi aziende americane hanno enormi stabilimenti in Cina, il contraccolpo economico sarebbe gigantesco.

E non dimentichiamo che in mano cinesi ci sono titoli del debito pubblico americano per un trilione di dollari, come si comporterebbero gli Stati Uniti? Congelerebbero quella parte del loro debito pubblico?

Cosa dite? Non arriveremo mai ad una situazione del genere? Anch’io me lo auguro, però …

Conoscete certamente Warren Buffet, il più grande investitore del mondo, ebbene la sua Berkshire Hathaway aveva un investimento direi cospicuo, stiamo parlando di 4 miliardi di dollari in Taiwan Semiconductor il più grande produttore indipendente di semiconduttori al mondo.

Ebbene Warren Buffett ha annunciato di aver liquidato l’intero investimento in Taiwan Semiconductor nell’ultimo trimestre dello scorso anno, e, dato che si trattava di un investimento effettuato soltanto tre mesi prima, ritengo doveroso pensare che abbia preso la decisione di liquidare l’investimento in fretta e furia in base ad una soffiata che gli sarà pervenuta.

E’ un rischio, naturalmente, non una certezza, ma la situazione geopolitica in quella zona del mondo potrebbe surriscaldarsi, cominciano ad incrociarsi in quel tratto di mare non solo navi porta container, quelle sono sempre transitate, ma anche altri tipi di navi, e non mi sto riferendo a navi da crociera.

Insomma il riscaldamento globale è senza dubbio in atto, ma non mi sto riferendo a quello climatico.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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