Russia minaccia una nuova guerra fredda: allerta nucleare!

Putin non molla la presa, nè con la propaganda nè con la minaccia nucleare. Tutti gli stati del mondo in massima allerta. E' di nuovo guerra fredda.

Il dato di fatto è che la Nato non scenderà in campo per difendere l’Ucraina, poichè sul fronte bellico è impotente. Ma è importante ribadire che la Russia è in una fase critica perchè mai avrebbe previsto una risposta di tale coesione sul fronte occidentale.

Questa la dichiarazione di Walter Russell Mead, esperto di geopolitica statunitense, ripresa da tgcom24.mediaset.it

Sanzionare il Cremlino è servito a inginocchiarlo, ma non a fermarlo.

Cosa dobbiamo aspettarci ora?

Le possibilità si spiegano come molteplici: l’ipotesi più temuta è un revival della Guerra Fredda, ma ancor più cruenta. 

Per una migliore e più efficace comprensione di ciò che sta accadendo, invito a guardare “The Atomic Cafe”, filmato datato 1982 per la regia di Jayne Loader, Kevin Rafferty e Pierce Rafferty.

Esso si compone di un montaggio di takes risalenti agli anni ’40, ’50 e ’60, consequenziali in modo utile a descrivere l’attitudine del governo USA, mediante il bombardamento mediatico, all’indottrinamento dell’opinione pubblica sull’argomento di per sè spaventoso del conflitto nucleare.

Il film è attualmente conservato alla National Film Registry della Biblioteca del Congresso USA, e potete visionarlo qui, in lingua italiana.

Perchè lo sto riproponendo? 

Perchè la stessa propaganda, con una comunicazione revisionata e attualizzata, è stata messa in atto da Putin in tema di deterrenza, per terrorizzare e sottomettere gli stati europei all’idea che egli avrebbe potuto utilizzare il già orgogliosamente sfoggiato arsenale nucleare.

La verità è che Putin, però ha davvero errato non tanto la propaganda, quanto le previsioni sugli effetti a cui essa l’avrebbero condotto.

L’allarme nucleare rimane però quanto mai attivo e realistico. Stanno succedendo cose che destano sospetto, e terrore.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia, che ha visto consumarsi un conflitto sulla propria aria tra truppe russe e ucraine, ha cessato ogni segnale utile a monitorare la propria attività.

Segnala ilfattoquotidiano.it dopo l’allarme lanciato dall’Agenzia Internazionale per il controllo atomico.

Mosca potrebbe sferrare un’aggressione con ordigni chimici o biologici in Ucraina. La Casa Bianca dichiara lo stato di massima allerta.

sostiene bbc.com

Nella follia più totale e nella non accettazione della sconfitta, un uomo, Putin, inviso anche agli stessi russi la cui opinione non c’è data di sapere grazie alla censura mediatica da lui esercitata e viste le proteste in Piazza Rossa soffocate nel sangue, potrebbe cedere alla propria follia.

E dare quell’unico ordine per cui tutti noi speravamo che il discernimento l’avrebbe fermato.

Questo discernimento dell’uomo Putin, esiste ancora?

Quali soluzioni per evitare l’attacco nucleare?

Pare che l’Occidente sia contratto nel tentativo di improvvisare soluzioni celeri, perchè per il momento il peggio, ovvero l’attacco nucleare, è stato ventilato ma non attuato.

La NATO è vincolata nelle proprie mosse, molti sostengono che non avrebbe dovuto armare l’Ucraina (e si sospetta anche una forma di lucro, più che di aiuto, da parte di alcuni che sul comparto bellico ci campano). Il contesto è similare a quello del ’56 in Ungheria o del ’68 in Cecoslovacchia: regnava l’impotenza.

La cyberguerra portata avanti dagli hacker esiste ma non ha ancora spiegato le ali, se non mandando in down alcuni sever del Cremlino.

Il dato di fatto è che Putin sta decidendo il bello e il cattivo tempo.

Bombarda ospedali civili, reparti pediatrici, corridoi cosiddetti “umanitari”. E pare libero di farlo. Siamo all’assurdo.

Quando si dice che però, in tutto ciò, Putin avrebbe sbagliato i suoi calcoli, ci si riferisce all’estrema e compatta condanna occidentale dove non ha trovato pertugi ideologici in cui infilarsi: non ci contava affatto.

Anche lo schieramento nipponico con la NATO, probabilmente, esulava da ogni sua previsione.

Forse non credeva che l’Occidente sarebbe stato disposto ad auto-sanzionarsi (perchè di fatto, guardando alla Borsa e all’economia generale, in primis quella energetica, è così) pur di sanzionare lui, il suo governo, ma soprattutto frenare il genocidio di un popolo.

E non perchè quel popolo fosse del tutto pulito o innocente: ma perchè nessuno può ergersi ad angelo della morte e condannare con il genocidio qualcosa che non ha mai neanche subito un processo, se non il proprio processo interno, per cui Crimea e Donbass avevano già pagato e continuano ad essere strumentalizzate.

Strumentalizzate si, al netto di ogni opinione in merito, questo è l’unico dato concreto.

A Putin non interessa la tanto propagandata idea di giustizia contro i neonazisti, come i neonazisti non interessano alla NATO: sia a Putin che alla NATO interessano i territori e le materie prime.

Tutto il resto è demagogia. Ma quanto siamo disposti a spendere per l’egemonia? Vale la pena disintegrare ciò che si vorrebbe conquistare?

La soluzione, per il momento, è solo un protocollo: l’allarme rosso lanciato da Washington sotto il nome di DEFCON 2.

Propaganda e toni patriottici

Putin ha perso totalmente il polso della situazione, e di conseguenza il dominio dei fatti. Tutto sempbra scivolargli tra le dita in un’escalation di violenza.

Questo conflitto è tramutato in una questione di morte o salvezza, perchè egli rischia di soccombere insieme al suo governo, il suo regime e l’oligarchia riferita al dominio che gli sta sfuggendo.

I messaggi di propaganda veicolano l’informazione che l’Occidente è coalizzato contro la Russia, questo serve poi ad agganciarsi a dei messaggi nazoinalisti e patriottici che dovrebbero fargli recuperare il consenso del suo popolo, che sta andando progressivamente scemando.

Dopo afferma che la NATO vende armi all’Ucraina per massacrare i coscienziosi soldati russi: usa l’inaspettata coalizione occidentale per legittimare gli atti dittatoriali di repressione e salvare ciò che resta del proprio impero. Ma il regime si sta sfaldando sotto i suoi occhi e a causa del suo delirio di onnipotenza.

Per quanto sia devastante solo a pensarci, a livello strategico e psicologico, non gli resta che avvalersi dell’ultimo asso nella manica: il nucleare.

C’è da sperare che il suo stesso popolo, vessato dall’abbandono delle multinazionali estere, quindi dai servizi essenziali, dall’impossibilità di relazionarsi con l’esterno (per l’11 marzo è prevista la chiusura dei server russi al resto del mondo) e dalla recessione incombente, gli si rivolti contro come si è già visto nella storia.

10 marzo: aggiornamento del piano di sicurezza nucleare

Il Piano nazionale per rispondere all’emergenza nucleare sancisce le norme indispensabili a far fronte ai contraccolpi di incidenti atomici o dovuti alla fuoriuscita di radiazioni, sia esternamente che all’interno del perimetro nazionale italiano.

da ilsole24ore.com sul decreto che, se approvato dopo la concertazione, verrà firmato dal Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

Questo aggiornamento ha atteso ben 12 anni, ma pare che il fatidico momento di riprendere in mano una questione che la nostra civiltà avrebbe sperato di aver seppellito definitivamente, cioè l’emergenza nucleare, sia tornata a galla in tutto il suo splendore.

Per quanto sia garantita l’assenza di ripercussioni dopo il bombardamento da parte della Russia sul reattore inattivo della centrale di Zaporizhzhia, si sente la necessità di puntualizzare nuovamente le norme di sicurezza.

Si tratta di un protocollo che trova le sue fondamenta su un impianto logico abbastanza noto e comprensibile: cercare ricovero in luoghi chiusi, spegnimento dei condizionatori e di tutto ciò che fa circolare l’aria dall’esterno, assunzione di iodio in pillole e monitoraggio della filiera agroalimentare.

Questi i cicli d’azione previsti per un provvedimento nel caso di emergenza nucleare accertata.

Per quanto concerne il fatto di ripararsi al chiuso, nella propria abitazione, cercando di non avere contatti respiratori con l’aria esterna, è un provvedimento che normalmente può durare un pugno di ore, al massimo un paio di giorni. Si consiglia inoltre di evitare di alimentarsi con prodotti freschi o di recente confezionamento.

Sarebbe impedita la circolazione dei mezzi civili su strada e sarebbero attuati protocolli per verificare il reale impatto su agricoltura e allevamenti.

Sembra fantascienza. Invece, in barba alla distopia più fantasiosa, ci stiamo davvero preparando a tutto questo.

Nucleare e iodioprofilassi: NO al fai da te.

Un ultimo, importantissimo invito a non cedere al panico e medicarsi da soli, senza parere medico: evitate di assumere farmaci, se non sono necessari.

Lo iodio ad esempio, se assunto in assenza di reali scompensi alla tiroide o altre motivazioni valide, può essere pericoloso per l’organismo.

Nel piano della Protezione Civile si reputa che lo iodio sia indispensabile per minimizzare la metabolizzazione del suo corrispondente radioattivo, specie nei soggetti che già risentono di disturbi endocrini.

Però la somministrazione deve essere regolamentata con estrema cura: si parla del giorno precedente e del giorno successivo, presumibilmente dopo la decorrenza di otto ore, dalla probabile irradiazione dell’esplosione fino al raggiungimento del nostro territorio.

Si terrà conto inoltre dell’età dei soggetti e della loro storia clinica, la distribuzione del farmaco sarà a carico del governo. Se tutto ciò dovesse accadere, facile a dirsi, il nemico peggiore sarà il panico.

Anche un eccesso di zelo rispetto alle misure di sicurezza promulgate dal governo ha il potenziale dannoso, pertanto, nell’infausta eventualità di una fuga radioattiva, saremmo tutti richiamati alla calma e al discernimento che il leader russo ha dimostrato di non possedere.

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