Smart Working 2022, novità! Il lavoro agile sarà permanente 

Tante le novità per lo smart working nel 2022. Una serie di misure temporanee, ma anche un cambio nei contratti per lavoratori pubblici e privati.

Lo Stato di Emergenza, ovvero lo strumento giuridico di cui l’esecutivo governativo si serve per la gestione delle crisi, sarà in vigore fino al 31 marzo 2022, come decretato dal Consiglio dei Ministri in via ufficiale.

L’estensione di questa misura si accompagna anche alla proroga di una serie di agevolazioni lavorative concesse ai cittadini italiani.

Prima di tutto, l’accesso semplificato allo smart working nel settore privato come provvedimento di emergenza e quindi temporaneo. Accompagnato dalla proroga fino a fine febbraio della modalità di lavoro agile per chi ricade sotto le tutele della Legge 104.

La definizione di smart working è contenuta nella Legge n. 81/2017, ma è stata la pandemia che ha introdotto realmente il lavoro agile nelle nostre vite e questo si è dimostrato anche uno strumento utile ad ampio raggio e in ampia prospettiva.

Nasce così la necessità di rendere la modalità agile di lavoro permanente e regolamentata dall’ordinamento italiano, cioè nasce lo smart working da contratto.

Si interviene infatti prima di tutto modificando il contratto collettivo nazionale (CCNL), cioè con lo smart working che diventa un diritto per i dipendenti pubblici. Poi nasce il protocollo che invece regolamenta il lavoro agile nei contratti di lavoro del settore privato.

In parole povere, nasce non solo la spinta a ricorrere a questa modalità di lavoro, ma da adesso in poi essa sarà regolamentata da contratto sia che si lavori nel pubblico che nel privato.

Approfondiamo quindi la questione smart working, facendo distinzione tra quelle che sono le misure permanenti e quelle invece temporanee e in vigore fintanto che sarà attivo lo Stato di Emergenza, dovuto alla pandemia.

Come cambia il Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) 2022 in materia di Smart Working

Cominciamo dai dipendenti pubblici e dalle modifiche apportate in via permanente e definitiva al contratto collettivo nazionale, cioè approfondiamo il contenuto delle linee guida che regolano in via definitiva lo smart working negli uffici della Pubblica Amministrazione.

Per norma è prevista un’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nazionale per febbraio, con la possibilità per chi lavora negli uffici pubblici di poter richiedere lo smart working a rotazione.

Nella riorganizzazione degli uffici pubblici a responsabili e lavoratori viene solo richiesto che le modifiche non abbiano impatti negativi sui servizi offerti al pubblico.

Con questo cambiamento non solo su loro scelta i lavoratori possono, ove possibile, fare ricorso allo smart working, ma questo viene anche tutelato allo stesso modo del lavoro in presenza.

Le linee guida stabiliscono prima di tutto che il lavoratore non possa lavorare in modalità agile usando la propria dotazione tecnologica personale, ma computer e altri strumenti dovranno essere forniti dall’ufficio.

Saranno poi i responsabili degli stessi a stabilire quali sono le mansioni lavorative che si adattano allo smart working e quali no.

Chi lavora da casa godrà delle stesse tutele di chi lavora in presenza, per quanto riguarda ad esempio la possibilità di avere undici ore di riposo tra due turni o usare i permessi.

L’accesso allo smart eorking è concesso a tutti i lavoratori a prescindere dal tipo di contratto, cioè se part-time o full-time, a tempo determinato o indeterminato, quello che non è concesso in smart working è la possibilità di fare straordinari.

Per quanto riguarda i lavoratori che ricadono negli ambiti di competenza della Legge 104, accanto allo smart working emergenziale attivo fino a fine febbraio e su cui ci concentreremo meglio in seguito, dovrebbe essere comunque garantito in via permanente l’accesso alla modalità agile di lavoro in via preferenziale.

Come cambia il contratto di lavoro nel settore privato sempre in fatto di Smart Working

Accanto a tali modifiche, attuate al contratto collettivo nazionale (CCNL) e in particolare che coinvolge gli uffici della Pubblica Amministrazione, si è reso necessario anche tutelare i lavoratori privati con un nuovo protocollo che regoli la modalità di lavoro agile anche nei contratti di lavoro del settore privato.

Si tratta in pratica di estendere le tutele di chi lavora in presenza anche a chi lavora da casa e anche in questo senso, ad esempio la dotazione tecnologica dovrà essere fornita dal datore di lavoro.

Il tipo di mansioni da svolgere in modalità agile dovrà essere specificato nel contratto e in ogni caso esso dovrà offrire le medesime garanzie del lavoro in presenza, come il riposo tra un turno e l’altro che deve essere di minimo undici ore; così come si esclude sempre la possibilità di fare straordinari lavorando da casa.

Smart Working semplificato nel settore privato fino al 31 marzo 2022

Veniamo allo smart working di emergenza, cioè le misure non permanenti ma temporanee e che sono vincolate alla pandemia e l’attivazione dello Stato di Emergenza.

Prima di tutto l’accesso allo smart working sarà facilitato per tutti i lavoratori fino a che lo stato di emergenza sta in vigore.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con un avviso sul sito ufficiale, annuncia comunque che fino al 31 marzo 22, cioè fino a quando sarà in vigore lo Stato di Emergenza, le comunicazioni per lo smart working nel settore privato saranno effettuate in modalità semplificata, cioè senza necessità di allegare l’accordo con il lavoratore, ma usando la piattaforma e i moduli messi a disposizione dallo stesso ministero.

Lavoratori con la Legge 104 in Smart Working fino al 28 febbraio 2021

Una importante modifica poi nasce nell’ambito della Legge 104, poiché si è deciso che chi rientra nelle sue tutele avrà diritto, ove possibile, a lavorare da casa.

Resta però da registrare che al momento tale possibilità è in vigore con una scadenza fissata al 28 febbraio 2022, cioè anticipa di fatto la fine dello Stato di emergenza di un mese.

In passato le tutele con la legge 104, a causa dell’epidemia di Covid-19 e delle restrizioni in atto per contenerla, erano molto più generose, con la possibilità ad esempio di avere 12 giorni al mese di permessi retribuiti al posto dei classici 3.

Tale provvedimento è vincolato peró ad un livello molto alto delle restrizioni e non è stato rinnovato perciò nel 2022, ora che queste sono più blande,

l’unica eccezione riguarda la possibilità di lavorare in smart working ove possibile con la Legge 104.

In questo senso peró si stabilisce anche che adesso qualora la mansione lavorativa non possa essere effettuata in smart working non esiste più l’equiparazione al ricovero ospedaliero e quindi di viene più versata alcuna indennità.

Inoltre, a quanto annunciato un canale preferenziale di accesso allo smart working almeno per gli uffici della Pubblica Amministrazione dovrebbe comunque essere concesso, sempre nell’ambito delle tutele della Legge 104.

Che differenza c’è tra Smart Working e Telelavoro nel 2022?

Partendo dal presupposto che tutti i parlanti anglofoni non lavorano in “smart working”, cioè il Premier Draghi aveva ragione e l’inglesismo è tutto italiano, esiste una differenza sostanziale nella nostra lingua tra i termini telelavoro e smart working.

La differenza è spiegata anche da Rudy Bandiera nel suo video YouTube, che vi proponiamo:

  

Ove il primo si riferisce semplicemente all’aspetto tecnologico di lavorare fuori dagli uffici, il secondo prevede una riorganizzazione complessiva dell’attività lavorativa che non prevede orari fissi, ma è all’insegna della assoluta flessibilità e autonomia, è insomma ormai una filosofia manageriale.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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