Stampate “troppo denaro” ed ecco cosa ottenete

Agli occhi di molti, il Covid-19 ha davvero accelerato le cose. Gli appassionati di tecnologia si sono rallegrati perché le riunioni virtuali, le chiamate con Zoom e la digitalizzazione in generale all'interno delle aziende hanno visto un forte impulso.

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Agli occhi di molti, il Covid-19 ha davvero accelerato le cose. Gli appassionati di tecnologia si sono rallegrati perché le riunioni virtuali, le chiamate con Zoom e la digitalizzazione in generale all'interno delle aziende hanno visto un forte impulso. Allo stesso tempo, la crisi sanitaria ha accelerato un altro sviluppo di cui le persone generalmente non si preoccupano: l'espansione dell'offerta di moneta.

Sebbene la politica monetaria fosse stata estremamente espansiva anche ben prima che il virus colpisse il mondo, i banchieri centrali stanno alzando di nuovo la posta. Mentre la Federal Reserve ha impiegato quasi sei anni per creare $3.500 miliardi di nuova liquidità, questa volta ci sono voluti solo dieci mesi per scatenare uno tsunami monetario di $3.000 miliardi con la proiezione di altri $1.800 miliardi quest'anno.

Sebbene questi numeri astronomici non dicano niente al grande pubblico, un altro fatto sorprendente è passato sotto traccia: dopo il marzo 2020 il sistema bancario statunitense ha aumentato l'offerta di moneta M1 del 37%. Ciò che questo significa in parole semplici è che il 37% di tutti i dollari e depositi bancari in dollari che siano mai esistiti è stato creato nel 2020. Se si tiene presente che gli aggregati monetari come M0, M1 e M2 oggi non danno più un resoconto accurato di tutto il denaro nel sistema, perché non tengono conto del moltiplicatore del collaterale nel sistema bancario ombra, possiamo supporre che l'entità effettiva dell'espansione monetaria è molto maggiore.

Politica fiscale come politica monetaria mascherata

La liquidità creata dalle banche centrali mondiali viene integrata da misure fiscali da parte degli stati. Il governo degli Stati Uniti ha fatto da apripista, avendo approvato pacchetti di stimolo per migliaia di miliardi, e poi anche altri Paesi si sono indebitati ulteriormente per contrastare la recessione. A causa di tutto questo indebitamento, i livelli del debito globale hanno raggiunto un nuovo record di $277.000 miliardi, secondo una stima dell'Istituto di finanza internazionale. Ciò equivale ad un rapporto debito/PIL del 365%.

Attualmente si sta discutendo chi debba avere la precedenza: se la politica monetaria o fiscale. Questo dibattito, però, è solo un miraggio: oggi la politica fiscale sotto forma di stimoli statali è la politica monetaria. Il debito pubblico è diventato l'asset più popolare e ricercato nelle azioni di politica monetaria. La politica fiscale si è trasformata in politica monetaria sotto mentite spoglie, poiché il debito di nuova creazione è assorbito sempre più dalle banche centrali. La conseguenza inevitabile è che la qualità dei loro bilanci, e quindi la qualità del nostro denaro, si deteriora continuamente.

Le conseguenze dei “troppi soldi”

Fare in modo che le banche centrali conducano una politica monetaria sempre più espansiva basata interamente sul debito è oggi la soluzione preferita dai politici, poiché segna il percorso di minor resistenza. Creare sempre più denaro è conveniente, perché in questo modo praticamente qualsiasi gruppo di interesse può essere sedato finanziariamente.

Il risultato è ovvio: troppi soldi stanno sguazzando in cerca di rendimenti. Governi come quello spagnolo o portoghese, che difficilmente sono noti per essere fiscalmente responsabili e quindi debitori affidabili, attualmente sono in grado di prendere in prestito denaro a costo zero. Questo sembra essere del tutto assurdo se si tiene presente che durante la crisi del debito europeo i loro costi di prestito (nel caso del Portogallo fino al 14% per i suoi titoli decennali) hanno costretto l'Unione Europea ad approvare pacchetti di salvataggio multimiliardari.

I mercati finanziari sono impazziti. Non solo le obbligazioni svizzere e tedesche hanno un tasso d'interesse negativo, ma anche il titolo decennale spagnolo è entrato in territorio negativo per la prima volta, anche se per un breve periodo. L'acquisto di queste nuove obbligazioni è a totale appannaggio della Banca Centrale Europea (BCE), come mostra un'analisi della banca tedesca DZ.

Il mercato obbligazionario europeo è praticamente scomparso. Proprio come l'Europa seguirà gradualmente le orme del Giappone e sperimenterà sempre più le conseguenze sociali dei tassi d'interesse a zero, il suo mercato obbligazionario verrà "giapponesizzato". La Bank of Japan (BOJ) è stata a lungo l'unico offerente per i titoli di stato giapponesi (JGB) e la BCE sta attualmente affrontando lo stesso rischio e sembra davvero non esserci via d'uscita. Proprio come è avvenuto in Giappone, i banchieri centrali europei stanno accumulando sempre più titoli di stato, privando il settore privato di questo tipo di garanzia collaterale e rendendo la politica monetaria sempre più difficile da gestire. Anche a questo proposito, la famosa spirale di interventismo descritta da Mises continuerà a girare man mano che i tecnocrati dovranno trovare nuove "soluzioni" pronte all'uso.

Troppi soldi, troppe disuguaglianze

Paradossalmente, a causa di questo diluvio di denaro nel sistema, l'inflazione dei prezzi degli asset continuerà e farà in modo che l'odierna disuguaglianza di ricchezza aumenti ulteriormente. Gli asset di tutti i tipi hanno registrato un apprezzamento dei prezzi a causa della liquidità di nuova creazione che fluisce in esse. Allo stesso tempo, gli assegni del welfare state alla popolazione statunitense illustrano abbastanza bene come le decisioni politiche in realtà esacerbino le cose creando maggiore disuguaglianza di ricchezza.

Coloro che hanno investito le sovvenzioni governative da $1.200 in Bitcoin, hanno guadagnato $3.749. I destinatari di questi fondi che sono stati abbastanza intelligenti da anticipare tali movimenti nel tempo, molto probabilmente si sono posizionati di conseguenza e ne hanno beneficiato. Alla fine sono gli effetti di secondo o anche di terzo ordine che aumentano la disuguaglianza di ricchezza e ostacolano qualsiasi misura politica che cerchi di ottenere il contrario.

Attenzione ai trader stupidi

Il fatto che ci sia troppo denaro in giro può in definitiva essere considerato il risultato di quella che si chiama istituzionalizzazione della creazione di moneta. Poiché i depositi bancari ed i saldi monetari, sia in una cassaforte che in un salvadanaio, vengono polverizzati di giorno in giorno, sempre più persone comuni si sentono obbligate a partecipare a questo gioco, cioè i mercati finanziari, nella speranza di poter guadagnare qualcosa dall'inflazione dei prezzi degli asset.

L'odierna politica monetaria ultra-espansiva costringe quindi più persone inesperte ad investire nel mercato azionario. Questo fattore di spinta, combinato con la possibilità tecnologica odierna di investire facilmente, porta ad una massa sempre crescente di cosiddetti dumb money nei mercati.

Una parola di cautela: il termine "dumb money" non ha lo scopo di ridicolizzare questi investitori. Riconosce il fatto che molte persone sono attualmente spinte ad investire in asset finanziari di cui hanno poca conoscenza, mentre allo stesso tempo mancano gli strumenti per analizzarle adeguatamente. Proprio come le pecore incapaci vengono condotte al macello, questi investitori sono esposti alle numerose insidie ​​dei mercati finanziari. Quindi le banche centrali oggi non solo creano un sacco di denaro, ma alimentano anche l'afflusso di dumb money.

Lo svantaggio diventa chiaro: poiché gruppi di dumb money stanno inseguendo ogni singolo rendimento infinitesimale, vedendo una finestra di opportunità favorevole per acquistare azioni "a buon mercato" quando i mercati calano, chi va short viene macellato. Sebbene il sell-off di marzo 2020 sia stato un evento redditizio per alcuni di essi, quest'anno molto probabilmente sarà uno degli anni peggiori per gli investitori che cercano di trarre profitto dal calo dei prezzi di mercato.

A giudicare da un'analisi di Hedge Fund Research, un indice di spicco riguardo le posizioni short è in calo del 32% all'anno. Questa non è una vera sorpresa dato che un bazooka di politica monetaria globale è stato sparato tutto l'anno ad un ritmo crescente, trasformando le posizioni short in un'impresa sempre più pericolosa. L'enorme quantità di liquidità che si riflette nei prezzi degli asset sta fabbricando una sorta di stabilità che genera instabilità solo sotto la superficie. Troppi soldi un giorno saranno seguiti da troppe lacrime.

Di Pascal Hügli

Traduzione di Francesco Simoncelli