Stare lontano dagli aiuti europei

Un paio di giorni fa diversi giornali hanno riportato con enfasi una notizia riguardante la Grecia, fra meno di una settimana, e per la precisione il 20 agosto, infatti, termina, dopo dodici anni la cosiddetta sorveglianza rafforzata dell’Unione europea.

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Un paio di giorni fa diversi giornali hanno riportato con enfasi una notizia riguardante la Grecia, fra meno di una settimana, e per la precisione il 20 agosto, infatti, termina, dopo dodici anni la cosiddetta sorveglianza rafforzata dell’Unione europea.

In pratica da quando è scoppiata la crisi greca, culminata con il mancato pagamento di parte del debito pubblico, la Grecia per ricevere prestiti da parte degli altri Paesi europei ha dovuto accettare imposizioni coercitive.

In particolare alla Grecia è stato imposto di realizzare un avanzo primario di bilancio del 3,4%. Ciò significa che, al netto degli interessi che dovrà pagare sul proprio debito pubblico, le entrate fiscali dovranno superare la spesa pubblica appunto del 3,4%, e questo all’incirca fino al 2028/2029 e poi, per altri 30 anni, fino al 2060 l’avanzo primario, ogni anno, dovrà essere almeno del 2,2%.

Ripeto, fino al 2060!

Certo la Grecia ha ricevuto prestiti dagli altri Paesi europei per un importo veramente imponente, ossia per quasi il 48% del proprio Pil, insomma è come se l’Italia ricevesse aiuti dagli altri Paesi europei per circa 800 miliardi, quindi le condizioni sono state particolarmente pesanti.

Ma questo è quel che succede quando, anziché finanziarsi attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico, sono gli altri Paesi europei a fare dei prestiti, insomma quello che noi andremo a fare con il Recovery Fund attraverso il PNRR.

Occorre dire che la Grecia aveva limitazioni anche nell’emettere titoli del debito pubblico per finanziarsi, di fatto più di ¾ del proprio debito pubblico, il 77% per la precisione, è ipotecato dal MES.

Ed il debito pubblico, ricordiamo che sfiora il 200% del Pil, una percentuale terrificante.

Ebbene come viene accolta la notizia appunto di questa interruzione della sorveglianza da parte della Troika nei riguardi della Grecia? 

Con entusiasmo, anzi, direi di più, mi spingerei a dire con esaltazione.

La maggior parte rdei giornali italiani riporta il titolo dell’articolo pubblicato dall’Ansa, la nostra Agenzia di Stampa nazionale, ossia:

Grecia, sorvegliata speciale solo per un’altra settimana   

Ma c’è chi si spinge appunto a titoli davvero che sprizzano entusiasmo, some ad esempio “Il Giornale” che titola: 

Addio all'incubo del rigore Ue: così la Grecia ora sogna la ripresa 

E nel sottopancia: Cresce il Pil, volano le presenze turistiche, sale la fiducia e soprattutto finisce la vigilanza Ue. La Grecia targata Mitsotakis non è più il Paese malato d'Europa.

Perché tanto entusiasmo da parte del Giornale di Berlusconi? 

Beh! Perché dal 2019 la Grecia è guidata da un conservatore, appunto Kyriakos Mitsotakis. Ma soprattutto perché così passa un immagine positiva dell’Europa che ti aiuta, certo, poi devi rispettare i patti, ma, insomma, dai, basta fare un po’ di sacrifici e tutto si aggiusta.

Ed ecco appunto come Il Giornale di Berlusconi, ormai già in campagna elettorale, trasmette questo messaggio positivo, quasi familiare dell’Europa affabile e sempre disponibile.

Ebbene questo clima idilliaco avvolge tutti i giornali italiani, ma uno fa eccezione, avrete certo pensato, sarà La Verità, no, non ho trovati un articolo che trattasse l’argomento sul giornale di Maurizio Belpietro.

La cosa vi stupirà, come ha stupito me, ad andare controcorrente è l’Huffington Post che titola:

Grecia: 1/4 di Pil perso e debito al 200%, l'Ue festeggia un disastro chiamato "salvataggio" ed anche il sottopancia non è da meno, sentite: Fine della sorveglianza rafforzata di Bruxelles ma i dati macroeconomici dopo dieci anni sono impietosi. Degli oltre 250 miliardi di aiuti solo dieci sono andati ad Atene. Lo spread però non preoccupa più. Il motivo? Il 77% del debito pubblico è ipotecato dal Mes e affini

E questo è l’inizio dell’articolo a firma Claudio Paudice: Un Pil nominale indietro del 25% rispetto al periodo precedente la crisi, un tasso di disoccupazione oltre il 12% dopo aver sfiorato la soglia monstre del 30% negli anni più bui, quella giovanile ancora oltre livelli accettabili (30%), un deficit delle partite correnti del 14%, un tracollo degli investimenti esteri diretti ormai inarrestabile iniziato a cavallo del 2013 (-16%), e soprattutto un debito pubblico pari a circa il 200% del Prodotto interno lordo che ormai sembra non amareggiare nessuno a Bruxelles.

Effettivamente questo miracolo economico non sembra esserci, e se questo è il salvataggio … giudicate voi.

Ma questo “salvataggio” deve risultare un monito per gli italiani. Cari ascoltatori, l’unico modo per salvarci è uscire dall’euro e riconvertire nella nuova moneta nazionale, partendo naturalmente dal debito pubblico.

Esattamente come accaduto quando invece siamo entrati nell’euro, la riconversione nella moneta unica è stata immediata. Il tutto avverrebbe senza traumi.

Per coloro che ritengono che il ritorno ad una nostra moneta sovrana ci impoverirebbe rispondo come sempre che se ciò fosse vero, ossia se tornando ad una moneta sovrana ci ritroveremmo più poveri allora avrebbe avuto ragione Prodi quando diceva che entrando nell’euro saremmo diventati più ricchi, invece … come ognuno di voi può banalmente constatare è avvenuto proprio il contrario.

Entrando nell’euro ci siamo impoveriti, quindi uscendo … È ovvio che se mi dite che le vacanze all’estero ci verrebbero a costare più care, certo, vi dico di sì, ma dato che agli stranieri fare le vacanze in Italia risulterebbe enormemente conveniente, immaginatevi l’invasione di turisti che avremmo, in ogni stagione dell’anno.

Ripeto uscendo dall’euro non ci impoveriamo se naturalmente riconvertiamo tutto nella nuova moneta, purtroppo non potremmo convertire nella nuova moneta prestiti avuti dagli altri Paesi europei, per questo occorre stare lontani da Mes, Recovery Fund e trappole del genere.

Quindi quando parlate con amici, parenti, conoscenti, colleghi, non abbiate remore, dite loro che dobbiamo tenerci lontano dagli aiuti europei come dalla peste. 

Fuori dall’euro e dall’Unione europea si sta bene, si sta benissimo! Chiedere a svizzeri e norvegesi per avere conferme.