Super Green Pass? Ecco la novità di questo dicembre!

Premiare i vaccinati ma senza penalizzare i non vaccinati, il Ministro Brunetta è chiaro, ma in cosa consiste il Super Green Pass? Una spinta a vaccinarsi, per evitare il ritorno ai divieti "a colori" imposti dalla pandemia.

Image

Ora non solo i bonus vengono chiamati adesso super, ma anche il Green Pass adesso potrebbe diventare un Super Green Pass!

Nel periodo dei no vax, no Green Pass con cortei al limite dell'assurdo e file interminabili fuori dalle farmacie per i tamponi, la proposta del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, durante un incontro di Forza Italia, sembra la prima risposta concreta al problema dei pochi ancora non vaccinati.

Ma cosa propone il Ministro e perchè si pensa che sia estremamente possibile che venga approvato già a dicembre?

Super Green Pass: cos'è e la proposta!

Sappiamo tutti cos'è un Green Pass.

Il Certificato Verde rilasciato dal Ministero della Salute in 3 casi:

  • Ciclo vaccinale completo;
  • Malattia guarita da Covid 19+ 1 dose di vaccino;
  • Tampone molecolare regolarmente rilasciato da enti appositi (farmacie autorizzate) della durata di 48 ore.

Questo certificato attualmente permette di poter continuare la propria attività lavorativa e andare in locali, ristoranti e bar per potersi sedere e consumare comodamente al tavolo ma anche per riprendere ad andare al cinema.

La grande polemica nasce dall'imposizione a lavoro di avere questo certificato, che per chi non è vaccinato significa doversi sottoporre ogni 2 giorni ad un tampone, con prezzi variabili nella penisola italiana dai 20 euro ai 40 euro.

Molte farmacie, per crearsi un giro di clienti sicuro, propongono appositi pacchetti di 10 tamponi a prezzi vantaggiosi.

Ma questa soluzione, quella del tampone molecolare, non è un incentivo alla vaccinazione.

Per raggiungere infatti la percentuale più alta in assoluto di vaccinati la proposta arriva dal Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta

Rafforzare il Green Pass è la scelta che si sta facendo strada nel Governo Draghi che non vuole drammatizzare ma ha chiarito sempre che dobbiamo essere pronti nelle risposte alla pandemia....Chi ha il vaccino o è guarito ha accesso a tutta la vita sociale, cinema, bar, tempo libero, pranzi, quindi è una spinta alla vaccinazione...Chi invece non ha il vaccino ma solo il Green Pass legato al tampone subisce i vincoli del cromatismo, qualora si dovessero manifestare.

La scelta quindi è chiara, sul modello austriaco, si vuole promuovere la vaccinazione con il Super Green Pass, lasciando liberi i vaccinati di non seguire i famosi divieti di un'Italia a colori che abbiamo già vissuto l'anno scorso di questi tempi, cosicchè che eventuali chiusure ricadrebbero solo sui non vaccinati e non su chi, coscienziosamente, si è sottoposto al vaccino.

Questa proposta, in linea con la richiesta anche di allungare lo stato di emergenza che di per sè nasce per un evento catastrofico, quale la pandemia è, ma che di solito ha un inizio e una fine precisa, cosa che la pandemia non ha, sarebbe una sorta di obbligo vaccinale senza imporre un effettivo obbligo vaccinale.

La validità del tampone, a livello lavorativo, rimane valida, ma non darebbe più effettivamente accesso a tutte quelle attività di vita sociale che invece sono accessibili a chi si è vaccinato o ha superato la malattia.

Altro augurio è quello di riuscire ad accelerare la terza dose: molte regioni hanno già iniziato ad aprire da lunedì la possibilità agli over 40 di potersi vaccinare e la richiesta è tanta fortunatamente.

Il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, si auspica di "poter affrontare la fine dell'anno e l'inizio dell'anno prossimo con più serenità" proprio in virtù delle decisioni che stanno per essere prese nel mese di dicembre.

Lo stesso Toti, Governatore della Liguria, augura l'istituzione dell'obbligo vaccinale, ma vista la difficoltà a farlo varare, l'idea del certificato verde "a doppia velocità" potrebbe essere un ottimo compromesso.

Del resto, l'accesso ai servizi essenziali è garantito dal tampone, è nei luoghi di attività sociali che questo non può bastare e si preferisce aprirli ai soli vaccinati.

Super Green Pass: discriminazione o scelta di responsabilità?

Se la proposta dovesse effettivamente passare, la decisione non farebbe altro che convincere i no green pass della veridicità di  quella che già è stata tacciata per una "dittatura sanitaria.

In realtà, il "lockdown" per i soli non vaccinati è una scelta già utilizzata in altri stati europei che garantisce di non dover chiudere del tutto le attività, con grandi problemi a livelli economici di nuovo per ristoratori e attività di vario tipo.

La scelta di non vaccinarsi, ad oggi, in situazioni in cui non ci sono patologie che dichiaratamente prescrivono la non vaccinazione, è una scelta egoista e poco lungimirante, perchè se i numeri delle ospedalizzazioni e dei casi in terapia intensiva, se non anche quello dei morti, è diminuito è proprio grazie al rispetto delle norme di distanziamento sociale e al vaccino.

Del resto, chi ha scelto di vaccinarsi non l'ha fatto per cieca obbedienza al Governo, ma per senso di responsabilità e per uscire da questo tunnel che è la pandemia da Covid-19, affidandosi ai migliori scienziati che hanno studiato la malattia e i vaccini.

Vi lasciamo qui un interessante servizio di La7 Attualità sul Super Green Pass in cui si chiedono le opinioni degli italiani rispetto a questa mossa politica di sicurezza:

Possibili nuove chiusure: cosa sta succedendo?

Attualmente, ad essere disponibili sono solo i vaccini ad mRNA come Pfizer e Moderna.

Si spera che la volontà di chi non si è vaccinato cambi con questa nuova proposta così da poter effettivamente arrestare la pandemia e sperare di uscire presto dal sistema a colori ma soprattutto sperare di non vedere più "bollettini di guerra" in TV con la conta dei morti e dei ricoveri in terapia intensiva.

Tutti ricordiamo come è stato il primo lockdown, tutti chiusi in casa, supermercati presi d'assalto, posti di lavoro persi e attività chiuse. Già solo per questi motivi, si dovrebbe pensare alla vaccinazione come un valido alleato più che ad un piano malvagio di qualche multinazionale.

Il rialzo dei numeri di contagi non fa ben sperare, anche se fortunatamente chi si ammala da vaccinato non occupa posti in ospedale.

Proprio a causa di questa nuova impennata, che ci si aspetta continuerà fino a marzo almeno, la stretta contro i non vaccinati che, scientificamente, sono un veicolo della malattia ben più forte dei non vaccinati, si ritiene necessaria.

Ad oggi, 20 novembre, il Ministero della Salute conta 11.555 contagiati, 5.220 guariti e 49 morti a fronte di 578.610 tamponi analizzati con un tasso di positività che dopo mesi si riattesta di nuovo oltre il 2%.

Dobbiamo alzare il livello di attenzione. Sono i numeri a richiederlo, l'Europa,così come ha certificato l'OMS, è nel pieno della quarta ondata e sebbene i dati che arrivano dalle regioni italiane siano ancora lontani dai "bollettini di guerra" di Germania, Francia, Austria e Olanda, non possiamo considerarci al di fuori da questa situazione, Non essere preoccupati, sarebbe da irresponsabili.

Queste le parole del Ministro Roberto Speranza, in merito alla situazione che sta travolgendo l'Europa e anche in minor misura l'Italia.

Alcune regioni sono a rischio zona gialla, proprio a causa di questi dati e della prospettiva che ci aspetta a Natale, Friuli-Venezia Giulia, Marche e le provincie di Bolzano e Trento, oltre la Liguria e il Veneto.

Già da settimane sentiamo come l'Italia nord orientale stia registrando i dati peggiori e questo non fa altro che pensare a nuove misure di contenimento del rischio.

Adesso il rischio infatti risulta doppio: Oltre i non vaccinati, bisogna tener conto anche della copertura vaccinale che dopo i 6 mesi inizia ad essere bassa, basta poco per far scoppiare un enorme focolaio in tutta Italia.

Chiudere e incentivare le vaccinazioni sono quindi gli unici mezzi a disposizione.

Ma se l'incentivo alla vaccinazione è una cautela per la salute della popolazione, la chiusura abbiamo visto che danni economici e psicologici porta.

L'Italia non sarebbe in grado di sostenere di nuovo le chiusure delle attività commerciali e il tasso di disoccupazione spaventoso registrato l'anno scorso, il modello austriaco sembra essere il perfetto compromesso per non abbandonare del tutto la normalità.