Un tweet che rimarrà nella storia!

Un tweet che rimarrà nella storia quello pubblicato il 13 luglio scorso da Matteo Salvini: Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo.

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Un tweet che rimarrà nella storia quello pubblicato il 13 luglio scorso da Matteo Salvini:

Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo.

Ovviamente possiamo riderci su, ma non ci sarebbe nulla da ridere, occorre invece porsi delle domande.

Ecco, ora io, certamente da totale profano della politica mi chiedo, ma poi, uno come fa ad andare in giro fra la gente, andare in televisione e presentarsi come se nulla fosse.

Certo nessuno glielo chiede, nessuno gli chiede scusa Matteo, ma non ti sembra di aver perso completamente la faccia? Non ti sembra di aver perso quel minimo di credibilità che un uomo politico dovrebbe avere? Non ti sembra oltretutto di aver perso persino quel poco di dignità che ti era rimasta?

Ed allora come riesci ad entrare ancora in un ristorante, con che faccia? Non ti vergogni?

Ecco, probabilmente non sarò mai un politico, certi compromessi, per me, sono inaccettabili. 

E poi trovo veramente insopportabile tradire la fiducia che la gente mi ha accordato. Capisco che la responsabilità di coloro che hanno ricevuto un mandato popolare è gravosa, arrivo anche a pensare che i compromessi siano parte integrante della politica, ma … ma tutto ha un limite.

Io certamente se avessi postato un tweet come quello di Salvini “Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo”. Poi non avrei mai potuto nemmeno pensare di andare in Parlamento e votare una legge che impone il vaccino per entrare in un bar o in un ristorante.

Ed invece i politici che oggi occupano Camera e Senato si stanno comportando in una maniera che definirei … intollerabile. 

A tutti loro deve essere vietato di parlare di libertà, a tutti loro deve essere impedito di partecipare ad una ricorrenza come quella del 25 aprile, giorno dedicato alla Liberazione dal regime fascista, perché loro oggi hanno approvato le intollerabili leggi che non hanno nulla da invidiare a quelle del ’38.

Ma cambiamo argomento.

Premetto immediatamente che spero con tutto il cuore di essere smentito, di aver capito male, perché se non fosse così, se ho davvero capito bene a me sembra una delle più grandi prese in giro che mai un Governo si sia permesso di fare.

Allora, viene sbandierato un accordo raggiunto in sede di consiglio dei Ministri, un accordo che viene definito quasi storico, l’accordo per una riforma fiscale.

Oh finalmente il nostro governo si sarà accorto che le tasse, o sarebbe più corretto dire le imposte, in Italia sono davvero eccessive e quindi le avranno abbassate, almeno così vien da pensare.

Ed in effetti, almeno stando a leggere i titoli dei nostri giornali si parla di una riduzione della pressione fiscale … se non che …

Allora, la riforma riguarda le aliquote Irpef che fino ad oggi erano 5 e precisamente:

  • il 23% fino ad un reddito di 15 mila ero l’anno
  • il 27% da 15 mila a 28 mila
  • il 38% da 28 mila a 50 mila
  • il 41% da 50.000 a 75.000 ed infine
  • il 43% oltre 75.000 euro.

Allora la riforma riduce a quattro gli scaglioni, abolisce il quarto quello da 50.000 a 75.000, ma andiamo con ordine. L’accordo raggiunto sarebbe questo.

  • Il 23% fino a 15.000 euro – quindi non è cambiato nulla
  • Il 25% da 15.000 a 28.000 - quindi un 2% in meno - bene
  • Il 35% da 28.000 a 50.000 – quindi un 3% in meno - bene 

Come detto, eliminata l’aliquota da 50.000 a 75.000, ma da 50.000 in su si va direttamente al 43% - quindi coloro che avevano un reddito annuo superiore a 50.000 euro pagano un 2% in più sulla parte eccedente i 50.000 euro e fino a 75.000 euro - male.

Chiarisco che a me in questo momento interessa capire se il prelievo fiscale aumenta o no, non prendo in considerazione se questa riforma sia più equa, ma esclusivamente se scende o meno il carico fiscale dei lavoratori, di tutti i lavoratori.

Guardando questi dati sembrerebbe proprio che … sì, c’è una riduzione fiscale perché uno scaglione è rimasto invariato, due scaglioni hanno visto ridursi l’aliquota ed uno invece l’ha aumentata, ma non solo, perché sono certamente molto più numerosi le persone che hanno visto ridursi la loro aliquota.

Certamente infatti saranno molto di più i lavoratori con un reddito annuo compreso dai 15 ai 50.000 euro che non quelli che guadagnano oltre 50.000 euro.

Però … però … ecco la fregatura: contemporaneamente, infatti, viene abolito il bonus Renzi. Ricordate gli 80 euro che poi sono diventati 100, ebbene, scompariranno dalla busta paga.

Allora i calcoli sono facili 100 euro al mese equivalgono a 1.200 euro l’anno ed allora uno che guadagna più di 50.000 euro l’anno già prima non aveva diritto al bonus Renzi, oggi si vede aumentare l’aliquota da 50 a 75 mila euro del 2% quindi per lui le tasse non sono diminuite ma aumentate. Andiamo avanti.

Per coloro che guadagnano da 28 a 50.000 euro l’aliquota è diminuita del 3% sulla parte eccedente i 28.000 euro e del 2% da 15 a 28.000 euro, ma perdono il bonus Renzi quindi ci hanno guadagnato o ci hanno perso? Beh, dipende, facciamo un calcolo se uno aveva un reddito annuo di 30.000 euro il guadagno dalla riforma è di 320 euro (260 euro sui 13.000 euro che vanno dai 15 ai 28.000 e 60 euro su 2.000 euro, ossia la parte eccedente i 28.000 euro). Ma perde il Bonus Renzi che per chi guadagna 30.000 euro è di 80 euro al mese, quindi 960 euro l’anno, quindi da questa riforma ci perde. 

Guadagna invece chi ha un reddito di 50.000 euro l’anno perché guadagna 260 euro sulla parte da 15 a 28.000 euro e 660 euro sulla parte dai 28 ai 50.000 euro per un totale quindi di 920 euro l’anno e non perde il Bonus Renzi perché questo lavoratore già non lo percepiva.

Ed ora andiamo a vedere coloro che sono nello scaglione da 15.000 a 28.000, questi dalla riforma guadagnano il 2%, al massimo intorno ai 400 euro l’anno, ma perdono il bonus Renzi di 1.200 euro (fino a 28.000 euro infatti il Bonus Renzi era di 100 euro al mese). Quindi per questi lavoratori la riforma è una fregatura.

Peggio ancora per coloro che guadagnano fino a 15.000 euro l’anno che non hanno nessun beneficio dalla riforma e perdono pure il Bonus Renzi. Cornuti e mazziati.

Ok, lo ribadisco spero ardentemente di aver capito male e che la riforma non sia così, perché altrimenti sarebbe proprio una fregatura per i redditi più bassi e la presa per i fondelli sarebbe quella sì … storica.