In Italia è allarme NEET: ecco quanti sono! Gli aiuti!

Un grave problema sconvolge l'Italia: stiamo parlando dei NEET, ossia giovani che non studiano e non lavorano. Ma quali sono le soluzioni? Scoprile.

Come ben sappiamo, la disoccupazione rientra tra le problematiche maggiormente profonde del nostro Paese. 

Tuttavia, oggi andiamo ad affrontare una tematica collegata, ma un po’ diversa: i NEET

Con questo termine facciamo riferimento a tutti coloro che, sebbene siano nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 34 anni, non studiano e non lavorano. 

Ma per quale motivo dobbiamo parlare di tale problematica? È così rilevante nel nostro Paese? Ebbene sì, l’Italia gode del (triste) primato in Unione Europea per numero di NEET. 

Eppure, per risolvere a fondo tale problema il Governo Draghi ha messo a punto un vero e proprio piano per sostenere questi giovani. 

Tuttavia, è bene conoscere le cause che sono alla base della diffusione del fenomeno, come il minor numero di giovani in Italia, la difficoltà di trovare un’occupazione dignitosa o la scarsa valorizzazione del capitale umano. 

A tutto questo si aggiunge una scarsa fiducia verso il futuro scaturita dalla pandemia da Covid-19 che ha portato molti giovani a non voler più studiare o lavorare in quanto il clima è caratterizzato da forte incertezza. 

Insomma, un problema estremamente rilevante che deve necessariamente trovare una soluzione il prima possibile.

In questo articolo andiamo a studiare nel dettaglio il fenomeno legato ai NEET, quindi quanti sono e quali sono le ragioni di tale scelta, fino ad arrivare al piano predisposto dal Governo Draghi per diminuire tale fenomeno. 

Allarme NEET in Italia: ecco quanti sono nel nostro Paese!

Quindi, come avrai compreso, i NEET sono quei giovani in età lavorativa e scolare che hanno deciso di non intraprendere alcun percorso di lavoro o di formazione. 

Attenzione: per percorso di lavoro viene inteso anche un contratto di stage o di apprendistato. 

Ebbene, il termine stesso “NEET” spiega tale fenomeno, in quanto rappresenta l’acronimo di “Not in Education, Employment or Training”.

Come abbiamo visto anche in precedenza, il numero di NEET in Italia preoccupa particolarmente il premier Mario Draghi, che ha progettato un piano di azioni per arginare tale situazione. Ma per quale motivo? Quanti sono i NEET in Italia e perché il loro numero è così preoccupante?

Secondo quanto possiamo apprendere dal Rapporto BES, ossia il rapporto sul benessere che viene presentato direttamente dall’ISTAT, scopriamo che il numero dei NEET sta crescendo in tutti i territori dell’Unione Europea, anche se il loro numero è leggermente calato nel corso del 2021.

Tuttavia, è importante sottolineare che ancora non siamo tornati a dei risultati che potevamo “vantare” prima della pandemia. 

Ebbene, se andiamo a prendere in considerazione i ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 34 anni in Italia che non studiano e non lavorano, scopriamo che il numero dei NEET ha superato i 3 milioni. 

Insomma, un numero che non lascia ben sperare per il futuro.

Inoltre, è bene sapere che la maggior parte delle persone che appartengono alla schiera dei NEET sono di sesso femminile. 

Ma andiamo a scoprire nel dettaglio cosa sta accadendo e quali sono le cause che hanno portato a questo allarme NEET nel nostro Paese. 

Le cause dei NEET: sempre più ragazzi abbandonano la scuola! Ecco perché!

Quando parliamo di mondo della scuola non facciamo riferimento alla totalità dei NEET, quindi non a tutti i ragazzi tra i 15 ed i 34 anni. 

Infatti, in questo caso, l’età che viene presa in considerazione è quella compresa tra 15 e 24 anni che non hanno completato il loro percorso di studi. 

Ma capiamo meglio cosa sta succedendo. 

Ebbene, parlando di NEET facciamo anche riferimento a coloro che sono usciti in maniera anticipata dal mondo della formazione. 

Attenzione: il dato sembra essere in discesa, ma è troppo presto per cantare vittoria. 

Infatti, nel 2020 c’è stato un vero e proprio boom di abbandoni precoci della scuola, dove abbiamo toccato una percentuale del 14,2%. Invece, nel 2021 tale situazione si è leggermente ridotta ed abbiamo avuto un dato del 12,7%. 

Eppure, devi sapere che la principale motivazione legata all’abbandono della scuola e dei percorsi di istruzione è data dalla scarsa fiducia per il futuro, come abbiamo sottolineato anche in precedenza. 

Inoltre, in molti pensano che l’Italia non offra alcuna possibilità di lavoro degna per coloro che studiano e si formano al meglio. Dunque, da una parte assistiamo all’abbandono della scuola da parte dei giovani mentre dall’altra parte, coloro che decidono comunque di continuare a formarsi, sono costretti a trasferirsi all’estero. 

Allarme NEET: il caso della popolazione femminile! 

Come abbiamo sottolineato anche in precedenza, se andiamo ad analizzare nel dettaglio come sono composti i 3 milioni di NEET che risiedono sul territorio italiano, ci rendiamo subito conto che molte sono donne

Anzi, nel dettaglio parliamo di 1,7 milioni di NEET su un totale di poco più di 3 milioni. Un numero da prendere sicuramente in considerazione dal Governo Draghi nel momento in cui progetta (o continuerà ad implementare) il piano studiato per risolvere questa problematica. 

Ebbene, in tutta Europa il numero di NEET donne è di 8,6 milioni e addirittura 1,7 milioni sono in Italia. È un dato che dovrebbe destare qualche preoccupazione?

Inutile anche chiederlo, la risposta è sicuramente affermativa. 

Ma qual è l’età nella quale si riscontra il maggior numero di NEET di sesso femminile?

In realtà il numero risulta essere alto in tutte le differenti fasce di età. Eppure, possiamo fare una distinzione per due fasce particolari:

  • Nell’età compresa tra 15 e 19 anni la percentuale di NEET di sesso femminile è del 45%
  • Invece, nella fascia di età che va dai 30 ed i 34 anni il numero di donne NEET sale addirittura al 66%. 

Questi sono solo i due casi maggiormente preoccupanti, dove nel primo facciamo prevalentemente riferimento a coloro che non studiano, mentre nel secondo a tutte quelle donne che non lavorano. 

Eppure, la situazione, se consideriamo ancora una volta il totale di 1,7 milioni di NEET donne è preoccupante in qualsiasi fascia di età. Pertanto, si spera che l’intervento operato dal Governo possa essere utile per ridurre quanto meno questo divario. 

Il Governo Draghi scende in campo per aiutare i NEET: ecco come!

Come abbiamo più volte sottolineato, il Governo Draghi non è rimaso a guardare inerme a questa situazione purtroppo molto pesante per l’Italia. 

Infatti, il premier Mario Draghi ha deciso di scendere in campo stilando una serie di misure con l’obiettivo di ridurre l’inattività di coloro che si trovano nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 34 anni che non studiano e non lavorano. 

Tale piano è già partito in diverse città italiane e si compone di tre importanti fasi. 

Ovviamente il fine è quello di sostenere i giovani a tornare a formarsi ed a trovare un’occupazione. 

Inoltre, è importante dare nuovamente ai giovani una speranza, per poter tornare a credere nel futuro anche in una situazione di incertezza come quella attuale, dove dopo il Covid-19 si sono aggiunti gli effetti della Guerra tra Russia e Ucraina

Il Piano NEET in breve: ecco le fasi e le misure in partenza!

Il piano messo a punto dal Governo Draghi prende il nome di Piano NEET. 

Dunque, tale piano si suddivide in tre fasi specifiche

La prima prende il nome di emersione ed ha lo scopo di identificare i NEET presenti sul territorio nazionale. 

La seconda fase è quella dell’ingaggio, ossia creare delle esperienze interattive, facendo leva sul digitale, in modo da formare al meglio i giovani nelle professioni maggiormente richieste nel futuro. 

Infine abbiamo l’attivazione, passando attraverso diverse misure messe a punto dal Ministero del Lavoro e da ANCI per favorire l’occupazione dei NEET. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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