Ape sociale: troppe deroghe per la Ragioneria Generale!

Ape sociale: troppe deroghe per la Ragioneria Generale! Lo sconto in termini contributivi che hanno ricevuto i lavoratori del settore edile ed i ceramisti per accedere all’Ape, preoccupa i tecnici del Mef. Aumentano infatti i timori che anche altri lavoratori possano richiere analoga deroga con un aumento eccessivo della spesa per le casse dello Stato. Leggi l'articolo per restare aggiornato!

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La legge di bilancio per il 2022 ha introdotto importanti novità anche per quel che riguarda l’Ape Sociale.

Nello specifico, la manovra di bilancio ha previsto l’estensione di questo meccanismo per tutto il prossimo anno, prevedendo la corresponsione di un assegno lordo di importo mensile massimo pari a 1.500 euro che il lavoratore percepirà fino a quando non raggiunge l’età necessaria per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata.

È una sorta di scivolo che quindi accompagna i lavoratori all’uscita dal mondo del lavoro, a condizione che questi lavoratori abbiano svolto lavori gravosi negli ultimi 6 o 7 anni considerando un totale complessivo di 7 oppure 10 anni, rispettivamente.

Oltre ad aver prorogato questo meccanismo per tutto il 2022, la manovra di bilancio ha anche ampliato la lista dei lavori gravosi che sono ammessi a godere di questo anticipo.

Ape sociale: le principali novità

In effetti, le categorie di lavoratori per i quali può operare il meccanismo dell’Ape sociale, passa da 15 a 23 ricomprendendo tra gli altri anche artigiani, operai specializzati, agricoltori, coloro che guidano macchinari con cui si fa l’estrazione e la prima lavorazione dei minerali, gli operai che si occupano della trasformazione a caldo dei metalli.

Rientrano altresì in tale categoria anche i docenti delle scuole primarie e pre-primarie, tutti coloro che svolgono professioni qualificate nei settori sanitari, sociali e nei servizi personali, le estetiste, i magazzinieri e i tecnici della salute.

Per la maggior parte di queste categorie non sono previsti cambiamenti nei requisiti di accesso, per cui restano confermati 63 anni di età e 36 anni di contributi, contributi che scendono a 30 se ci riferiamo a disoccupati, disabili o caregiver.

È stabilito poi che con riferimento alle Pmi che sono in una situazione di crisi, ci sia la possibilità per i propri dipendenti di andare in pensione a 62 anni, così come è stata eliminata la necessità di dover attendere 3 mesi dalla fine del percepimento del sussidio di disoccupazione Naspi, per poter richiedere l’Ape sociale.

La novità però senza dubbio più importante, è il notevole sconto in termini contributivi che hanno ricevuto i lavoratori del settore edile ed i ceramisti per accedere all’Ape.

Un emendamento alla legge di bilancio ha infatti stabilito che, questi lavoratori possano accedere all’anticipo, con 32 anni di contributi in luogo degli attuali 36, con uno sconto quindi di ben quattro anni rispetto a quello originariamente pattuito.

È proprio quest’ultimo emendamento, che ha fatto nascere non poche perplessità primo fra tutti da parte della Ragioneria Generale, che lancia un possibile allarme sull’effetto che tale deroga potrebbe provocare, spingendo anche altri lavoratori a richiedere sconti in termini di anni contributivi, con costi che a questo punto diventerebbero per lo Stato davvero eccessivamente onerosi.

Ma procediamo per gradi e cominciamo innanzitutto con lo spiegare che cosa sia il meccanismo di anticipo offerto dall’Ape sociale.

Ape Sociale: che cosa è

L’Ape Sociale è una misura che consente, a determinate categorie di lavoratori, di accedere a un anticipo pensionistico che ha lo scopo di accompagnarlo fino alla pensione di vecchiaia.

Nello specifico infatti, l’Ape sociale non è destinata a tutti i lavoratori ma vi possono accedere solo quelli che svolgono i cosiddetti lavori gravosi.

Non è un vero e proprio trattamento pensionistico, si tratta più che altro di un’indennità di cui lo Stato si fa carico con il fine di creare uno scivolo per accompagnare in modo graduale i lavoratori all’uscita dal mondo del lavoro fintanto che questi non maturano i requisiti o per la pensione anticipata o per quella di vecchiaia.

È stata introdotta in via sperimentale la prima volta nel 2017 e poi prorogata di anno in anno e prevista in scadenza alla fine del 2021.

L’attuale manovra di bilancio però, con le opportune modifiche, ha confermato questa misura anche per tutto il 2022.

Questa decisone è stata assunta per offrire comunque un’alternativa all’attuale Quota 102 che ricordiamo è stata introdotta in sostituzione della precedente Quota 100, perché consente, almeno per le categorie di lavoratori alle quali si rivolge la possibilità di uscire in modo anticipato dal mondo del lavoro.

Per chi fosse interessato, un videotratto dal canale Salvatore Spinosa Consulente Finanziario - YouTube. offre spunti interessanti sul tema.

Ape sociale 2022: requisiti contributivi

Abbiamo detto che possono accedere all’Ape sociale solo determinate categorie di lavoratori che però siano in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi.

Per quanto riguarda il requisito anagrafico, la legge di bilancio nulla ha modificato rispetto a quanto precedentemente pattuito, per cui possono accedere all’Ape sociale i lavoratori che hanno almeno 63 anni di età.

Per quel che riguarda il requisito contributivo, bisogna dire che questo non risulta essere uguale per tutte le categorie di lavoratori ai quali la misura si rivolge, ma risulta essere variabile in un range che va dai 30 ai 36 anni.

Più in dettaglio, il requisito più basso dei 30 anni si rivolge ai soggetti che sotto il profilo occupazionale, si trovano in particolari condizioni.

Per il 2021 si richiedevano infatti, 30 anni di contributi ai soggetti che sono disoccupati e che però congiuntamente non usufruivano più di alcun tipo di ammortizzatore sociale al momento della presentazione della domanda per accedere all’Ape sociale.

Tuttavia bisogna dire che la legge di bilancio 2022 è intervenuta in questa situazione e ha di fatto eliminato il vincolo dei 3 mesi, per cui rimane in piedi per questi soggetti, solo il requisito contributivo.

Trent’anni sono richiesti anche per tutti quei soggetti che abbiano un’invalidità civile almeno del 74%, così come questo requisito ritorna per poter accedere all’Ape sociale, da parte di tutte quelle che persone che assistono coloro che abbiano una grave disabilità.

Al di fuori di queste situazioni, il requisito contributivo richiesto in relazione ai lavori gravosi, è di 36 anni, purché però questi lavoratori riescano a dimostrare di aver svolto attività gravose nel corso degli ultimi 6 anni o nel corso degli ultimi 7, su un totale di 7 o 10 anni, rispettivamente.

Ape sociale 2022: nuova platea beneficiari

La legge di bilancio è intervenuta in relazione all’Ape sociale, allargando la platea dei possibili beneficiari e quindi portando da 15 a 23, le categorie professionali che sono considerate come lavori gravosi o usuranti.

In modo dettagliato tutte queste categorie sono state individuate sulla base di un’apposita classificazione ISTAT che è stata allegata alla manovra di bilancio, ad ogni modo tra queste ne citiamo alcune.

Nelle nuove categorie di lavoratori gravosi che possono accedere all’Ape sociale, sono stati inseriti anche artigiani, operai specializzati, agricoltori, coloro che guidano macchinari con cui si fa l’estrazione e la prima lavorazione dei minerali, gli operai che si occupano della trasformazione a caldo dei metalli.

Rientrano altresì in tale categoria anche i docenti delle scuole primarie e pre-primarie, tutti coloro che svolgono professioni qualificate nei settori sanitarti, sociali e nei servizi personali, le estetiste, i magazzinieri i tecnici della salute e così via.

Ape sociale: sconto contributivo

Abbiamo visto che in generale, per poter accedere all’Ape sociale, a parte i lavoratori che si trovano in particolari condizioni, bisogna avere sempre 63 anni di età e almeno 36 anni di contributi.

Tuttavia uno specifico emendamento alla legge di bilancio, ha consentito la possibilità, per determinati lavoratori, di ottenere uno sconto contributi di ben 4 anni sui 36 richiesti.

Si tratta dei lavoratori del settore edile e dei ceramisti che hanno ottenuto la possibilità di accedere all’Ape sociale con 32 anni di contributi. Una riduzione in termini di contributi viene riconosciuta anche alle lavoratrici che hanno dei figli, cui spetta una riduzione di un anno di contributi per ogni figlio fino ad un massimo di due figli.

Ape sociale: come viene pagata

L’Ape non è un vero e proprio trattamento previdenziale ma un’indennità di cui si fa carico lo Stato che laddove sussistano i requisiti, inizia ad essere corrisposta già dal primo mese successivo a quello in cui si è presentata la domanda.

È un’indennità che viene corrisposta per 12 mensilità fino a quando il lavoratore non raggiunge i requisiti per la pensione anticipata o per la pensione di vecchiaia, dipende da quale viene raggiunto per primo.

L’importo dell’assegno mensile viene calcolato tenendo in considerazione i requisiti contributivi e anagrafici maturati al momento dell’accesso alla prestazione, ma comunque non può superare l’importo di 1.500 euro. 

Durante il ricevimento dell’Ape non sono riconosciuti né contributi, né assegni familiari.

Ape sociale: quando fare la domanda

Per poter presentare domanda per l’Ape, necessariamente si deve aver terminato qualunque attività lavorativa sia come lavoratore autonomo, dipendente o parasubordinato, né tantomeno si può essere titolari di pensione diretta.

Le domande per poter accedere all’Ape per il 2022, devono essere fatte solo per via telematica attraverso gli appositi canali messi a disposizione dell’INPS e comunque entro tre date espressamente stabilite che sono il 31 marzo, il 15 luglio ed entro e non oltre il 30 novembre.

Ape Sociale: il problema delle deroghe

In effetti, proprio sull’emendamento che è stato fatto alla legge di bilancio relativamente allo sconto contributivo per determinate categorie di lavoratori, non poche discussioni sono venute fuori.

L’allarme prima tra tutti lo ha dato la Ragioneria Generale dello Stato che teme che in questo modo si possa dare la stura ad una serie infinta di deroghe che possono far lievitare, e non poco, i costi per lo Stato connessi a questa misura.

In effetti, il tema dello sconto contributivo che ha inserito i lavoratori del settore edile e anche i ceramisti tra coloro che possono beneficiare di questo sconto, ha di fatto introdotto una serie di preoccupazioni per i tecnici che lavorano all’interno del Mef che di fatto sostengono come uno sconto di questo tipo di fatto, vada proprio a modificare l’impianto originario dell’Ape sociale rivolto a tutti i lavoratori gravosi.

Unitamente attraverso le dichiarazioni della Ragioneria dello Stato si dice espressamente che questa modifica:

“di fatto indebolisce un requisito contributivo per l'accesso all’anticipo di pensione/prestazione che dovrebbe essere più significativamente elevato per soggetti che lavorano e non sono disoccupati”.

Ape sociale e altri timori connessi alle deroghe

Non sono solo quelli sopra elencati i timori e le preoccupazioni avanzate, in aggiunta i tecnici ritengono che questo emendamento potrebbe rappresentare un pericoloso precedente che potrebbe spingere anche altri lavoratori che svolgano mestieri usuranti a chiedere degli sconti contributivi, con la possibile e pericolosa conseguenza che i costi relativamente a questa misura potrebbero davvero diventare tropo onerosi da poter sostenere.

Ape sociale: la risposta del governo

Tuttavia a queste preoccupazioni ha risposto il governo che ha sciolto tutte le riserve della Ragioneria facendo i conti di questo emendamento.

Lo sconto contributivo per i lavoratori edili e i ceramisti, comporterà un costo che è stato stimato crescente fino al 2024, passando da 2,2 a 3,8 e infine a 3,6 milioni di euro.

Tuttavia a partire dal 2025 e fino al 2027, il costo dell’emendamento dovrebbe progressivamente ridursi passando da 2,6 a 2 e infine a 0,8 milioni di euro nel 2027.

Le stime del governo dicono poi che il costo di questo emendamento si annulla completamente a partire dal 2028.

Il governo ha altresì stimato che interessati da questo sconto contributivo saranno nell’anno in corso 21.200 lavoratori e che il costo complessivo della misura sarà sempre con riferimento al 2022 di 147 milioni di euro, crescerà poi fino ad arrivare a 280 milioni di euro nell’anno successivo, ma infine tenderà progressivamente a ridursi.