Il futuro del lavoro è la Partita IVA? Crollano le aperture dopo il boom

Il futuro del mondo del lavoro è la Partita IVA? Sembrava una certezza, ma non lo sappiamo più: crolla il numero di aperture dopo il boom. Perché.

Il mondo del lavoro sta subendo un mutamento continuo, ma sembrava che fossimo arrivati ad un dunque: nel corso del 2021 le aperture delle Partite IVA in Italia hanno avuto un vero e proprio boom. 

Le motivazioni di questo aumento nelle aperture sono state molteplici: allentamento delle restrizioni legate al Covid-19, maggiore volontà di equilibrio tra vita privata e lavorativa, voglia di indipendenza…

Eppure, secondo quanto scopriamo dai dati rilevati dall’Osservatorio del Ministero dell’Economia, nel 2022 questo boom sembra essere rientrato. Insomma, il numero di persone che decidono di lavorare come liberi professionisti sta diminuendo e, ad oggi, risultano esserci il 15% in meno di Partite IVA rispetto all’anno precedente. 

Ma quali sono le ragioni di questo cambio di rotta? Qual è la situazione dei lavoratori autonomi in Italia? Andiamo a rispondere a queste domande, al fine di capire se possiamo identificare una nuova tendenza nel mondo del lavoro. 

Crollano le aperture delle Partite IVA in Italia: ecco i numeri

Come abbiamo sottolineato in precedenza, nel corso del 2021 le aperture delle Partite IVA hanno subito un vero e proprio boom. Tuttavia, solo un anno dopo, questa tendenza si sta arrestando. 

Una motivazione? Ce ne possono essere tante, ma al momento possiamo avanzare solo delle ipotesi. Ad esempio, la fine del Covid-19 ci ha dato molte speranze, sia in ambito personale che lavorativo, speranze che forse non hanno raggiunto però le aspettative. 

Attualmente l’apertura delle nuove Partite IVA ha toccato un picco in negativo del -61%. 

Ma andiamo a vedere i numeri nel dettaglio e, successivamente, vediamo come rapportarli con quelli relativi all’anno scorso. 

Per quanto riguarda le nuove aperture di Partita IVA, queste sono distribuite in maniera disomogenea tra le diverse aree:

  • Quasi il 70% delle aperture del 2022 riguarda le persone fisiche, quindi i liberi professionisti che decidono di lanciare la loro attività in proprio, spesso in regime forfettario. 
  • Al secondo posto, con una percentuale che si attesta al 22,5% abbiamo l’apertura delle società di capitali, quindi delle aziende. 
  • Terzo posto per le società aperte da persone non residenti, ossia quelle relative al commercio online, che contano il 5% delle aperture. 
  • In ultima posizione troviamo le società di persone, con una percentuale molto bassa, ossia il 3,1%. 

Ebbene, ora che abbiamo compreso più nel dettaglio i numeri che caratterizzano le aperture in Italia, andiamo a scoprire come questi possono essere rapportati con l’anno precedente. 

Meno aperture della Partita IVA rispetto al 2021, cosa sta succedendo?

Come abbiamo anticipato, il crollo delle aperture della Partita IVA ha raggiunto un picco in negativo del -61% per quanto riguarda le aperture per i non residenti. In tale frangente, come avrai capito, dobbiamo menzionare il commercio online che, negli ultimi anni, aveva avuto un boom non indifferente. 

Tuttavia, anche parlando delle altre tipologie di Partite IVA stiamo assistendo a dei cambiamenti di rotta. Infatti, anche le aperture effettuate dalle persone fisiche, quindi da coloro che decidono di aprire una normale Partita IVA per svolgere la loro attività autonoma, hanno subito un decremento. Tale diminuzione è pari al -10%, suddiviso piuttosto equamente nelle diverse fasce di età. 

Questo decremento, come potresti ipotizzare, riguarda entrambi i regimi fiscali, sia quello ordinario sia quello forfettario. 

Ricorda: il regime forfettario presuppone una tassazione agevolata, che si attesta intorno al 15% (o addirittura il 5% per i primi 5 anni delle attività).

Ebbene, stando ai dati dell’Osservatorio del Ministero dell’Economia, il regime forfettario ha avuto un decremento pari al 5,6%. Tuttavia, resta una delle tipologie di Partita IVA maggiormente interessante in Italia, a causa della tassazione inferiore rispetto al regime ordinario. 

La distribuzione territoriale delle nuove Partite IVA

Ora che abbiamo analizzato i numeri, non ci resta che capire se la ripartizione territoriale potrebbe darci ulteriore materiale sul quale ragionare. 

Ebbene, il 45% delle nuove aperture di Partite IVA si concentra nelle regioni del Nord Italia. Insomma, parliamo praticamente della metà delle aperture relative all’anno 2022. 

Il 22,8% si registra invece nelle regioni del Centro ed il 31,7% al Sud e nelle Isole. 

Anche in questo caso ci teniamo a sottolineare che i numeri sono in discesa rispetto agli anni precedenti, ad esclusione di una Regione, il Lazio, che conta un aumento del + 1,6%. 

Leggi anche: Aumenta l’indennità per partita IVA e autonomi: chi riceverà 350€ dall’INPS

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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