Assegno unico: la tua busta paga potrebbe cambiare!

A partire dal 1 gennaio 2022 ci sarà un'importante novità dal punto di vista degli aiuti economici: sarà introdotto l'assegno unico, che andrà a sostituire le detrazioni fiscali e l'assegno familiare nella busta paga dei dipendenti. L'assegno unico sarà disponibile sia per i lavoratori subordinati, che per quelli autonomi e sarà l'INPS stesso a prendersi carico dell'erogazione del sussidio tramite bonifico bancario.

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Sia i lavoratori dipendenti, sia i lavoratori autonomi avranno diritto al cosiddetto "assegno unico" o "assegno universale" a partire dal 1 gennaio 2022. Si tratta di una nuova misura adottata dal Governo per sostenere le famiglie italiane.

Con l'introduzione di questo beneficio ci saranno inevitabilmente dei cambiamenti importanti e la categoria di lavoratori che più è coinvolta in questo discorso è quella dei lavoratori dipendenti, o subordinati.

La ragione di quest'affermazione risiede nel fatto che con l'introduzione dell'assegno unico si modificherà la struttura (e anche l'importo finale) della busta paga.

La ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, ha lasciato questa dichiarazione per farci capire quale sia il vero obbiettivo dell'introduzione dell'assegno unico:
è una misura che si rivolge a tutti, a prescindere dalla tipologia di lavoro
Da questa breve frase capiamo che l'obbiettivo è quello di tutelare tutte le categorie di lavoratori. Infatti attualmente sono i dipendenti coloro che beneficiano principalmente di assegni familiari, rispetto alle Partite Iva.
Ciononostante è bene che ti spieghi prima la struttura generale della busta paga (se sei un dipendente puoi tranquillamente saltare il paragrafo che viene e leggere direttamente il contenuto che riguarda le novità sull'assegno unico) prima di spiegarti gli effetti di questo cambiamento.

La struttura della busta paga (senza assegno unico)

La busta paga è innanzitutto quel documento che viene consegnato dal datore di lavoro al dipendente alla scadenza di ogni mese.

In sintesi possiamo dire che la busta paga sia suddivisa in 3 parti specifiche. La prima è l'insieme dei dati del datore di lavoro e del lavoratore.

Quindi per il datore si identificheranno Partita Iva, ragione sociale, indirizzo e tutti gli altri elementi necessari, così come il nome, cognome, codice fiscale, indirizzo, ore svolte, di malattia / ferie del lavoratore (più altri parametri che non serve che elenchi in questo momento).

Il secondo punto della busta paga comprende tutti gli elementi che formano la base lorda (al netto delle tasse) dello stipendio. Dunque, paga base, straordinari, scatti di anzianità, ferie, malattie, maternità, tredicesima / quattordicesima ecc.

La terza parte è quella che più interessa a noi per il discorso dell'assegno unico (tra poco scoprirai il motivo). In questa fase ci sono tutte le spese che vengono "trattenute", cioè una quota deve essere versata allo Stato.

Tra le varie voci che possiamo trovare ci sono la cassa integrazione, i contributi per la pensione e per l'invalidità, il Trattamento di Fine Rapporto, ma le due voci su cui devi concentrarti maggiormente sono gli assegni familiari e le detrazioni fiscali

Una volta che la parte lorda (cioè il totale del punto 2) sottrae il totale del punto 3, otteniamo lo stipendio netto, cioè quella parte che il dipendente riceve.

Prima di continuare con la spiegazione di tutto ciò che riguarda l'assegno unico, ti allego un video youtube del canale "Speedy News Italia", il cui relatore offre una spiegazione chiara ed esaustiva in merito a questa tematica.

Assegno unico: gli obbiettivi e i cambiamenti della busta paga 

Ci sono due scopi che il Governo vuole raggiungere con l'implementazione dell'assegno unico: il primo è quello di tentare di mettere le famiglie in condizioni economiche tali da poter accrescere il tasso di natalità, mentre il secondo obbiettivo è quello di incentivare il lavoro femminile.

In questo momento ti starai chiedendo come possa essere possibile raggiungere tali fini, ma sta' tranquillo perché quando ti comunicherò i requisiti necessari, ti tornerà tutto più chiaro.

Una cosa importantissima che devo dire riguarda l'impatto che questa misura può avere sulla busta paga di un lavoratore subordinato. Hai presente la terza parte della busta paga, di cui ti ho parlato poco prima?

Bene, quella fase viene modificata, perché verranno eliminati definitivamente gli assegni familiari e alcune detrazioni fiscali, in particolar modo quella inerente ai figli a carico. Sarà eliminato anche il bonus bebé e il bonus mamma.

Il punto non è che viene tolto qualcosa al lavoratore, semplicemente cambia l'ente che effettua i versamenti. 

Mi spiego meglio: mentre col sistema classico è il datore di lavoro colui che anticipa il pagamento degli assegni familiari al dipendente, prima di essere rimborsato dall'INPS. Con questo nuovo sistema il datore viene messo da parte e sarà l'INPS stesso a versare i soldi nei conti corrente dei beneficiari, tramite bonifico.

Anche se dal 1 gennaio 2022 entra ufficialmente in vigore la legge, di fatto tutto il meccanismo di modifica della busta paga, raccoglimento delle rispettive domande e, successivamente, dell'erogazione, si svolgerà nell'arco di alcuni mesi. Non sarà un'operazione immediata.

Assegno unico: i parametri tecnici

Il primo elemento importante su cui voglio soffermarmi è l'insieme dei requisiti necessari per poter usufruire del beneficio (e qui comprenderai benissimo il risvolto pratico dei due obbiettivi citati poche righe sopra, cioè il tentativo di incremento della natalità e dell'impiego femminile).

Il primo elemento da tenere in considerazione è che il beneficio è valido se nel nucleo familiare c'è un figlio che si trovi almeno al settimo mese di gravidanza. In sostanza ci possono essere anche solo la mamma e il papà, a condizione che la mamma sia incinta di almeno sette mesi.

Il secondo requisito riguarda ovviamente la presenza di figli minorenni, mentre nel caso di uno o più figli maggiorenni, questi ultimi devono avere un'età compresa tra i 18 e i 21 anni.

Non solo, questi figli maggiorenni devono rientrare in una delle seguenti categorie:

  • Studente universitario
  • Tirocinante (dispone di un reddito annuale minore di €8000)
  • Disoccupato 
  • Impegnato nel servizio civile

Da questi dati puoi intuire benissimo che il punto di riferimento principale è proprio la presenza dei figli, dunque ciò ha una certa coerenza in correlazione al primo obbiettivo, cioè l'incremento della natalità.

Adesso ti analizzo grossomodo quelli che sono gli importi a cui le famiglie avranno diritto. Partiamo dal presupposto che l'elemento cruciale, che determina la cifra è l'ISEE. Oltre all'ISEE, anche il numero di figli presenti all'interno della famiglia influenza l'importo finale.

Più precisamente, se nella famiglia ci sono 1 o 2 figli, l'importo sarà di una certa cifra, ma se sono presenti almeno 3 figli, è chiaro che la cifra sarà maggiore (sempre in coerenza con l'ISEE).

Allora il limite minimo dell'ISEE è minore di €7000 a un massimo di €50.000. La famiglia che dispone di un ISEE superiore a questa soglia massima non avrà diritto a ricevere il beneficio. 

Per darti un'idea del discorso, una famiglia che ha l'importo dell'ISEE minore di €7000 e ha 1 o 2 figli a carico, ha diritto alla somma mensile di €167,5 per ogni figlio. Se dovessero essere presenti 3 o più figli, allora riceverà €217,8 sempre per ogni figlio, a cadenza mensile. 

L'importo viene maggiorato nei casi in cui dovessero essere presenti figli che riscontrano delle disabilità, famiglie con 4 o più figli a carico e nell'eventualità in cui la madre del nucleo familiare dovesse avere un'età inferiore o uguale a 21 anni.

In questa pagina del blog "Fisco e Tasse" troverai la tabella completa, in cui sono riportati grossomodo tutti gli importi dell'assegno unico per ogni livello di ISEE (a partire da €7000 a €50.000).

I calcoli sono fatti in questo modo: per ogni €100 in più di ISEE, l'importo dell'assegno si riduce o di pochissimi centesimi, oppure di circa €1, sia nella colonna dell'importo destinato alle famiglie con 1 o 2 figli, sia nella colonna delle famiglie con 3 o più figli.

Per accedere alla visione della tabella completa devi cliccare sulla dicitura "VEDI QUI la tabella completa" e in quel momento il tuo computer effettuerà il download automatico del file word.

Non c'è una precisissima regola matematica che regola lo scalo dell'importo dell'assegno, ti ho presentato quella che è orientativamente la variazione dell'importo da sottrarre.

Assegno unico: alcuni dettagli importanti

Il 1 gennaio 2022 è la data dalla quale si potrà iniziare a fare la domanda per ottenere l'assegno unico e la deadline scade più meno nel periodo di giugno 2022.

Tieni in considerazione che se presenti la domanda a febbraio, tanto per fare un esempio, otterrai i relativi benefici a partire dalla data in cui hai presentato la domanda. Per questo motivo ti consiglio caldamente di approfittarne a partire dagli inizi dell'anno nuovo. 

Un altro elemento che voglio evidenziare è il fatto che ci sono alcune categorie di lavoratori che riceveranno un grande beneficio da questo sussidio, mentre altri un po' meno.

Sicuramente i disoccupati, ma soprattutto i lavoratori autonomi sono i massimi beneficiari, dato che questi ultimi hanno, al momento, diritto solo alle detrazioni fiscali.

Sul versante dei lavoratori subordinati il discorso è un pochino più complesso, perché se l'ISEE di un dipendente è tendenzialmente basso (diciamo intorno ai €25.000), allora la soluzione dell'assegno unico potrebbe presentare dei vantaggi.

Probabilmente per la categoria over €25.000 l'assegno unico potrebbe risultare più una perdita, che un guadagno.

Un altro possibile problema, che colpisce sempre i lavoratori dipendenti, consiste nel fatto che di punto in bianco riceveranno uno stipendio netto inferiore rispetto a prima.

Questo dato di fatto è molto probabile proprio perché ci vuole un po' di tempo per far sì che si possa avviare e strutturare per bene tutta la procedura che riguarda il versamento degli assegni da parte dell'INPS.

Chiudo questo discorso con un'informazione importantissima: nel caso di una famiglia separata, di regola il sussidio viene diviso a metà tra i due ex coniugi. Nonostante ciò c'è sempre la possibilità che uno dei due possa ricevere il 100% dell'importo. 

Per far sì che ciò possa accadere, è obbligatoriamente necessario che l'altro ex coniuge dia il totale consenso affinché l'altro ex partner possa ricevere totale dell'importo.