Assegno Unico: al via le domande. Ecco come fare!

Assegno Unico: al via le domande. In chiusura dell’anno 2021, lo scorso 30 dicembre, è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale il decreto n. 230 del 21 dicembre che di fatto ha istituito l’assegno unico e universale per i figli. Si tratta di una misura di sostegno rivolta a tutte le famiglie che hanno dei figli a carico, che potrà essere corrisposta fino al compimento del loro ventunesimo anno di età, e che potrà essere erogata a partire dal mese di Marzo del 2022. Leggi l'articolo per scoprire come ottenerlo!

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In chiusura dell’anno 2021, lo scorso 30 dicembre, è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale il decreto n. 230 del 21 dicembre che di fatto ha istituito l’assegno unico e universale per i figli.

Si tratta di una misura di sostegno rivolta a tutte le famiglie che hanno dei figli a carico, che potrà essere corrisposta fino al compimento del loro ventunesimo anno di età, e che potrà essere erogata a partire dal mese di Marzo del 2022.

Tutte le domande per poter goder di questo sussidio, devono essere fatte a partire dal mese di gennaio.

Questo sussidio verrà erogato ogni mese, per ogni figlio minorenne che risulta a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza, mentre non ci saranno limiti di età in presenza di figli con disabilità.

Sarà poi sottoposta a particolare condizione l’erogazione di questo assegno per i figli che sono maggiorenni e fino a che non compiano ventuno anni di età.

Questo quello che prevede in generale l’impianto legislativo del sussidio; diamone adesso una descrizione più dettagliata.

Assegno unico per i figli: che cosa è

L’assegno unico è uno specifico sussidio che viene corrisposto mensilmente alle famiglie italiane per ogni figlio che risulti a carico fino a che questi non compiano il ventunesimo anno di età.

È un assegno che non è soggetto a nessun limite di età se i figli sono disabili, è condizionato al rispetto di determinate condizioni se siamo in presenza di figli maggiorenni e fino proprio al compimento dei ventuno anni.

L'importo di questo assegno è agganciato a determinati fattori, primo fra tutti il reddito ISEE che dichiara la famiglia quando presenta la domanda. L'importo dell'assegno sarà poi ovviamente modulato in base al numero e all'età dei figli e al fatto che questi presentino o meno condizioni di disabilità

È poi definito unico perché di fatto, viene a sostituire qualunque altra forma di beneficio prevista per le famiglie e che sia di supporto alla natalità, e viene altresì definito universale, perché viene corrisposto anche a tutte le che famiglie che hanno figli a carico anche in assenza di ISEE ovvero che hanno un reddito ISEE ma superiore a 40 mila euro.

In queste due eventualità dunque, pur essendo ugualmente riconosciuto, tale sussidio viene erogato con un importo minimo.

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Assegno unico per i figli: chi può richiederlo

In base a quanto espressamente individuato dall’articolo 3 del decreto n. 230 del 21 dicembre 2021, l’Assegno unico per i figli interessa tutti i lavori, quindi tanto i dipendenti sia pubblici che privati, che i lavoratori autonomi.

Spetta altresì questo assegno ai disoccupati, inoccupati, pensionati e così via. Questo per dire che è una misura riconosciuta a tutte le categorie di lavoratori senza distinzione alcuna.

Tutti questi lavoratori però, nel momento in cui presentano questa domanda, devono essere in possesso congiuntamente di tutti questi successivi requisiti, requisiti che devono permanere poi per tutto il periodo in cui si percepisce il sussidio.

Hanno diritto a ricevere questo assegno tutti i cittadini italiani e quelli appartenenti alla Comunità Europea. Può altresì ricevere questo assegno anche chi soggiorna all'interno della stessa Comunità a seguito di un permesso per motivi di lavoro o di ricerca.

In aggiunta, questi soggetti devono avere la residenza o essere domiciliati in Italia e conseguentemente pagare la relativa imposta sul reddito all’interno del nostro paese.

In alternativa al precedente requisito, si deve trattare di soggetti che comunque abbiano la residenza da almeno due anni nel nostro paese o anche che siano stati residenti nel nostro periodo per un analogo periodo anche in modo non continuativo purché in possesso di un contratto d lavoro a tempo indeterminato, ovvero anche determinato ma con durata di almeno sei mesi.

Bisogna poi aggiungere che questo assegno sarà invece corrisposto direttamente dall’Inps senza bisogno di inoltrare alcuna domanda a tutte le famiglie che hanno figli a carico e che nel nostro paese percepiscono il RDC .

Assegno unico figli: ammontare

All’importo dell’assegno unico concorrono diversi fattori come il reddito ISEE dichiarato dalle famiglie al momento della presentazione della domanda, il numero e l’età dei figli a carico, l’eventuale presenza di condizioni di disabilità e così via.

Questi sono tutti elementi che agiscono sull’ammontare dell’importo stesso.

L'importo dell'assegno mesile sarà di 175 euro se la famiglia ha un reddito ISEE che non supera i 15 mila euro e i figli sono tutti minorenni.

Se però la soglia ISSE dovesse alzarsi, allora l’importo dell’assegno si riduce progressivamente secondo dei valori che sono stati espressamente individuati dal Decreto, fino ad arrivare ad un valore minimo di 25 euro mensili se il nucleo familiare non ha ISEE, ovvero lo ha, ma questo supera i 40 mila euro.

L'assegno mensile sarà poi di 85 euro se nella famiglia ci sono figli nella fascia di età 18-21 anni a patto che il reddito ISEE della famiglia stessa sia inferiore ai 15 mila euro. Questo importo si riduce progressivamente man mano che migliorano le condizioni reddituali della famiglia fino a raggiungere l'importo più basso di 25 euro quando l'ISEE familiare supera i i40 mila euro.

Assegno unico: maggiorazioni

L’assegno unico che viene mensilmente erogato più avere poi delle maggiorazioni al verificarsi di particolari condizioni.

Se si hanno più figli l'importo dell'assegno arriva ad 85 euro, ma non è prevista la corresponsione di assegni aggiuntivi quando si superino due figli, sempre a condizione che la famiglia abbia un ISEE non superiore a 15 mila euro.

Anche in questo caso, operando il criterio della progressività, l'ammontare dell'assegno pagato si riduce in corrispondenza di redditi più elevati, fino a raggiungere l'importo minimo di 15 euro se l'ISEE familiare super i 40 mila euro. Stesso ammontare avrà l'assegno anche quando la famiglia non dichiari alcun reddito.

L’importo verrà altresì maggiorato in presenza di condizioni di disabilità dei figli.

L'importo dell'assegno dipende innazittutto dal fatto che i figli siano maggiorenni o minironne e dal grado di disabilità che questi presentano.

Per i minorenni si distingue tra disabilità che porta alla completa non autosufficienza, disabilità grave e disabilità media. In corrispondenza di queste tre diverse situazioni, l'importo dell'assegno sarà di 175 euro, 95 euro, o 85 euro mensili.

Tuttavia abbiamo detto che proprio in relazione alla condizione di disabilità non esiste un limite di età oltre il quale non si ha più diritto a percepire questo assegno. Nello specifico se si hanno figli disabili nella fascia d'età 18-21 anni, l'assegno mensile erogato è di 50 euro, se però siamo oltre i 21 anni allora si fa riferiemento anche alla soglia ISEE. 

I limiti ISEE che si prendono in considerazione sono inferiore a 15 mila euro e superiore a 40 mila euro, in corrispondenza dei quali l'importo dell'assegno sarà di 85 euro e 25 euro, rispettivamente.

Può accadere poi che entrambi i genitori lavorino, allora per definire l'importo dell'assegno unico in questo caso, si deve fare riferimento al reddito complessivamente raggiunto dal nucleo familiare. Anche in questo caso la soglia limite ISEE è di 15 mila euro, per cui ricorrendo tale eventualità e con dei figli minorenni spettano alla famiglia assegni per un valore mensile di 30 euro. 

Anche in tale eventualità opera il criterio di progressività per cui all'aumentare dei redditi percepiti da questo nucleo l'importo dell'assegno si riduce e nella fattispecie a cui ci stiamo riferendo, se entrambi i genitori lavorano e il reddito familiare supera i 40 mila euro, nessun assegno verrà ad essere corrisposto.

Infine è prevista una maggiorazione di 100 euro mensili se la famiglia ha quattro o anche più figli.

Un particolare meccanismo di maggiorazione è previsto poi per tutti quei nuclei familiari il cui ISEE non supera i 25 mila euro che però per il 2021, percepivano già gli assegni per il nucleo familiare (ANF).

Questa particolare maggiorazione viene erogata per facilitare la transizione proprio al nuovo meccanismo dell’assegno unico.  

Questa maggiorazione sarà calcolata sulla base di un apposito sistema di calcolo e corrisposta per i primi tre anni, quindi dunque fino al 2025.

Assegno unico per i figli: quando, chi e come fare domanda

La domanda per l’assegno unico deve essere presentata a partire dal 1° gennaio del 2022, ed è valida per tutto il resto dell'anno.

Può essere fatta esclusivamente da uno dei due genitori che abbia la responsabilità genitoriale anche se di fatto, il figlio può non convivere con il genitore.

Questa domanda può essere anche fatta da un tutore o del figlio o del genitore, e se poi i figli hanno compiuto 18 anni, questi possono anche presentare personalmente la domanda, sostituendo tutti gli effetti la richiesta fatta antecedentemente dai genitori allo scopo di ricevere direttamente l’importo dell’assegno.

La domanda può essere presentata per via telematica all’Inps, ovvero contattando la stessa tramite apposito numero telefonico, ovvero avvalendosi dell’operato e dell’aiuto di patronati.

Assegno unico: quando viene pagato

A seconda del momento in cui viene inoltrata la domanda, scatta un diverso periodo di erogazione dell’assegno.

Per le domande fatte tra gennaio e febbraio i primi pagamenti si avranno già a partire dalla metà del mese di marzo. Per le domande che arriveranno invece tra i mesi di gennaio e giugno, sarà sempre il mese di marzo quello in cui i pagamenti avranno inizio. Questo vuol dire che, man mano che arriveranno gli assegni alle famiglie, in virtù anche del periodo in cui è stata fatta la domanda, questi comprenderanno anche eventuali arretrati.

Se invece le domande sono presentate successivamente al mese di giugno, l’assegno viene pagato a partire dal mese successivo a quello nel quale viene presentata la domanda, e comunque tenendo conto della condizione ISEE del nucleo familiare al momento della presentazione della domanda stessa.

Assegno unico: cosa sostituisce e come viene corrisposto

Abbiamo detto che tale assegno è definito unico perché questo sussidio va a sostituire tutti quelli fino ad ora presenti a sostegno delle famiglie e della natalità quali: il Bonus mamma, l’ANF, il Bonus bebè, l’ANF con figli e orfanili e tutte le detrazioni fiscali che spettavano al nucleo familiare per tutti i figli fino a 21 anni di età.

Va altresì specificato che questo assegno non fa invece scomparire il bonus asilo nido così come non risulta incompatibile come abbiamo già detto, con la corresponsione del reddito di cittadinanza.

L’assegno è sempre pagato dall’Inps in favore del richiedente mediante accredito diretto sul proprio conto corrente che può essere bancario o postale o in alternativa, anche tramite un bonifico domiciliato.