Assunzioni 2021, la guida: incentivi della Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2021 sembrerebbe aver apportato novità anche nel mondo del lavoro. Si parla di incentivi per chi assume giovani under 36, donne e lavoratori del Sud. Ma le cose sono davvero così semplici come sembrano, o i datori di lavoro che proveranno a richiedere gli esoneri si troveranno a dover, come sempre, affrontare delle problematiche?

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La Legge 178/2020, meglio conosciuta col nome di Legge di Bilancio 2021, sembrerebbe aver introdotto moltissime agevolazioni per coloro che decideranno, in quest’anno 2021, di effettuare delle nuove assunzioni riguardanti determinate categorie di lavoratori. Le agevolazioni avranno lo scopo di porsi come incentivo per regolarizzare la posizione lavorativa di migliaia di lavoratori italiani, soprattutto nel caso di donne, giovani sotto i 36 anni e lavoratori del Sud Italia.

Ma, come molte volte purtroppo succede in Italia, i nuovi incentivi si sovrappongono a quelli già esistenti e vanno in contrasto a disposizioni determinate negli anni passati: il rischio è quello che si generi una confusione tale da convincere le aziende che vogliono assumere a rinunciare alla richiesta degli incentivi.

Esiste da anni, per citare un esempio, la Legge 81/2015 che aveva già previsto delle agevolazioni per coloro i quali decidono di assumere giovani, donne inoccupate e lavoratori del Sud Italia, ma la richiesta per ottenere gli sgravi fiscali non è di facile attuazione.

Avverrà tutto questo anche con gli incentivi previsti per le assunzioni dalla Legge di Bilancio 2021?

E quali sono i requisiti per richiedere gli incentivi previsti? Facciamo il punto della situazione.

Assunzioni 2021: giovani under 36 del Centro Nord

Uno primo incentivo che ha fatto ben sperare è quello che verrà riservato a tutti coloro che vorranno assumere giovani under 36 che si appresteranno a firmare per la prima volta un contratto a tempo indeterminato; l’incentivo riguarderà anche la conversione da contratto a termine in indeterminato.

L’Articolo 1 della Legge di Bilancio 2021 prevede, per l’assunzione di giovani di età non superiore ai 35 anni, un esonero contributivo che è pari al 100%, e che varrà non solo per l’anno corrente, ma anche per il 2022.

Questo incentivo, riservato ai datori di lavoro privati del Centro-Nord, ha una durata di 36 mesi massimi; l’esonero contributivo non potrà peraltro superare il tetto annuo di seimila euro.

Il comma 12 dello stesso articolo prevede inoltre che non potranno accedere all’agevolazione tutte quelle aziende che, nei 9 mesi successivi all’assunzione e nei 6 precedenti abbiano effettuato licenziamenti ai danni di lavoratori inquadrati con la stessa qualifica o mansione del nuovo assunto.

In realtà gli incentivi riservati a coloro che decidono di assumere giovani lavoratori non sono affatto una novità della Legge di Bilancio 2021: erano già stati previsti dalla Legge 205/2017. La Legge di Bilancio 2021 non rappresenta quindi nient’altro che una sorta di proroga della Legge già in vigore.

Incentivi assunzioni per i giovani under 36 del Sud Italia

Anche per il Sud Italia valgono le stesse condizioni previste per il Centro-Nord, con la differenza però che lo sgravio durerà ben 48 mesi (invece che 36). Anche in questo caso è previsto quindi un incentivo pari al 100% della contribuzione, per un massimo di seimila euro annui.

Lo sgravio di 48 mesi riguarda i datori di lavoro di Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia.

Ricordiamo inoltre che, per incentivare il lavoro nel Mezzogiorno, la Legge di Bilancio ha anche previsto l’aumento dell’età massima per poter accedere all’iniziativa Resto al Sud, innalzandola dai 45 ai 55 anni di età e riguarda tutti coloro che hanno intenzione di avviare delle nuove attività nelle regioni sopracitate.

Agevolazione per le assunzioni di donne

Il comma 12 del medesimo Articolo, ovvero l’Articolo 1 della Legge di Bilancio, prevede anche degli incentivi per tutti i datori di lavoro privati i quali decidano di assumere donne, purché vengano però rispettati determinati requisiti:

  • residenza della donna in area svantaggiata e priva di regolare impiego da almeno sei mesi, qualunque sia l’età dell’interessata
  • settore economico o professione per cui sia riconosciuta una disparità occupazionale di genere, anche in questo caso a patto che l’interessata non abbia avuto regolare impiego negli ultimi sei mesi, qualunque sia la sua età
  • donna disoccupata da almeno ventiquattro mesi, qualunque sia la sua età
  • donna disoccupata da almeno dodici mesi, di almeno cinquant’anni di età

Anche in questo caso non si tratta di una proposta del tutto nuova: possiamo piuttosto parlare di un incremento di quanto già previsto dalla Legge 92/2012 (la cosiddetta Legge Fornero).

L’incentivo per il datore di lavoro, in questo caso, passa dal 50% al 100% della contribuzione INPS per un periodo massimo di 18 mesi ed un importo annuale fissato, come nel caso delle assunzioni in favore dei giovani, a seimila euro.

Occorre però fare una precisazione.

I mesi di sgravio fiscale saranno 18 se la donna viene assunta a tempo indeterminato. Nel caso invece in cui avvenga una assunzione a tempo determinato, i mesi di agevolazione per il datore di lavoro scenderanno a 12. Nulla vieta, nel caso di trasformazione del contratto da determinato a indeterminato, di estendere l’incentivo a 18 mesi.

Nell’ottica della promozione dell’occupazione femminile si pone anche il Fondo per l’imprenditoria femminile, che consente la concessione di contributi a fondo perduto e molti altri incentivi che sostengano le donne che vogliano avviare delle imprese.

Ricordiamo inoltre che, per favorire l’occupazione femminile, è stato esteso col Decreto Ristori anche lo sgravio per le cooperative sociali, già previsto dalla Legge 205/2017 per le assunzioni con un contratto a tempo indeterminato in favore di donne vittime di violenza. L’estensione di questo sgravio sarà valida per tutto il 2021 e il periodo massimo consentito è di 12 mesi. L’importo massimo dello sgravio, secondo quanto stabilito dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è stato fissato a 350 euro mensili.

Assunzioni 2021 e decontribuzione Sud

La Legge di Bilancio, continuando al comma 161, si occupa anche della situazione di svantaggio che interessa il Meridione d’Italia; le regioni che godranno delle agevolazioni sono le sopracitate: Abruzzo, Basilicata, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Per queste regioni è previsto un esonero contributivo dal 2021 al 2029, che prevede nello specifico il 30% dei contributi INPS da versare fino al dicembre 2025, il 20% dei contributi da versare nel 2026 e 2027, il 10% dei contributi da versare nei restanti due anni, fino al 2029.

La misura riguarda i datori di lavoro privati ed esclude alcune categorie, come i privati del lavoro agricolo e domestico. La decontribuzione è ovviamente cumulabile con gli altri incentivi previsti dalla legge.

Si tratta di una novità? In realtà, anche in questo caso, non proprio: l’esonero era già stato previsto dal Decreto-legge 104 del 14 agosto 2020.

Incentivi assunzioni 2021 per il settore sportivo

L’articolo 7 della Legge di Bilancio riconosce l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, per gli anni 2021 e 2022, a tutte le federazioni e associazioni sportive, enti e società sportive dilettantistiche, per ciò che concerne i rapporti di lavoro con allenatori, istruttori, atleti e tutte le figure necessarie alla preparazione atletica e sportiva.

Questo esonero è cumulabile con altre riduzioni e incentivi previsti da altre norme in vigore.

Al contempo è stato però abrogato il Decreto-legge 104/2020 che consentiva l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali e assistenziali, con tetto massimo annuo fissato a ottomila euro fino al 2022.

Incentivi 2021: novità per i giovani agricoltori

Viene inoltre rinnovata dalla Legge di Bilancio la disposizione già prevista per l’anno 2020 che prevedeva l’esonero contributivo del 100% per coltivatori e imprenditori agricoli di età non superiore ai quarant’anni.

In questo caso l’esonero potrà durare 24 mesi, e non si tratta di una misura cumulabile con altri esoneri previsti da altre norme in vigore.

Agevolazioni assunzioni 2021: un beneficio per pochi

All’apparenza, tutte queste agevolazioni previste per le assunzioni, soprattutto nel caso di giovani under 36, donne e lavoratori del Sud, sembrerebbero quasi rappresentare quell'ancora di salvezza che serve in questo momento ai datori di lavoro italiani per incentivare al meglio il lavoro.

Eppure, la teoria (o meglio, la norma) è ben lontana dalla pratica: gli sgravi previsti dalla Manovra 2021 rischiano di rivelarsi, a causa dei requisiti richiesti, un beneficio di cui ben pochi riusciranno ad usufruire, a causa dei rigidi requisiti previsti.

Iniziamo dagli incentivi per le assunzioni per i giovani under 36; l’esonero spetta a quei datori di lavoro che, per i nove mesi successivi all’assunzione, non ricorrano a licenziamenti individuali per giustificato motivo o a licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori con la stessa qualifica del lavoratore assunto per lo sgravio.

Un licenziamento, anche per giustificato motivo, di un lavoratore con la stessa qualifica comporta per il datore di lavoro la perdita dell’esonero, oltre che il recupero da parte dello Stato del beneficio di cui ha già usufruito.

Gli incentivi non spettano inoltre nel caso in cui la nuova assunzione violi il diritto di precedenza alla riassunzione di un altro lavoratore licenziato in caso di contratto a tempo indeterminato, o in caso di rapporto a tempo determinato cessato.

E ancora, per quanto riguarda le assunzioni riguardanti le donne, il requisito di disoccupazione richiesto esclude tutte quelle donne lavoratrici che hanno perso il lavoro nei mesi scorsi a causa della pandemia di Covid-19

Senza contare il fatto che le agevolazioni per under 36 e quelle per l’assunzione delle donne potrebbero trovarsi in sovrapposizione: qualora si assumesse una donna sotto i 36 anni, le due condizioni di fatto verrebbero ad intrecciarsi. Stessa situazione si verificherebbe nel caso dell’assunzione di under 36 al Sud.

Infine, per quanto riguarda la contribuzione INPS al 30% per le aziende del Sud, occorre rispettare alcuni requisiti: il possesso del Durc, il rispetto degli accordi dei contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali o aziendali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale.

Insomma, restano ancora molti punti da chiarire e, anche questa volta, una legge che a prima vista sembrava destinata a rendere più semplice la vita di lavoratori e datori di lavoro, rischia di rivelarsi un privilegio per pochi. Sarebbe opportuno verificare il rispetto di tutti i requisiti richiesti prima di richiedere le agevolazioni, per non ritrovarsi a vedersi revocati gli incentivi per mancato rispetto delle condizioni richieste dalla normativa.