Taglio del cuneo fiscale, cattive notizie per alcuni lavoratori. L’aumento in busta paga non spetta a tutti: ecco chi sono gli esclusi.
Con il taglio del cuneo fiscale, il Governo Meloni è intervenuto sulla busta paga dei lavoratori dipendenti, aumentando gli stipendi già dal mese di luglio di quest’anno, per un totale di sei mesi. Non tutti però potranno usufruire di questo aumento in busta paga. Infatti, alcune fasce di lavoratori non vedranno alcuna modifica sullo stipendio.
Per capire se questa misura proseguirà anche per il 2024 è ancora troppo presto, bisognerà attendere le ulteriori decisioni del Governo. Sembra però molto probabile il rifinanziamento per l’anno successivo. In questo articolo vedremo nel dettaglio chi sono gli esclusi dall’aumento alla busta paga previsto dal taglio del cuneo fiscale.
Aumento in busta paga: ecco chi sono gli esclusi dal taglio del cuneo fiscale
Bisognerà attendere il mese di luglio 2023 per poter iniziare a beneficiare dell’aumento degli stipendi, legato al nuovo taglio al cuneo fiscale. L’aumento dei salari sarà previsto dal mese di luglio al mese di dicembre 2023.
Questo aumento in busta paga, però, non sarà a favore di tutti i lavoratori italiani. Per prima cosa è bene sottolineare che l’aumento in busta paga riguarderà solo i contratti di lavoro di tipo dipendente.
Com’è noto, il Consiglio dei Ministri il 1° Maggio ha approvato il Decreto Lavoro che prevede uno sgravio fiscale del 6% o addirittura del 7% per i lavoratori con stipendi inferiori a 1.923 euro. L’aumento previsto in busta paga raggiungerà i 100 euro circa.
Ma chi sono gli esclusi dall’aumento in busta paga? Il Decreto esclude alcune categorie di lavoratori come per esempio i lavoratori domestici.
Infatti, la categoria che include badanti, baby sitter e colf non vedrà nessun aumento in busta paga. I dipendenti domestici beneficiano già di alcune agevolazioni a loro riservate.
I lavoratori domestici potranno comunque godere dell’aumento di stipendio grazie agli aggiornamenti dei minimi contributivi avvenuti il 1° Gennaio di quest’anno.
Rimangono esclusi dalla misura che prevede l’aumento in busta anche i lavoratori occasionali e ovviamente i lavoratori autonomi.
Inoltre non sono interessati tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, con un reddito superiore ai 35.000 euro l’anno.
Sono inclusi invece nel decreto tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, compresi anche gli apprendisti ed i lavoratori agricoli.
A quanto ammonta l’aumento in busta paga
Adesso che sappiamo chi sono gli esclusi dall’aumento in busta paga e chi, invece, potrà ottenerlo, cerchiamo di quantificarne gli importi.
L’aumento in busta paga previsto a partire dal mese di luglio e fino a dicembre di quest’anno potrebbe raggiungere i 100 euro mensili per i lavoratori dipendenti.
L’aumento dello stipendio è previsto per tutti quei lavoratori con una retribuzione lorda annua di 10.000 euro fino ai 35.000 euro.
Per esempio, per un dipendente con una retribuzione annua lorda pari o inferiore ai 25.000 euro l’aumento potrebbe ammontare a circa 96 euro per ogni mese di beneficio.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti ha stimato per i dipendenti pubblici un aumento in busta paga che varia dai 48 euro ad un massimo di 65 euro al mese.
Tuttavia, è bene fare una considerazione: l’aumento in busta paga è il risultato dei due tagli sulle tasse, ovvero quello avvenuto il 1° Gennaio con la nuova legge di Bilancio e quello avvenuta lo scorso 1° Maggio.
Il 1° Gennaio il Governo Meloni, con la Legge di Bilancio 2023, ha prorogato il taglio del cuneo fiscale introdotto dal Governo Draghi negli anni passati, per tutto l’anno in corso. Così facendo gli stipendi hanno subito un aumento in busta paga di circa 40 euro. Questo significa che tutti i lavoratori dipendenti che hanno già percepito il primo aumento, grazie alla Manovra 2023, a luglio 2023 vedranno un ulteriore aumento in busta paga, che si sommerà a quello precedente.
Quanto dura l’aumento?
L’aumento in busta paga rimarrà in vigore dal 1° luglio 2023 fino alla fine dell’anno. Nello specifico, il taglio del cuneo fiscale sarà in opera fino al 31 dicembre 2023, per un totale di sei mesi.
Il primo stipendio con l’aumento verrà percepito nella maggioranza dei casi nella busta paga di agosto, relativo al mese precedente, ovvero il mese di luglio 2023.
Si, tratta come abbiamo visto, di un incremento temporaneo sugli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani, ma il Governo Meloni non ha nascosto la volontà di estendere la misura anche per il 2024 e, in generale, di renderla definitiva per sempre.
Il problema per rinnovare una misura del genere, anche negli anni successivi, rimane legato alle risorse necessarie, che prevedono un costo di almeno 12 miliardi. Con la Legge di Bilancio prevista il prossimo anno scopriremo se queste risorse risulteranno disponibili per essere investite per questa misura a favore dei lavoratori.
In caso contrario, a partire dal 1° Gennaio del prossimo anno la situazione tornerà ad essere quella precedente, con al massimo una riduzione del cuneo fiscale di 2 o 3 punti.
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