La verità dietro il presunto aumento dello stipendio dei docenti

Si parla di un importante aumento quello previsto per gli stipendi dei docenti. In realtà non è affatto così.

Si parla di un aumento in arrivo per gli stipendi dei docenti, infatti questo sarebbe l’obiettivo dei Sindacati, riunitisi con ARAN sulla trattativa del rinnovo contrattuale.

Questo aumento richiederebbe comunque un ulteriore fondo extra, uno stanziamento di diverse centinaia di milioni di euro, da aggiungere a quelli già previsti in Legge di Bilancio 2022.

Non sarà facile ottenerlo, anche se sono già in molti a dichiarare pressoché assicurato l’aumento sulle buste paga di insegnanti e docenti.

La verità dietro il presunto aumento dello stipendio dei docenti

Da inizio legislatura il Governo ha voluto garantire un aumento sulle buste paga, prima con la misura del taglio del cuneo previdenziale, portato ora per qualche mese al 6-7% per alcuni redditi, più un allineamento delle pensioni minime intorno ai 600 euro al mese.

In aggiunta si segnala l’aumento dello stipendio dei docenti, in contemporanea col rinnovo del CCNL per la pubblica amministrazione scolastica.

Il problema è che i fondi per questo aumento sembra non siano quelli promessi dal Governo. Lo stesso Pasquale Raimondo, Uil Scuola Rua, ha voluto precisare la natura dei fondi:

“I 300 milioni di euro sono in realtà 220 milioni per effetto delle varie decurtazioni degli oneri di legge. C’è poi ancora la quota dei 100 milioni di euro una tantum da distribuire”.

Si parla infatti di fondi che dovrebbero garantire quello che è teoricamente il secondo aumento sulle buste paga degli insegnanti, dopo quello assegnato a novembre 2022.

Per avere la conferma di questo secondo extra sugli stipendi dei docenti, bisognerà aspettare mercoledì 17 maggio, quando si riaggiornerà l’incontro tra Sindacati e Aran sulla trattativa del rinnovo contrattuale.

Ma si parlerà comunque di un aumento abbastanza contenuto, se non irrisorio.

A quanto ammonterebbe l’aumento dello stipendio

Col primo aumento di novembre 2022 i docenti si sono ritrovati poco più di 49 euro lordi al mese, e questo col primo finanziamento statale dello scorso anno.

Aggiungendo anche il nuovo fondo, ovvero i 220 milioni di euro aggiuntivi, si valuta di arrivare ad un totale di 124 euro di aumento lordi al mese.

Ovviamente questo dipenderà dalla trattativa, visto che addirittura in questi mesi s’è scoperto “un refuso nella trascrizione delle somme annuali (da 49 euro a 646 euro annuali)“, come ha segnalato Chiara Cozzetto, segretaria generale Anief.

Sono aumenti necessari, anche la stessa Cozzetto spiega la necessità di questo extra davanti ad un’inflazione “galoppante“, specie davanti ai “bassi livelli stipendiali di base del personale ATA, a partire dai collaboratori scolastici“.

Si parla infatti di sforzo, affinché vengano distribuiti all’intero personale scolastico. Infatti già nel prossimo incontro si discuterà anche dei profili professionali del personale ATA per i quali ci sono a disposizione 36,9 milioni di euro.

Leggi anche: Cedolino NoiPa maggio 2023, stipendio docenti e ATA già visibile: cosa controllare

A quanto arriva lo stipendio di un docente nel 2023

Nel 2023 gli stipendi di docenti e insegnanti non sono molto alti, anche se questo dipende sempre da diversi fattori.

In primis, l’anzianità, e successivamente il ruolo ricoperto, come ad esempio l’essere insegnante alle medie e non alle superiori.

In genere uno stipendio a inizio carriera si aggira attorno ai 1.760.88 lordi, che netti diventano 1.350 euro, a meno che non si beneficia del taglio al cuneo contributivo disposto dal Governo Meloni. In quel caso, si potrebbe arrotondare a 1.400 euro.

Mentre non ci sono problemi per chi ha maturato una notevole quantità di anni di servizio. A fine carriera, infatti, si arriva fino a 2.625.78 lordi con 1.960 euro netti.

Per arrivare a questi livelli, bisognerebbe avere almeno 35 anni di servizio, ai quali va riconosciuta una retribuzione professionale annua legata all’esperienza maturata.

Retribuzione che comunque può variare dai 164 euro ai 257 euro, e soltanto per i docenti con incarico a tempo indeterminato.

Proprio per questo il rinnovo dei contratti dei docenti, sottoposto a CCNL, sarà utile anche per garantire maggiori tutele sia a quelli a tempo indeterminato, ma soprattutto a quelli a tempo determinato, ancora oggi privi dei permessi per motivi personali e famigliari.

Ma per saperne di più bisognerà aspettare mercoledì 17 maggio, quando si riuniranno le parti sociali, per decidere se questi 220 milioni di euro andranno all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola.

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