Possibile aumento per gli insegnanti: si parla di 400 euro

Gli insegnanti italiani sono da sempre considerati i più bistrattati in Europa, con stipendi particolarmente bassi per quello che è il loro impegno e la loro formazione.

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Nelle prossime settimane il Governo Draghi sarà chiamato ad intervenire per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del personale della scuola.

Non solo insegnanti di ogni ordine e grado ma anche tutto il personale ATA, dai collaboratori scolastici agli impiegati in segreteria e i tecnici.

Un tema particolarmente caldo però sopratutto per la classe dei docenti, che da tempo richiedono una maggiore dignità per la loro figura, con il riconoscimento di quelli che sono i loro sforzi quotidiani e gli studi svolti per arrivare ad insegnare.

Quello che è richiesto, in particolare, è un riconoscimento economico negli stipendi che possa avvicinarsi in qualche modo a quelli che sono gli standard europei.

Ma la questione è particolarmente delicata, sopratutto perché per il comparto scuola i fondi sono sempre difficili da reperire. 

La speranza è che non si tratti dell’ennesimo buco nell’acqua.

In questo video di Angelo Scebba vediamo intanto qual è l’attuale situazione degli stipendi degli insegnanti: Gli stipendi dei docenti gridano vendetta.

 

Un possibile aumento di 400 Euro al mese per gli insegnanti

La strada per ottenere un equiparazione degli insegnanti italiani con quelli del Continente è molto lunga.

Innanzitutto infatti il Governo è chiamato ad emanare l’atto di indirizzo previsto dalle norme, ovvero deve indicare come verranno utilizzate le risorse economiche destinate alla scuola in base alla legge di bilancio per il 2022

Ad oggi il PNRR prevede lo stanziamento di 18 miliardi, ma il loro impiego non è ancora stato stabilito.

Oltre che per i progetti volti a innovare la scuola italiana, che arranca ancora e stenta a raggiungere gli standard europei, questi fondi potrebbero essere destinati anche per dare nuovo valore agli stipendi del personale scolastico, con un incremento sia per i docenti che per il personale ATA.

La situazione attuale è infatti il risultato di anni ed anni di tagli che i diversi Governi, nel corso del tempo, hanno messo in atto per spostare le finanze destinate ai docenti ad altri versano che avevano, a parer loro, maggiore bisogno.

Un divario di stipendi degli insegnanti esito di anni di mal governo

L’attuale situazione degli stipendi dei docenti è il risultato di tagli e mancati rinnovi contrattuali che si sono susseguiti negli anni.

Ma ad oggi per portare i salari dei docenti agli standard europei servirebbe un aumento percentuale troppo sensibile, forse ingestibile allo stato attuale delle cose.

E che creerebbe presumibilmente un malcontento in tutti gli altri dipendenti pubblici. 

Gli accordi tra sindacati e Governo che nel corso degli ultimi trent’anni si sono susseguiti rendono impossibile superare l’inflazione programmata che è stata fissata dall’attuale Governo. 

Tra le possibili soluzioni per diminuire il divario ( la cosiddetta “forbice” ) con gli altri stupendi pubblici, si potrebbe pensare all’incremento del salario accessorio o in alternativa  la creazione, anche per gli insegnanti e il personale ATA, di meccanismi “premiali”

Ancora si rimane quindi nel campo dell’ipotesi, ma la volontà del Governo Draghi va proprio in questa direzione: dare nuovo slancio a tutto il comparto scuola, partendo anche dalla valorizzazione economica del personale scolastico.

Novità anche da un punto di vista contrattuali

L’aumento degli stipendi deve andare di pari passo con l’aggiornamento dei contratti per insegnanti e personale ATA.

E’ questa infatti la richiesta di base dei Sindacati, che richiedono contratti dignitosi per tutto il comparto scolastico.

Il rinnovo del contratto nazionale per i docenti infatti porterebbe a cascata anche un aumento degli stipendi. 

Ma stando alle voci che circolano in queste ore, gli addetti ai lavori non sembrano essere soddisfatti dalle anticipazioni proposte dal governo.

E proprio in questa direzione sembra andare anche il ministro Brunetta, il quale ha anticipato la volontà di rivedere lo stato giuridico dei docenti.

Può forse essere un primo importante passo per la rivoluzione ogni giorno sempre più sentita per rendere i docenti meno appesantiti dalla burocrazia e più centrali nel ruolo del futuro del paese?

L’importante è sicuramente agire, affinché tutta la figura del docente italiano, dal suo contratto al suo stipendio, prenda una nuova forma e una nuova dignità.

Un aumento di stipendio per gli insegnanti che non è ancora stato quantificato

Se la cifra dei 400 euro in più nello stipendio sembra essere quella più accreditata al momento, le previsioni a tal proposito continuano a essere numerose, sopratutto perché tutto dipende dalla prossima Legge di Bilancio 2022, che è in fase di formulazione proprio in queste ose.

Le ipotesi sono davvero tantissime.

A partire dalle dichiarazione del Ministro dell’Istruzione, Maurizio Bianchi, il quale poco tempo fa aveva parlato di un aumento meritato per i docenti che si dovrebbe aggirare tra i 500 e i 600 euro mensili.

La verità è che allo stato attuale delle cose, le risorse a disposizione renderebbero possibile un ben più ridotto aumento pro capite di 100 euro lordi, ai quali andrebbero poi sottratti Irpef e contributi previdenziali a carico dei dipendenti.

Le risorse da mettere in campo infatti sarebbero davvero ingenti e mai prima d’ora il Governo ha destinato fondi particolarmente consistenti per il comparto scolastico.

Basti pensare che per un aumento di 200 euro, servirebbero fondi pari a  4 miliardi; 5 miliardi invece se, come è stato ipotizzato, si optasse per un aumento di 300 euro per i docenti e si 100 euro per il personale ATA.

Senza pensare che ad un aumento per il personale scolastico corrisponderebbe anche un aumento per l’intero comparto pubblico, che corrisponde quasi al triplo degli addetti del “mondo scuola”.

Una cifra davvero esorbitante, a cui difficilmente il Governo ad oggi è pronto a poter rispondere.

Un aumento di stipendio necessario e richiesto da tutti

I Sindacati da anni si battono per la legittimazione e il rispetto della figura dei docenti italiani, che sia da un punto di vista contrattuale che da un punto di vista remunerativo sono stati messi in secondo piano rispetto a tanti altri lavori.

Uno dei primi punti su cui, secondo i Sindacati, bisognerebbe porre l’attenzione, è l’equiparazione di tutti gli stipendi dei docenti, a prescindere delle differenze di ordine e grado scolastico.

Ad oggi infatti le differenza tra gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria e i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado sono sensibili.

In secondo luogo è necessario lavorare per portare gli stipendi dei nostri docenti ai livelli dei docenti europei.

Una differenza sensibile di stipendio per gli insegnanti tra Italia ed Europa

Il divario infatti non è esiguo e si aggira tra i 7 mila e i 10 mila euro in più all’anno, per un divario di circa 700 euro.

È quindi fondamentale auspicare un’inversione di tendenza a partire dalla Legge di Bilancio del 2022, che deve prevedere dei fondi sufficienti a coprire un incremento che dovrebbe essere a tre cifre mensile per ciascun docente.

A lungo si è pensato che il divario e la differenza di importo degli stipendi tra i docenti italiani e quelli europei fosse dovuta alla differenza di ore lavorate.

Ma si tratta di una inesattezza.

Gli insegnanti in Italia lavorano in media le stesse ore dei colleghi europei.

Anzi: il calendario delle lezioni scolastiche italiane è più lungo di altre nazioni europee.

Il divario è quindi da attribuire ad una diversa gestione, nel corso del tempo, delle crisi finanziarie che si sono susseguite.

Basti pensare che se in Italia il comparto scolastico è stato il primo a subire dei tagli per recuperare delle finanze, in Germania si è invece scelto di investire nella scuola.

Ad oggi, la Germania risulta essere una delle Nazioni che meglio sono uscire dalla crisi economica, attuando delle politiche vincenti e portando gli stipendi dei docenti alla fascia più alta dell’area Ocse.

Come sottolinea Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel nostro Paese manca la valorizzazione stipendiale degli insegnanti.

Ad oggi, alla fine della carriera, lo stipendio di un nostro insegnante è la metà di quello di un insegnante tedesco.

Una differenza eccessiva e non più sopportabile, sulla quale il Governo deve necessariamente intervenire.

Le richieste dei sindacati sono incalzanti

In modo sempre più stringente e incalzante, tutti i Sindacati del comparto scolastico sembrano non voler mollare la presa sulle loro richieste.

Primo tra tutte, il rinnovo del contratto per i lavoratori del mondo scolastico, che è ormai scaduto da più di tre anni.

E il contestuale aumento dello stipendio, che non può essere solo del 3% rispetto allo stato attuale.

Ad esempio, il sindacato Anief ha messo in chiaro quelle che sono le sue richiesta.

Innanzi tutto deve essere considerata un’indennità di rischio biologico, collegata allo stato di pandemia, per tutti i lavoratori del settore scuola.

Ad oggi infatti né il vaccino né il Green Pass possono essere considerate delle certezze per la prevenzione del contagio.

Già nel primo mese di scuola le classi in quarantena non sono state poche e gli insegnanti e il personale ATA sono in costante rischio.

Equiparazione quindi tra personale docente e personale sanitario: un rischio costante di contagio che deve essere in qualche modo ricompensato.

I rischi per la salute di tutto il personale scolastico, infatti, sono costanti. 

La proposta di ANIEF è quella di assegnare almeno 10 euro al giorno, per un importo complessivo mensile di 300 euro.

Ma prima di ogni altra cosa devono essere trovati i fondi.

Un cane che si morde la coda, fintanto che il Governo non ammetterà che investire sul mondo della scuola sia una necessità fondamentale per rimettere l’Italia sullo stesso piano di tutte le altre nazioni europee.