Aziende che chiudono: ecco gli effetti della Guerra!

Sono sempre di più le aziende che chiudono per la Guerra! Ma quali le ragioni? Scopri le ultime qui.

Un Paese come l’Italia, già piegato dalla pandemia legata al Covid-19, può davvero reggere l’urto delle sanzioni applicate contro la Russia a causa della Guerra scoppiata con l’Ucraina? 

Questa è una delle domande che si sente porre più spesso e con le quali molte aziende italiane stanno facendo i conti. 

Infatti, la crisi scoppiata tra Russia e Ucraina sta avendo delle pesanti ripercussioni economiche anche sul nostro Paese. Molte di tali ripercussioni riguardano le aziende che sono costrette a chiudere, anche a causa dell’aumento notevole dei costi che devono sostenere. 

Oggi vogliamo vedere alcuni esempi di aziende che hanno bloccato la loro produzione o sono in procinto di farlo, spesso dei veri fiori all’occhiello del Made in Italy, come, ad esempio, le vetrerie di Murano. 

Ma come il conflitto si sta ripercuotendo sulle imprese italiane? Beh, per rispondere a questa domanda dobbiamo ricordare quali sono state le sanzioni che hanno portato a tutto ciò. Per farlo, ci serviremo di un’analisi presentata da Cerved, che esprime i possibili scenari che potranno susseguirsi a causa della Guerra. 

Inoltre, andremo a vedere quali aziende stanno chiudendo e per quali motivi. 

Pronti? Partiamo subito ad identificarle!

Gli effetti della Guerra sull’economia italiana: i rischi sono notevoli!

Come abbiamo affermato, sono molte le aziende che attualmente si trovano in una situazione di forte crisi economica e che lavorano senza ottenere nessun profitto, anzi. 

Infatti, sono sempre più numerose le imprese che decidono di interrompere la loro produzione in quanto i costi non sono più sostenibili. 

Le ragioni? Beh, basti pensare alle sanzioni che l’Unione Europea ha imposto alla Russia per denunciare il suo attacco alla vicina Ucraina.

Insomma, gli effetti delle sanzioni, uniti all’aumento dei costi delle materie prime hanno causato una situazione economica davvero instabile, con la quale numerose aziende devono fare i conti. 

Per comprendere più nel dettaglio a cosa stiamo facendo riferimento è bene tenere sotto controllo i dati forniti da Cerved, che ha effettuato un’analisi approfondita della situazione attuale. 

Insomma, numerose sono state le sanzioni applicate alla Russia e numerosi sono stati gli effetti, sia sulle esportazioni (che sono diminuite, ovviamente) sia sul costo delle materie prima che solitamente importavamo. 

Ebbene, tutte queste sanzioni che, come ha affermato il premier Mario Draghi sono necessarie per condannare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, si ripercuotono senza sosta sul nostro Paese. 

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che prima di tale attacco la situazione economica italiana non era certo florida. La ragione, anche in questo caso, è molto semplice. 

Infatti, già la pandemia aveva piegato un Paese, mettendo in grave crisi la sua economia, con l’aggiunta di tali sanzioni molte attività che non avevano chiuso per il Covid-19 stanno meditando di farlo ora, in quanto stanno lavorando sotto la soglia di pareggio. 

La volatilità dei mercati, unita alle sanzioni che sono sempre più pesanti ed al clima di incertezza che ormai da due anni si sta diffondendo, possono avere effetti catastrofici sull’economia nazionale. 

Le conseguenze della Guerra sulle imprese: ecco dove si rischia di chiudere!

Come abbiamo affermato, ci troviamo in una situazione dominata da una costante incertezza in quanto sempre più aziende rischiano di chiudere. 

Insomma, per quelle che si occupano di produzione, lavorare senza ottenere alcun guadagno economico, ma solo dei costi non è certo facile. 

Eppure, le aziende in crisi non sono solo quelle, anche se dopo andremo ad approfondire un caso nel dettaglio.

Ma quali altre aziende rischiano dei gravi danni economici?

Sicuramente dobbiamo citare la Banca Centrale Europea che ha affermato che i Paesi della zona euro devono abbassare le loro aspettative legate alla crescita.

Insomma, la Guerra scaturita tra Russia e Ucraina farà rallentare notevolmente la crescita che era stata ipotizzata per i Paesi dell’area euro ed è giusto partire prevenuti. 

Ma quando parliamo del nostro Paese singolarmente? Quali sono stati gli effetti maggiormente pesanti?

Beh, dobbiamo affermare che molte aziende hanno già deciso di mettere alcuni dipendenti in cassa integrazione, in quanto la produzione sta via via scemando e, di conseguenza, sarebbe solo un costo aggiuntivo impiegarli in attività lavorative. 

Ma tutto ciò porta ad un rischio che è doveroso tenere in considerazione: stiamo parlando della stagflazione. 

Coloro che non hanno studiato economia politica probabilmente non sanno di cosa stiamo parlando. Ma nessun problema, ve lo spieghiamo immediatamente. 

Con il termine stagflazione facciamo riferimento ad un aumento dei prezzi (come accade con l’inflazione), ma con un mercato fermo o comunque decisamente rallentato. 

Questo vuol dire un rischio enorme per le imprese che continuano a produrre aumentando i prezzi, ma non vedendo risposta da parte del mercato. 

Ma andiamo a comprendere meglio la situazione analizzando un caso emblematico nello specifico, quello delle vetrerie di Murano, gioiello del Made in Italy.

Effetti della Guerra sulle aziende: a Murano si spengono i forni delle vetrerie! La situazione!

Ebbene, uno dei casi emblematici quando si parla di rischi della Guerra è quello delle vetrerie di Murano che sono state costrette a spegnere i loro forni. 

Insomma, una situazione gravissima che ha portato ad una decisione sofferta: spegnere i forni (e quindi bloccare la produzione) fino a quando non si vedrà un abbassamento dei prezzi del gas. 

Allo stesso modo, i medesimi problemi stanno colpendo anche altri settori di produzione. 

Insomma, il gas diventa una risorsa essenziale se utilizzate il fuoco per creare delle opere d’arte, se siete, come i vetrai di Murano, obbligati ad utilizzare i forni per lavorare, ma anche se avete un ristorante e dovete cucinare per i vostri clienti. 

Fatto sta che le vetrerie di Murano hanno deciso di spegnere i forni in quanto lavoravano spendendo molto di più rispetto a quello che guadagnavano. Una situazione che non può durare per molto tempo, ovviamente. 

Infatti, sono stati proprio i proprietari delle vetrerie a dichiarare al Governo che i costi, dovuti all’aumento del gas naturale, sono sempre più insostenibili.

Già nel mese di dicembre su venti vetrerie, diciotto erano già inattive. Inoltre, le bollette del gas hanno subito un aumento del 500% che ha reso impossibile alle aziende andare avanti. 

Eppure, non stiamo parlando di una piccola attività, ma di un gioiello del Made in Italy apprezzato ed invidiato da tutto il mondo. 

Ma per quale motivo è nata la decisione di spegnere i forni? Beh, devi tenere in considerazione che, per poter produrre, i forni devono rimanere accesi 24 ore al giorno tutto l’anno. Insomma, considerando che il costo del gas è aumentato del 500% capiamo velocemente le ragioni che hanno portato i vetrai a chiudere (si spera solo temporaneamente) le loro attività. 

Aziende che chiudono per la Guerra: il Governo mette in campo gli aiuti!

Ebbene, ovviamente il Governo Draghi non è rimasto a guardare la situazione peggiorare standosene con le mani in mano. Tuttavia, le decisioni prese fino a questo momento hanno solo avuto la facoltà di alleviare i danni, ma sicuramente non di cancellarli. 

Mentre tutti aspettano un cessate il fuoco per poter tornare quanto prima ad una situazione economica costellata di maggiori certezze, il Governo pensa ad un piano di aiuti per aiutare le aziende. 

Ovviamente costruire un piano di aiuti su qualcosa di variabile ed imprevedibile come una Guerra non è certo semplice. Infatti, si tratta di una delle sfide maggiori del Governo. 

Si sta discutendo dell’istituzione di un contributo a fondo perduto per aiutare le aziende in crisi a rialzarsi. 

Sarà abbastanza? È presto per dirlo. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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