Sciopero corrieri Amazon nel giorno del Black Friday

Venerdì 26 Novembre saranno a rischio le consegne dei pacchi acquistati su Amazon, i corrieri in appalto, driver e dipendenti delle aziende associate hanno proclamato uno sciopero generale, per protestare sui turni, i carichi e i ritmi di lavoro diventati insostenibili. Vediamo nell’articolo i dettagli dello sciopero.

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Sciopero corrieri Amazon nel giorno del Black Friday è quanto prospettato per Venerdì 26 Novembre. Saranno a rischio le consegne dei pacchi acquistati su Amazon. I corrieri in appalto, driver e dipendenti delle aziende associate hanno proclamato uno sciopero generale, per protestare sui turni, i carichi e i ritmi di lavoro diventati insostenibili. Vediamo in cosa consiston i dettagli dello sciopero.

Anche quest’anno sta arrivando il Black Friday, il giorno che da qualche anno è diventato il vero protagonista dell’anno commerciale, più del Natale o dell’atteso Capodanno. 

Per gli amanti dello shopping, ma anche per i commercianti è il giorno della svolta. Si perché soddisfa sia chi è a caccia di offerte e aspetta proprio il fatidico 26 novembre trattenendosi dagli acquisti più onerosi durante il resto dell’anno, e sia per chi tra i commercianti spera in una vendita che li rimetta in pista dopo le difficoltà economiche dell’anno corrente. 

Anche se il Black Friday è diventato sempre meno relegato ad un giorno specifico, resta oggettivo che la data in questione è in ogni caso la più gettonata dal popolo dello shopping e anche quella con le offerte migliori.

Sono molte infatti le grandi aziende facenti parte di una ampia rete di distribuzione del commercio che precedono la data di lancio delle offerte anche alla settimana precedente con promozioni che culminano proprio il venerdì, se non addirittura le proseguono estendendole ad esempio al Cyber Monday, il lunedì successivo.

Proprio in concomitanza con questo enorme picco di acquisti, i corrieri e i driver dipendenti delle aziende associate ad Assoespressi ovvero l’Associazione Nazionale dei Corrieri Espressi e che copre il cosiddetto ultimo miglio del settore e-commerce, non ci stanno e promettono di dare battaglia ad Amazon e al suo sistema di lavoro fortemente competitivo i cui ritmi sono diventati estenuanti per i lavoratori coinvolti.

Come citato da Ansa, ad annunciare lo sciopero è il segretario nazionale della Filt Cgil, Michele De Rose:

“Driver e dipendenti delle aziende associate ad Assoespressi che effettuano consegne per conto del colosso americano, circa 12.000 lavoratori (a cui si aggiungono i cosiddetti 'natalini', altri 3.000-4.000 lavoratori stagionali chiamati per il picco delle festività), hanno proclamato proprio per il 26 uno sciopero generale che bloccherà la distribuzione dei pacchi.”

Dunque guerra simbolicamente aperta da parte di oltre 12.000 lavoratori agguerriti, che proprio non ci stanno a continuare con questi livelli di turnazione. Ma vediamo più da vicino quali sono le politiche che generano il contrasto.

Amazon le politiche di turnazione dei corrieri in appalto che mettono a rischio il Black Friday

Se driver e dipendenti delle aziende associate a Assoespressi, stanno per scioperare, un motivo ci sarà, e forse vale la pena capire perché hanno deciso di optare verso un’agitazione generale.

Il pieno mandato alla Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a proclamare lo sciopero è stato dato durante la prima assemblea nazionale unitaria che ha visto coinvolti quadri e dirigenti del settore consegne relativo a tutte le merci assegnate come appalto da Amazon. 

L’assemblea che ha avuto una discreta partecipazione, ha visto coinvolti quadri e dirigenti in un importante confronto legato proprio ai carichi e ai ritmi da sostenere, agli orari settimanali superiori alla media, al numero di carico di consegne che giornalmente vengono compiute dal singolo operatore, e a tutti i motivi che sono conseguenza di una politica che per come è impostata oggi, rendono insostenibile l’attuale onere di lavoro da parte dei corrieri.

Alla base dell’intera iniziativa c’è una richiesta ben precisa: abbassare i carichi di lavoro e ridurre l’orario settimanale dei driver.

Sì perché per capire dobbiamo sapere, e sapere che un driver mediamente lavora per consegnare fino a 200 pacchi al giorno che prevedono circa 130-140 stop da effettuare in 8-9 ore.

Il tutto viene governato da un algoritmo molto stressante, che sul palmare in dotazione degli operatori di consegna, aggiorna consegna dopo consegna, pacco dopo pacco, la strada da seguire, le condizioni del traffico, e consiglia suggerendolo, il percorso più rapido per arrivare a destinazione nel minor tempo disponibile, scavalcando il traffico e il delirio che non vogliamo neanche pensare c’è quotidianamente, a cui aggiungere quello dei periodi come il Black Friday o il Natale. Il tutto condito dal fatto che per l’algoritmo, in tutto questo correre e raggiungere mete irraggiungibili, non sono ammesse pause.

Ma oltre allo stress, che in certi casi è davvero troppo se ti trovi bloccato nel traffico a 100 metri dall’ambita meta di consegna, c’è anche il fattore del monte ore settimanale. 

Parliamo di 44 ore di lavoro alla settimana che per i sindacati sono davvero troppe, “too much work” si potrebbe dire, è per questo che lo stesso sindacato punta a scendere come proposta a 42 ore, per poi ridurle ancora a 39 a settimana come obiettivo finale.

Oltre a questo, sempre secondo De Rose, è importante anche:

"…dare continuità occupazionale a tutto il personale, in occasione dei cambi di appalto e di contratto. Va ridotta la responsabilità sui driver in casi di danni e franchigie e va aumentato il valore economico della trasferta e introdotto il premio di risultato". 

Amazon e la scelta delle aziende per la vendite online

Dunque Black Friday o Ciber Monday che sia è chiaro che il problema è a monte e che la giornata del 26 Novembre è la sintesi delle difficoltà che un operatore del settore può incontrare, una sintesi che potremmo semplificare come il picco dei picchi.

E’ importante ricordare che Amazon è una piattaforma Marketplace, che opera come vetrina in tutto il mondo per tante piccole e medie imprese, e che lo scelgono per diversificare la propria attività di vendita proprio appoggiandosi al colosso dell’e-commerce.

In certi casi, nei casi più tecnologici e digitalizzati, la politica commerciale di vendita di una azienda prevede di dotarsi di un proprio e-commerce, usando Amazon come valore aggiunto per integrare le vendite e ampliare il mercato, ma sono molti i casi in cui Amazon diventa una vetrina di singoli commercianti che magari hanno uno store fisico e non un sito e-commerce, e che sicuramente sono disposti anche a fronte di una commissione, a scegliere Amazon perché mai nessuna vetrina internazionale potrebbe avere più seguito di così in termini di visibilità, per lo meno nel mondo occidentale.

Quindi massima visibilità, ma anche tanta concorrenza e guadagni che dipendono da molteplici fattori di cui non indagheremo in questo articolo.

Sta di fatto che conveniente o no, l'edizione scorsa del Black Friday e del Cyber Monday 2020 è stata la migliore di sempre in tutto il mondo per tutti i partner di vendita.

Le piccole e le medie imprese sono cresciute nelle vendite del 60% superando i 4,8 miliardi di dollari a livello mondiale. 

In Italia le “promo” e le offerte delle giornate in questione, hanno fatto registrare numeri da non sottovalutare, si parla di 203 prodotti venduti al minuto.

E’ chiaro che con numeri così, Amazon e le imprese associate che ruotano intorno alla distribuzione sappiano bene il valore del tema di cui stiamo parlando.

La risposta di Amazon allo sciopero proclamato per il 26 novembre

Come riportato da Rainwes, la risposta del colosso dell’e-commerce non si è fatta attendere:

“In merito allo sciopero dichiarato dalle organizzazioni sindacali - scrive Amazon in una nota - ci auguriamo che le trattative riguardo i fornitori di servizi di consegna possano riprendere e giungere ad una conclusione positiva. Per quanto riguarda il nostro impegno nei confronti dei nostri dipendenti e dei dipendenti dei nostri fornitori di servizi, ci preme sottolineare che Amazon collabora con decine di fornitori di servizi di consegne che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone in tutto il Paese che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti. “

Nella nota Amazon, si è resa assolutamente disponibile a collaborare per trovare una soluzione con i fornitori di servizi di consegna, perché si trovi un accomodamento che possa essere definito realistico e che non metta eccessiva pressione ai dipendenti.

Lo stesso Amazon, ricorda che lo stipendio medio dei corrieri che svolgono tale mansione in ruoli full time assunti dai fornitori di servizi, si aggira intorno ai 1.658 euro lordi mensili e che il contratto è un CCNL dei Trasporti livello G1. Ricorda anche che è prevista una indennità giornaliera di 300 euro netti mese.

In merito alla tecnologia dei palmari utilizzata e al famigerato algoritmo che mette pressione, non vi è nessuna costrizione da parte del fornitore di servizi di scegliere una strada piuttosto che un'altra. Si tratta di una soluzione tecnologica che per esperienza di Amazon, si è dimostrata più utile di altre nell’efficace pianificazione dell’itinerario e che è stata studiata per semplificare, attraverso la considerazione di diversi fattori come il traffico, la soluzione più valida anche a mettere gli autisti in sicurezza.

Detto questo l’azienda si sofferma sul fatto che è lo stesso Amazon a richiedere che tutti i fornitori di servizi rispettino le normative e il Codice di Condotta dei Fornitori Amazon, sottolineando come siano attenti al fatto che tutti i drivers abbiano il giusto compenso e che gli orari di lavoro siano adeguati alla loro portata. 

Infine non esclude il fatto che vengono costantemente eseguiti controlli su eventuali irregolarità riguardanti aspetti contributivi e retributivi, e che se nel caso venissero individuate anomalie, si ricorrerebbe anche in casi estremi all’interruzione del rapporto contrattuale col fornitore.

Amazon spera dunque che le trattative tra i fornitori di servizi di consegna e i sindacati possano riprendere e giungere ad una conclusione positiva, magari diremmo noi anche prima del Black Friday, ma questo non è detto. 

Per cui per ora staremo a guardare e ci auguriamo anche noi che si trovi una soluzione condivisa che possa soddisfare tutte le parti coinvolte.