Nuovo bonus lavoratori! Fino a 480 euro in busta paga. Per chi?

Un nuovo bonus per i lavoratori al debutto! Novità del governo Draghi con il DL Lavoro e Imprese, esso consiste in un rimborso tasse che fa lievitare lo stipendio fino a 480 euro. Vediamo meglio di cosa si tratta e chi può richiedere il nuovo incentivo noto come bonus bancomat!

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Tante le misure che dallo scoppio della pandemia di Covid-19 si sono susseguite al fine di dare sostegno ai cittadini, in ultimo proprio a questo scopo arriva un Decreto apposito dedicato al mondo del lavoro (DL 99/2021).

Chiamato Decreto Lavoro e Imprese con esso, insieme alla temporanea interruzione del Cashback di Stato, viene inserita nell’ordinamento una nuova misura a sostegno dei lavoratori, nota ormai con il nome di bonus bancomat.

La sospensione del vecchio Cashback e l’attivazione della nuova agevolazione sono annunciate con il medesimo articolo e decreto, per la finalità che i due bonus hanno in comune, cioè quella di mirare ad essere un deterrente per l’utilizzo di banconote e monete e invece un incentivo all’impiego di carte e bancomat per pagare.

Il bonus bancomat concede la possibilità ai lavoratori autonomi di ottenere tre distinti crediti d’imposta a compensazione, il cui obiettivo è il rimborso totale o parziale dei costi spesi dalla Partita Iva per dotarsi di tutti gli strumenti necessari ad accettare i pagamenti elettronici.

In totale con questo credito lo Stato concede ai lavoratori autonomi un rimborso su tre tipologie di spese, prima di tutto le commissioni che vengono applicate agli esercenti dagli istituti bancari sui pagamenti elettronici, poi i costi di acquisto e noleggio di POS e registratori telematici. Ma vediamolo in dettaglio!

Un nuovo credito d’imposta a compensazione per i lavoratori autonomi: bonus bancomat!

Il perché di questo contributo, che alleggerisce le tasche ai lavoratori autonomi nella gestione dell’attività, è duplice. Da un lato esso in linea con il Cashback, la Lotteria degli Scontrini e altre misure inserite nel programma Italia Cashless mira ad essere uno dei molteplici strumenti di lotta al contante e di conseguenza all’evasione fiscale, visto che i contanti non sono tracciabili.

D’altra parte con il bonus bancomat si è deciso però di finalizzare questi strumenti anche a scopo di sostegno alle Partite Iva, anche in vista dei recenti obblighi per gli esercenti di dotarsi per forza di POS e registratori di cassa smart.

Il POS è l’apparecchio su cui normalmente si inserisce il codice del bancomat e si striscia la carta di credito per pagare e che per l’esercente ha dei costi di noleggio, acquisto e mantenimento. 

Ma i costi aggiuntivi per le Partite Iva non finiscono qui, perché oltre al POS ogni volta che si paga qualcosa con carta per chi compra la cifra rimane invariata rispetto se si pagasse in contanti, ma per il negoziante non è così. Perché la banca da cui i pagamenti elettronici vengono gestiti applica una commissione su ogni pagamento, ovvero carica al negoziante un extra da pagare che corrisponde ad una percentuale, stabilità da contratto, dell’importo delle singole transazioni. 

Con il Decreto n. 124 emanato nel 2019 il governo era già intervenuto, vista anche la crisi generale, a dare un po’ di sollievo ai lavoratori autonomi da queste spese extra è così veniva stabilito che, sul pagamento delle commissioni, si avesse diritto ad un rimborso sempre sotto forma di credito d’imposta a compensazione, ma del 30%.

Al fine di ampliare l’agevolazione il Decreto Lavoro e Imprese riprende la norma e ne amplia il raggio di azione estendendo il rimborso al 100%, per tutte le spese relative alle commissioni affrontate dalle Partite Iva dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022.

Durante questo lasso di tempo di un anno e fino al 30 giugno prossimo ai lavoratori autonomi spetta un credito d’imposta a compensazione, che di fatto concede un rimborso completo delle spese legate alle commissioni applicate dagli istituti bancari per i pagamenti elettronici accettati.

Spese ridotte di 160 euro per le Partite che noleggiano il POS entro luglio 2022

Dunque se il primo intervento del bonus bancomat mira a contenere le spese legate alle commissioni applicate agli esercenti per l’utilizzo del POS anche noleggiare o acquistare quest'ultimo consiste per i lavoratori autonomi in una spesa extra.

In questo caso, viene in aiuto la seconda delle agevolazioni racchiuse nel bonus bancomat che invece consiste in un rimborso, come sempre per credito d’imposta, proprio sui costi di questa natura.

Dunque, tutte le Partite Iva che in un periodo di tempo, che è sempre quello tra il 1 luglio 2021 e il 30 giugno 2022, hanno sostenuto costi legati ad acquisto, noleggio o installazione del POS hanno diritto ad un rimborso parziale.

Tale rimborso, conferito nel limite massimo di 160 euro, non sarà assegnato in misura uguale a tutti gli aventi diritto, ma esso coprirà una percentuale diversa di costi già spesi, in base al fatturato del precedente periodo d’imposta. In questo sistema ovviamente più basso è il fatturato più alta la percentuale di rimborso, che comunque ha un tetto massimo di 160 euro, in dettaglio:

  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra compresa tra 1 milione e 5 milioni di euro otterranno il 10% di rimborso;
  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra compresa  tra 200mila e 1 milione di euro otterranno il 40% di rimborso;
  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra inferiore o uguale a 200mila euro otterranno il 70% di rimborso;
  • i fatturati che eccedono i 5 milioni di euro non sono ammessi al bonus bancomat.

Casse smart a costo zero per i lavoratori autonomi nel 2022, sempre grazie al bonus bancomat

Chiudiamo la nostra trattazione sul bonus bancomat con l’ultimo dei crediti d’imposta a cui hanno diritto i lavoratori autonomi grazie alla stessa agevolazione.

Questa volta si tratta di un credito d’imposta per l’acquisto di strumenti di ultima generazione di pagamento elettronico, cioè dotati di trasmissione telematica e archiviazione elettronica dei dati.

Traducendo in parole semplici, le Partite Iva che nell’arco di tutto l’anno 2022, fino al 31 dicembre, affrontano spese per acquistare o noleggiare le casse smart avranno un finanziamento statale per farlo.

Ricordiamo che i registratori telematici esentano il lavoratore autonomo dal registro IVA perché, collegati già ai canali del fisco, inviano agli organi di verifica tutte le informazioni e le archiviano anche in modo automatico.  

Si tratta questa volta di un rimborso che può coprire il 100% dei costi, entro il limite di 320 euro, anche in questo caso però tale importo  non spetta a tutte le Partite Iva in misura uguale, ma sarà calibrato in percentuale diversa tratta sempre dall’ultimo fatturato dichiarato:

  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra compresa tra 1 milione e 5 milioni di euro otterranno il 40% di rimborso;
  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra compresa  tra 200mila e 1 milione di euro otterranno il 70% di rimborso;
  • tutti i fatturati che ammontano ad una cifra inferiore o uguale a 200mila euro otterranno il 100% di rimborso;
  • i fatturati che eccedono i 5 milioni di euro non sono ammessi al bonus bancomat.

Se quanto detto finora non risultasse chiaro, vi consigliamo la visione del video YouTube di Le Audioguide per TUTTI!, incentrato sul bonus bancomat:

 

Con il bonus bancomat ai lavoratori autonomi spetta un credito d’imposta a compensazione. Che cos’è?

Chiarito in cosa consistono le mille sfaccettature del bonus bancomat, che costituisce un'innovazione in fatto di lotta all’evasione, perché l’incentivo per la prima volta ha come platea i lavoratori autonomi, chiariamo anche come lo si utilizza.

Esso fa parte dei contributi a fondo perduto, cioè detto nel modo più semplice di soldi che lo stato eroga in qualche modo ai cittadini e non chiede indietro. 

Siamo in genere abituati a pensare ai contributi a fondo perduto come gli ultimi Ristori per Partita Iva, cioè come denaro che lo Stato versa ai lavoratori autonomi sul conto corrente. Eppure questo è quello che si definisce un contributo a fondo perduto con pagamento diretto ai beneficiari, quando la somma spettante, sia essa rimborsata o data in anticipo, viene comunque data come liquidità ai beneficiari in modo appunto diretto.

Il bonus bancomat non fa parte di questa tipologia di contributi, perché il rimborso avverrà per cosiddetto credito d’imposta a compensazione. Ovvero partendo dal presupposto che tutti dobbiamo soldi all’erario, quelli delle tasse, l'importo che lo Stato ci deve viene appunto scalato dalle tasse. Cioè si avrà a fine anno uno sconto sul totale da pagare di tasse, che corrisponde all’importo spettante come credito d’imposta a compensazione.

Nel caso del bonus bancomat si avrà quindi un rimborso complessivo che supera i 480 euro.

Perché tali soldi siano effettivamente scalati dalla tasse i lavoratori autonomi dovranno comunicare le spese già pagate e documentate nella dichiarazione dei redditi con il ben noto modello F24.

Esistono anche alcuni contributi a fondo perduto che lasciano ai beneficiari la scelta se fruirne come credito d’imposta a compensazione o come pagamento diretto.

Attenzione all’erroneo utilizzo del credito d’imposta per ricerca e sviluppo

Poiché il bonus bancomat è sostanzialmente un nuovo credito d’imposta strumentale di cui dispongono i lavoratori autonomi, per restare nella stessa tematica, diciamo che è arrivata una novità stabilità dal Decreto Fiscale che riguarda le Partite Iva che hanno usufruito del credito per ricerca e sviluppo.

Quanti infatti hanno fatto erroneo utilizzo degli importi in modo involontario, acquistando strumenti e beni non coperti dall’incentivo o commettendo errori nella comunicazione degli importi, non avranno nessuna sanzione.

Per loro infatti il Decreto Fiscale ha stabilito che sia sufficiente la restituzione degli importi ottenuti proprio con questo credito d’imposta a compensazione.

Entro maggio sarà fissato anche il calendario che stabilirà tempi e modalità per presentare domanda e poi effettuare i pagamenti dei soldi dovuti.

In ogni caso il Decreto Fiscale ha già anticipato che il termine ultimo per i versamenti sarà il 16 dicembre 2022, con possibilità di inviare richiesta e avere diritto ai rimborso senza sanzioni entro il 30 settembre dello stesso anno.

Si dovrà comunque fare attenzione a rispettare tutte le scadenze dei pagamenti, perché il ritardo comporterà una sanzione pari al 30% della somma da pagare.