La novità targata Draghi, bonus da 3000 euro senza Partita Iva!

Il DL sostegno porta tante novità targate Mario Draghi. Sarà disponibile a breve un bonus di 3.000 euro, rivolto ai lavoratori stagionali, dello spettacolo e agli autonomi senza Partita Iva. Inoltre, sono state introdotte grandi novità anche per quanto riguarda la platea e gli importi dei contributi a fondo perduto per Partite Iva, che potranno ricevere dai 1.000 ai 150.000 euro

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Come promesso si allarga la platea dei beneficiari dei nuovi ristori 2021. La bozza del nuovo Decreto Sostegno circola ormai da inizio mese e annuncia un'importante novità targata Mario Draghi: un bonus del valore di 3.000 euro indirizzato ai lavoratori autonomi che non hanno Partita Iva, ai lavoratori stagionali e dello spettacolo.

Il contributo sarà erogato in tre mensilità da 1.000 euro ciascuna e dovrebbe essere pronto già a fine marzo o aprile.

Per i titolari di Partita Iva è invece prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto, studiato ad hoc, che assegni da un minimo di 1000 euro fino ad un massimo di 150.000 euro.

Insomma il Decreto Sostegno non risparmia nessuno e introduce, come promesso, misure a supporto di tutte le categorie di lavoratori anche quelli che erano rimasti esclusi dai precedenti ristori.

Vediamo tutte le novità del Decreto e i bonus richiedibili con e senza Partita Iva.

Nuovo Bonus 2021 per stagionali e autonomi 

Come si è detto, la grande novità targata Mario Draghi è l’introduzione di una misura di sostegno economico per finanziare i lavoratori stagionali e autonomi non titolari di Partita Iva, come chi lavora a prestazione occasionale, che non avevano avuto accesso agli aiuti dei precedenti decreti.

Questo bonus era già stato annunciato insieme al Decreto Ristori 5 dall’ex Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che su Facebook aveva dichiarato che il DL prevedeva l'introduzione di un bonus indirizzato ai lavoratori stagionali e occasionali dell’importo di 3.000 euro.

Con il Decreto Sostegno l'agevolazione vede realizzazione e, nello specifico, potranno richiedere il bonus 2021 tutti i lavoratori:

Il bonus dell’importo di 3.000 euro servirà a coprire i mesi di lavoro persi nel 2021 e sarà perciò corrisposto in assegni mensili da 1.000 euro.

Draghi apre il bonus agli autonomi senza Partita Iva

Questo bonus indirizzato ai lavoratori stagionali e autonomi senza Partita Iva ricalca in parte il bonus da 600 euro erogato per alcune di queste categorie a partire da agosto 2020, che prevede tre mensilità per un totale di 1.800 euro.

Un primo passo però verso l’allargamento dei beneficiari è costituito dal superamento dei codici ATECO, che Draghi non ha più intenzione di utilizzare come criterio per l’erogazione di bonus e contributi.

Inoltre, il contributo 2020 oltre ad avere un importo più basso era indirizzato ai solo lavoratori stagionali dipendenti a tempo determinato. Il bonus 2021 è aperto anche agli autonomi che effettuano prestazioni occasionali e non sono titolari di Partita iva.

Anche in questo caso l’agevolazione dovrebbe essere erogata dall’INPS e quindi seguire l’iter classico della domanda di richiesta dei bonus INPS, cioè utilizzando il portale telematico del sito dell’Istituto. Ad ogni modo, riguardo modalità e la tempistica di questo bonus ne sapremo di più tra qualche giorno quando sarà firmato il testo finale del DL Sostegno.

Contributo a fondo perduto per Partite Iva

La bozza del DL sostegno porta novità significative anche per la Partita Iva, delineando gli importi e le modalità di erogazione dei nuovi ristori 2021 dedicati alle attività in perdita.

I ristori 2021 saranno indirizzati ad un pubblico più ampio. La più grande novità è anche in questo caso il superamento dei codici ATECO, i nuovi aiuti sono infatti rivolti a tutti i titolari di Partita Iva, compresi i liberi professionisti, a prescindere dal codice di appartenenza. 

Inoltre, questo bonus destinato alle attività dovrebbe essere erogabile sia come accredito diretto che come credito di imposta, a discrezione del beneficiario.

Il requisito per ottenere il contributo a fondo perduto è la dimostrazione che c’è stato un calo di fatturato almeno del 33% tra gli incassi del 2019 e quelli del 2020. Diversamente dai ristori 2020 la differenza di fatturato andrà calcolata su tutto l’anno e non più mettendo a confronto i soli mesi di aprile 2019 e 2020.

Anche laddove i dati non fossero sufficienti a calcolare la percentuale, i titolari di Partita Iva riceveranno comunque un bonus di 1.000 euro, se persone fisiche, e di 2.000 euro se soggetti diversi dalle persone fisiche.

Il nuovo calcolo degli importi dei ristori

Anche il calcolo dell’importo del contributo a fondo perduto ha subito modifiche, perché l’ultima bozza del Decreto Sostegno corregge e divide l’assegnazione delle percentuali di rimborso del fatturato perso, in quattro fasce e non più tre.

In parole più semplici, si calcolerà la perdita di fatturato medio annuo tra il 2019 e il 2020, la cifra andrà poi moltiplicata per due. Sul totale ottenuto dopo questo calcolo, si applicherà la percentuale di rimborso che varia sulla base di quattro fasce:

  • per i fatturati 2019 inferiori a 100.000 euro, sarà erogato il 30% di rimborso del calo medio di fatturato annuo;
  • tra 100.000 euro e 400.000 euro, il 25%;
  • tra 400.000 euro e 1.000.000 di euro, il 20%;
  • tra 1.000.000 e 5.000.000 di euro, il 15%.

Forse per comprendere meglio è utile fare un esempio. Prendiamo un titolare di Partita Iva cha abbia fatturato 120.000 euro nel 2019 e solo 60.000 euro nel 2020. La differenza di fatturato è di 60.000 euro, ma il calo di fatturato medio annuo si calcola dividendo questa cifra per 12, cioè i dodici mesi dell’anno.

Nel caso specifico la nostra Partita Iva ha un calo del fatturato medio annuo di 5.000 euro (60.000 euro/12). A questo punto la perdita media va moltiplicata per due, otteniamo quindi 10.000 euro a cui andrà applicata la percentuale di riferimento, che in questo caso è del 25%. La nostra Partita Iva avrebbe quindi diritto nel 2021 a 2.500 euro di contributo a fondo perduto.

Altre novità del DL Sostegno

Ma le novità introdotte dal Decreto Sostegno non si fermano qui, tra le misure a sostegno delle famiglie in difficoltà per effetto della pandemia è pronto un nuovo pacchetto di bonus.

Il testo della bozza prevede inoltre lo stanziamento di oltre un miliardo di euro per rifinanziare il Reddito di Cittadinanza, mentre sono attese a giorni novità sulle misure che prorogheranno il Reddito di Emergenza da due a quattro mesi.

Anche il blocco licenziamenti sarà prorogato con buona probabilità fino a giugno 2021, mentre la cassa integrazione Covid-19 dovrebbe prolungarsi per almeno altre 12 settimane.

Infine, altra grande introduzione del Decreto Sostegno è lo stralcio delle cartelle esattoriali, che verranno annullate se emesse tra il 2000 e il 2015 e se di importo inferiore o uguale a 5.000 euro.

Queste sono solo le manovre iniziali del neo-governo Draghi, ma il Premier ha più volte sottolineato la necessità di attuare una riforma fiscale vera è propria che allevi la pressione esercitata dal fisco sui lavoratori italiani.

L’erogazione di bonus e agevolazioni è utile sul periodo a breve termine, ma in Italia c’è bisogno di un cambiamento drastico del sistema tributario e pensionistico, che vada anche nella direzione voluta dalla UE, se il nostro paese vuole accesso a fondo maggiori.