Busta paga 2022: tre novità per tutti! Ecco cosa aspettarsi

La busta paga del 2022 subirà alcune importanti novità in particolare tre connesse alla nuova Irpef, addio agli assegni familiari e nuovo bonus Renzi.

La busta paga del 2022 sarà molto diversa da quella che si è percepito fino a dicembre 2021, ma possiamo affermare fino al 28 febbraio 2022. 

La novità riguarderà tutti, e per fortuna tutti potranno godere di un aumento, differenziato, ma nessuno ci rimetterà un euro. Almeno questa la promessa che aveva fatto Mario Draghi e poi confermata anche dal ministro della Famiglia e Pari Opportunità, Elena Bonetti.

Gli aumenti in busta paga fanno il loro debutto nel mese di marzo, quando in modo del tutto ufficiale partono tre novità.

La prima riguarda l’eliminazione della detrazione per figli a carico e dell’assegno al nucleo familiare, sostituiti dall’assegno unico universale per i figli.

La seconda novità riguarda invece la nuova curva delle aliquote fiscali Irpef, cui è soggetto il reddito da lavoro.

Infine l’altra novità riguarda il bonus Renzi, o bonus Irpef, che non sarà destinato ai percettori di busta paga con un reddito fino a 15.000 euro, elevabile fino a 28.000 euro a determinate condizioni.

Questi sono gli aumenti strutturati che impatteranno positivamente su tutte le buste paghe. 

Si devono però aggiungere gli aumenti previsti per il settore della pubblica amministrazione dopo la firma da parte di Aran, del nuovo contratto pubblico per il triennio 2109-2021.

Le novità sono state attentamente analizzate e commentate nella circolare del 18 febbraio 2022 emanata dall’Agenzia delle Entrate.

Per la novità sui contributi trattenuti sulla busta paga si può approfondire l’argomento nell’articolo Busta paga 2022: via al bonus contributi INPS. Gli importi.

Busta paga 2022: novità Irpef

Partiamo subito con la novità più impattante sulla busta paga del 2022. Una vera rivoluzione che scompagina, già nella busta paga di marzo, l’importo netto pagato in busta paga.

L’Irpef, imposta sul reddito delle persone fisiche, cambia nel 2022 dopo l’approvazione in Legge di bilancio 2022. Una riforma organica che tiene conto dell’introduzione dell’assegno unico universale ai figli e della modifica delle detrazioni operate in busta paga.

Per quanto riguarda l’Irpef, diverse sono le novità che si possono apprezzare leggendo una qualsiasi busta paga.

La prima novità riguarda l’ampliamento della not tax area che viene aumentata fino a 15.000 euro (dalla precedente 8.000 euro) per effetto combinato dell’aumento della detrazione per lavoro dipendente che passa a 1.880 euro e l’applicazione del bonus Irpef di 1.200 euro. 

Salendo di reddito, invece si applicano le nuove aliquote Irpef, ma anche il nuovo calcolo delle detrazioni. Gli scaglioni di reddito per l’applicazione delle aliquote Irpef passano da cinque a quattro, privilegiando i redditi sopra i 15.000 euro ma fino a 50.000 euro. 

Le nuove aliquote che si applicheranno sulla busta paga del 2022 sono:

  • 23% sino a 15mila euro;
  • 25% sopra i 15 mila ma sotto i 28mila euro;
  • 35% sopra i 28 mila ma sotto 50mila euro;
  • 43% per la quota di reddito eccedente i 50 mila euro.

Busta paga 2022: novità sulle detrazioni fiscali

Accanto alla novità sull’Irpef, la tassazione sul reddito cambia anche grazie all’introduzione di un nuovo calcolo delle detrazioni fiscali, in particolare quella per lavoro dipendente.

Se fino a tutto il 2021 le detrazioni si calcolavano fino ad una soglia di reddito di 55.000 euro, con la riforma fiscale sui redditi da lavoro, le detrazioni si applicano nel 2022 fino a 50.000 euro

Vediamo cosa cambia in busta paga in base al reddito in termini di detrazione per lavoro dipendente.

Per redditi fino a 15.000 euro, la detrazione è di 1.880 euro annui. Tale importo era riconosciuto anche nel 2021 ma solo fino a 8.000 euro di reddito. 

Per una busta paga con un importo imponibile tra 15.000 e 28.000 euro, la detrazione è pari a 1.910 + 1.190 x [(28.000 – reddito complessivo) / 13.000].  Nel 2021 per questa stessa fascia, la detrazione era pari a 978 + 902 x [(28.000 – reddito complessivo) / 20.000].

Per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro il calcolo della detrazione per lavoro dipendente è 1.910 x [(50.000 – reddito complessivo) / 22.000]. Nel 2021 cambia sia la fascia di reddito (28.000 – 55.000 euro) che il calcolo 978 x [(55.000 – reddito complessivo) / 27.000].

Busta paga 2022: novità assegni famigliari

L’importo del netto a pagare in busta paga non solo era influenzato dalle detrazioni per lavoro dipendente ma anche per il pagamento da parte del datore di lavoro, su domanda del lavoratore, degli assegni al nucleo familiare.

Ogni anno, entro il 30 giugno, il lavoratore sulla base del reddito imponibile risultante nell’ultima dichiarazione disponibile, compilava una domanda, direttamente sul portale Inps, per la richiesta degli assegni al nucleo familiare, con erogazione da parte del datore di lavoro.

Gli assegni familiari erano un contributo erogato come maggiorazione dell’importo netto della busta paga. In base al reddito complessivo familiare (quindi in presenza di entrambi i genitori lavoratori, chiunque dei due faceva domanda per l’ANF, doveva anche sommare i redditi dell’altro genitore), alla composizione del nucleo stesso e alla presenza o meno di determinate condizioni (disabilità o condizione di orfano), l’Inps ogni anno, dal 1 luglio faceva scattare l’ANF erogato dal datore di lavoro direttamente in busta paga.

Dal 2022, sempre per effetto della riforma fiscale, gli assegni al nucleo familiare decadono e sono sostituiti dall’assegno unico universale a figli

Gli assegni al nucleo familiare quindi non saranno più erogati dal mese di marzo e per tutto il 2022 al loro posto si riceverà direttamente dall’Inps sul proprio conto corrente, il pagamento del nuovo contributo economico per ogni figlio fino a 21 anni di età.

Busta paga 2022: novità aumenti per la pubblica amministrazione

 Il 5 gennaio, l’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, ha sottoscritto il nuovo contratto della pubblica amministrazione per il triennio 2019-2021. La firma non solo fa partire gli aumenti dalla busta paga di marzo ma da diritto anche agli arretrati oltre all’adeguamento di una componente di retribuzione dei dipendenti pubblici che è l’indennità di amministrazione.

Già dalla legge di bilancio 2020 erano state destinate alcune somme per rinnovare il contratto dei pubblici dipendenti, oltre che adeguare le indennità. Poi c’è stato il Covid ed ora la ripartenza. E finalmente sono stati sbloccati anche i 430 milioni per adeguare le buste paghe dei dipendenti della pubblica amministrazione alle variazioni che ci sono all’interno della PA stessa. Infatti erano troppe e diverse le differenze di busta paga tra dipendenti di ministeri ed altri uffici pubblici.

In pratica l’effetto perequazione finalmente si applicherà e sarà retroattivo dal 2020, cercando di livellare a parità di inquadramento, la busta paga dei dipendenti pubblici. 

Da quanto abbiamo fin qui riportato, è evidente che a beneficiare dell’aumento della busta paga saranno solo i dipendenti della pubblica amministrazione.

Incrementi medi di 1.400 euro all’anno, oltre alla perequazione. 

Busta paga 2022: novità bonus Renzi

La misura integrativa del reddito da lavoro introdotta proprio da Matteo Renzi, il famoso bonus da 80 euro, e poi trasformato in bonus Irpef, in modo strutturale dal 1 gennaio 2021, cambia applicazione nel corso del 2022.

A beneficiare del bonus Renzi di 1.200 euro all’anno saranno solo i redditi da lavoro fino a 15.000 euro. Mentre nel 2021 il beneficio era esteso fio ai redditi di 28.000 euro per poi azzerarsi in corrispondenza di un reddito da 40.000 euro.

Nel 2022 invece il bonus Irpef aiuterà esclusivamente le famiglie con redditi molto bassi, spingendosi fino al reddito di 28.000 euro solo a condizione che la somma di alcune detrazioni (ad esempio per carichi di famiglia, redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione, mutui prima casa, erogazioni liberali, spese sanitarie o altre spese sostenute nel 2021) sia superiore all’imposta lorda. 

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