Busta paga 2022: 1200 euro in più all’anno! Ecco per chi

Un bonus 2022 che va ad aumentare la busta paga dei dipendenti di 1.200 euro all'anno. Non tutti però ma solo una specifica categoria. Ecco chi ne ha diritto!

La busta paga dei lavoratori dipendenti diventa protagonista di una serie di novità, per questo nuovo anno 2022.

Innanzitutto, detrazioni fiscali per figli a carico e assegni per il nucleo familiare scompaiono. Chi lavora da dipendente, nel settore pubblico o privato, si ritroverà a marzo davanti a una busta paga decisamente più magra.

Effetto dell’arrivo dellassegno unico e universale che, a partire da quest’anno, arriverà anche sul conto corrente dei lavoratori dipendenti.

Nulla di cui preoccuparsi dunque, dal momento che l’importo dell’assegno unico dovrebbe comunque andare a compensare quanto tolto con l’eliminazione di detrazioni e ANF. Per quanto, in alcuni casi, potrebbero verificarsi degli scompensi al ribasso

uno scostamento e purtroppo non sempre sarà positivo e a vantaggio del contribuente.Perlomeno queste sono le proiezioni di Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, come riportato dalle sue affermazioni al riguardo.

L’altra consolazione è che alcune categorie di lavoratori dal reddito basso, potranno beneficiare di 1.200 euro in più all’anno, in busta paga!

Un bonus che per molte famiglie farà la differenza. Ecco di cosa si tratta.

Busta paga 2022, novità

Purtroppo per tante famiglie italiane, la più grossa delle novità riguardanti la busta paga è stata quella di vederla sparire del tutto. Ebbene sì, per effetto della pandemia da Covid-19 sono in tanti ad aver perso il loro posto di lavoro, in seguito a licenziamenti o fallimento delle piccole aziende o attività di famiglia.

Dal punto di vista del welfare familiare, ecco che abbiamo però assistito a un passo del governo compiuto nei confronti di tutti i nuclei familiari con figli a carico.

Infatti il 2021 ha visto entrare in vigore il cosiddetto assegno unico, nella fase iniziale (cioè da luglio 2021) rivolto a disoccupati e titolari di partita Iva. È questa senza dubbio una grande novità, dal momento che tali categorie di persone non avevano, fino a quel momento, accesso a questa forma di sostegno alla genitorialità.

Diversamente per quanto riguarda invece i lavoratori dipendenti, che percepiscono direttamente in busta paga, gli assegni per il nucleo familiare, i cosiddetti ANF.

A partire dal mese di marzo 2022 però, questi spariranno anche per loro, così come si assisterà all’eliminazione delle detrazioni fiscali per i figli fino a 21 anni di età.

Si tratta di forme di sostegno economico che però l’assegno unico compenserà, seppur non direttamente in busta paga ma con bonifico sul conto corrente, erogato dall’Inps.

Busta paga 2022, cosa cambia?

Senza dubbio, la prima voce che cambia in busta paga è quella relativa al netto fino a oggi percepito, perché sarà inferiore!

La busta paga diventa più leggera, dal momento che spariscono gli assegni per il nucleo familiare e le detrazioni fiscali per i figli a carico.Questa perdita si compensa grazie al bonifico previsto mensilmente per l’assegno unico, il cui importo è da calcolare in base a quanto riportato nell’attestazione Isee. 

Ciò sta a significare che, come già avveniva per quanto concerne le modalità di richiesta degli assegni familiari, anche per ottenere l’assegno unico è indispensabile procedere in autonomia.

Nulla avviene in automatico!

I lavoratori dipendenti dunque sono tenuti a presentare la propria domanda direttamente sul portale Inps, nella sezione dedicata, inserendo il proprio codice fiscale e l’Iban sul quale desiderano ricevere l’accredito. In alternativa è possibile rivolgersi a un consulente fiscale oppure a un commercialista.

Inoltre, per perfezionare la domanda e veder dunque accolta la pratica, è indispensabile allegare un’attestazione Isee in corso di validità e aggiornata al 2022. Le opzioni, a tal proposito, sono due. 

Si può richiedere l’Isee ordinario, riportando dunque quanto dichiarato lo scorso anno e quindi i redditi percepiti nel corso del 2020 (unitamente al valore del proprio patrimonio mobiliare o immobiliare). 

In alternativa invece, è possibile ricorrere al cosiddetto Isee corrente, che invece fotografa la situazione reddituale e patrimoniale del 2021. Tante famiglie sono rimaste senza lavoro lo scorso anno, motivo per cui sarebbe fuorviante presentare un Isee più elevato, perché riferito alla situazione in cui si viveva nel 2020.

Soprattutto perché, più è alto il valore dell’attestazione Isee e meno è sostanzioso l’assegno unico che si riceve.

Busta paga 2022 taglio Irpef

Cambiano gli scaglioni e le aliquote Irpef, quest’ultime passando da cinque a quattro. 

Ricordiamo che l’Irpef è

imposta sul reddito delle persone fisiche. … Tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa, sono tenuti a pagare questa imposta.

In sostanza, più si alza il reddito e più si pagano tasse, in relazione appunto alle aliquote legate a determinati livelli di reddito. 

Grazie alle detrazioni fiscali per figli a carico era possibile abbassare l’imponibile Irpef e, di conseguenza, le tasse da pagare risultavano minori (quindi il netto in busta paga più alto).

Ora invece scompaiono le detrazioni e l’importo aggiuntivo degli assegni, motivo per cui appunto si avrà tra le mani una busta paga più magra.

Purtroppo, lo svantaggio si noterà maggiormente per chi ha un reddito basso, mentre la riforma degli scaglioni e delle aliquote andrà ad essere meno incisiva per chi ha un reddito medio-alto (che sostanzialmente, non subisce grandi modifiche).

Le prime proiezioni mostrano per l’appunto una certa premialità nei confronti dei redditi medio-alti, in seguito a questa riforma Irpef. In particolar modo, i vantaggi più evidenti si manifestano per coloro che percepiscono un reddito annuo che si aggira intorno ai 40 mila euro. Non di certo la maggior parte della popolazione, ecco.

Se è pur vero che l’assegno unico andrà a compensare i vecchi ANF e le detrazioni fiscali, va tenuto in considerazione il fatto che il calcolo avviene in base all’Isee, motivo per cui gli importi fino a oggi percepiti potrebbero non essere più gli stessi, rispetto al passato.

L’assegno unico non è in busta paga!

Come abbiamo già avuto modo di accennare, l’importo dell’assegno unico dunque non comparirà in busta paga bensì sarà necessario monitorare il proprio conto corrente, postale o bancario, per trovare mensilmente l’accredito di quanto ci spetta, erogato direttamente dall’Inps.

L’importo dell’assegno unico comprende, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, sia il calcolo degli assegni familiari come percepiti in precedenza, sia la loro eventuale integrazione in base all’attestazione Isee presentata

L’assegno unico comprende anche le detrazioni fiscali che scompaiono dunque dalla busta paga ma soltanto per chi ha figli fino ai 21 anni di età.

Se dunque fino a questo momento, gli assegni familiari si taravano sul reddito percepito, oggi invece il calcolo si esegue in base al valore dell’Isee. A rigor di logica, due dipendenti che percepiscono lo stesso stipendio, riceveranno assegni unici di importo diverso, in quanto basati sull’attestazione Isee (che comprende i redditi di tutto il nucleo familiare e in aggiunta anche il valore della situazione patrimoniale).

L’assegno unico varia anche in base al numero di figli a proprio carico e tiene conto anche di altri fattori, come ad esempio il fatto che uno dei bambini sia disabile o che la mamma sia molto giovane (under 21).

I datori di lavoro possono dare comunicazioni in merito ai loro dipendenti. In particolare, si specifica che, per continuare a percepire l’assegno per il nucleo familiare anche nel mese di marzo 2022 (al di fuori della busta paga), è indispensabile che sia il lavoratore a inoltrare la richiesta entro e non oltre la fine di gennaio 2022.

Bonus 1200 euro in busta paga: per chi?

Dunque, come abbiamo avuto modo di sottolineare, il 2022 rappresenta un anno davvero “rivoluzionario”, per certi aspetti, in quanto spariscono le voci relative agli assegni familiari e alle detrazioni, ma non solo. È questo l’anno in cui tutte le famiglie italiane si vedono riconoscere il diritto all’assegno unico e universale, se hanno figli a carico, e questo per tutta la loro vita da minorenni ( e in alcuni casi specifici, anche fino all’età di 21 anni).

Ma c’è un’altra grossa novità che interessa tutti i lavoratori dipendenti, relativamente alla loro busta paga: il bonus Renzi cambia nel 2022!

Per la precisione, a oggi parliamo di “ex” bonus Renzi ma noto a tutti come bonus 100 euro in busta paga.

Ebbene, innanzitutto va specificato il fatto che sia stato prorogato per tutto l’anno 2022. Ma non per tutti coloro che nel 2021 ne hanno avuto diritto. Infatti, cambiando le aliquote Irpef, ci sono modifiche da apportare anche da questo punto di vista.

Dunque, se fino allo scorso anno, in qualità di lavoratore dipendente, tutti coloro che guadagnavano meno di 28 mila euro avevano diritto al bonus da 100 euro, oggi le cose cambiano.

La sforbiciata c’è e non è da poco. Infatti continuano a percepire l’ex bonus Renzi del valore di 100 euro (quindi 1.200 euro annuali) solo coloro che percepiscono uno stipendio inferiore a 15 mila euro all’anno.

A partire da questa soglia a salire, il bonus si calcola in proporzione, in base alle nuove aliquote Irpef previste nella fascia compresa tra 15 mila e 28 mila euro.

Continuano ad avere diritto a percepire il bonus Renzi da 100 euro anche i percettori della Naspi.

Nessun tipo di modifica invece per quanto concerne le modalità secondo le quali beneficiare del bonus da 100 euro in busta paga. Infatti, si tratta sempre di un credito d’imposta, che va ad abbattere l’importo delle tasse dovute e pertanto si concretizza in 100 euro reali in più, sul netto della busta paga.

Ciò che è importante sottolineare in conclusione sta nel fatto che il bonus da 100 euro si inserisce in automatico nella busta paga del lavoratore. Nulla vieta però di poter formulare esplicita richiesta di rinuncia, stabilendo invece di ricevere l’intero ammontare del bonus una tantum.

Sta dunque al dipendente stabilire se desidera ricevere il bonus complessivo da 1.200 euro alla fine dell’anno oppure in fase di dichiarazione dei redditi.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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