Calcolo pensione sistema misto: come funziona e a chi spetta

Il calcolo della pensione nel sistema misto. Differenza in soldi tra retributivo e contributivo. Come faccio a sapere se la mia pensione rientra nel misto?

Calcolo della pensione attraverso il sistema misto, non un gioco da bambini, ma la possibilità di capire in anticipo il valore presumibile dell’assegno previdenziale. L’INPS nel procedere alla liquidazione della pensione innesca delle operazioni dettagliate necessarie per determinare il valore del cedolino.

Un calcolo che agli occhi dei migliori esperti del settore previdenziale risulta complesso e articolato. L’individuazione dei dettagli porta a definire il sistema contributivo, il sistema retributivo e, infine, il sistema misto.

Sappiamo che la vera penalizzazione che porta in ribasso l’assegno pensione è l’applicazione del sistema contributivo. Nello stesso modo, il sistema retributivo rappresenta quel vantaggio capace di far guadagnare al pensionato più di qualche spicciolo.

Il punto ruota sul sistema misto, in cui subentrano altre sfaccettature capaci d’influenzare l’importo dell’assegno pensionistico. 

Il punto spinoso della questione ruota sull’applicazione del doppio metodo da applicare alla quantificazione dell’assegno pensione. In altre parole, in quei casi dove l’Istituto deve applicare sia il sistema retributivo che quello contributivo per determinare il valore pensionistico da liquidare al lavoratore.

In linea generale, ogni numero rilevato corrisponde a un lavoratore, ovvero ogni calcolo viene eseguito tenendo conto degli elementi strettamente legati alla carriera lavorativa, al montante contributivo e all’età pensionabile. 

Il perno principale ruota intorno alla data del 31 dicembre 1995, in quanto prima viene applicato il sistema retributivo, dopo spalmato quello contributivo nel mezzo c’è il sistema misto, ovvero per coloro che hanno maturato una contribuzione in entrambi i sistemi di calcolo. 

Sembra una sciocchezza, ma conoscere in anticipo il valore della propria pensione futura aiuta o attenua il colpo di un assegno di pochi spiccioli o, comunque, che non rappresenta il tenore di vita a cui si è abituati. Insomma, si tratta d’innescare quelle condizioni ideali che favoriscano l’ottenimento del risultato di scelte razionali necessarie per poter contare su una pensione almeno equilibrata alle aspettative.  

Ecco, perché, cercheremo di analizzare i vantaggi e le possibilità prodotte dal sistema misto. Per sapere l’importo della pensione è possibile eseguire una semplice simulazione avvalendosi dei sistemi di calcolo disponibili tra i servizi dell’INPS. E, ancora, è possibile avvalersi di altri sistemi di calcolo disponibili in vari siti online aventi un carattere strettamente previdenziale. 

In ogni caso, parliamo di simulazioni dell’importo presumibile dell’assegno pensione che potrebbe accostarsi tanto alla realtà, quanto discordarsi per errori strettamente legati al sistema di calcolo del sito. 

 Calcolo pensione sistema misto: come funziona e a chi spetta

Chi ha la prospettiva di ricevere il calcolo della pensione con il sistema misto, non va incontro a una delusione, anzi il misto produce un importo molto più alto. Infatti, se rapportiamo gli stessi valori, le medesime condizioni al sistema contributivo il risultano è sicuramente un brusco taglio del valore dell’assegno.

A incidere in favore spingendo al rialzo i valori o, meglio i versamenti contributivi ancorati al sistema retributivo.  

Purtroppo, parliamo di una possibilità non aperta a tutti i lavoratori, per cui si comprende che il meccanismo più utilizzato è il sistema contributivo.

Ti consiglio di leggere l’articolo: “Ecco chi ottiene un assegno pensione più alto dello stipendio”.

Quanti lavoratori ricevono la pensione con il sistema misto? 

Non è possibile eseguire una stima dei lavoratori che potrebbero agganciarsi a un sistema di calcolo molto più vantaggioso rispetto a quello contributivo. Non è possibile dare un numero di quanti entrano e chi resta escluso dal sistema di elaborazione misto della pensione

Sappiamo le date in cui viene applicato il sistema retributivo, conosciamo esattamente da quando decorre il sistema contributivo, ma le variabili contenute in entrambi i sistemi sono tantissime, come altrettante sono mutevoli le condizioni che si incastrano tra i due sistemi. 

Insomma, andare in pensione utilizzando il sistema misto, significa sostanzialmente ricevere un assegno conteggiato attraverso due procedure ben distinte tra loro, che unendosi scorporando il tasso di sostituzione, applicando il coefficiente di trasformazione producono la rendita mensile erogata dall’INPS. 

In ogni modo, bisogna considerare che nella fase di calcolo retributiva, l’INPS prende in considerazione lo stipendio riconosciuto al lavoratore negli ultimi cinque anni. Mentre, per l’altra parte, ovvero quella il cui riferimento cade nel sistema contributivo viene presa in evidenza la contribuzione effettiva. 

Si, precisa, altresì che il sistema retributivo viene applicato sulle quote contributive accumulate dal lavoratore fino al 31 dicembre 1995. Mentre, dal 1° gennaio 1996 e successivi periodi cadono nel sistema contributivo.

Ecco, perché il sistema misto lentamente sta scomparendo, lasciando il posto al solo sistema contributivo. Infatti, per ottenere la pensione con il sistema misto occorre che il lavoratore abbia intrapreso la carriera lavorativa accumulando contribuzione entro il 1995, per concluderla dal 1996 in poi.  

I lavoratori che hanno intrapreso un viaggio lavorativo con decorrenza dal 1° gennaio 1996 sono assoggettati al sistema contributivo puro, il che implica la presenza di un assegno più basso rispetto al misto o retributivo.  

Come faccio a sapere se la mia pensione rientra nel sistema misto?

Bisogna considerare le eccezioni in cui il lavoratore potrebbe rientrare, la presenza di contribuzione in una o più casse e tante altre variabili, prima di arrivare a un mix di conteggio applicato sia al sistema retributivo che a quello contributivo. 

Per capire esattamente se rientri nel sistema misto devi controllare la data dei primi versamenti contributivi, se appare una quota di contribuzione prima della data del 31 dicembre 1995. 

Inoltre, è importante che il numero dei contributi contenga le caratteristiche necessarie per rientrare nel sistema misto. Se così non fosse, è possibile che la simulazione della pensione produca un valore in cui emerge il calcolo prodotto con il sistema retributivo

La pensione calcolata con il sistema misto deve rientrare in specifiche condizioni disposte dalla normativa. Infatti, si parla di sistema misto se sono presenti non meno di 18 anni di versamenti accumulati entro il 31 dicembre 1995. 

La Fornero ha scombinato il calcolo misto della pensione

Il sistema misto era improntato su un conteggio diverso che prevedeva un’operazione di addizione di più quote, poi è stata introdotta la Riforma Fornero che ha fissato una diversa applicazione di calcolo spartita tra la quota A, B e C. 

Ecco, perché appare molto arduo voler quantificare l’importo della pensione con il sistema misto, spesso la parte difficoltosa è il calcolo applicato alle quote su cui cadono più variabili

Basti pensare che dalla quota A emergono le norme del sistema retributivo, mentre, la quota B prevede l’operazione di addizione della retribuzione applicata per 260 settimane, per poi sommare la parte delle settimane lavorative con decorrenza dal 1993 fino alla liquidazione della pensione. Il prodotto viene moltiplicato le settimane maturate nel periodo temporale tra il 1993 ed entro il 1995.  

Infine, la quota C incamera solo la quota contributiva per tutti coloro che hanno maturato versamenti con decorrenza dal 1996 fino alla liquidazione del trattamento previdenziale. 

Insomma, un simulatore della pensione aiuta fortemente accelerando ogni possibile passaggio, oltre a produrre un calcolo molto simile alla pensione.

Arrivano le nuove proposte sulla Riforma pensioni 2023 che spiazzano tutti, leggi l’articolo disponibile qui. 

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