Troppo caldo a lavoro? Puoi rifiutarti di lavorare senza perdere lo stipendio

Con il caldo eccessivo di quest’estate, potresti smettere di lavorare senza perdere lo stipendio: ecco quando puoi rifiutarti di lavorare per il troppo caldo.

Con le temperature sempre più alte, sono stati registrati sempre più casi in cui si assiste ad un eccessivo calore anche sul luogo di lavoro. A questo proposito, al fine di riuscire a tutelarsi al meglio devi sapere con certezza un aspetto davvero molto importante: se fa troppo caldo a lavoro, puoi rifiutarti di andare a lavorare, senza il rischio di perdere la busta paga a fine mese. 

Tuttavia, è chiaro che questa possibilità potrà essere ammessa con il troppo caldo soltanto se si verificano determinate situazioni: ecco quando ti puoi rifiutare di lavorare senza perdere lo stipendio.

Stiamo parlando, nello specifico, della tutela della salute dei lavoratori, la quale rappresenta di fatto un vero e proprio obbligo che dovrà essere garantito da parte del datore di lavoro oppure dell’azienda presso cui il soggetto svolge la propria prestazione.

A questo proposito, all’interno del seguente articolo, andremo a fornire una panoramica generale di tutti gli aspetti che attualmente contraddistinguono la possibilità per il lavoratore di rifiutarsi di lavorare, senza perdere lo stipendio, a causa del troppo caldo.

Rifiutarsi di lavorare quando fa troppo caldo a lavoro: si può! Le regole

Ebbene sì, sembra impossibile anche solo pensarlo, ma la legge prevede la possibilità per i lavoratori di rifiutarsi di andare a lavoro nei casi in cui fa troppo caldo. Si tratta di un aspetto di fondamentale importanza che viene inserito tra le condizioni di tutela della salute dei lavoratori e, di conseguenza, negli obblighi a cui il datore di lavoro dovrà sottostare al fine di garantire uno stato di benessere mentale e fisico dei suoi dipendenti oltre che della loro stessa sicurezza.

A stabilirlo è quindi l’articolo 2087 del Codice Civile, oltre che il decreto legislativo numero 81 del 2008, i quali vanno quindi a sottolineare l’obbligo del datore di lavoro alla valutazione del microclima relativo al proprio ambiente di lavoro.

Per questo motivo, proprio a seguito del controllo della temperatura di tutti gli ambienti in cui i propri lavoratori dipendenti svolgono il lavoro, egli dovrà valutare, insieme alle figure professionali preposte, alle eventuali soluzioni di miglioramento, nei casi in cui la temperatura sia troppo calda piuttosto che troppo fredda.

Perché ti puoi rifiutare di andare a lavoro per il troppo caldo

Per capire effettivamente quali sono le situazioni in cui l’attuale ordinamento concede al lavoratore la possibilità di rifiutarsi di andare a lavoro per colpa del caldo eccessivo, è importante prendere in considerazione tutti i casi che sono stati ammessi dall’articolo 2087 del Codice civile e dal decreto numero 81 del 2008.

In questo senso, per quanto riguarda il primo, si tratta dell’obbligo del datore di lavoro o dell’azienda di andare a offrire una tutela sia della salute che dell’integrità fisica e morale di ciascun lavoratore dipendente; unitamente, anche il Testo unico sulla sicurezza svolge una funzione similare a quella dell’articolo del Codice civile, andando a riportare tutte le normative volte appunto a tutelare maggiormente la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Dunque, perché ci sono dei casi in cui ci si può effettivamente rifiutare di andare a lavoro a causa del caldo eccessivo e delle temperature troppo elevate?

Perché si tratta del rischio di uno stress termico, ovvero del rischio che il sistema di termoregolazione che contraddistingue il nostro corpo possa non funzionare più correttamente, a causa dell’eccessivo calore oppure per colpa delle temperature troppo alte.

Smettere di lavorare per il caldo eccessivo e continuare ad avere lo stipendio

Dunque, ci sono quindi delle situazioni in cui la legge prevede la sussistenza di condizioni che consentirebbero al lavoratore di smettere di lavorare a causa del caldo eccessivo, pur continuando a ricevere a fine mese gli importi del proprio stipendio.

Tuttavia, si tratta di un caso che dovrà essere riconosciuto e ammesso a seguito di una pronuncia giurisprudenziale, in cui sarà necessario accertare e verificare le situazioni che potrebbero mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori. 

In questo senso, il datore di lavoro potrebbe rischiare di dover pagare i suoi dipendenti quando questi denunciano la presenza di un microclima interno negli ambienti di lavoro tale da impedire loro di svolgere correttamente le attività di lavoro. 

Nello specifico, secondo quanto previsto dalla legge potrebbe essere possibile smettere di lavorare a causa del caldo eccessivo, continuando ad accedere alla busta paga, quando il datore di lavoro non si accerti che vi sia un passaggio di aria salubre sufficiente per tutti i lavoratori consentito attraverso finestre e climatizzatori.

Gli obblighi dell’azienda di pagare lo stipendio a chi non lavora per il caldo

Sul tema della salute dei lavoratori e sul rischio delle aziende e dei datori di lavoro di dover pagare lo stipendio completo a fine mese anche a chi ha smesso di lavorare a causa del troppo caldo, si è pronunciato anche l’Inail.

A questo proposito, andando a consultare direttamente il portale ufficiale dell’Inail è possibile evidenziare una lista di varie misure di prevenzione, che potrebbero quindi essere adottate dalle aziende e dai datori di lavoro al fine di evitare che i propri dipendenti denuncino situazioni di caldo eccessivo che li potrebbe condurre a rifiutare di lavorare.

Tra questi, per un’azienda potrebbe essere sicuramente ottimale andare a consultare ogni giorno il bollettino dedicato ad eventuali allarmi allerte meteo delle città in cui sono presenti le sedi di lavoro.

Allo stesso tempo, è necessario anche andare a inserire laddove possibile dei progetti dedicati proprio alla riduzione del rischio di stress termico, attraverso la cessazione del lavoro durante le ore più calde della giornata, oppure attraverso un maggior numero di pause per i lavoratori.

Insomma, si tratti di semplici accorgimenti che permetterebbero tuttavia ai lavoratori di ricevere l’adeguata assistenza necessaria nelle situazioni in cui il caldo è davvero eccessivo ed impedisce loro di svolgere correttamente il proprio lavoro, senza mettere a rischio il proprio benessere mentale e fisico. 

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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