Canone rai in bolletta: cosa cambia nel 2022?

Il canone Rai che cos'è? Chi deve pagarlo? A quanto ammonta? Come mai si trova nella bolletta della luce? Ma soprattutto cosa cambierà da settembre 2021 e perché l'Europa vuole che il canone venga tolto dalla bolletta dell'elettricità? Scopriamolo insieme!

Image

Il famoso canone rai che da sempre divide l’opinione pubblica italiana fra favorevoli e contrari e che recentemente era stato implementato all’interno delle bollette della luce.

Come abbiamo letto su altroconsumo.it, canone.rai.it e ipsoa.it vi sono delle novità in arrivo nell’anno 2022 per il canone Rai, vediamo insieme di che si tratta!

Che cos’è il canone Rai?

Il canone Rai è una tassa di possesso, va pagata da chiunque abbia un apparecchio televisivo o radio che possa, dunque, trasmettere i canali Rai.

Il pagamento è annuale ed è valido per l’intero nucleo familiare – purché abbiano, ovviamente, la stessa residenza – e dal 2016 è stato implementato nella bolletta della luce.

Ciò significa che a priori che il televisore o l’apparecchio radio – o il pc, visto che è possibile visionare i canali rai e ascoltare la radio rai anche dal computer – vi siano o meno nell’abitazione, vi sarà la “presunzione di detenzione” e perciò verrà implementato il pagamento in fattura.

Perciò, il canone rai andrà pagato in bolletta e non più con bollettino postale ed andrà pagato sia dai residenti in Italia, sia da quelli che si trovano all’estero, purché essi abbiano un’abitazione in Italia con apparecchio televisivo/radio/computer all’interno.

L’importo dovuto è di 90 euro l’anno, ma questi non verranno pagati in singola soluzione in bolletta, vediamo perché.

Chi deve pagare il canone rai?

Il pagamento del canone Rai è dovuto a chiunque detenga uno o molteplici apparecchi che possano ricevere i programmi televisivi in chiaro – fra cui, per l’appunto, i canali Rai – questo grazie alla Legge R.D.L.21/02/1938 n.246 che obbliga al pagamento del canone TV.

Molti contribuenti hanno mosso mozioni contro il canone Rai poiché il nome stesso fa intuire che si debba pagare per i canali Rai, mentre molti – per scelta politica o per gusti personali – non ne usufruiscono.

Ebbene, il canone Rai è una imposta sulla detenzione dell’apparecchio e quindi andrà pagata a priori che si usufruisca o meno del servizio da parte dell’emittente.

Nel febbraio del 2021 il Ministero dello Sviluppo Economico-Dipartimento per le Comunicazioni ha rilasciato una lista degli apparecchi che sono soggetti al pagamento, degli apparecchi che non lo sono e degli apparecchi che rientrano nella possibilità di ricevere il segnale e la cui detenzione, quindi, obbliga al pagamento del canone rai.

Vediamoli insieme.

  • Apparecchi che non sono abilitati e non possono essere adattati alla ricezione della radiodiffusione:
  • Pc sprovvisto di sintonizzatore TV
  • Monitor per computer – purché non permetta di vedere anche la televisione 
  • Casse acustiche
  • Videocitofoni

Invece, gli apparecchi che non sono puramente atti alla ricezione ma possono essere adattati alla ricezione della radiodiffusione, sono:

  • Videoregistratore con sintonizzatore TV integrato
  • Chiavetta USB con sintonizzatore radio/TV integrato
  • Scheda per computer con sintonizzatore radio/TV
  • Decoder per la TV digitale terrestre
  • Ricevitore radio/TV satellitare
  • Riproduttore multimediale, dotato di ricevitore radio/TV, senza traduttori 

Infine, vi sono gli apparecchi che sono atti alla ricezione della radiodiffusione:

  • I ricevitori fissi per televisioni
  • I ricevitori per televisioni portatili
  • I ricevitori tv per mezzi mobili
  • I ricevitori per radio fissi
  • I ricevitori per radio portatili
  • I ricevitori per radio per mezzi mobili
  • I riproduttori multimediali dotati di ricevitori radio/TV – come tutti i cellulari che ricevono la radio

Idealmente un computer che quindi si colleghi alla rete ma non abbia un sintonizzatore dovrebbe essere escluso dal canone rai, mentre un televisore a cui venga tolto il sintonizzatore rimarrà comunque soggetto alla tassa.

Ciò decade se si pensa che – come da dati Censis – il 97,1% delle famiglie che si sono prestate all’intervista (pari a circa 20 mila famiglie italiane) ha almeno un apparecchio televisivo in casa.

Canone rai in bolletta: come funziona?

Come funziona il canone rai?

Come precedentemente specificato, da luglio 2016 il pagamento del canone Rai è stato spostato nella bolletta dell’elettricità.

Ovviamente il pagamento dei 90 euro annui della tassa di possesso di un dispositivo abilitato alla ricezione è stata rateizzata in 10 rate mensili del valore di 9 euro l’una, per il periodo compreso fra gennaio e ottobre.

Ciò significa che ogni due mesi si riceve una bolletta della luce – da gennaio ad ottobre – con la dicitura “canone rai” con 18 euro – le due mensilità – da pagare.

Il recovery plan e il canone rai nel 2022

Si è vociferato, già per il mese di luglio 2021, che il canone rai sarebbe stato rimosso dalla bolletta della luce.

Quindi addio alle dieci rate annue da  9 euro al mese presenti nella bolletta della luce sottoforma di 18 euro da pagare – da gennaio ad ottobre, come leggiamo anche su canonerai.enel.it.

Difatti il Governo Draghi avrebbe preso chiari ed inderogabili impegni con la sede di Bruxelles in cui si è impegnato ad abrogare tutte le normative che non permettessero la piena trasparenza verso il contribuente e cliente ultimo.

Il canone rai rimane comunque obbligatorio, ovviamente, ma non è più addebitato automaticamente in bolletta come in precedenza.

Ciò può essere visto come un sollievo per tutti coloro che magari non avendo dispositivi idonei – ne abbiamo parlato ad inizio articolo – si sono ritrovati a pagare obbligatoriamente una tassa di possesso per “presunto” possesso di tale dispositivo.

Certo, la riforma attuata nel 2016 aveva permesso di abbassare il canone rai dai 113 euro canonici ai 90 euro che siamo stati abituati a pagare in bolletta in questi ultimi cinque anni.

Ciò che sta allertando il Governo Draghi è che senza l’obbligatorietà in bolletta, moltissimi italiani potrebbero smettere di pagare questa tassa che di per sé porta sostanziosi introiti nelle casse statali.

Il canone rai non sarà più in bolletta?

Il canone Rai, per ancora il mese di agosto permane nella bolletta elettrica.

Pare, infatti, che il disegno di legge che avrebbe dovuto mettere un no secco sulla presenza del canone rai nella bolletta elettrica – previsto per luglio 2021 – sia slittato a settembre 2021.

Come mai questa decisione di togliere il canone rai dalla bolletta dopo averlo messo solo cinque anni or sono?

Ciò deriva dagli accordi presi dall’Italia con l’Europa per poter ottenere i fondi necessari alla ripresa; accordi che fanno parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza conosciuto come Pnrr.

L’Europa pare aver mostrato un grosso disappunto all’idea che dei rivenditori di energia elettrica potessero raccogliere soldi per spese non direttamente collegate ai costi dell’elettricità stessa.

Quindi l’ammonizione dell’Europa si basa sul fatto che così facendo i rivenditori sarebbero ben poco trasparenti sui loro costi in bolletta, idea già portata alla luce dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per quanto riguardava gli “oneri di sistema”.

Per maggiori informazioni in merito, vi lasciamo al video “ADDIO CANONE RAI IN BOLLETTA E RITARDI NEL NUOVO DIGITALE TERRESTRE DVB-T2” del canale Gesualdo Lo Monaco:

Canone rai e nuovi dispositivi: quando rottamare il proprio tv?

Come abbiamo potuto sentire anche dal video del canele Gesualdo Lo Monaco, le novità in fatto di terminali televisivi e di canali in chiaro non si limitano allo spostamento del canone Rai da dentro la bolletta a fuori. Difatti, vi è una novità per quanto riguarda le frequenze del digitale terrestre: queste ultime saranno modificate con le nuove frequenze di trasmissione Dvbt-2/Hevc e ciò comporterà lo smaltimento di moltissimi apparecchi non idonei alla ricezione di suddette frequenze.

Ma il Governo, proprio per agevolare questa transazione e renderla il più indolore possibile, ha messo a disposizione ben due bonus: il bonus tv e il bonus rottamazione tv.

Se il primo favorisce chi ha un ISEE basso – elargendo un bonus di 30 euro per l’acquisto di un decoder che renda il proprio televisore compatibile o per l’acquisto del televisore stesso – il bonus rottamazione tv non ha limiti reddituali e può essere fruito da tutti i cittadini italiani.

Funziona come una vera e propria rottamazione, perciò portando il televisore obsoleto – e soprattutto non in grado di leggere il nuovo segnale dei canali in chiaro e quindi obbligatoriamente antecedente al 22 dicembre 2018– si potrà ottenere un buono del valore del 20% per un importo massimo di 100 euro sull’acquisto di un nuovo televisore.

Il bonus verrà erogato direttamente dal negoziante abilitato.

Ulteriore chicca sta nel fatto che i due bonus sono cumulabili, quindi una famiglia con ISEE basso potrà richiedere sia il bonus tv che il bonus rottamazione tv e cumularsi insieme.

Perciò occorre affrettarsi, poiché per poterne usufruire vi sarà tempo fino al 31 dicembre 2022 o a esaurimento delle risorse finanziate, ovvero 100 milioni di euro.

Si ricorda che questo bonus è riconosciuto a tutti i residenti in Italia che risultino intestatari del canone Rai – e che lo abbiano pagato regolarmente – e permette l’acquisto di televisori compatibili con le nuove frequenze DVB-T2/HEVC Main10.

Se siete in dubbio su quale televisore comprare e se effettivamente esso sia idoneo all’acquisto col bonus, il sito del Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato l’elenco di tutti i televisori comperabili con il bonus, elencati per modello, marca e capacità.

Il bonus è valido anche per l’acquisto online di un televisore, ma in questo caso – non potendo far rottamare direttamente al gestore il televisore – bisognerà portare quest’ultimo in un centro smaltimenti e farsi rilasciare una ricevuta dell’avvenuto smaltimento con modello, marca e dati di chi l’ha smaltito.

Con la ricevuta si potrà comperare online il televisore nuovo e ottenere lo sconto.

Amazon, ahimè, è escluso dai rivenditori online che possano applicare lo sconto.

Perciò, potrete comperare il nuovo televisore dal sito di Mediaworld, di Trony, di Euronics e altri negozi di elettrodomestici online, ma non potrete comperarlo su Amazon.

Ricordiamo e ribadiamo, inoltre, che in caso di ISEE inferiore ai 20.000 euro, si potrà cumulare il bonus rottamazione tv col bonus tv, in questo caso lo sconto totale sarà pari a 130 euro.

Ricordiamo che – oltre a dover compilare l’autocertificazione sulla data di acquisto del proprio televisore da rottamare presso il sito del Ministero dello Sviluppo Economico – bisognerà anche ottenere il certificato di rottamazione o in un’isola ecologica apposita o portando il televisore presso il rivenditore.

Oltre al vecchio televisore da rottamare occorrerà portare una copia dei documenti d’identità (carta d’identità e codice fiscale).

Il venditore, attraverso il servizio online dell’Agenzia delle Entrate – dovrà inoltrare il proprio codice fiscale, il codice fiscale e il documento d’identità del richiedente il bonus, i dati del televisore – per dimostrare che esso sia compatibile con le nuove frequenze – e il prezzo finale di vendita, ovviamente IVA inclusa.

Per il rivenditore lo sconto effettuato verrà recuperato tramite detrazioni fiscali con credito d’imposta in sede di dichiarazione dei redditi, ovvero attraverso l’F24.

Dunque, una lunga serie di novità per il mondo dei televisori. Visto e considerato le statistiche italiane sull’uso dei televisori, siamo certi che il bonus rottamazione tv vedrà un utilizzo in larga scala.

Ciò è positivo nell’ottica in cui l’utente finale, per poter ottenere lo sconto, smaltirà correttamente il dispositivo obsoleto – azione non così scontata.