Cassa integrazione: 280 euro in meno e Draghi non fa nulla!

Un vuoto normativo tra la legge di bilancio e il decreto Ristori, è la causa per cui circa 6 milioni di lavoratori non percepiranno la cassa integrazione per sette giorni, precisamente dal 25 al 31 marzo. Mentre il grido di allarme, lanciato da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021 e le denunce provenienti dal mondo sindacale, hanno lasciato a oggi del tutto indifferente il governo presieduto da Mario Draghi, l'Inps interviene con un comunicato stampa fornendo chiarimenti sui periodi di copertura della misura di integrazione salariale per coronavirus.

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Circa 6 milioni di lavoratori si troveranno senza cassa integrazione Covid -19. Stanno, infatti, per scadere le 12 settimane della Cig Covid stanziata dalla legge di bilancio 2021 a partire dal 1 gennaio. Dal 25 marzo al 31 marzo non è stato previsto alcun tipo di trattamento fruibile.

Il decreto Ristori prevede la proroga della Cig covid nel 2021 per altre 13 settimane, ma a partire dal 1 aprile.

C’è, in pratica una voragine normativa fra i due provvedimenti, legge di bilancio e Decreto Ristori.

Più presamente:

  • la legge di bilancio 2021 ha esteso la cig Covid per 12 settimane a partire dal 1 gennaio 2021, quindi fino al prossimo 25 marzo;
  • il decreto “Ristori” proroga di 13 settimane la cig per tutte le aziende e di 28 settimane per quelle non coperte da cassa integrazione ordinaria, ma a partire dal 1 aprile.

Ne consegue un periodo di vacatio, non coperto da nessuno dei due provvedimenti, precisamente dal dal 25 marzo al 1 aprile.

L'Associazione chiede al Ministro del Lavoro di porre immediatamente rimedio con un provvedimento ad hoc che conceda retroattivamente la possibilità di recuperare queste risorse senza aggravare la situazione già drammatica delle aziende e dei loro lavoratori.

L’allarme di Unimpresa

La denuncia proviene da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021. Secondo l’associazione, che rappresenta le micro, piccole e medie imprese,  questo vuoto temporale  riguarda due provvedimenti: la legge di bilancio e il decreto "Ristori".

La prima norma in questione è la legge di bilancio per il 2021 che ha esteso la cassa Covid per 12 settimane a partire dal 1 gennaio di quest’anno e dunque fino al 25 marzo. 

La seconda norma è stata introdotta dal decreto Ristori, che prevede 13 settimane di Cig per tutte le aziende e 28 settimane per quelle non coperte da cassa integrazione ordinaria, ma con decorrenza 1 aprile.

Ne deriva un buco di una settimana in cui l’Inps non pagherà la cassa integrazione, vuoto che non verrà coperto né dalla legge di bilancio né dal decreto ristori.

Il grido di allarme lanciato da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021 e le denunce provenienti dal mondo sindacale hanno lasciato a oggi del tutto indifferente il governo presieduto da Mario Draghi che probabilmente trascura il danno immenso provocato in questi giorni ad imprese e lavoratori a causa di un buco normativo per la Cassa integrazione Covid-19. 

In queste ore infatti i lavoratori e le imprese che stanno ricevendo le buste paga della mensilità di marzo 2021 troveranno brutte sorprese a causa di un vuoto tra due distinti provvedimenti adottati, uno dal precedente governo Conte con la legge di bilancio per il 2021 che prevedeva 12 settimane di cassa integrazione dal 1 gennaio 2021 al 31 marzo 2021, e l’altro dall’ultimo decreto “sostegni” che prevede 13 settimane (o 28 settimane per le aziende non coperte da cassa integrazione ordinaria), ma che decorrono dal 01 aprile 2021, ha spiegato il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi.

Oltre 6 milioni di lavoratori senza Cig per 7 giorni

"La mancata copertura della Cig Covid non può lasciare indifferenti"

Questo è il commento di Giovanni Assi consigliere nazionale di Unimpresa che ritiene il contributo dell'Associazione volto all’interesse esclusivo delle imprese e dei loro lavoratori, quindi urge un immediato intervento  per coprire quella che Assi definisce "una vera e propria falla“.

“Del resto se la matematica non è un’opinione, dal 1 gennaio 2021 le 12 settimane di cassa integrazione covid previste dalla legge di bilancio 2021 scadono giovedì 25 marzo" , prosegue il consigliere nazionale di Unimipresa.

Se non si interviene immediatamente ci sono, oltre 6 milioni di lavoratori che non saranno coperti dagli ammortizzatori sociali per Covid e le aziende, già al collasso, si potrebbero trovare con delle situazioni di conflitto interno.

E’ probabile che la maggior parte di esse anticiperà i soldi in attesa che sia colmato il vuoto normativo. Ma tante si trovano già in difficoltà e non riusciranno a far fronte con le proprie tasche a questa ennesima mancanza.

“La maggior parte dei lavoratori si vedrà coperti da cassa integrazione fino al 20 o al 25 marzo 2021 restando privi di ogni tutela per i giorni seguenti e comunque fino al 31 marzo 2021.

Ma secondo Grassi il danno, già di per se enorme, non si esaurisce qui perchè per le aziende industriali che accedono alla cassa integrazione ordinaria il nuovo periodo di 13 settimane potrà partire solo dal 5 aprile 2021 (e non dal 1 aprile). Questa è un aconseguenza logica dovuta al fatto che  il sistema informatico Inps non concede la possibilità per queste aziende di fare richiesta in un giorno diverso dal lunedì ed il primo lunedì di aprile è il 5.

Quel'è il risultato finale? 

Alla fine Ogni lavoratore in cassa integrazione perderà per il solo mese di marzo dai 3 agli 8 giorni di ammortizzatore sociale (danno stimato per ciascun lavoratore dai 110 ai 280 euro) – sempre secondo le dichiarazini di Assi – ai quali si aggiungerà il danno dei primi giorni di aprile, somme che diventano mostruose (si stimano dai 200 ai 500 milioni) se moltiplicate per la platea di milioni di lavoratori in cassa integrazione in questi mesi, con il rischio che tali somme vengano richieste alle nostre aziende che si troverebbero a sborsare stipendi e contributi nonostante molte di esse siano ancora costrette alla chiusura dall’attuale lockdown.

"Chiediamo al ministro del Lavoro di porre immediatamente rimedio con un provvedimento ad hoc che conceda retroattivamente la possibilità di recuperare queste risorse senza aggravare la situazione già drammatica delle aziende e dei loro lavoratori" – conclude Assisi.

I chiarimenti dell'Inps

Tempestivo (ma non troppo visto che la denuncia di Unimpresa risale allo scorso 22 marzo 2021) l'intervento dell'Inps il quale, con un comunicato stampa del 16 aprile 2021, cerca di fare chiarezza. Nel comunicato l'Istituto spiega qual'è il lasso di tempo in cui si possono utilizzare le 12 settimane “Cig Covid” previste dalla Legge di Bilancio 2021 e le ulteriori 13 settimane stabilite dal decreto Sostegni.

Sin dalle prime battute l'Inps fa sepere che con  una circolare ad hoc, su conforme parere del Ministero del Lavoro, verrà chiarito  che in realtà non vi sono “vuoti” di copertura di cassa integrazione per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile 2021.

Infatti - si legge nel comunicato- la Legge di Bilancio riconosce 12 settimane di “Cig Covid” per il periodo 1 gennaio - 31 marzo 2021 e il successivo DL Sostegni riconosce ulteriori 13 settimane nel periodo dal 1 aprile al 30 giugno 2021.

Il primo giorno lavorativo dell’anno 2021 è stato il 4 gennaio e le 12 settimane decorrenti dal 4 gennaio terminano il 28 marzo 2021.

Dunque, nella prossima circolare in corso di emanazione da parte di Inps verrà chiarito, con parere conforme del Ministero del lavoro, che le 13 settimane del DL sostegni comprendono i periodi decorrenti dalla settimana in cui è collocato il 1 aprile.

Ciò significa che sono coperti dalla “Cig Covid” del DL Sostegni anche i giorni lavorativi del 29, 30 e 31 marzo 2021.

Pertanto non risultano periodi di scopertura per i lavoratori, salvo per coloro che hanno fatto ricorso alla CIG sabato 2 gennaio 2021 per i quali le settimane di “Cig Covid” terminavano il 27 marzo 2021 per tornare a decorrere dal 29 marzo 2021.