Pensione di vecchiaia a 56 e 58 anni nel 2023! Incredibile, chi potrà approfittarne

In pensione a 56 e 58 anni con e senza invalidità sarà ancora possibile nel 2023? Non sono poche le incognite riservate al futuro pensionistico italiano, per questo si comprendono le tante domande dei lettori. In molti cercano di capire se e come possono approfittare di uno scivolo di pensionamento, sganciandosi dalle norme imposte dalle Fornero.

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In pensione a 56 e 58 anni con e senza invalidità sarà ancora possibile nel 2023? Non sono poche le incognite riservate al futuro pensionistico italiano, per questo si comprendono le tante domande dei lettori. In molti cercano di capire se e come possono approfittare di uno scivolo di pensionamento, sganciandosi dalle norme imposte dalle Fornero.

In particolare, ci preme risponde alla domanda di Maria, che si chiede:

“Buongiorno, mi chiamo Maria scrivo da Bergamo ho 58 anni ed entro la fine del mese di settembre maturo 35 anni di contributi. Inoltre, l’ASL mi ha rilasciato un verbale d'invalidità al 100%. So che esiste la possibilità di andare in pensione, ma non ho capito bene se rientro nei requisiti. In attesa di una sua risposta, cordialmente la saluto”.

Partendo da un’analisi sommaria del quadro previdenziale, per il rilascio della pensione di vecchiaia ordinaria deve attendere dopo il 2031, ovvero al compimento dei 67 anni e otto mesi di età anagrafica. 

Tuttavia, è possibile agganciarsi a diverse scorciatoie per anticipare l’uscita dal lavoro. La prima porta alla richiesta della pensione di vecchiaia anticipata disciplinata dall’articolo 1 comma 8 del decreto Legislativo n. 503/1992.

Essendo in possesso di un’invalidità può richiedere l’adesione al trattamento di vecchiaia anticipata che scatta al compimento di 56 anni di età. Se, la Commissione ASL – INPS ha accertato la presenza di una disabilità nella misura dall’80%. Solo, in questo caso, è possibile attivare il passaggio agevolato che porta al rilascio del pensionamento ordinario anticipato.

Esistono, anche altre formule pensionistiche a cui agganciarsi, trattamenti previdenziali meglio descritti nei paragrafi successivi.

Pensione 56 e 58 anni con e senza invalidità nel 2023! Incredibile chi potrà approfittarne

Non tutti i lavoratori dipendenti possono agganciarsi a formule ordinarie flessibili anticipate. Si tratta, di prestazioni economiche ordinarie anticipate ammesse dall’ordinamento previdenziale italiano. 

Se il lavoratore ottiene il riconoscimento dell’invalidità nella misura dall’80% può permettersi un pensionamento ordinario agganciato a diversi requisiti anagrafici.

In questo caso, infatti, i lavoratori al raggiungimento dei 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne, possono richiedere l’accesso al trattamento ordinario di vecchiaia anticipata. Non va dimenticato che questa formula previdenziale prevede la presenza di un montante contributivo quantificato in 20 anni.

In pensione a 56 e 61 anni anche nel 2023! Ecco come

A differenza delle altre misure anticipate la pensione di vecchiaia anticipata non prevede una rimodulazione per il 2023. In altre parole, parliamo di una misura attiva tanto nel 2022, quanto nel 2023 a seguire. 

L’età anagrafica di 67 anni resterà bloccata fino al 31 dicembre 2024. Successivamente, in base ai rilevamenti eseguiti sulla speranza di vita dall’indice ISTAT, è possibile che l’età pensionabile subisca un adeguamento in rialzo. Tuttavia, parliamo di possibili rivalutazioni sull’età pensionabile rimandate al 1° gennaio 2025.

Oltre tutto va detto che, i lavoratori dipendenti devono risultare in possesso del certificato ASL -INPS, in cui viene accertata la presenza d'invalidità dall’80%. Inoltre, va considerare la presenza di una finestra mobile di 12 mesi.

Uscita anticipata a 58 anni, una realtà per pochi

L’uscita anticipata a 58 e 59 anni è una delle realtà previste nella misura Opzione donna. L’unico vantaggio di questa misura è rappresentato dalla possibilità di agganciarsi a una scorciatoia di nove anni, rispetto ai 67 anni di età necessari per il rilascio della pensione di vecchiaia ordinaria.

Esiste, anche la presenza di un requisito contributivo da rispettare che porta al perfezionamento di 35 anni di versamenti. L’unica pecca di questa misura è legata all’assenza della considerazione della carriera lavorativa. Infatti, l’INPS agganciata a questo trattamento pensionistico direttamente il sistema contributivo.

Intanto, le lavoratrici dipendenti e autonome per poter abbracciare la pensione donna devono aver maturato i requisiti al 31 dicembre 2021.

Le previsioni di Opzione donna per il 2023

Molto probabilmente la misura Opzione donna sarà oggetto di proroga anche per il 2023. Non si esclude che il nuovo Esecutivo introduca il differimento della misura nella Legge di Bilancio 2023.

La Riforma pensioni dovrebbe vedere la luce nel 2023, si spera nell’introduzione di diversi cambiamenti strutturali. Una scelta previdenziale che permetterebbe alle lavoratrici nate nel periodo del 1963 e 1964 di agganciarsi a un’uscita anticipata flessibile, sempre rispettando i requisiti previsti dalla misura Opzione donna.

Il nuovo Governo sembrerebbe orientato verso la proroga della pensione donna e dell’anticipo pensionistico Ape sociale.

Lo slittamento dei requisiti al 31 dicembre 2022, permetterebbe a molte lavoratrici di poter abbracciare un pensionamento anticipato. Ad oggi, i requisiti per l’accesso alla misura devono risultare perfezionati al 31 dicembre 2021.