Chi ha diritto alla pensione anticipata INPS nel 2022? 

Pensione anticipata 2022: ecco tutti i requisiti che permettono di lasciare il lavoro prima. Quando si può andare in pensione con 35 anni di contributi?

Molti lettori sono disorientati sull’argomento pensioni. Tendenzialmente non si valorizza troppo l’uscita anticipata, spesso associata a penalizzazioni, per lo più dovute all’aggancio con il sistema contributivo o, ancora, alla stessa uscita anticipata.

Non si comprende bene che la pensione anticipata altro non è che quella possibilità da afferrare al volo per evitare di collocarsi in quiescenza molto tardi.  Un’occasione sfruttabile a discrezione del lavoratore. 

La pensione anticipata è accessibile con la sola presenza del montante contributivo da tutti i lavoratori annotati presso le diverse gestioni previdenziali INPS, come: A.G.O., Gestioni speciali, Gestione separata, autonomi e parasubordinati. Un trattamento previdenziale che non contempla il requisito anagrafico. Ecco, perché è possibile uscire dal lavoro con questa misura anche prima dei 60 anni di età. 

Alla base della pensione anticipata esistono delle disposizioni normative attive dal 1° gennaio 2012. Mentre, la pensione di anzianità è un trattamento ancora attivo per tutti i lavoratori che rientrano nelle norme di salvaguardia avendo perfezionato i requisiti necessari per accedere alla misura entro la data del 31 dicembre 2011

In sostanza, la pensione anticipata è stata introdotta nel 2012 e nel corso degli anni non ha subito modifiche, anzi i criteri di ammissione alla misura restano inalterati sino al 2026.

Per questo motivo, oggi i lavoratori possono andare in pensione utilizzando questo trattamento con la presenza del solo requisito contribuito. Ecco, perché gli over 50 utilizzando questa misura possono collocarsi in quiescenza con 42 anni e 10 mesi di versamenti.

Il legislatore per armonizzare questa misura alle donne ha permesso lo sconto di appena un anno, il che porta a uscire dal lavoro a 41 anni e 10 mesi. Presente sia per gli uomini che per le donne una finestra mobile di 3 mesi

Se ti interessa sapere, quando si può andare in pensione con 35 anni di contributi, ti consiglio di leggere qui.

Chi può richiedere la pensione anticipata entro la fine dell’anno? 

Tuttavia, nel corso degli anni sono state inseriti diversi trattamenti previdenziali anticipati agganciati a un numero ben definito di requisiti anagrafici e contributivi. Non ci dimentichiamo del grande trambusto generato dallo scalone della misura sperimentale Quota 100, oggi grossolanamente sostituita da Quota 102.

Nonostante, le tante discussioni si tratta di misure pensionistiche anticipata che permettono ai lavoratori di sganciarsi dal sistema pensionistico anticipato ordinario. Un’ulteriore possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro non tenendo più conto del montante contributivo di 41 – 42 anni e 10 mesi, ma di altri criteri. 

Nello stesso tempo, sono state inserite delle maggiori tutele per i lavoratori precoci con l’introduzione di Quota 41, specie per coloro dove emerge un’anzianità contributiva antecedente ai 19 anni di età. E, se collegati a diverse categorie, come ad esempio invalidi civili, caregier, disoccupati o, ancora, lavoratori appartenenti al comparto lavori gravosi. Resta attiva Quota 41 senza limitazioni anagrafiche, ma con la presenza vincolata di 41 anni di contributi. La decorrenza della pensione è stata agganciata a una finestra mobile di 3 mesi. 

I lavoratori nati entro la data del 31 dicembre 1958 possono andare in pensione anticipata utilizzato il trattamento previdenziale Quota 102, se maturano i requisiti anagrafici e contributivi disposti dalla normativa nel periodo temporale compreso tra il 1° gennaio 2022 ed entro il 31 dicembre 2022.

Ecco, perché per il 2022 i lavoratori possono anticipare l’uscita a 64 anni, se in presenza di un montante contributivo di almeno 38 versamenti.  Anche in questo caso, la decorrenza della pensione è stata agganciata a una finestra mobile di 3 e 6 mesi a seconda del comparto lavorativo di appartenenza. 

Con 64 anni e un’anzianità contributiva di 20 anni, quale pensione mi spetta?

Esiste un’ulteriore possibilità di anticipare l’uscita a 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 20 anni, riservata a coloro che hanno iniziato i versamenti contributivi dopo la data del 31 dicembre 1995.

In linea generale, questi criteri anagrafici e contributivi vengono associati ai “contributivi puri”.

Come spiegato da Pensioni & Lavoro, è importante sottolineare che il requisito anagrafico è subordinato all’adeguamento all’aspettativa di vita ISTAT. 

In ogni caso, non è presente una finestra mobile, ma esistono dei diversi criteri da rispettare, tra cui: 

  • è necessaria la presenza di un montante contributivo accreditato non inferiore a 20 anni. In questo contesto restano validi i versamenti obbligatori, da riscatto e volontari. Non viene presa in considerazione la contribuzione figurativa come ad esempio, malattia, maternità disoccupazione e così via. 
  • il secondo vincolo che troviamo riguarda l’importo dell’assegno pensionistico, che come da normativa non dovrà scendere sotto il limite di 2,8 volte l’ammontare dell’assegno sociale. 

 Quale la differenza tra la pensione anticipata contributiva e la pensione di vecchiaia? La prima differenza sostanziale tra le due misure è legata all’età. In ogni caso, al di là delle varie condizioni parliamo della possibilità di uscire dal lavoro a 64 anni contro i 67 previsti per la misura ordinaria di vecchiaia. 

La pensione anticipata contributiva permette al lavoratore l’accesso a un’uscita più flessibile rispetto alla pensione di vecchiaia, anche se l’importo dell’assegno potrebbe risentirne in virtù dello stesso anticipo. 

Ecco tutte le possibilità per lasciare il lavoro prima 

Iniziando da Quota 100, ancora richiedibile da coloro che hanno maturato i 62 anni di età e 38 versamenti entro il 31 dicembre 2021. I requisiti congelati attraverso la cristallizzazione del diritto possono essere consumati negli anni seguenti, quindi tanto nel 2022 quanto nel 2024.

Purtroppo, la cristallizzazione del diritto viene sfruttata nel momento in cui il lavoratore perfeziona i requisiti previsti per l‘accesso a una formula previdenziale, come appunto può essere Quota 100 o altro trattamento pensionistico con le medesime caratteristiche.

Resta chiaro che fino al 31 dicembre 2022, i lavoratori possono anticipare l’uscita con Quota 102, se entro la fine dell’anno raggiungono 64 anni di età e maturano 38 anni di contribuzione. 

 Attiva la pensione donna, rinnovata nella Legge di Bilancio 2022 la misura Opzione donna. Uno strumento previdenziale che permette alle lavoratrici di avvantaggiarsi richiedendo un’uscita dal lavoro a 58-59 anni di età e 35 anni di versamenti.

Attenzione! La pensione donna prevedere il perfezionamento dei requisiti entro il 31 dicembre 2021. La pensione si ottiene con il calcolo contributivo. 

Particolari condizioni sono riservate a coloro che appartengono alle categorie di maggior tutela, come ad esempio categoria di lavoro gravoso, disoccupati, invalidi civili e caregiver.

Per questi lavoratori si attivano tutti i benefici legati all’anticipo pensionistico APE sociale. Agevolazioni che non solo permettono di anticipare l’uscita a 63 anni, ma contengono dei requisiti contributivi ridotti. Infatti, in questo caso si attivano dei benefici particolari spartiti per categorie di lavoro, che permettono un’anzianità contributiva minima di 30, 32 e 36 anni. Il legislatore ha previsto condizioni agevolate per le lavoratrici con figli, le quali possono richiedere uno sconto contributivo nella misura massima di 2 anni (1 anno per ogni figlio). 

E, ancora, sempre restando nel tema dell’anticipo pensionistico, è possibile agganciarsi allo scivolo pensionistico Isopensione aziendale.

Una misura che prevede il rilascio di un assegno al dipendente fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia. In ogni caso, questa particolare formula permette di anticipare l’uscita anche di 7 anni. Ovviamente, è necessario la presenza di un accordo tra le parti (azienda e lavoratore) e l’INPS, oltre che dai requisiti e condizioni disposti dalla normativa.  

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