Disoccupazione giovanile: chi sono i NEET, dove sono esclusi

Sai chi sono i NEET? Si tratta di quei ragazzi che non studiano e non lavorano! Vieni a scoprire le misure pensate dal Governo per loro.

Quando si parla del mondo del lavoro, non possiamo non prendere in considerazione il caso della disoccupazione giovanile. 

Secondo i dati provvisori forniti dall’ISTAT nel novembre del 2021, il tasso di disoccupazione era lievemente sceso in Italia e si attesta intorno al 9,2% complessivo. Tuttavia, è necessario prendere in considerazione che la disoccupazione giovanile, sempre stando ai dati ISTAT, si attesta intorno al 28%. 

Ma quando parliamo di giovani, abbiamo un termine che dobbiamo conoscere: i cosiddetti NEET. Tale termine è un acronimo che significa “Not in Employment, Education or Training” ossia, facciamo riferimento a quei giovani in Italia e nell’Unione Europea che non studiano e non lavorano, in età compresa tra 15 e 34 anni. 

Ecco, se consideriamo i NEET in Italia dobbiamo purtroppo sottolineare che il fenomeno è in crescita. Infatti, il nostro Paese è tra i primi in Europa per quanto riguarda la diffusione dei NEET, con una percentuale del 25%. 

Insomma, su quattro ragazzi italiani, uno appartiene a questa categoria. 

Attenzione però: rientrare tra i NEET cancella anche alcuni benefici importanti, come l’Assegno Unico Universale. 

Ma andiamo a scoprire più nel dettaglio chi sono i NEET e quanti sono, basandoci su dati attendibili raccolti da Eurostat ed altri istituti di ricerca. 

Pronti? Partiamo subito!

Disoccupazione giovanile e NEET: ecco chi sono questi giovani!

Come abbiamo specificato in precedenza, NEET è un acronimo che deriva dall’inglese “Not in Employment, Education or Training”. Di conseguenza, facciamo riferimento a quei giovani che sono in età lavorativa o di studio. 

Insomma, tutti i giovani che rientrano nella fascia di età che va dai 15 ai 34 anni che non studiano e non lavorano possono essere definiti NEET. 

Attenzione: non parliamo solo di un fenomeno italiano, ma in tutta Europa si utilizza tale termine. 

Tuttavia, come abbiamo sottolineato anche in precedenza, dobbiamo considerare che tale fenomeno si concretizza nella maggior parte dei casi nel nostro Paese. 

Ebbene, facciamo riferimento a giovani che non studiano, corsi di formazione professionale compresi e non lavorano, neanche per mezzo di contratti di stage o apprendistato. 

Devi sapere che in tutta Italia ci sono oltre 3 milioni di NEET. 

Infatti, come conferma anche questo articolo scritto dalla collega Sharon Zaffino

“Sono state poste domande a circa 3 mila studenti delle scuole superiori, i quali hanno dichiarato di avere un fratello o una sorella NEET, non impiegato in alcun tipo di lavoro, stage o tirocinio, e che non frequenti un’università o un percorso di formazione.”

Eppure, essi vanno distinti in due categorie: disoccupati ed inattivi

La prima riguarda i giovani disoccupati, ossia coloro che non sono in possesso di un impiego lavorativo, ma lo stanno cercando attivamente. 

Ecco, in questa categoria rientra solo 1 milione di NEET. 

Infatti, i restanti due milioni di NEET a livello europeo sono considerati inattivi. Questo vuol dire che facciamo riferimento a persone che non sono in possesso di un lavoro, ma non lo stanno nemmeno cercando attivamente. 

Una problematica che potrebbe diventare sempre più rilevante dopo la crisi causata dal Covid-19 che ha, di fatto, portato alla perdita di numerosi posti di lavoro, specie tra i giovani. 

Ecco quanti sono i NEET! Non solo in Italia, ma anche in Europa! I numeri!

Ma quindi, quanti sono i NEET?

Come abbiamo visto, purtroppo, il nostro Paese si trova nel podio quando si parla di NEET e di disoccupazione giovanile rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea.  

Infatti, nel nostro Paese i NEET hanno superato la quota dei 3 milioni di ragazzi che, in età tra 15 e 34 anni non studiano e non lavorano. 

Come abbiamo visto, si tratta di un rapporto percentuale estremamente preoccupante, in quanto si attesta al 25,1%. Di conseguenza, visto che la matematica non è un’opinione, un ragazzo su quattro in Italia rientra in tale categoria. 

Come abbiamo sottolineato anche in precedenza, una parte della colpa può essere attribuita al Covid-19 che ha incrementato il numero dei disoccupati tra i giovani nel nostro Paese. 

Eppure, anche se il nostro Paese si trova purtroppo al primo posto in Europa, dobbiamo anche affermare che non siamo gli unici ad avere numeri elevati. 

Ovviamente questo non deve essere una consolazione, ma un punto di partenza per una discussione più ampia, che si dovrebbe avere a livello europeo. 

Dunque, come abbiamo visto, l’Italia ha il primo posto quando si parla di NEET con una percentuale del 25,1% dei giovani. Segue la Grecia con il 21% e la Bulgaria con il 19%. 

Ultimo posto? I Paesi Bassi con il 7%. 

NEET anche oltre l’Unione Europea: la situazione in Europa!

Se usciamo dai soli territori dell’Unione, possiamo anche vedere com’è la situazione dei Paesi che non rientrano nell’Unione Europea, ma che sono geograficamente in Europa, o molto vicini ad essa. 

Ebbene, secondo i dati elaborati da Eurostat, ci sono tre Paesi che battono l’Italia in tema di NEET e sono la Turchia, dove la percentuale è al 33,6%, il Montenegro con un 28,6% e la Macedonia, con una quota di NEET del 27,6%. 

Diverso discorso per i Paesi del nord, come la Norvegia che ha un tasso del 9% di NEET e la vicinissima Svizzera, dove la percentuale si attesta al 7%. 

I NEET italiani: alcune ricerche approfondite per delineare i profili!

Ma come sono i NEET italiani? Dai dati elaborati da Eurostat scopriamo che su 3 milioni, circa 1,7 milioni sono di sesso femminile. 

Ebbene, dobbiamo sapere che, nel caso di disoccupazione giovanile delle donne, l’Italia ha un terzo delle donne disoccupate di tutta Europa. 

Andando più nello specifico possiamo identificare una percentuale del 45% tra i 15 ed i 19 anni ed una percentuale estremamente preoccupante tra i 30 ed i 34 anni, che si attesta intorno al 66%. 

Andando ad analizzare dove abitano, ci rendiamo conto che la maggior parte risiede al Sud, dove troviamo purtroppo i numeri più preoccupanti.

La situazione risulta essere drammatica in particolare in Sicilia, dove il tasso di NEET si attesta al 30,3%. A seguire abbiamo la Calabria con il 28,4% e la Campania, dove la percentuale scende leggermente al 27,3%. 

Tutto questo possiamo affermarlo dopo aver visionato i dati raccolti da ISTAT e INAPP e ripresi nel Piano NEET del Ministero del Lavoro

I NEET: le cause! Non solo la difficoltà nel trovare lavoro!

Ma per quale motivo abbiamo una così alta percentuale di giovani che non studiano e non lavorano in Italia? Beh, sicuramente trovare un impiego, soprattutto dopo il Covid-19 non è certo facile. 

Infatti, la situazione lavorativa accenna solo ora piccoli segnali di miglioramento, ma le competenze richieste spesso non appartengono a tutti i giovani italiani. 

Il premier Mario Draghi ha definito questo scenario come “Lost Generation”, ma i dati risultano essere ancora più preoccupanti del previsto. 

Infatti, la motivazione alla base dei NEET, come avremo capito, non è solo l’assenza di un lavoro. Infatti, vengono definiti NEET anche coloro che non studiano. 

Ma cosa intendiamo con ciò? Beh, dobbiamo considerare che in Italia sono aumentati notevolmente anche gli abbandoni della scuola per i ragazzi. Insomma, i ragazzi tra i 18 ed i 24 hanno, nel 2020, interrotto il loro percorso scolastico in una percentuale del 13,5%. 

Proprio per questo parliamo di una situazione preoccupante. Vuoi un dato che lo possa dimostrare?

Nella fascia scolare i ragazzi tra 15 e 19 anni che appartengono alla categoria dei NEET sono il 75% in più della media Europea. 

Discorso simile per gli universitari, dove la percentuale scende al 70%. 

NEET e aiuti del Governo! Cosa è stato messo in campo?

Ovviamente, il Governo Draghi non è certo rimasto con le mani in mano ad osservare questa critica situazione. 

Infatti, è stato stilato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il Piano NEET, allo scopo di ridurre l’inattività dei giovani italiani. 

Oltre al piano NEET possiamo anche citare alcune misure a sostegno di coloro che si trovano in stato di dosoccupazione. Niente paura, te le parla la collega Viviana Vitale in questo articolo!

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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