Nuova CIG: dal 2022 fino a 1.199 euro!

Nuova CIG: dal 2022 fino a 1.199 euro! Con il Decreto Sostegni Ter, oltre all'aumento dell'assegno, allargata anche la platea dei beneficiari!

La legge di bilancio 2022 porta grandi novità anche sul fronte della Cassa Integrazione, così come altre elementi innovativi sono stati aggiunti dal Decreto Sostegni Ter allo scopo di rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali in favore di quelle categorie che sono state maggiormente colpite dalla crisi pandemica.

A fornire delucidazioni complessive sul tema alla luce di questi cambiamenti, è stato l’intervento dell’Inps con la sua circolare del 1° febbraio del 2022, la n.18.

Rivolta più in generale a definire il quadro del sistema degli ammortizzatori sociali nel nostro paese, la circolare in merito alla nuova CIG 2022, va a specificare il suo funzionamento e i suoi destinatari, quali sono le novità relative alle anzianità dei lavoratori che ne hanno diritto, e con riferimento alla crisi pandemica, quali siano le categorie che maggiormente potranno usufruire di questa agevolazione.

Nello specifico la nuova CIG per il 2022 a fronte proprio delle criticità emerse a seguito della pandemia e per il largo ricorso che gli imprenditori hanno fatto a questo strumento, ha cambiato forma nel tipo di contributo economico salariale offerto e al contempo ha previsto un allargamento della platea dei beneficiari che hanno diritto a questo ammortizzatore.

Nello stesso tempo la nuova veste della CIG prevede la presenza di un assegno con un limite massimo di spesa valido per tutti i lavoratori che verrà erogato direttamente dall’Inps.

Queste sono le novità tracciate per grandi linee relativamente alla CIG per il nuovo anno, tuttavia prima di scendere maggiormente nel dettaglio, descriviamo che cosa è la Cassa Integrazione Guadagni e cosa è un sistema di ammortizzatori sociali.

CIG: il sistema degli ammortizzatori sociali

Per ammortizzatori sociali si intendono tutte quelle forme volte al sostegno del reddito dei lavoratori i quali si trovano in una di queste due condizioni:

–          hanno ridotto l’orario d lavoro a causa di una crisi dell’azienda;

–          hanno avuto la perdita del lavoro per cause non volontarie.

Gli ammortizzatori dunque, sono fondamentalmente forme di aiuto volte a fornire un supporto economico a tutti quei lavoratori che si trovano in una delle due situazioni di difficoltà sopra descritte, e vengono a sostegno delle aziende per fronteggiare o situazione temporanee di crisi o momenti invece di vera e propria disoccupazione.

La natura degli ammortizzatori sociali può essere differente a seconda che il sostegno venga dato all’azienda oppure direttamente al lavoratore.

Nello specifico questi ammortizzatori possono andare direttamente alle aziende, quando debbano porre in essere una riorganizzazione della propria struttura atta a contenere il costo del lavoro, oppure possono andare ai datori di lavoro perché questi possano assumere determinate categorie di lavoratori o in alternativa stipulare particolari tipi di contratti.

Questi ammortizzatori possono essere richiesti direttamente dai lavoratori nell’ipotesi che questi debbano essere ricollocati o si trovino in una condizione di temporanea disoccupazione.

Per chi fosse interessato un video tratto dal canale Mr LUL lepaghediale – YouTube, offre spunti interessanti sul tema.

CIG: ammortizzatori in caso di disoccupazione

Iniziamo analizzando gli ammortizzatori sociali che sono previsti quando si abbia la perdita di lavoro e dunque ci si trovi in una situazione di disoccupazione.

Tra questi comprendiamo la Naspi, l’Asdi e la Dis-Col.

La Naspi, Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego, è quella che nel gergo comune è definita “disoccupazione”.

È una misura volta al sostegno dei lavoratori dipendenti che abbiano perso il proprio lavoro per cause involontarie e che però abbiamo almeno uno di questi due requisiti contributivi, ossia aver cumulato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni, oppure aver lavorato 18 giorni consecutivi nell’ultimo anno.

Di solito la Naspi corrisponde alla metà delle settimane contributive lavorate negli ultimi quattro anni di lavoro e il suo importo di solito è commisurato alla retribuzione senza poter superare il limite di 1.300 euro mensili.

L’ASDI, ovvero l’Assegno Sociale di Disoccupazione, è una forma di sostegno che viene data a coloro che una volta scaduta la Naspi, non siano riusciti a trovare un nuovo lavoro e si trovano in situazioni di comprovate difficoltà economiche dimostrabili attraverso l’Isee più aggiornato.

L’ASDI viene erogato con un assegno mensile per una durata massima di sei mesi e corrisponde la 75% dell’importo della Naspi.

La Dis-Coll, ovvero la Disoccupazione per i Collaboratori, è l’indennità di disoccupazione che spetta a tutti i collaboratori a progetto iscritti alla Gestione separata INPS, i cosiddetti co.co.co che perdono il lavoro.

Tra queste forme di indennità per la disoccupazione si trova anche un’indennità definita ISCRO volta invece al sostegno dei lavoratori autonomi i quali, fino a questo momento, non avevano alcuna forma di tutela.

Si tratta in effetti, di un’indennità che è stata introdotta in modo sperimentale per gli anni dal 2021 al 2023 rivolta a tutti i professionisti che siano iscritti alla gestione separata Inps, il cui importo varia tra i 250 e gli 800 euro sulla base dell’ultimo reddito che risulta essere accertato dall’Agenzia delle Entrate e viene erogato per un periodo massimo di 6 mesi.

CIG: che cosa è, quante tipologie

Ci sono poi tutta una serie di tutele volte a fronteggiare crisi aziendali solamente temporanee caratterizzate da una riduzione dell’orario di lavoro. Rientrano tra queste, le differenti forme di Cassa Integrazione.

La Cassa integrazione guadagni, o CIG, è un ammortizzatore sociale, rappresentato da una prestazione economica consistente in un’integrazione del salario, erogata direttamente dall’INPS, in favore dei lavoratori che abbiano avuto una sospensione o una riduzione della prestazione lavorativa.

È quindi una procedura che può essere attivata in un’azienda solo quando questa ne abbia i requisiti. In base alle motivazioni per le quali questa viene utilizzata, si distingue tra:

-Cassa integrazione ordinaria (CIGO);

-Cassa integrazione straordinaria (CIGS)

-Cassa integrazione in deroga (non più fruibile dal 1°gennaio 2022).

La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, viene erogata in favore di tutti i lavoratori dipendenti delle industrie, dell’edilizia e solo in alcuni casi anche per quelli del commercio. Motivo che giustifica la sua erogazione, è che l’attività produttiva sia stata sospesa o ridotta per fattori aziendali che abbiano il carattere della temporaneità e della imprevedibilità.

La Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria viene erogata a tutte le aziende che abbiano più di 15 dipendenti, che pongano in atto processi di ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendale, o che siano interessate da crisi aziendali o finanche da procedure concorsuali.

La Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria in Deroga invece era un trattamento erogato a tutti i lavoratori che non avevano i requisiti per accedere alle prime due, ma che ad oggi non risulta più fruibile a partire dal 1° gennaio 2022.

Ultima misura che rientra in questa fattispecie di ammortizzatori sociali sono i contratti di solidarietà.

Questi non sono altro che accordi stipulati tra lavoratori e datori di lavoro con la supervisione delle parti sociali in cui si stabilisce l’orario di lavoro e contestualmente si stabilisce un’integrazione di cui si fa carico direttamente l’Inps in modo tale che il personale impiegato possa essere mantenuto costante nel numero o anche aumentato.

Questi contratti si dividono in difensivi se avendo come fine ultimo quello di evitare, in tutto o in parte, il licenziamento dei lavoratori in esubero, prevedono in caso di difficoltà aziendale, una riduzione dell’orario.

Sono invece espansivi quei contratti il cui obiettivo è quello di aumentare la forza lavoro all’interno dell’azienda interessata.

CIG: quello che succederà nel 2022

Il nuovo anno appena iniziato porterà grandi novità allo strumento della Cassa Integrazione Guadagni la cui presenza è stata particolarmente importante allo scopo di aiutare soprattutto le imprese più duramente colpite dalla crisi pandemica.

Tuttavia è uno strumento che si prevede rinnovato in alcuni elementi fondamentali. Si è deciso di cambiare in primo luogo la forma del contributo, in secondo luogo si è ampliata la platea dei beneficiari e in ultima analisi si è fissato un limite massimo di importo dell’assegno valido per tutti i lavoratori, assegno che ricordiamo viene erogato direttamente dall’Inps.

CIG 2022: cambia la platea dei beneficiari

Abbiamo detto che la CIG consiste di fatto, in una prestazione di natura economica di cui si fa carico lo stato e che va ad integrare o a sostituire completamente il salario pagato dall’azienda, la quale versa in una situazione di difficoltà in seguito alla quale gli orari di lavoro siano stati completamente sospesi o ridotti.

Con l’inizio del nuovo anno, anche a seguito dell’ampio ricorso che si è fatto alla CIG durante il periodo della pandemia, la legge di Bilancio e il successivo Decreto Sostegni Ter, hanno allargato la platea dei beneficiari di questo ammortizzatore sociale.

Nello specifico si è esteso l’utilizzo della Cigo (cassa integrazione guadagno ordinaria) e della Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) ai lavoratori a domicilio e agli apprendisti.

A queste due nuove categorie si sono estese anche le prestazioni dei Fondi di solidarietà bilaterali e il Fondo di integrazione salariale (Fis).

Nello specifico ricordiamo che si definiscono lavoratori a domicilio tutti coloro che svolgono attività lavorativa di tipo subordinato direttamente dal proprio domicilio, mentre rientrano nella categoria degli apprendisti i diversi tipi di lavoratori afferenti a diverso contratto di apprendistato.

Tra questi ricomprendiamo l’apprendistato di alta formazione e di ricerca, l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, per il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, nonché l’apprendistato di alta formazione e ricerca.

Vale la pena ricordare che per lavoro a domicilio si intende una tipologia di lavoro subordinato, caratterizzata dal fatto che la prestazione lavorativa è compiuta presso il domicilio del lavoratore.

CIG 2022: riduzione dell’anzianità

Altro aspetto fondamentale della nuova CIG del 2022, è il cambiamento del requisito dell’anzianità minima che devono avere i lavoratori per aver diritto a questa CIG che passa dai precedenti 90 giorni agli attuali 30 giorni. In questi 90 gironi si ricomprendono anche tutte le giornate:

 “di sospensione dall’attività lavorativa derivanti dalla fruizione di ferie, festività, infortuni e astensione obbligatoria dal lavoro per maternità”.

CIG 2022: massimale unico per l’assegno di 1.199 euro

Altro aspetto importante della nuova CIG è il cambiamento economico dell’integrazione salariale.

Normalmente questa è pari all’80% dell’ultima retribuzione e viene erogata dalle aziende che abbiano più di 15 dipendenti (dirigenti inclusi) a prescindere dal settore di attività, viene erogato anche in favore dei lavoratori a domicilio e degli apprendisti che svolgano per queste aziende lavoro con contratto subordinato sia all’interno che all’esterno dei locali della stessa azienda.

Con l’inizio del nuovo anno ci sono importanti novità per quanto riguarda l’importo economico dell’integrazione, perché stando a quanto statuisce la circolare dell’Inps, la n.18 del 1° febbraio 2022, si prevede il

“superamento dei previsti due massimali per fasce retributive attraverso l’introduzione di un unico massimale – il più alto, che, per l’anno 2021, è stato pari a 1.199,72 euro – annualmente rivalutato secondo gli indici Istat, che prescinde dalla retribuzione mensile di riferimento dei lavoratori”.

Questa previsione di un unico tetto massimo, viene di fatto ad eliminare una situazione di diseguaglianza per cui nello scorso anno, accanto a questo limite dei 1.199 euro previsto solo per i lavoratori del settore edile per tutti quelli che avevano  redditi pari o inferiori ai 2.159,48 euro, c’era invece un altro tetto di 998 euro lordi valido per tutti gli altri lavoratori, corrispondente dunque ad un valore ben al di sotto dell’80% della retribuzione lorda mensile.

Nulla cambia invece relativamente all’importo dell’assegno per le altre retribuzioni, in quanto se più basse di 1.200 euro lordi comunque il limite massimo non andrà a superare l’80% della retribuzione, invece se la retribuzione supera i 2.159 euro, allora il tetto limite della CIG, rimane di 1.439,66 euro.

Bisogna aggiungere che tutte le nuove regole saranno applicate alle richieste per CIG che vengano fatte esclusivamente all’anno in corso, quindi solo per 2022.

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