Andare in pensione 2023: quanti anni servono e quali sono le finestre di uscita? La guida

Chi può andare in pensione nel 2023? Ecco tutte le finestre di uscita previste dalla Manovra, quanti anni servono, e come si può lasciare il lavoro.

Chi può andare in pensione nel 2023? Dimmi di che anno sei, e ti dirò come e quando potrai andare in pensione secondo le finestre di uscite attualmente previste dal Governo nella Manovra 2023.

Mentre l’esecutivo continua a mediare sulle pensioni in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023, il quadro delle finestre di uscita per lasciare il lavoro dal prossimo anno è ormai (quasi) delineato: quanti anni servono e chi può andare in pensione nel 2023?

Ecco tutte le finestre di uscita dal lavoro confermate per il prossimo anno: chi, come e quando andare in pensione nel 2023. La guida definitiva per anno di nascita, (con chance dal 1956 al 1967).

Andare in pensione nel 2023: chi può lasciare il lavoro?

La domanda che moltissimi cittadini si stanno ponendo nelle ultime settimane è la seguente: come si va in pensione nel 2023? O meglio: chi può lasciare il lavoro dal prossimo anno e quali sono le finestre di uscita previste dal Governo?

Come ci spiega chiaramente l’immagine di Quotidiano Nazionale, ci sono diverse finestre di uscita per lasciare il lavoro nel 2023, ognuna delle quali prevede anni di nascita differenti: si parte dal 1956 (con la pensione di vecchiaia), per arrivare fino al 1967.

Chi può andare in pensione nel 2023

Cerchiamo di capire come lasciare il lavoro e andare in pensione nel 2023 in base al proprio anno di nascita, oppure quanti anni di contributi versati occorrono per richiedere il pensionamento secondo le finestre di uscita previste dalla Manovra 2023.

Andare in pensione nel 2023: quanti anni servono?

I lavoratori nati nel 1956 raggiungeranno proprio nel 2023 l’età minima per ottenere la pensione di vecchiaia (67 anni), per la quale baseranno 20 anni di contributi.

Ma anche i lavoratori nati nel 1962-63 e le lavoratrici nate nel 1963-64 potranno accedere alla pensione anticipata, purché abbiano iniziato a lavorare a 18 anni o prima e abbiano versato almeno 41-42 anni e 10 mesi di contributi.

I nati tra il 1960 e il 1967, invece, avranno parecchie strade da percorrere per raggiungere la pensione:

  • nati nel 1960 – età minima per accedere ad Ape Sociale (prorogata per un altro anno, al 31 dicembre 2023), per i lavori gravosi e usuranti;

  • nati nel 1961 – raggiungono l’età minima per accedere a Quota 103, nuova finestra di uscita in partenza dal prossimo anno;

  • nati nel 1961-62 – in pensione anticipata se hanno svolto lavori usuranti o notturni;

  • nati nel 1965-67 – potranno andare in pensione se hanno versato almeno 41 anni di contributi, con un anno di lavoro durante la minore età e, dunque, se hanno cominciato a lavorare a 14-15 anni di età. Dovranno inoltre rientrare nella categoria dei soggetti fragili, invalidi civili, caregiver, oppure se hanno svolto lavori usuranti o gravosi.

Pensione 2023 con Opzione Donna: chi potrà accedere?

Cantiere ancora aperto su Opzione Donna 2023, l’alternativa pensionistica sulla quale il Governo la stilato diverse ipotesi.

Finestra di uscita in scadenza al 31 dicembre 2022, sembrava dovesse essere prorogata come Opzione Mamma, ovvero con pensionamento in base all’età e anticipo in base al numero dei figli. Considerata poi incostituzionale, questa alternativa è stata sostituita da una semplice proroga di Opzione Donna con i medesimi requisiti previsti per il 2022.

Ad oggi chi può andare in pensione sfruttando la finestra di uscita Opzione Donna 2023?

Se dovessero essere confermati gli attuali requisiti con età minima a 60 anni, a beneficiare di questa finestra di uscita sarebbero le donne lavoratrici nate nel 1962, purché rientrino in una delle seguenti categorie: caregiver, disoccupate, invalide.

Sfruttando questa opzione, comunque, l’assegno pensionistico verrebbe penalizzato (parecchio), e calcolato interamente con sistema retributivo.

Pensioni 2023: quanti contributi servono per lasciare il lavoro?

Oltre a Opzione Donna, appena descritta, quali sono le altre finestre di uscita dal lavoro previste per il 2023? E soprattutto: quanti anni di contributi servono per poter andare in pensione nel 2023?

La novità del prossimo anno è sicuramente Quota 103, una finestra di uscita dal lavoro che prevede la possibilità richiedere la pensione a 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi versati.

Tuttavia, i lavoratori che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2022 potranno accedere anche nel 2023 a Quota 102, che prevede un’età di 64 anni e 38 anni di contributi versati.

Sfruttando l’anticipo pensionistica Ape Sociale occorrono invece:

  • 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver, invalidi;

  • 32 anni di contributi per lavoratori edili e ceramisti;

  • 36 anni di contributi per lavoratori impiegati in mansioni gravose.

Per i lavori usuranti occorrono almeno 35 anni di contributi, mentre per la pensione di vecchiaia servono almeno 20 anni di contributi (per la pensione di vecchiaia contributiva ne bastano solo 5).

Infine, per la pensione anticipata ordinaria occorrono almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini, oppure 42 anni e 10 mesi per le donne.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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