Come aumentare la busta paga nel 2023? Grazie alla Manovra per l’anno corrente, ma anche per merito di alcune introduzioni meno recenti, nuovi aumenti sono possibili durante l’anno corrente. Analizziamoli nel dettaglio.
Il 2023 è l'anno in cui molte persone potrebbero notare un aumento significativo della busta paga. Ci sono molte ragioni per questo, e in questo articolo esploreremo i dettagli e le motivazioni di questo aumento.
Le motivazioni alla base dell'aumento della busta paga nel 2023 sono molte.
Sappiamo bene che, negli ultimi anni, il costo della vita è aumentato in modo significativo, e questo ha portato molte persone a richiedere un aumento del salario per compensare questo aumento.
Molte aziende stanno investendo in tecnologie e formazione per aumentare la produttività dei lavoratori, e questo sta portando a un aumento del salario per compensare questi miglioramenti.
Indipendentemente dalle motivazioni che hanno spinto l’esecutivo a ripensare alle retribuzioni, scopriremo come aumentare la busta paga nel 2023, alla luce della recente normativa.
Aumentare la busta paga 2023: esonero contributivo IVS
La prima motivazione che permette di aumentare la busta paga 2023 si riscontra nella passata Manovra. La Legge di Bilancio 2022 ha infatti avuto il compito di migliorare le retribuzioni.
Un miglioramento che è stato ottenuto in forma di riduzione dei contributi a carico dei lavoratori. Tuttavia, per accedere a questo modo per aumentare la busta paga nel 2023 bisogna rispettare dei requisiti normativi specifici.
Nello specifico, infatti, lo sconto parziale dei contributi è stato confermato per invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS): sconto che è stato introdotto per la prima volta dalla citata legge.
Durante il corso del 2022, i dipendenti con un imponibile previdenziale mensile IVS inferiore a 2.692,00 euro hanno già ottenuto una riduzione dell'aliquota contributiva di 0,8 punti percentuali, poi aumentata a 2 punti percentuali.
La recente Legge di Bilancio ha ulteriormente aumentato questa riduzione di un ulteriore punto percentuale per i lavoratori dipendenti con imponibile contributivo mensile fino a 1.923,00 euro.
Quindi, grazie alla Manovra 2023, l’aliquota subisce una riduzione di tre punti percentuali: si passa dalle aliquote ordinarie del 9,19% e 9,49% alle aliquote, rispettivamente, del 6,19% e del 6,49%.
La riduzione, per chi supera la soglia dei 1.923 euro mensili, è invece pari al 2%. Ricordiamo però che in questo secondo caso, comunque, la retribuzione contributiva non può essere superiore ai 2.692 euro.
Va tuttavia tenuto presente che questa misura, fissando un requisito contributivo mensile, potrebbe essere valida solo per alcuni mesi del 2023 e non per altri, e anche in misura diversa a seconda dell'importo raggiunto dall'imponibile contributivo in ogni singolo mese.
Inoltre, si deve considerare il fatto che anche sugli importi risparmiati andrà versata L’IRPEF, oltre che le addizionali (sia regionali che comunali).
Come aumentare la busta paga nel 2023: i premi di risultato
Un secondo modo da considerare da chi si chiede come aumentare la busta paga nel 2023 è legato ai cosiddetti premi di risultato*.*
Una volta ricevuti i premi di risultato durante l’anno, infatti, i dipendenti potranno contare su una riduzione delle tasse sui suddetti premi.
Ricordiamo che il premio di risultato è una forma occasionale di compensazione che viene riconosciuta solo quando l'azienda raggiunge gli obiettivi prefissati.
La normativa fiscale per tali premi, generalmente, prevede un'imposta sostitutiva del 10% che sostituisce Irpef e le addizionali regionali e comunali.
Tuttavia, i premi di risultato devono soddisfare alcune caratteristiche specifiche, come ad esempio essere variabili e legati ai progressi nella produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, che possono essere verificati e misurati. Inoltre, la riduzione fiscale è limitata a un importo massimo annuale di 3.000 euro e ci sono ulteriori requisiti stabiliti dai decreti attuativi.
Nel 2023, la misura dell'imposta sostitutiva sul premio di risultato viene ridotta dal 10% al 5%, mantenendo tutti gli altri requisiti previsti dalla legge. Inoltre, i dipendenti hanno la possibilità di optare per la tassazione ordinaria con un'aliquota Irpef non inferiore al 23% più le relative addizionali regionali e comunali.
In ogni caso, è bene ricordare che la riduzione delle tasse sui premi di risultato sarà valida soltanto a quelli percepiti durante l’anno corrente, ma che si riferiscono al 2022: si tratta di premi di risultato già oggetto di accordi sindacali depositati in precedenza.
Il futuro dell'aumento della busta paga
È difficile prevedere con certezza il futuro dell'aumento della busta paga, ma ci sono alcune tendenze che suggeriscono che questo trend continuerà nei prossimi anni.
Ad esempio, l'aumento della domanda di lavoro e l'investimento nelle tecnologie continueranno a spingere verso un aumento del salario. Inoltre, molte aziende stanno diventando sempre più consapevoli dell'importanza di offrire un pacchetto salariale competitivo per attrarre e mantenere i lavoratori migliori.
Tutto questo, indipendentemente dagli esoneri e dagli sconti contribuivi concessi dallo Stato.
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