Diventare agente di commercio: ecco come fare!

Oggi non è impossibile diventare agente di commercio, è sufficiente una buona formazione e conoscere i passi per muoversi su questa strada. La direzione è quella della libera professione e la partita iva è il mezzo per percorrerla, tra Fisco e contributi previdenziali. E anche per l’agente di commercio arriva in soccorso il regime forfetario!

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Diventare agente di commercio equivale a cominciare una professione altamente qualificata e vitale per le aziende nello sviluppare il settore vendite.

È essenziale sapersi relazionare efficacemente con i clienti e mettere su una rete di contatti e canali in cui piazzare i prodotti dell’azienda o delle aziende per cui si opera. 

Quindi come fare a diventare agente di commercio? Oltre le competenze personali è fondamentale avere i requisiti per iscriversi al registro degli agenti di commercio presso la CCIAA

L’agente di commercio lavora per mezzo di un incarico al fine di promuovere prodotti e chiudere contratti in una zona circoscritta. Nella propria attività può operare come monomandatario o plurimandatario, a seconda che l’incarico provenga da una o più aziende.

In buona sostanza diventare agente di commercio implica cominciare un’attività imprenditoriale vera e propria, lavorare coi propri tempi e guadagnare in percentuale ai contratti conclusi!

Cosa significa diventare agente di commercio

Come detto, diventare agente di commercio è sinonimo di essere un imprenditore. L’agente di commercio infatti opera in autonomia, in nome e per conto dell’azienda o delle aziende che gli hanno affidato un mandato.

Agire in nome e per conto di un terzo, in questo caso di un’impresa, significa averne la rappresentanza e quindi avere il potere di concludere contratti in suo nome. Senza preventiva accettazione. Da qui si capisce come mai sia necessario possedere dei requisiti professionali e soprattutto morali!

Il rapporto dell'azienda con l’agente di commercio è regolato da un contratto di agenzia senza vincoli di subordinazione! Pertanto diventare agente di commercio vuol dire regolare il lavoro in base alle proprie esigenze, ai propri orari e con il modus operandi più opportuno.

Quello che conta è raggiungere i risultati economici prestabiliti con l’azienda, nei termini concordati nel contratto di agenzia. Alla base del lavoro dell’agente di commercio c’è la costruzione di una fitta rete di contatti e di relazioni attraverso cui promuovere i prodotti dell'azienda di cui si ha mandato.

Il compito dell'agente di commercio è principalmente incrementare il fatturato delle aziende e sponsorizzare i nuovi prodotti presso i rivenditori. Soprattutto quando si parla di un'azienda giovane e alla conquista di fette di mercato.

Ergo, per diventare agente di commercio sono sì fondamentali le capacità relazionali ma anche competenze specifiche: conoscenza del prodotto e conoscenza dei canali di vendita.

Non solo doveri, andiamo a vedere quanto guadagna un agente di commercio.

È bene sapere che il guadagno per chi mira a diventare agente di commercio, sarà in percentuale all'importo degli affari procurati e dei contratti chiusi grazie al proprio operato. Ciò prende il nome di provvigione! Da tenere in considerazione che a volte è previsto un rimborso spese fisso.

Ad ultimo è importante sottolineare che per diventare agente di commercio è necessaria la partita iva. Questo non deve apparire un limite poiché, oggi, per chi si affaccia ad aprire la partita iva esistono agevolazioni come il regime forfetario. Che approfondiremo più giù. Quindi un bravo commercialista può aiutarci a dare il "via" alla nostra attività di intermediazione commerciale!

Il video seguente riassume l'iter da seguire per cominciare produttivamente questo tipo di attività! L'avv. Carlo Alberto Micheli, fondatore di MyAccounting.it, riesce abilmente a spiegare tutti i passi da percorrere per diventare agente di commercio.

I requisiti per diventare agente di commercio

Per diventare agente di commercio non è più necessario iscriversi all'apposito registro, chiamato ruolo degli agenti di commercio. Che era tenuto presso le camere di commercio con la funzione di elencare i soggetti abilitati ad esercitare legalmente l’attività.

Ad ogni modo per cominciare l'attività di agente di commercio bisogna essere in possesso di alcuni requisiti, professionali e morali.

Innanzitutto per diventare agente di commercio, bisogna avere cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Ue, oppure in alternativa, avere un valido permesso di soggiorno per residenti in Italia. Serve inoltre essere in possesso del diploma di scuola secondaria superiore in indirizzo commerciale. Oppure laurea in indirizzo economico o giuridico

Venendo ai requisiti professionali, chi vuole diventare agente di commercio deve alternativamente:

  • aver frequentato e superato il corso professionale per l’intermediazione commerciale;
  • avere esperienza per almeno 2 anni negli ultimi cinque in qualità di: venditore piazzista, dipendente con mansioni organizzativo-direttive nel settore vendite, esercente in proprio di attività commerciale o artigiana con relativa vendita. 

Per quanto riguarda i requisiti morali, questi evidenziano l’affidabilità dell’agente di commercio e cioè la sua capacità di mantenere un rapporto fiduciario nei confronti dell’azienda che rappresenta, tutelandone il buon nome, e verso la stessa clientela.

Pertanto è necessario:

  • non essere giudizialmente interdetto o inabilitato;
  • non aver subito condanna con sentenza passata in giudicato per reati contro il patrimonio, la giustizia e la pubblica amministrazione, per omicidio, furto e per qualsiasi altro delitto che comporti la reclusione dai 2 ai 5 anni.

Decisamente importante è ricordare che l’attività dell'agente di commercio è incompatibile con quella di lavoro dipendente. L’esercizio dell'una esclude l’altra.

Altra incompatibilità si ha con l’attività di mediatore o comunque con l’iscrizione nei relativi albi.

Come diventare finalmente agente di commercio

Arrivando al dunque, per esercitare la professione e diventare agente di commercio serve partecipare ad uno specifico corso professionale riconosciuto dalle Regioni.

I focus alla base del corso sono: la ricerca analitica del prodotto e lo studio del cliente, creazione e sviluppo del Portafoglio clienti, l’organizzazione di incontri e conferenze per la costruzione della rete dei contatti, l’interazione col cliente via telefono e social, il processo di vendita e le sue fasi.

Frequentato positivamente il corso professionale, al suo termine viene rilasciato l’attestato di partecipazione.

Il corso professionale per agenti e rappresentanti di commercio non è altro che una formazione sulle tecniche di vendita base utili per diventare agente di commercio e per esercitare con profitto la professione. Ma il discorso non vale, come detto più su, per chi ha già fatto esperienza nel settore delle vendite.

Non importa se in qualità di dipendente o lavoratore autonomo, chi ha avuto esperienza lavorativa nelle vendite per almeno 2 anni negli ultimi 5, può evitare di seguire il corso professionale per agenti e rappresentanti di commercio, passando direttamente allo step successivo. 

Ovvero l'iscrizione al registro delle imprese presso la CIAA. E per farlo bisogna presentare presso la camera di commercio la documentazione che certifica il possesso dei requisiti, professionali e morali. Dopodiché, ottenuta l’iscrizione, avremo raggiunto l’obiettivo di diventare agente di commercio e potremo cominciare l’attività di intermediazione commerciale!

Come fare? È semplice, attraverso una S.C.I.A. presentata da un commercialista. Questa deve riportare:

  • il diploma commerciale o la laurea;
  • l’attestato di partecipazione al corso professionale oppure l’autocertificazione della pregressa esperienza lavorativa nel settore vendite;
  • il contratto di agenzia con il quale si opererà.  

Tutto questo viene allegato a ComUnica, la comunicazione di inizio attività atta ad informare il Registro delle Imprese che si sta dando inizio all’attività imprenditoriale. Una volta terminata questa procedura, finalmente si sarà riusciti a diventare agente di commercio!

L’Ente potrà effettuare dei controlli di merito al fine di accertare l’effettiva presenza dei requisiti morali e professionali autocertificati.

In caso, però, dovesse risultare una carenza dei requisiti professionali, morali o legali, il Registro delle imprese ha il potere di emanare il divieto di proseguire l’attività e la relativa cancellazione dal registro degli agenti di commercio. È tra i diritti dell’interessato, ovviamente, risolvere questi problemi di congruità dei requisiti entro 30 giorni, adeguandosi alla normativa.   

Regime fiscale per diventare agente di commercio

Arriviamo alle tasse ed ai contributi che bisogna tenere in considerazione per diventare agente di commercio.

Aprire la partita iva nasconde un costo implicito, ovvero quello per la tenuta della contabilità da corrispondere al commercialista. Che però è di gran lunga il costo meno impattante sui guadagni dell’attività dell’agente di commercio.

Affrontiamo in prima battuta le tasse. Si tratta sostanzialmente dell’Irpef e delle sue addizionali. Le nuove aliquote Irpef appena varate per il 2022 si aggirano dal 23% al 35%, passando per il 25%. Per redditi nella media. Pertanto bisogna sottrarre dagli incassi, le provvigioni, la percentuale dell’aliquota irpef di riferimento applicabile al reddito conseguito nell'anno.

Vale la pena ricordare che il regime forfetario, introdotto nel nostro sistema fiscale dalla legge di stabilità 2015, è una valida soluzione per risparmiare!

Difatti il forfetario prevede la tassazione del reddito ad un’aliquota del 15% e, per i primi 5 anni di attività, la riduzione della stessa al 5%. Non solo, l’iva non viene applicata alle fatture di vendita e ciò comporta per l’azienda mandataria un risparmio nel pagamento della provvigione all'agente. Ovvio che diventare agente di commercio fatturando senza iva può determinare un bel vantaggio!

Quindi, il reddito dell’agente di commercio che aderisce al regime forfetario è tassato normalmente con un’aliquota agevolata del 15%, di gran lunga inferiore rispetto al normale. Ma qual è il reddito su cui calcolare l’imposta? 

Il cosiddetto reddito imponibile è dato dall’applicazione di un coefficiente di redditività, che abbatte il fatturato, ed è pari al 62%. Vengono quindi attribuiti forfetariamente dei costi per il 38% del fatturato.

D’altro canto, diventare agente di commercio aderendo al regime forfetario significa non scaricare l’iva sugli acquisti e rinunciare alle deduzioni e detrazioni d’imposta come ad esempio i bonus per le ristrutturazioni

Vi è però un elemento che abbatte il reddito, per pagare meno tasse: i contributi previdenziali. Gli unici oneri deducibili dal reddito sono, difatti, i versamenti verso Inps e Enasarco.

Rimaniamo in tema contributi, per diventare agente di commercio bisogna infatti versare annualmente le ritenute previdenziali obbligatorie all’Inps, suddivise in 4 rate di pari importo, con le seguenti scadenze: 16 maggio, 20 agosto, 16 novembre, 16 febbraio.

Si utilizza il modello F24 e l’ammontare nel 2021 è stato pari ad € 3.836,16 per gli artigiani ed € 3.850,52 per i commercianti. Ovvero il 24% del reddito minimale assoggettato a contribuzione.  

Invece la contribuzione per redditi che eccedono il minimale, che nel 2021 era pari ad € 15.953,00, le scadenze sono quelle del pagamento delle imposte sui redditi. 

Purtroppo dobbiamo informare chi vuole diventare agente di commercio che in tale attività è prevista una doppia contribuzione previdenziale. Oltre quella all’Inps la contribuzione all’Enasarco

L’Ente di previdenza integrativa degli agenti e rappresentanti di commercio svolge il suo delicato ruolo a fronte di un contributo, pari al 17%, destinato dagli intermediari del commercio. 

È fondamentale tenere presente che questo contributo è per metà a carico dell’agente di commercio e metà a carico dell’azienda mandataria per la quale si lavora.

L’8,5% deve essere esposto in fattura ed è a carico del mandatario, il quale versa l'importo direttamente all’Enasarco. 

Anche la ritenuta previdenziale all’Enasarco è deducibile dal reddito e per il suo intero ammontare: la metà a carico dell'agente di commercio e la metà a carico del preponente o mandatario.