Come faccio a sapere se il mio stipendio è giusto?

Dove si può controllare la busta paga? Come capire se busta paga e corretta? Cosa controllare in busta paga?

Hai il dubbio che la tua busta paga non sia esatta e non sai cosa fare? Sai che l’errore nei calcoli può sempre capitare e allora che fare? Non vuoi fare questioni, ne tantomeno perdere soldi. La questione non è mai semplice. Tuttavia cercheremo d’individuare gli elementi essenziali dello stipendio, per meglio comprendere il reale valore di punti che compongono la busta paga.

Il nuovo regime fiscale non ha sicuramente migliorato le cose. D’altra parte, il Governo Draghi ha introdotto tante novità sugli stipendi. 

Per fugare ogni dubbio, non ci resta che approfondire l’argomento andando a verificare tutte le nuove regole introdotte dalla riforma fiscale. C’è da dire che le novità incidono sul valore dello stipendio, per questo motivo analizzeremo i contenuti chiave della busta paga. 

Una breve guida alle istruzioni che compongono la busta paga. Ti spiegheremo, quali sono le ultime novità introdotte sugli stipendi. 

Come faccio a sapere se il mio stipendio è giusto?

Il dubbio sorge dal momento il cui confronti gli importi della busta paga attuale con quelli percepiti nel 2021. La discrepanza è notevole, questo perché sono state introdotte le nuove aliquote IRPEF che difatti hanno modificato il valore del bonus Renzi. Oltre tutto, il datore di lavoro non eroga più gli assegni familiari in busta paga. 

Ecco, perché, le novità sono tante, spesso cambiano le modalità di erogazione e questo porta a registrare una riduzione dello stipendio. 

Il nuovo sistema fiscale introdotto da marzo 2022 ha modificato gli importi degli stipendi. Nel merito, va detto, che le nuove aliquote IRPEF hanno prodotto dei vantaggi per pochi. Infatti, il beneficio maggiore è stato registrato per i lavoratori che rientrano nella fascia reddituale compresa tra 15 mila ed entro 50 mila euro. 

 L’altro punto che porta in riduzione la busta paga riguarda la decurtazione degli assegni familiari. Ad oggi, l’INPS non eroga più questo beneficio, perché è stato sostituito ampiamente dall’assegno unico universale a favore dei figli. 

Arriva il trattamento integrativo che cambia la busta paga

Oggi, non esiste più l’ex bonus Renzi, per l’effetto del taglio delle aliquote IRPEF sono stati modificati anche diversi importi che arricchivano la busta paga. C’è anche il tassello delle detrazioni che ha mandato il tilt tante famiglie. 

Per questo motivo, non ci resta che analizzare i passaggi cercando di capire il problema principale che potresti riscontrare nel calcolo della tua busta paga.

È possibile che conti alla mano tutto fili liscio e che prendendo atto delle nuove disposizioni il valore sia giusto. In ogni modo, è importante comprendere che il trattamento integrativo per i redditi compresi tra i 15mila euro ed entro i 28 euro non viene inserito in busta paga, ma viene richiesto in fase di dichiarazione dei redditi. Oltre tutto i valori sono cambiati, quindi questo ti porta a comprendere che sono saltati i 1.200 euro pieni annui. 

Anche, perché se il tuo reddito supera il valore di 15.000 euro non ti spetta il contributo in busta paga.

In ogni caso, occorre prestare molta attenzione, perché è il cambio di regole improvviso e tempestivo che induce in errore e comporta sempre delle spiacevoli conseguenze. 

Cosa devo controllare nella busta paga?

Nei paragrafi precedenti il discorso è caduto in più occasioni sulle novità introdotte dal Governo Draghi, questo per far comprendere da subito che il valore dello stipendio è stato condizionato da diversi interventi resi operativi dall’Esecutivo per l’anno in corso. 

Ecco, perché il passo successivo resta quello di capire il meccanismo della busta paga con tutte le sue caratteristiche. 

La busta paga non è altro che il documento con il datore di lavoro certifica la presenza del rapporto di lavoro, oltre che a dimostrare l’avvenuto pagamento della paga.

Ecco, il motivo, per cui il lavoratore riceve la busta paga su base mensile. In sostanza, da un lato il datore di lavoro emettendo la busta paga si mette al riparo da eventuali penalizzazioni legate all’assenza del documento, dall’altra certifica le ore e le giornate di lavoro effettuate dal lavoratore. 

È importante comprendere che due sono gli elementi fondamentali da controllare nella busta paga. Il primo punto ruota sull’individuazione delle competenze con cui è stato assunto il lavoratore. Da questo punto si distingue una quota variabile e una fissa. 

L’altra questione ruota sulle trattenute che si riferiscono alla presenza del numero dei contributi versati, alla quota delle tasse spartite tra previdenziali e fiscali. 

Da cosa dipende il valore dello stipendio in busta paga?

Capire da cosa dipende il valore in busta paga è il primo passo per comprendere, se lo stipendio rapportato alla mansione svolta o meno. Oltre tutto, serve per individuare la base della retribuzione. 

Nel merito, va detto, che questo è forse il primo aspetto fondamentale da verificare per appurare la presenza di anomalie rispetto a quanto si presuppone debba essere lo stipendio. O, ancora per eliminare ogni forma di dubbio sulla correttezza della busta paga. 

Il lavoratore che intende verificare la base della propria busta paga, deve verificare le ore di lavoro, il valore dei contributi, la presenza delle ferie utilizzate e accumulate nel periodo di un mese e, infine, la presenza o meno dei permessi di lavoro. 

Nello stesso tempo, non si esclude che vengano rilevati altri elementi che confluiscono nello stipendio. Questo è un discorso che investe sempre il voler riconoscere la presenza di un eventuale errore o discrepanza sul valore di quanto dovuto. 

Tutto potrebbe sembrare semplice, ma in realtà in questo modo non si fa altro che individuare arbitrariamente quelle condizioni che portano all’individuazione degli elementi comuni da riscontrare nella busta paga. 

Ed è possibile che per errore di conteggio si vadano a non considerare delle voci importanti o necessarie, finendo per incrementare i dubbi. 

Oltre tutto va detto che, esistono delle aziende che inseriscono e riconoscono ai propri lavoratori degli incentivi sul lavoro da inserire in busta paga. Ecco, perché, non è mai consigliabile confrontare lo stipendio dei colleghi. 

Come riconoscere la quota fissa da quella variabile in busta paga?

Abbiamo ben compreso che gli elementi che portano all’individuazione della busta paga possono essere tantissimi. L’ideale sarebbe quello di approfondire un discorso unico, rivolto al singolo lavoratore.

In questo caso, l’individuazione dei punti salienti della busta paga risulterebbe personalizzato. Andando ad ampliare il discorso i dati potrebbe essere sfalsati per l’introduzione di elementi nuovi, come ad esempio la presenza degli incentivi sulla produzione e così via. 

In ogni caso, ciò non toglie che andremo a verificare la presenza della quota fissa e quella variabile, elementi che portano a contraddistinguere la retribuzione percepita dal lavoratore mensilmente. 

Per questo motivo, appare importante riconoscere la retribuzione fissa o, meglio la quota fissa che non subisce variazione.

In questo senso, vengono presi in considerazione gli elementi decisivi previsti dal CCNL, per cui, il riferimento cade sul minimo base riconosciuto al lavoratore, sulla presenza dell’indennità di contingenza, sulla presenza dell’eventuali detrazioni fiscali e così via.

Oltre tutto rientrano in questo contesto gli scatti di anzianità, l’EDR, e il superminimo. 

Nella quota variabile rientrano tutti gli elementi non rilevabili dal lavoratore. In quest’ultimo contesto rientrano le festività, la quattordicesima, il TFR e ancora altri elementi. 

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