Congedo parentale per le famiglie: chi può richiederlo?

Nuovi aiuti in arrivo per le famiglie: la Ministra Elena Bonetti ha annunciato lo stanziamento di 290 milioni di euro per finanziare il congedo parentale retribuito al 50% e il bonus baby sitter. Ecco la notizia che tutte le famiglie stavano aspettando.

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L’aumentare delle nuove zone rosse su tutto il territorio nazionale inizia a preoccupare il Governo: è già pronta la nuova stretta per tutta l’Italia da mettere in atto per la settimana di Pasqua. In particolare, per il 3, 4 e 5 aprile è prevista l’introduzione di una zona rossa a livello nazionale, mentre dal 15 marzo al 6 aprile tutte le Regioni gialle passeranno in automatico in zona arancione. L’Italia si tinge di scuro, le scuole e i negozi iniziano a chiudere e ai cittadini vengono limitati gli spostamenti. Una zona rossa che purtroppo conosciamo bene, alla luce di un anno di pandemia che stiamo vivendo. 

Mentre si attendono gli aiuti del Decreto Sostegno, la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti ha già annunciato che sono in arrivo 290 milioni di euro di fondi per finanziare il congedo parentale, in conseguenza dell’aumento delle zone rosse.

Le richieste, scadute il 31 dicembre 2020, sono poi ripartite dal 1° gennaio 2021 e in conseguenza delle nuove chiusure hanno reso necessario un nuovo finanziamento retroattivo anche del bonus baby sitter per le famiglie. Ma come funzionano i congedi parentali per le zone rosse? Quanto spetta alle famiglie e chi lo può richiedere? Ecco una guida completa al congedo parentale: dai requisiti alla retribuzione, dalla scadenza al rinnovo.

Congedo parentale e bonus baby sitter: in arrivo 290 milioni

In concomitanza alle nuove restrizioni e alle nuove zone rosse che verranno introdotte da lunedì 15 marzo, le Regioni avevano chiesto al Governo un relativo sostegno per le famiglie in difficoltà anche a causa della didattica a distanza dei figli. 

Proprio per questo motivo, la Ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha annunciato lo stanziamento di 290 milioni di euro per finanziare i congedi parentali per i genitori con figli impegnati nella didattica a distanza o costretti a seguire misure di isolamento o quarantena a causa del Covid-19. Prevista anche la reintroduzione del bonus baby sitter fino a 100 euro a settimana per alcune categorie di lavoratori.

La risposta del Consiglio dei Ministri è arrivata in tempi rapidi, in occasione della riunione per il via libera al decreto Covid relativo al periodo di Pasqua e Pasquetta. I nuovi congedi parentali daranno diritto ai genitori che ne fruiranno di ricevere una retribuzione pari al 50% dello stipendio consueto, ma si dovranno richiedere in modo alternato, da uno solo dei genitori.

Ristori rapidi: le richieste delle Regioni

Oltre a richiedere un nuovo finanziamento dei voucher e dei bonus per le famiglie, la Conferenza delle Regioni – tramite il Presidente Stefano Bonaccini – ha richiesto al Governo l’introduzione di ristori immediati con la previsione della cancellazione dei Codici Ateco per l’accesso dei contributi a fondo perduto.

Si attende, nei prossimi giorni, il varo del primo provvedimento economico del Governo Draghi: il Decreto Sostegno. Al suo interno dovrebbero confluire aiuti per famiglie, lavoratori e imprese colpite dalle chiusure legate alle restrizioni causa Covid-19 e dalla pandemia attualmente in corso in tutto il mondo.

Vediamo nel dettaglio quali sono le opportunità, le misure, i bonus in arrivo per le famiglie e come funzionano i nuovi congedi parentali causa Covid per le nuove zone rosse.

Congedo parentale, cos’è e come funziona

Il congedo parentale è un bonus dedicato alle famiglie che si trovano in difficoltà a causa delle restrizioni legate all’introduzione di nuove zone rosse, che comportano la conseguente chiusura delle scuole (nelle zone dove si registrano contagi oltre la soglia di 250 casi Covid ogni 100 mila abitanti) e l’adozione di metodi di didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Per fronteggiare la nuova stretta introdotta dal Governo, quindi, uno dei due genitori (alternativamente, ma uno alla volta) potrà richiedere il congedo parentale retribuito al 50% per i figli fino a 14 anni, mentre per i ragazzi dai 14 ai 16 anni il congedo potrà essere fruito, ma senza retribuzione.

L’idea è quella di estendere gli aiuti alla più ampia platea possibile, includendo anche i lavoratori autonomi e non solo i lavoratori dipendenti. Ma gli autonomi potranno godere di un’altra misura: il bonus baby sitter. 

Bonus baby sitter, 100 euro a settimana: ecco per chi!

Elena Bonetti ha annunciato su Facebook che i 290 milioni di euro in arrivo nei prossimi giorni – previsti dal decreto Covid del Governo – saranno destinati non soltanto al finanziamento del congedo parentale retribuito al 50% per le famiglie che si trovano nelle zone rosse, ma anche per una nuova misura: il bonus baby sitter.

A differenza dell’aiuto che già conosciamo (che prevede un bonus mensile di 600 euro da destinare alle famiglie), il nuovo bonus baby sitter avrà un valore fino a 100 euro a settimana, ma lo potranno richiedere soltanto alcune categorie di lavoratori.

In particolare, la platea di beneficiari comprende – stando alle indiscrezioni di fonti vicine a Palazzo Chigi – i lavoratori autonomi, le forze dell’ordine e gli operatori sanitari con figli fino a 14 anni. Previsto anche il diritto allo smart working per i genitori con figli fino a 16 anni a carico.

Il nuovo bonus baby sitter da 100 euro a settimana non sostituisce il bonus baby sitter da 600 euro che possono richiedere tutti i genitori lavoratori dipendenti pubblici o privati, compresi anche i lavoratori autonomi. Tuttavia, il bonus baby sitter non è compatibile con il congedo parentale: occorre scegliere se fruire dell’una o dell’altra misura. Quale conviene davvero?

Congedo parentale, come funziona il rimborso al 50%

Le nuove misure introdotte dal Governo dovrebbero avere effetti retroattivi, andando a coprire anche il periodo nel quale non erano previsti gli aiuti alle famiglie. In questo modo, i genitori che hanno un figlio fino a 14 anni, o in presenza di alunni con particolari disabilità, che sta svolgendo la didattica a distanza a causa di quarantena, isolamento o restrizioni legate alla chiusura in zona rossa, potranno richiedere il congedo parentale.

La retribuzione spettando a uno dei due genitori che può richiedere il congedo è pari al 50% della normale retribuzione percepita e la contribuzione figurativa per i beneficiari.

Chi richiederà il congedo parentale per un figlio dai 14 ai 16 anni, invece, non avrà diritto al rimborso.

Cosa significa bonus retroattivo?

La stessa Ministra Elena Bonetti, nei giorni scorsi, aveva spiegato il significato di bonus retroattivo, ovvero valido dalla scadenza precedente delle misure. Il congedo parentale era scaduto al 31 dicembre 2020, ma le famiglie si sono trovate a sopperire la chiusura delle scuole senza poter beneficiare di alcun sostegno statale.

Il Decreto Sostegno (ex Ristori 5) era previsto fin da gennaio, ma a causa del cambio di regia a Palazzo Chigi i tempi si sono dilatati estremamente, fino ad arrivare a metà marzo.

Per tutto questo periodo, quindi, le famiglie non hanno beneficiato di alcun bonus e dunque il nuovo provvedimento economico – che da solo vale 32 miliardi di euro – andrà a coprire il “buco” formatosi nel corso delle settimane.

Congedo parentale: chi può richiederlo?

Come detto, l’idea del Governo è quella di ampliare al massimo la platea delle famiglie beneficiare del congedo parentale per venire incontro alle esigenze e alle difficoltà riscontrate nel corso della pandemia. La chiusura delle scuole è una misura dolorosa, ma necessaria nel momento in cui i contagi aumentano anche tra i più giovani. L’ultimo monitoraggio ISS ha allargato ulteriormente il numero delle Regioni attualmente inserite in zona rossa, rendendo necessario elargire aiuti a tutti i genitori lavoratori.

Per poter badare ai figli nella didattica a distanza e per poter proseguire il lavoro, quindi, ai genitori con ragazzi fino a 16 anni viene riconosciuto il diritto allo smart working, mentre per coloro che hanno figli fino a 14 anni impegnati nella didattica a distanza si apre la possibilità di chiedere il congedo parentale retribuito al 50%.

È possibile anche richiedere il congedo per figli fino a 16 anni, ma in questo caso non si ha diritto alla retribuzione. 

Possono richiedere il nuovo bonus tutti i lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato, ma l’ipotesi è quella di estendere le richieste anche ai lavoratori autonomi (per i quali al momento è disponibile il bonus baby sitter). 

Non ne avrebbero diritto, invece, coloro che svolgono la propria attività in smart working. Una regola contestata dai sindacati dei lavoratori, che rimarcano come non sia possibile – seppure lavorando in smart working – dedicare la propria attenzione sia al lavoro sia alla cura del proprio figlio impegnato nella didattica a distanza o costretto a isolamento o quarantena causa Covid-19. Di qui la richiesta di eliminare questo divieto “discriminatorio”.

Il congedo parentale, infine, si può richiedere alternativamente da uno o dall’altro genitore, ma non insieme: l’INPS ha anche chiarito che non è necessaria la convivenza del genitore con il figlio per il quale si richiede il congedo per richiedere il beneficio.

Come si richiede il congedo parentale?

Fino a quando non si conosceranno le modalità ufficiali di richiesta ed erogazione del bonus baby sitter e del congedo parentale non è possibile stabilire le modalità di presentazione della domanda per il congedo parentale causa Covid-19 nemmeno per le zone rosse. Tuttavia, è ipotizzabile l’utilizzo dei canali precedentemente sfruttati per le richieste.

Il Consiglio dei ministri ha già dato il via libera a 290 milioni di euro per finanziare i nuovi bonus per le famiglie: a breve arriveranno ulteriori dettagli per la richiesta e la fruizione.

Le procedure verranno gestite dall’INPS attraverso il portale online che prevede l’accesso con il proprio PIN nell’area privata dell’Istituto previdenziale. Da lì si potrà accedere alla sezione dedicata agli aiuti per le famiglie. Potrebbero essere richiesti alcuni documenti relativi ai componenti del nucleo familiare o alla città di residenza per verificare la reale chiusura delle scuole e la necessità di ricevere gli opportuni sostegni statali.