Congedo parentale dietrofront in Manovra: addio mese in più, ma l’indennità passa all’80%

Non ci sarà il mese in più di congedo parentale come promesso dalla Meloni, ma un aumento dell’indennità che passa all’80%: le novità della Manovra.

Brutte notizie per tutti quei genitori che erano convinti di poter finalmente ottenere un mese in più di congedo parentale, come sembrava aver promesso l’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Infatti durante la giornata di martedì 22 novembre, la premier aveva espresso proprio in merito al tema della famiglia e della natalità le seguenti parole: 

Abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo, non obbligatorio, retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita del bambino.

Dunque, tutto lasciava immaginare la possibilità di andare, attraverso l’introduzione della nuova Manovra finanziaria del prossimo anno, verso l’approvazione e l’introduzione di un mese aggiuntivo per il congedo parentale. Purtroppo però, non è andata esattamente così.

Non ci sarà un mese in più di congedo parentale

Quando il nuovo premier, Giorgia Meloni, era stato intervistato in merito alle decisioni inerenti al tema dei lavoratori e nello specifico dei genitori, va sottolineato che non era stata ancora resa pubblica la bozza relativa alla nuova Manovra di bilancio.

Si ricorda che, proprio in questi giorni il Parlamento è chiamato a discutere sul testo finale della nuova finanziaria, al fine di andare a definire il quadro completo delle riforme e degli interventi che entreranno in vigore a partire dal primo gennaio del prossimo anno.

Tuttavia, facendo riferimento all’attuale bozza si può già ben comprendere che quel mese aggiuntivo che era stato promesso di congedo parentale facoltativo purtroppo non ci sarà per il prossimo anno.

Resta invece ferma l’intenzione del Governo Meloni di andare ad approvare ed introdurre una piccola riforma del congedo parentale che vedrà coinvolte soltanto le madri lavoratrici.

Non si tratta quindi del nuovo mese extra di congedo parentale facoltativo, bensì della possibilità di ottenere un aumento degli importi legati al congedo.

In sintesi: non ci sarà un mese in più di congedo parentale per le madri lavoratrici, ma si può richiedere un aumento dell’indennità dell’80% soltanto per un mese.

Cosa cambia per il congedo parentale con la Manovra

Cosa significa quindi che non ci sarà più il mese di congedo parentale extra che ci aspettavamo tutti? Semplicemente che il periodo di fruizione del congedo parentale resterà lo stesso ma che cambieranno piuttosto in alcuni casi gli importi del congedo.

A questo proposito, devi innanzitutto sapere che attualmente l’Istituto INPS riconosce nei confronti dei genitori, coinvolti dalla nascita del loro bambino, in totale dieci mesi complessivi di astensione al lavoro, che potranno essere ripartiti tra i due genitori attraverso il beneficio del congedo parentale.

Dunque, di fatto non si verificherà un allungamento della durata di un mese extra per il congedo parentale che sembrava essere stato promesso alle madri lavoratrici. Tuttavia, queste donne potrebbero accedere ad un mese di congedo che potrà essere pagato molto meglio rispetto agli altri

Stiamo parlando di un passaggio dalla percentuale tradizionale del 30% a quella dell’80% dell’indennità del congedo parentale, che tuttavia potrà essere riconosciuta esclusivamente per un mese soltanto rispetto ai mesi in cui si beneficerà della misura complessivamente.

Novità sul congedo parentale pagato all’80%

È proprio all’interno dell’attuale articolo 66 contenuto all’interno della bozza relativa alla Manovra finanziaria per il 2023 che il Governo Meloni ha deciso di prevedere l’aumento degli importi legati al congedo parentale.

A questo proposito, che si tratti di lavoratrici dipendenti del settore pubblico oppure di quello privato, poco importa. In egual modo, nei loro confronti, l’Istituto  INPS potrebbe prevedere nei loro confronti già dal prossimo anno, un aumento dell’importo del congedo parentale.

A scelta della madre, infatti, durante uno dei mesi a sua disposizione, potrà ricevere entro il compimento del sesto anno di età del suo bambino, un mese di congedo parentale indennizzato con una percentuale dell’80 per cento rispetto alla retribuzione imponibile.

Ciò significa che, le donne lavoratrici coinvolte dalla nascita del loro bambino, potrebbero così ottenere un aumento degli importi a loro spettanti attraverso il congedo parentale. Mentre, per i restanti mesi di congedo parentale, l’indennità resterà sempre pari al 30% rispetto alla retribuzione imponibile della lavoratrice.

Secondo quanto contenuto all’interno della Manovra finanziaria per il prossimo anno, sembrerebbe che qualora in Parlamento dovesse essere approvato l’aumento della percentuale dell’indennità di congedo parentale riconosciuto verso le madri lavoratrici, si stima che tale provvedimento richiedi una spesa di circa 600 milioni di euro per gli anni compresi tra il 2022 e il 2025.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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