Curriculum vitae studenti perfetto: 7 consigli imperdibili!

Sei uno studente senza esperienza e non sai cosa inserire nel curriculum? Leggi i 7 consigli pensati appositamente per neo diplomati e neo laureati

Scrivere un curriculum una volta terminati gli studi, può sembrare un’impresa complessa, specie quando non si hanno grosse esperienze da riportare, com’è normale che sia per una persona che si è appena diplomata o laureata

Non bisogna comunque disperare! Poiché le esperienze professionali non sono l’unico elemento di un curriculum, anzi, come spiega The Adecco Group, un CV si compone di diverse sezioni ugualmente importanti per un recruiter:

Nel passaggio appena riportato si parla non solo di esperienze lavorative ma anche di formazione, capacità personali e obiettivi e risultati raggiunti, che nel caso di una persona priva di esperienza, possono riferirsi a risultati accademici o personali. 

Vedremo insieme come articolare al meglio il proprio curriculum, indicando brevemente i formati disponibili e dilungandoci sui consigli veri e propri e su cosa è meglio fare e non fare.

Avere un curriculum base nei due formati principali

Esistono due tipologie di curriculum vitae: il classico CV europeo, creato tramite europa.eu e il curriculum creativo, creato in genere tramite Canva. I due differiscono nella forma e nell’obiettivo.

Il Curriculum Europeo è infatti standard, immediatamente riconoscibile e uguale per tutti i candidati. Ciò che cambia, sono le esperienze e i dati di questi ultimi.

Il CV Europeo è in genere richiesto per la partecipazione ai concorsi pubblici o i progetti e le attività gestite a livello europeo. Alcune aziende possono poi chiedere in maniera esplicita l’invio del curriculum in questo formato. 

Nella maggior parte dei casi però, quando le aziende non forniscono indicazioni in tal senso, è meglio optare per il formato creativo. Quest’ultimo è utile nel distinguersi dagli altri candidati e comunicare già dal principio qualcosa di sé.

Il CV creativo è infatti personalizzabile, avendo sezioni che possono essere aggiunte, tolte e spostate. Si possono poi cambiare colori e modelli. Ne abbiamo parlato, spiegando con un tutorial su come crearne uno tramite canva .

Quale dei due utilizzare? In linea consigliamo di averli entrambi e scegliere quale inviare in base alla posizione per cui ci si sta candidando. Avere una base di entrambi poi permetterà di aggiornali man mano che farete nuove esperienze.

Organizzare il curriculum in sezioni compatte

Indipendentemente dal tipo di curriculum scelto, organizzarlo in sezioni facilmente riconoscibili e compatte, di modo che il recruiter possa trovare nell’immediato quelle che più gli interessano.

Per il CV europeo in genere è più semplice, perché essendo standard, la disposizione è già decisa, mentre per uno creativo creato da voi, fare attenzione alla disposizione delle informazioni. 

Ricordarsi poi di utilizzare font, dimensioni e colori leggibili per il testo. Evitando tutto ciò che possa essere affaticante per la vista e difficilmente decifrabile da chi leggerà il CV. Per esempio, evitare sfondi sgargianti sotto scritte chiare e via dicendo. 

Organizzare le informazioni in sezioni permette poi di trovare quelle superflue, che non serve inserire, poiché non pertinenti con la posizione o l’azienda per cui si sta candidando. Questo punto è molto importante, poiché il CV non dev’essere lungo più di 2 pagine.

Non è infatti necessario scrivere la propria vita e il ragionamento “Più scrivo, meglio è, poiché vuol dire che ho fatto molte cose”, non vale. Selezionare le informazioni e le esperienze pertinenti ed eliminare ciò che non lo è.

Aggiornare e personalizzare il curriculum

Questo suggerimento si ricollega alle ultime righe della sezione precedente. Difatti:

Le aziende hanno valori diversi e pur aprendo la medesima posizione, possono richiedere competenze e qualità differenti. Per questo è importante leggere l’offerta pubblicata con attenzione, riconoscendo le parole chiave. 

A questo punto personalizzare il proprio curriculum base considerando tutto ciò, per esempio inserendo esperienze o conoscenze che un’azienda può apprezzare, mentre un’altra no poiché non rientrante nei suoi lavori. 

Questo discorso diventa evidente poi quando ci si candida per posizioni differenti: le qualità personali di una persona che lavorerà a contatto col pubblico, saranno diverse rispetto a quelle richieste per chi lavorerà in autonomia e in smartworking. 

Nel primo caso, nel CV si potranno sottolineare qualità come pazienza ed educazione mentre nel secondo caratteristiche utili e ricercate dall’azienda saranno sicuramente le capacità di auto organizzazione.

Nel curriculum inserire le sezioni fondamentali

Quali sono? Ecco un elenco utile per chi non sa da dove iniziare:

  • Sezione dati e contatti, in cui indicare nome, cognome, numero di telefono ed email. Può essere aggiunta la data di nascita, già un primo indicatore che giustifica la mancanza di grosse esperienze.

  • Può essere interessante inserire due righe per presentare brevemente il proprio profilo personale, contenente i propri obiettivi, le conoscenze principali e il percorso accademico avuto finora. 

  • Formazione, che è chiaramente la parte fondamentale per un laureando o neolaureato. Indicare diplomi e lauree conseguite.

  • Esperienze professionali o stage, in cui specificare brevemente le mansioni svolte, coerenti o utili con la posizione ricercata. 

  • Conoscenze linguistiche, informatiche o di altro tipo. Se si hanno, inserire anche certificazioni ottenute frequentando corsi di formazione esterni all’ambiente accademico. 

  • Attività di volontariato o passioni personali che vanno al di là dell’ambiente lavorativo ma che possono dire molto su di voi e la vostra personalità. 

Non hai alcuna esperienza lavorativa? Pensaci bene

Stiamo parlando di curriculum per studenti e neolaureati, che di norma si accingono a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Ciò significa che alle spalle difficilmente hanno esperienze lavorative.

Pensandoci bene però, si possono inserire comunque esperienze significative, fatte proprio all’interno dell’ambiente scolastico e accademico.

Per esempio, molti esami universitari si basano su progetti di gruppo, altri su laboratori, lo sviluppo e la creazione di un progetto, la stesura di elaborati e via dicendo. Tutto ciò può essere specificato all’interno del curriculum. 

Si possono poi inserire esperienze di stage o alternanza scuola lavoro, oppure ancora insistere sulle attività di volontariato, che possono essere state utili non solo a fare del bene ma anche ad apprendere nuove competenze. 

Se avete poi fatto esperienze lavorative che non sono strettamente legate a quella per cui vi state candidando, potete inserirla sottolineandone punti di contatto, come le abilità personali e professionali apprese che possono essere utili per la posizione ricercata.

Anni fuori corso: come gestirli nel curriculum?

Quando vengono indicati diplomi o lauree, in genere si aggiunge anche l’anno di inizio e conseguimento. Se nel tuo curriculum risultano anni fuori corso e questi balzano all’occhio del selezionatore, non succede nulla di grave.

Bisogna però spiegare in maniera chiara il motivo di tutto ciò, nel caso venisse richiesto durante il colloquio vero e proprio. O al contrario, puoi introdurre tu la questione, se desideri mettere in luce la cosa. 

Per esempio, se il conseguimento della laurea ha richiesto più anni del previsto, perché nel frattempo hai lavorato, fatto l’esperienza dell’Erasmus, svolto volontariato, viaggiato per imparare una lingua nuova, allora perché non dirlo?

Tutte queste esperienze fanno emergere caratteristiche utili, molto più importanti del tempo di conseguimenti di un titolo universitario conseguito più tardi rispetto a quanto previsto.

In genere, al’inizio del colloquio, viene chiesto di presentarti, parlare di te, di ciò che hai studiato e fatto fino a quel momento. Puoi approfittare di questo momento per spiegare in maniera indiretta come mai hai impiegato più del previsto a laurearti. 

Qualsiasi sia il motivo, cerca di spiegarlo in modo utile, rigirandolo affinché vengano fuori le tue caratteristiche migliori e mettendo in luce tutte le competenze che hai sviluppato al di fuori dell’ambito accademico. 

Non fare mai questo all’interno del curriculum

Vi è una cosa altamente controproducente oltre che sbagliata a livello morale, che non bisogna mai fare durante la compilazione del curriculum: mentire. Non inserire esperienze inventate o conoscenze che in realtà non possiedi.

Peggio ancora è mentire riguardo diplomi o altri titoli, per cui tra l’altro si rischiano sanzioni e il carcere stesso. Le bugie possono poi essere facilmente scoperte, in qualsiasi fase della selezione o anche in seguito, nel caso in cui riuscissi a superare i colloqui. 

Le competenze indicate verranno infatti richieste in sede di colloquio. Sarai in grado di mentire anche in quest’occasione? Perché se dovessero accorgersi della menzogna, dubito che il lavoro sarà tuo. 

Il mondo in cui viviamo oggi poi, permette di scoprire facilmente bugie di questo tipo, per esempio esaminando i social del candidato o richiedendo lettere di referenza dalle precedenti aziende in cui si sostiene di aver lavorato.

Anche se dovessi superare il colloquio, ciò che hai scritto nel curriculum rimane e i tuoi datori di lavoro si aspetteranno tutte le conoscenze che hai scritto di avere.

Se nel curriculum ti sei definito un mago di excel e poi, durante lo svolgimento delle tue mansioni, non sai neanche creare un nuovo foglio di lavoro, come lo giustificherai? 

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