Boom di dehors in tutta Italia: via libera alle attività!

In questi giorni si assiste ad un vero e proprio boom dei dehors presso locali, bar e ristoranti, passeggiando per le vie principali delle città. Le attività hanno avuto un via libera, almeno parziale, per poter riaprire al pubblico, purché provviste di dehors esterni in cui far accomodare le persone. Si respira aria di ottimismo per il futuro, a scaglioni le attività possono riaprire, e i cittadini italiani possono finalmente assaggiare un po' di libertà. Eppure non tutti sono contenti: i locali sprovvisti di dehors esterni si vedono esclusi dalla possibilità di riaprire, e aumentano le richieste ai comuni per poter occupare il suolo con sedie e tavolini. Non mancano polemiche e critiche alle nuove riaperture, vediamo qui tutte le motivazioni.

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Ristoranti, bar e strutture stanno riaprendo in questi giorni, ed è subito boom di richieste per poter allargare i dehors dei locali. Con gli ultimi provvedimenti del governo, finalmente le strutture possono riaprire, e non tardano ad arrivare nei comuni le richieste di poter allargare i dehors.

Una nota positiva per un settore lavorativo che fino ad oggi era rimasto sospeso, se non per l’asporto, e per cui è diventato quasi insostenibile il pagamento dei costi fissi. Ristoranti, locali e bar possono riaprire a pranzo e a cena, nel rispetto del coprifuoco, ospitando i clienti al di fuori dei locali, presso i dehors all’aperto.

Sempre nel rispetto del coprifuoco, che come abbiamo visto in questo articolo è ancora attivo dalle 22:00 alle 5:00, i ristoranti si stanno muovendo per allestire luoghi all’aperto in cui i clienti possono sedersi a gustare i cibi preparati dai locali che finalmente possono aprire.

Ampliamento spazi esterni: le attività chiedono di potersi allargare

Le attività ristorative hanno iniziato a organizzare l’attività con i dehors all’aperto, anche nelle grandi città, e chiedono ai comuni di poter utilizzare un maggiore spazio rispetto a quello consentito precedentemente allo scoppio dell’emergenza sanitaria.

Se da un lato finalmente le attività intravedono una ripresa economica, dall’altro i cittadini possono nuovamente tornare nei locali preferiti, e riunirsi nel rispetto delle norme per prevenire la diffusione del Covid-19, senza rinunciare a un buon piatto italiano.

La ristorazione italiana ha perso molto dallo scoppio della pandemia, a causa delle limitazioni agli spostamenti e agli assembramenti. Ma ora sembra che le cose possano finalmente cambiare, con il passaggio di moltissime regioni italiane a zona gialla.

E fioccano le richieste ai comuni per poter allargare i propri spazi relativi ai dehors, in modo da garantire un maggior numero di posti a tavola per chi vuole consumare un pranzo, una cena o un aperitivo all’aperto. Non c’è giorno in cui non arrivano nuove richieste per i dehors, sono molti i comuni italiani tempestati di domande di questo tipo.

Nuove richieste ai comuni: si moltiplicano i dehors per le attività

Vediamo come si sta sviluppando la situazione in diversi comuni italiani. Un comune vicino a Genova ammette che le richieste sono aumentate notevolmente, lo si può leggere in un articolo di Genova24.it:

"Nell’ultima settimana sono pervenute agli uffici competenti del Commercio del Comune di Genova circa 80 richieste di occupazione suolo per l’apertura di dehor.”

E ancora, anche in Lombardia si assiste allo stesso tipo di richiesta, formulata da diverse città e comuni per poter ricominciare a lavorare a pieno regime fin da subito. Queste sono le informazioni che ci offre un articolo recente di IlGiornale.it:

“Da lunedì a ieri il Comune ne ha ricevute 190, quasi 50 al giorno. Nel 2020 ha concesso 1.836 nuovi spazi e 154 da inizio anno, ora si è ricostituita la task force tra Mobilità, Arredo urbano e Urbanistica per velocizzare verifiche e autorizzazioni.”

Il fenomeno ha carattere nazionale, ed è subito boom di dehors nelle principali città italiane, e non mancano le richieste su un possibile allungamento del coprifuoco. Molti proprietari di locali sperano di poter presto tenere aperto anche oltre all’orario stabilito delle 22:00, soprattutto quelli rivolti alla movida delle principali città italiane.

I proprietari investono nelle proprie attività

E non mancano le situazioni in cui i proprietari stessi delle attività ristorative iniziano ad investire grandi somme di denaro per sistemare i locali, ampliare i dehors e ottenere così più complementi di arredo per l’esterno.

I proprietari sono ottimisti, come ci spiega Italiaatavola.net, con le riaperture molto probabilmente le persone torneranno a gustare i piatti tipici della cucina italiana, a sorseggiare un caffè al bar e a ordinare una pizza nel locale preferito. E così è stato per moltissime città italiane fin dai primi giorni di riapertura dei locali.

I comuni lavorano per sostenere questa ripresa, mentre non mancano preoccupazioni relative alla sicurezza per prevenire il contagio. Ci si chiede anche se queste nuove riaperture provocheranno una successiva ondata di contagi o se si possono dormire sonni tranquilli.

Sembra però che molti italiani ripongano fiducia nel vaccino, che viene distribuito tramite prenotazioni alle fasce più deboli e a rischio della popolazione.

Nuove aperture delle attività: una speranza di ritorno alla normalità

Le attività ristorative riaprono, e rimane accesa la speranza che si possa tornare poco alla volta ad una situazione di normalità. Con l’arrivo della bella stagione le prospettive sono favorevoli anche per l’economia, con la prossima apertura delle strutture ricettive per il turismo, come avevamo visto in questo articolo.

Le aperture sono state decise a scaglioni, e al momento non sono ancora previste per tutte Italia o per tutte le tipologie di attività. Chiedono di tornare alla normalità tutti i ristoratori che, con fiducia e ottimismo, stanno chiedendo di poter allargare i dehors delle proprie strutture, e stanno ricominciando a lavorare già in questi giorni.

E non mancano episodi in cui in questo periodo si decide di ricominciare, aprendo nuove attività da zero approfittando dell’arrivo della bella stagione. In un articolo di Brindisireport.it ci viene presentata la situazione di un locale nuovissimo appena aperto da un gruppo di giovani under 35:

“Giovedì scorso a San Pietro Vernotico è stato inaugurato (senza cerimonia) un nuovo locale: il “Kami Tropical sushi” da un’idea del 35enne Andrea Bove.”

Segnali positivi di ripresa, che sembrano destare speranza negli italiani per poter rialzarsi sia a livello sociale che economico, dopo lunghi mesi di chiusure e lockdown.

Aumentano le proteste delle attività sprovviste di dehors

Nonostante la possibilità di riaprire, c’è chi non può festeggiare per questo apparente ritorno alla normalità: si tratta di tutti quei locali e attività sprovvisti di dehors esterni, del tutto esclusi dalle riaperture.

I recenti provvedimenti del governo hanno stabilito che potranno riaprire al pubblico solamente le attività ristorative che si possono svolgere invitando i clienti a pranzare o cenare all’esterno, nei dehors. Per questo motivo sono automaticamente esclusi tutti quei locali che non sono provvisti di questo tipo di sistema.

A Milano è boom di richieste di dehors, secondo Leggo.it, eppure due ristoranti su tre non possono riaprire, perché ne sono sprovvisti. Confcommercio si dichiara preoccupata per questa discriminante così rigida, perché sono moltissime le strutture sprovviste di una zona esterna da adibire a spazio per i clienti.

Le misure prese per garantire una ripartenza delle attività di ristorazione vanno a discapito di moltissimi locali, e non mancano le proteste a questo proposito. Inoltre moltissimi locali, pur avendo i dehors, sono limitati dalle condizioni climatiche, non sempre favorevoli, per poter ospitare effettivamente i propri clienti all’esterno.

Chiude l’attività “ribelle” in provincia di Torino

Arriva in questi giorni la notizia che riguarda una particolare attività, la cui proprietaria fino ad ora aveva rifiutato di seguire le disposizioni per la limitazione del virus, diventando un caso conosciuto in tutta Italia. L’attività, una pasticceria, era rimasta aperta nonostante i divieti imposti, provocando non poco scompiglio, anche con le forze dell’ordine.

Come ci spiega LaRepubblica.it la titolare della torteria aveva istituito l’”aperitivo disubbidiente” che ogni sabato raccoglieva moltissime persone al proprio locale. Diventata come un simbolo per chi si è ribellato alle disposizioni sulle chiusure, più volte la proprietaria della torteria era stata richiamata e multata, eppure ha continuato la sua attività.

Arriva in queste ore la notizia che il locale, situato in un comune in provincia di Torino, è stato definitivamente sequestrato, con non poche proteste che sono conseguite.

Dubbi sulla Cosap: la tassa per l’occupazione del suolo

Al centro delle discussioni troviamo anche la tassa per l’occupazione del suolo, indispensabile per poter allargare gli spazi delle attività ristorative all’aperto. La tassa a cui si fa riferimento è la Cosap, su cui moltissimi proprietari hanno richiesto l’esenzione totale.

Tosap e Cosap di fatto sono state sospese fino a giugno, dal Decreto Sostegni, ma si pensa a cosa accadrà nei mesi successivi, con la riapertura della maggior parte delle attività. Per il 2021 si prevede un esonero di questo tipo di tassa, non solo per le attività di ristorazione, ma anche per chi vende ai mercati.

C’è ancora confusione su come verrà applicata la proroga dell’esenzione, in attesa che arrivi anche il Decreto Sostegni bis. La speranza di attività ristorative, locali e bar è che questa tassa possa essere sospesa fino alla fine del 2021, per permettere una ripresa effettiva dei lavori.

Saranno giorni decisivi anche per vedere cosa accadrà ai contagi, in concomitanza alle aperture, e la speranza è quella di non assistere ad ulteriori aumenti.