Chi guadagna di più tra uomini e donne? Scopriamolo!

Il gap retributivo di genere, cioè la differenza di guadagno tra uomini e donne, è un problema che riguarda tutto il mondo. Vediamo la situazione italiana.

Il gap retributivo di genere, ovvero il divario esistente tra le retribuzioni percepite dagli uomini e le retribuzioni percepiti dalle donne, nella medesima posizione lavorativa, è una brutta realtà, purtroppo ancora attuale ed esistente in tutti i paesi del mondo.

Nonostante i progressi, nonostante gli obbiettivi e i proponimenti di governi e aziende, a parole, la verità è che nei fatti questo divario esiste ancora e non è affatto facile da digerire. 

Questa storia è tutt’altro che facile da digerire, soprattutto da parte delle donne, che sono quelle che guadagnano meno. Vediamo, nei dettagli, come sta la realtà dei fatti in Italia e in Europa e che differenza di guadagno esiste tra uomini e donne.

Gli uomini guadagnano circa il 20% in più delle donne, secondo la media europea!

I lavoratori uomini, in media in Europa, guadagnano circa il 19,6 per cento in più delle donne. Per quanto i paesi e le aziende possano proporsi di combattere questo gap, secondo alcuni calcoli l’uguaglianza reddituale tra uomini e donne si potrà avere solo fra all’incirca 80 anni! 

Quali sono le differenze più evidenti esistenti tra i lavoro maschile e femminile? Scopriamole!

Le donne lavorano gratuitamente più del doppio degli uomini

Secondo una ricerca riportata condotta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, facente parte della Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, le donne lavorano 266 minuti al giorno senza paga, gli uomini solo 108 minuti. Il lavoro retribuito e quello non retribuito insieme ammontano a 55 ore settimanali per le donne e solo 49 ore per gli uomini. 

Le donne lavorano senza retribuzione per due terzi dell’orario di lavoro totale che svolgono durante la giornata e riguarda il lavoro domestico, le pulizia, la cura dei bambini e dei parenti. Questi periodi lavorativi sono gratuiti e non hanno valore ai fini pensionistici.

La differenza tra uomini e donne nei posti di lavoro dirigenziali

In Italia la differenza di genere sul lavoro, purtroppo, ha importanza solo per un quarto degli italiani. Questo lo dimostra il fatto che in Italia solo il 18% delle posizioni dirigenziali è occupata da donne, una percentuale aumentata solo dello 0,3% in ben dieci anni!!

Ma è proprio nei ruoli apicali e dirigenziali che il gap retributivo di genere emerge maggiormente tra uomini e donne. 

Lo studio ‘Think4WomenManagerNetwork’ svolto su 1.336 imprese italiane illustra la situazione del gender gap in Italia proprio a livelli dirigenziali e l’Italia si trova al14° posto in Europa e per raggiungere la parità di genere, di questo passo, ci vorrebbero sessant’anni.

Nei consigli di amministrazione delle grandi aziende, per fare un esempio, solo 15 su 200 sono donne. Un gap davvero esagerato e difficile da superare. 

La differenza tra uomini e donne riguarda anche le pensioni

Una differenza sostanziale riguarda i livelli pensionistici di uomini e donne. Le donne devono accontentarsi in media di una pensione di circa il 40% inferiore a quella degli uomini

Da cosa dipende una differenza così esagerata? La risposta è abbastanza semplice: la differenza enorme dipende dal fatto che le donne spesso lavorano a tempo parziale (per prendersi cura della famiglia), questo significa guadagnare meno e, dunque, percepire un assegno pensionistico minore. 

Le donne sono, quindi, a rischio povertà molto di più degli uomini, soprattutto se restano da sole a badare alla famiglia. 

La disuguaglianza nei guadagni tra uomini e donne è in aumento in tutto il mondo

Secondo uno studio di “Welt am Sonntag” nel 2013, il lavoro domestico (ovvero il lavoro da casalinghe che principalmente viene effettuato dalle donne e non viene riconosciuto né retribuito) in Germania ha raggiunto un valore di quasi 1.000 miliardi (o un trilione) di euro, che è più del valore aggiunto dell’intera industria manifatturiera. In Italia le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura della famiglia.

Ma questa disuguaglianza è in aumento in tutto il mondo. Secondo Oxfam, molte donne lavorano 12 ore al giorno senza paga, ma il loro lavoro, se retribuito, varrebbe trilioni di euro. 

Davvero paradossale!

Gli uomini guadagnano più delle donne perché si occupano in minima parte dei figli

Il divario occupazionale tra uomo e donna è un problema che riguarda tutti i paesi europei. Questo enorme gap dipende in prima battuta dal fatto che le responsabilità genitoriali ricadono più sulla donna che sull’uomo

Le donne che si ritrovano a scegliere di lasciare il lavoro per potersi occupare dei figli sono molte, molte di più degli uomini che prendono questa decisione. Questa è una scelta spesso forzata dalla discriminazione di genere, e dalle difficoltà enormi di accedere in modo gratuito o parzialmente contribuito, ai servizi per l’infanzia.

C’è carenza di asili nido pubblici e quelli privati costano troppo. Il costo degli asili nido o il costo di una baby sitter, spesso, non vale il sacrificio di lavorare per le donne, che si ritrovano dunque costrette a lasciare il lavoro per occuparsi della famiglia. Scelta che, invece, gli uomini non si vedono mai costretti a fare. 

L’impatto della genitorialità, dunque, sulle donne in Italia ha un altissimo influsso sul gap di genere. 

L’Italia resta uno dei paesi europei dove la disparità occupazionale tra padri e madri risulta più alta. Mentre gli uomini/padri lavoratori sono l’84,4%, tra le donne solo il 56,3% lavora, la quota più bassa in tutta Europa.

Differenza guadagno tra uomini e donne: la media europea è del 18%, ma l’Italia ha una bassa percentuale

La media europea del divario retributivo tra uomini e donne è di 18,5 punti percentuali.

Il gap non riguarda solo la differenza di guadagno tra padri e madri, ma anche tra donne con figli e donne senza figli. L’impatto di questa differenza sull’occupazione è enorme. Il tasso di occupazione delle donne madri è dell’8% inferiore a quello delle donne lavoratrici senza figli. 

Il gap di genere diminuisce in Germania (11,1 punti) in Gran Bretagna (9,5), in Italia attorno al 4% e in Francia e la più bassa, 2,3%.

Il problema della madri lavoratrici, più accentuato in Italia, ma presente in tutta Europa, è la quasi impossibilità di accedere ai servizi di prima infanzia pubblici, visto che quelli privati costano tantissimo e una tale spesa diventa insostenibile. 

Negli stati europei dove lo Stato provvede alle madri dei servizi di assistenza alla prima infanzia a costi sostenuti o gratuiti, il gap retributivo e lavorativo tra uomini e donne è di molto inferiore. Bisogna migliorare questo servizio di assistenza all’infanzia in italia. 

Nonostante le donne guadagnino ancora meno degli uomini, le donne fanno meglio degli uomini nell’istruzione

Quando si tratta di istruzione, però, le donne spesso fanno meglio degli uomini, ma questo non cambia il gap lavorativo. Le tipiche professioni maschili sono meglio pagate. Questa è una delle ragioni del divario retributivo di genere ancora piuttosto elevato. 

In Italia, però, il Gap è tra il 4 e il 5%, a differenza della Germania, dove può raggiungere anche il 21%. 

Per eliminare il gap di genere tra guadagno degli uomini e guadagno delle donne, servirebbero delle quote rosa?

A prima vista si potrebbe pensare di sì, una quota femminile sembra necessaria se le donne vogliono avere le stesse opportunità di ruoli manageriali degli uomini.

Ma non è facile da applicare. Prima di tutto perché abbiamo già parlato del ruolo di genitore, che ricade maggiormente sulle madri; inoltre le donne sono meno disposte a competere e meno disposte a correre rischi. 

Spesso accade, dunque, che siano le stesse donne a non vole affatto ricoprire una posizione dirigenziale.

Se le donne fossero aiutate maggiormente nel loro ruolo di madri, dallo Stato, e più capi promuovessero più donne nei ruoli dirigenziali, questo gap si potrebbe colmare più velocemente. 

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