Dimissioni dalla pubblica amministrazione: cosa sapere!

Sei in procinto di dimetterti dal ruolo di dipendente pubblico? Ecco quello che devi sapere per farlo nel modo giusto!

Le dimissioni sono un atto tra i pochi unilaterale che vede il dipendente in posizione di forza. Infatti, che siano pubbliche o private, nessuno mai deve ottenere l’accettazione da parte del datore di lavoro per le stesse. Neanche in ambito di pubblica amministrazione! Spiega soluzionilavoro.it:

“Le dimissioni del dipendente pubblico sono efficaci indipendentemente dall’accettazione da parte dell’Amministrazione datrice di lavoro, che ha soltanto il dovere di verificare la genuinità e la spontaneità delle stesse.”

Come tutti sanno, il mondo impiegatizio degli enti pubblici funziona in maniera differente da quello privato. Non da meno l’atto di dimissioni e licenziamento.

Seppur potrebbe sembrarti una prassi inusuale quella delle dimissioni da un pubblico impiego, in questo articolo vedrai almeno tre motivazioni molto valide per far uso di questa azione.

Nonché, scoprirai tutti i segreti per porre le tue dimissioni in maniera conforme alla legge, senza il rischio di incappare in spiacevoli inconvenienti.

Infine, se non ti è chiaro il procedimento pratico con la quale devi operare le tue dimissioni, in questo articolo troverai sicuramente la risposta. Nel dettaglio, si analizza la procedura di dimissioni per gli enti pubblici comparto funzioni locali.

I motivi del licenziamento da un pubblico impiego

Potrebbe sembrare strano, ma esistono situazioni in cui si procede alla comunicazione delle proprie dimissioni verso un ente pubblico. Quali sono? In realtà differenti:

Desiderio o necessità di passare al rapporto di lavoro dipendente privato oppure al lavoro in proprio. Basti pensare l’inclinazione verso una nuova tipologia di mansione che nel pubblico non è prevista come per esempio il giornalismo, il marketing, la botanica, la cucina, ecc. Oppure necessità famigliari che richiedono di occuparsi dell’attività dei genitori o del consorte. Oppure ancora, cosa piuttosto comune al giorno d’oggi, se vuoi diventare influencer o travel blogger, di certo un lavoro di pubblico impiego non è compatibile con questo tuo desiderio;

Vincita di un concorso sia nella stessa amministrazione sia in altre. In questo caso sarà d’obbligo per te, nel caso volessi accettare la nuova posizione, presentare le tue dimissioni per il precedente incarico ricoperto. Ecco che, seppur tu rimanga all’interno del mondo della pubblica amministrazione, ti troverai davanti alla necessità di comprendere le dinamiche di un licenziamento da pubblico impiego;

Licenziamento per giusta causa nel caso sopravvengano motivazioni gravi che ti portano, quasi costringono, all’allontanamento dall’ente locale presso cui sei attualmente dipendente. Tali cause, che giustificano le dimissioni, sono per esempio importanti cambiamenti imposti nelle condizioni di lavoro o trasferimento in altra sede, dequalificazione professionale o trattamento umiliante da parte del superiore, mancata retribuzione fino a molestie sessuali e mobbing.

Il preavviso di licenziamento da un pubblico impiego: presentazione e durata

Come funziona il preavviso di dimissioni nel pubblico impiego? Spiega businessonline.it:

“… i tempi di preavviso da rispettare nel caso di dimissioni da parte di un dipendente del pubblico impiego variano a seconda dell’anzianità di servizio maturata.”

Nel dettaglio, le tempistiche sono:

1 mese per i dipendenti con anzianità di servizio fino a 5 anni;

45 giorni per i dipendenti con anzianità di servizio fino a 10 anni;

2 mesi per i dipendenti con anzianità di servizio oltre i 10 anni.

Ma non è tutto qui! Infatti, devi sapere che nel pubblico impiego, il periodo di preavviso non parte dal momento in cui comunichi le tue dimissioni, ma ci sono delle date fisse dalla quale inizia a decorrere. Ovvero il primo del mese o il sedici.

Per spiegarti meglio ecco un esempio:

“Se comunichi le tue dimissioni al 7 del mese, il periodo di preavviso di 30/45/60 giorni partirà dal 16 del mese e non dal 7! Allo stesso modo, se presenti le tue dimissioni al 23 del mese, il periodo di preavviso di 30/45/60 giorni partirà dal 1 del mese successivo e non dal 23!”

Come gestire le ferie avanzate durante il periodo di preavviso di licenziamento da un pubblico impiego

Un altro tasto dolente da considerare durante la fase di dimissioni consiste nella gestione delle ferie residue. A questo proposito è necessario valutare due cose: 

1. Non è possibile farsi pagare le ferie avanzate;

2. Devi garantire i famosi 30/45/60 giorni di preavviso sopra indicati.

Come fare a questo punto? Ecco un paio di informazioni utili.

Iniziamo a comprendere la disciplina delle ferie nel pubblico impiego. Spiega laleggepertutti.it:

“Il datore di lavoro ha l’onere di assicurarsi che il dipendente sia effettivamente in condizione di godere delle ferie annuali retribuite invitandolo, se necessario, a farlo. Egli deve informarlo del fatto che, se non ne fruisce, tali ferie andranno perse al termine del periodo di riferimento o di un periodo di riporto autorizzato. Pertanto, secondo il tribunale amministrativo, il dipendente pubblico che non fruisce di proposito del riposo annuale perde il diritto alle ferie arretrate.”

La normativa e la giurisprudenza sono parecchio incerte nella possibilità di monetizzare le ferie avanzate, soprattutto se il dipendente si rifiuta di goderne su richiesta. Anche se in realtà il datore di lavoro non può obbligare il dipendente ad andare in ferie.

Nel dubbio, il consiglio è quello di usufruire di tutte le ferie disponibili ed evitare che vadano perse.

Ma in sede di dimissioni come fare? Purtroppo, dovrai organizzarti in modo tale che alla decorrenza del licenziamento tu abbia goduto di tutte le ferie residue. In questa necessità devi calibrare bene la data in cui presenti la comunicazione di licenziamento. Due opzioni:

Hai già terminato tutte le ferie residue e pertanto, dalla data di partenza del periodo di preavviso fino alla data di decorrenza delle dimissioni, non hai alcun giorno di ferie da fare. In tal caso potrai comunicare le tue dimissioni esattamente 30/45/60 giorni prima la data di fine lavoro;

Hai delle ferie da fare e pertanto dovrai effettuare la comunicazione di dimissioni in anticipo. Ovvero, il tuo periodo di preavviso deve essere garantito e pertanto le dimissioni devono essere presentate un numero di giorni in anticipo pari ai 30/45/60 di preavviso più un numero di giorni lavorativi tali da coprire il tuo fabbisogno di ferie. 

Diritto alla conservazione del posto a seguito delle dimissioni

Forse non lo sai, ma seguito delle tue dimissioni da un pubblico impiego hai diritto alla conservazione del posto per un tot di tempo. Questo vantaggio è fruibile però solo in un caso: ovvero se vinci un concorso presso altro ente o amministrazione pubblica.

Come funziona? Il CCNL, ovvero il contratto collettivo nazionale di lavoro degli enti pubblici comparto funzioni locali, all’articolo 20, comma 10 cita:

“Il dipendente a tempo indeterminato, vincitore di concorso presso altro ente o amministrazione, durante il periodo di prova, ha diritto alla conservazione del posto, senza retribuzione, presso l’ente di provenienza per un arco temporale pari alla durata del periodo di prova formalmente prevista dalle disposizioni contrattuali applicate nell’amministrazione di destinazione. In caso di mancato superamento della prova o per recesso di una delle parti, il dipendente stesso rientra, a domanda, nella categoria e profilo professionale di provenienza.”

Pertanto, in caso tu decida di tentare una nuova mansione o livello in altro ente pubblico, avrai la facoltà di “tornare indietro” sui tuoi passi senza problemi.

Ovviamente, questa facoltà, seppur di diritto, è sempre bene farla presente in sede di dimissioni. Ecco che, nella comunicazione del tuo licenziamento, di cui si parla qui di seguito, è utile inserire questa casualità.

Come comunicare il tuo licenziamento da un pubblico impiego?

A differenza di un lavoro nel settore privato, in merito al licenziamento, la comunicazione all’INPS viene effettuata direttamente dalla pubblica amministrazione e pertanto non sarà necessario effettuare le dimissioni telematiche sul portale INPS.

Ma allora come comunichiamo all’amministrazione pubblica competente le nostre dimissioni?

È necessario compilare una comunicazione scritta all’ufficio competente. Ovviamente, questa azione deve essere compiuta in tempi utili al fine di rispettare il preavviso di licenziamento.

Tale lettera di dimissioni non ha un formato fisso ma di solito l’amministrazione fornisce un template di propria produzione. Puoi sicuramente chiederne una copia da compilare, oppure puoi anche fare di tua iniziativa. Di seguito un esempio di tutte le informazioni che è meglio citare.

La lettera di licenziamento da un pubblico impiego

Come puoi costruire la tua lettera di dimissioni da un pubblico impiego? Innanzitutto, partendo dagli elementi fondamentali che deve presentare qualsiasi comunicazione ufficiale, ovvero mittente e destinatario.

Poste tali informazioni, mittente in alto a sinistra e destinatario appena sotto a destra, puoi procedere con l’indicazione dell’oggetto. Ovviamente, in questa sede, potrai personalizzare il testo a seconda della tipologia di dimissioni che intendi dare: dimissioni volontarie, dimissioni per giusta causa, dimissioni e contestuale accettazione di nuova posizione, ecc.

Subito di seguito, una delle forme più comuni ed utilizzate, prevede:

“Il/La sottoscritto/a COGNOME NOME, attualmente dipendente presso ENTE PUBBLICO, con la qualifica di __________________ e con rapporto di lavoro a tempo indeterminato/determinato in regime di tempo pieno/parziale

COMUNICA

Le proprie dimissioni dal servizio con decorrenza xx/xx/xxxx (ultimo giorno di lavoro xx/xx/xxxx);

L’intenzione di avvalersi del diritto della conservazione del posto qualora fosse necessario.”

Ovviamente, i vari punti della comunicazione possono variare a seconda delle casistiche. In questa sede, infatti, sarà possibile aggiungere eventuali altre comunicazioni che si intendono effettuare verso l’ente pubblico di riferimento.

In calce, luogo – data – firma.

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