Quando un dipendente pubblico può fare un secondo lavoro: divieti ed eccezioni

Un dipendente pubblico può svolgere un secondo lavoro? In linea generale, la risposta è no, ma vi sono delle eccezioni.

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Un dipendente pubblico può fare un secondo lavoro? Può capitare che un lavoratore della Pubblica Amministrazione voglia integrare il suo stipendio svolgendo un altro lavoro. Tuttavia, questi non ne ha sempre la possibilità.

In linea generale, la normativa italiana prevede diverse incompatibilità che rendono complesso, per un dipendente pubblico, svolgere un doppio lavoro, specialmente se il secondo è un impiego privato.

Eppure non sempre un dipendente pubblico deve sottostare a questo divieto. Se viene autorizzato dall’amministrazione di appartenenza, infatti, può avere la possibilità di svolgere un lavoro extra, sempre che questo sia in linea con le condizioni stabilite.

Vediamo, allora, quando un dipendente pubblico può svolgere un secondo lavoro e in quali casi può richiedere l’autorizzazione dall’amministrazione di appartenenza.

Dipendente pubblico e doppio lavoro: quando non è possibile

Cominciamo col dire che, in linea generale, un dipendente pubblico, che sia un lavoratore della scuola, di un’Agenzia fiscale, che ricopra il ruolo di funzionario o che sia un dirigente, non può svolgere un secondo lavoro percependo uno stipendio aggiuntivo a quello che deriva dalla sua mansione pubblica.

Rispetto al dipendente privato, dunque, quello pubblico non ha la possibilità di svolgere un ulteriore lavoro, a meno che questi non presenti apposita autorizzazione all’amministrazione di appartenenza, come stabilisce il comma 7 del Decreto Legislativo n. 165:

I dipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che   non   siano   stati   conferiti o previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza. Ai fini dell'autorizzazione, l'amministrazione verifica l'insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi.  

In sostanza, il dipendente pubblico non può svolgere mansioni al di fuori dell’amministrazione di appartenenza, non può rivestire cariche in società a scopo di lucro, né svolgere attività di carattere commerciale o industriale.

Quando è possibile fare un secondo lavoro per un dipendente pubblico

Questa la normativa di partenza. Tuttavia, c’è da dire che il divieto per il dipendente pubblico di svolgere un secondo lavoro non è del tutto categorico.

Esistono, infatti, alcune eccezioni. In primo luogo, come abbiamo visto, il dipendente pubblico può inviare un’autorizzazione all’amministrazione, indicando alcune informazioni, tra cui:

  • il datore di lavoro o il committente del secondo lavoro;

  • la durata dell’incarico;

  • il tipo di incarico.

Sarà, dunque, l’amministrazione a prendere in carico la richiesta e analizzarla secondo i propri regolamenti interni. Ciò di cui deve assicurarsi il lavoratore è di inviare tale autorizzazione in via preventiva: ciò significa che non è possibile inviare la richiesta quando il dipendente ha già cominciato l’attività lavorativa. Cosa che potrebbe esporlo a un procedimento disciplinare.

Quali lavori può svolgere un dipendente pubblico

Ma, esattamente, quali sono le attività lavorative che potrebbero consentire al dipendente pubblico di effettuare un doppio lavoro? Come abbiamo visto, questi non può svolgere un lavoro privato, in quanto farebbe venir meno l’imparzialità della Pubblica Amministrazione.

I dipendenti pubblici possono, però, svolgere alcuni incarichi, per esempio:

  • collaborare con giornali, riviste, enciclopedie ecc.

  • percepire un compenso per l’organizzazione di convegni o seminari ai quali partecipa;

  • svolgere incarichi presso sindacati, con mansioni che vengono conferite dalla stessa organizzazione;

  • svolgere attività formative per i dipendenti della PA.

Cosa rischia il dipendente pubblico che svolge un secondo lavoro

Come abbiamo visto, il dipendente pubblico non può svolgere un doppio lavoro, tranne nei casi in cui viene autorizzato dall’amministrazione di appartenenza, inviando richiesta preventiva.

Ma cosa succede se il dipendente pubblico non riceve l’autorizzazione, ma comincia comunque a svolgere un secondo lavoro?

In questi casi, scattano le sanzioni. Per prima cosa, il dipendente che svolge il doppio lavoro senza autorizzazione riceve una diffida che funge da avvertenza: questi deve lasciare il secondo lavoro per non andare incontro a sanzioni più aspre, per esempio il licenziamento per giusta causa. Questa conseguenza riguarda il lavoratore che, a distanza di 15 giorni dalla notifica, continua a svolgere il secondo lavoro.

Il dipendente pubblico può comunque decidere di abbandonare la Pubblica Amministrazione e lavorare nel privato. Tuttavia, questa è una decisione che viene presa raramente, dal momento che la PA offre diverse garanzie, soprattutto uno stipendio fisso, anche se in alcuni casi questo può non essere particolarmente elevato (motivo per il quale può succedere che un dipendente pubblico desideri svolgere anche un secondo lavoro).

Anche quando il dipendente pubblico lascia il secondo impiego, questi sarà comunque tenuto a pagare una multa o anche ricevere sanzioni disciplinari, per esempio con la sospensione dal lavoro.

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