Il diritto alla pensione: sconvolgente verità INPS!

Quando si matura il diritto alla pensione? Errori nell'estratto conto INPS e addio pensione? Quanti contributi servono per andare in pensione?

Parlare del diritto alla pensione, significa far riferimento ai tantissimi lavoratori che stanno o hanno raggiunto tutti gli attributi necessari per la pensione. Una domanda che acquisisce una valenza particolare specie agli sgoccioli dell’anno, ovvero a cavallo del vecchio e nuovo anno. Tendenzialmente, si teme che l’ingresso del 2023 possa apportare delle modifiche sostanziali all’ordinamento previdenziale.  

Va detto che, l’INPS ogni anno provvedere all’erogazione di diverse tipologie pensionistiche. A incidere fortemente nella scelta della “pensione” o, meglio, nella scelta del trattamento pensionistico a cui il lavoratore aderisce entrano in gioco diverse considerazioni.

Gli elementi principali portano a considerare l’appartenenza alla gestione previdenziale. E, ancora, il numero dei versamenti lavorativi, l’età anagrafica di riferimento, le eventuali condizioni previste dall’ordinamento previdenziale in base alla tipologia di pensione e così via.

Uno solo di questi elementi che non combacia come dovrebbe e l’INPS non riconosce la pensione. È facile scoprire in ritardo la sconvolgente perdita del diritto alla pensione solo durante la consultazione dell’estratto conto previdenziale. O, ancora, quando l’INPS rigetta la richiesta. 

Una guida agli elementi principali che portano al diritto alla pensione. Ti spiegheremo i vari trattamenti pensionistici attivi nel 2022, quando è possibile il prepensionamento e come consultare l’estratto conto previdenziale. 

Diritto alla pensione: sconvolgente verità INPS 

Come riportato da La legge per Tutti, in questa casistica rientra la pensione anticipata INPS gestita attraverso la gestione dell’Assicurazione generale obbligatoria. Per questo motivo, gli iscritti possono anticipare l’uscita con almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti. A cui va aggiunta una finestra mobile di 3 mesi. Medesimo discorso per le lavoratrici che possono anticipare l’uscita con 41 e 10 mesi di versamenti, resta inalterata la finestra. 

Inoltre, possono anticipare l’uscita a 64 anni e almeno 20 anni contributivi i lavoratori con i versamenti al 31 dicembre 1995. In questo caso, viene attivata la pensione anticipata contributiva, se è presente un trattamento minimo maturato di almeno 2,8 volte l’assegno sociale

A questo punto, va fatta un’osservazione molto importante, la pensione anticipata viene riconosciuta con meno criteri, ovvero quando porta alla presenza di almeno 41 anni di contribuzione, viene riservata esclusivamente per i lavoratori appartenenti a determinate categorie di lavoratori precoci

Le altre tipologie pensionistiche sono quelle sperimentali, come appunto Quota 100, la pensione donna (Opzione donna) e Quota 102. C’è da dire che quest’ultima misura è entrata a regime dal 2 aprile 2022, maggiori informazioni sono disponibili, qui.

Per i lavoratori che hanno raggiunto i 67 anni e possiedono almeno 20 anni di versamento resta l’opzione della pensione di vecchiaia. Spetta, invece, il trattamento minimo maturato di almeno 1,5 volte l’assegno sociale laddove non sono presenti i versamenti al 31 dicembre 1995 o, ancora, hanno scelto l’assegno pensionistico calcolato interamente con il sistema contributivo. 

Utilizzando l’appartenenza ai fondi speciali il lavoratore può sfruttare la tipologia pensionistica della vecchiaia, ma uscire con un criterio anagrafico diverso, più ridotto rispetto alla pensione ordinaria. Medesimo discorso vale per coloro che possiedono un’invalidità pensionabile nella misura dall’80%. 

Sempre seguendo questa linea speciale, ricordiamo che i lavoratori impiegati nelle attività notturne e usuranti possono reclamare il diritto alla pensione all’età di 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di versamenti.  Possono agganciarsi alla quota di 97,6 prodotta dall’unione totale tra requisito anagrafico e versamenti. 

Si può ottenere il diritto alla pensione con prepensionamento?

I lavoratori che hanno provveduto alla registrazione presso le Casse professionali gestite dall’INPS, se sussistono gli attributi necessari possono avviare la procedura di prepensionamento. In altre parole, prima di abbracciare la pensione definitiva, possono aderire a un anticipo pensionistico. Che porta al diritto acquisito di ricevere un’indennità riconosciuta come una struttura di accompagno alla pensione

Solo per citarne alcuni esempi, c’è la pensione ottenuta con l’Ape sociale, che è una forma di scivolo pensionistico garantito dallo Stato. E, ancora, troviamo l’isopensione lo scivolo per le aziende, mentre particolarmente diffuso tra i lavoratori appare la richiesta dell’assegno straordinario e, infine, troviamo il contratto di espansione. 

Quando si maturano i criteri per il diritto alla pensione INPS?

I trattamenti previdenziali sono davvero tanti, per questo motivo è sempre consigliabile avvalersi dei servizi disponibili online dell’INPS per capire a quale trattamento si può avere diritto. È, importante, comprendere tutti gli elementi che entrano in gioco nel diritto alla pensione. A incidere non è solo l’appartenenza alla gestione previdenziale, il numero dei versamenti lavorativi e, ancora, l’età anagrafica e le diverse condizioni agganciate ai vari trattamenti.   

In tutto questo, va considerato che, quasi sempre il lavoratore per andare in pensione può sfruttare il cumulo contributivo per raggiungere il requisito necessario e richiedere la somma dei versamenti presenti in diverse Casse. 

Sulla medesima linea troviamo anche la totalizzazione dei versamenti che permette di agganciarsi a diversi trattamenti previdenziali ordinari, come ad esempio la pensione di vecchiaia, la pensione ai superstiti e, ancora la pensione di inabilità.

La differenza tra il cumulo e la totalizzazione dei versamenti è sostanziale e viene notata specialmente sull’importo dell’assegno pensionistico. Infatti, i lavoratori che optano per la totalizzazione ricevono un assegno calcolato con il sistema contributivo

Lo strumento più costoso è sicuramente la ricongiunzione dei versamenti, che permette di riunirli in un’unica gestione. Esistono delle forme simili gratis riservate a diverse categorie di lavoratori pubblici, come il computo previsto per i servizi o la gestione separata per i lavoratori registrati presso l’Enpals. 

Quanto incide nel diritto alla pensione la valutazione dei versamenti contributivi?

Il diritto alla pensione viene acquisto dal lavoratore, laddove sono presenti tutte le peculiarità richieste dal trattamento pensionistico a cui si accede. Per questo motivo, appare molto rilevante ottenere in pieno il requisito contributivo necessario tanto per la tipologia di pensione, quanto per il prepensionamento.

In sostanza si raccolgono i frutti di una carriera lavorativa coperta da versamenti contributivi. 

In questo contesto appare chiaro che non basta dire ho 35 anni di contributi possono andare in pensione, o ancora ho maturato i 20 anni di anzianità lavorativa. In buona sostanza, l’aver esercitato un’attività lavorativa per un lungo periodo non significa possedere la giusta contribuzione. 

Esiste un documento che garantisce la presenza dei versamenti contributivi ed è “l’estratto conto previdenziale”. Un documento richiedibile all’INPS online, per cui se si dispongono delle credenziali di accesso è possibile visionare nell’immediato il documento. L’altra modalità resta la richiesta attraverso il patronato. 

È importante, sottolineare che, nel documento rilasciato dall’INPS, i versamenti vengono mostrati tenendo conto di diversi elementi. Viene considerata la presenza di eventuali gestioni previdenziali, ovvero se i versamenti sono stati indirizzati presso il Fondo pensione.

In questo caso, la valutazione viene segnalata in settimane, per cui, un anno equivale a 52 settimane. Il fondo commercianti e artigiani viene organizzato dalla gestione separata che valuta i versamenti in mesi. Infine, per i dipendenti pubblici, la gestione viene rilevata non solo in anni, ma anche in mesi e giorni. 

Altrettanto difficile potrebbe apparire la valutazione delle giornate per gli agricoli e i lavoratori appartenenti al settore spettacolo. 

Occorre, sottolineare che, l’estratto conto ordinario non ha valenza certificativa, per questo motivo si consiglia di presentare la richiesta per il rilascio dell’estratto conto Ecocert. 

Sempre per acquisire il diritto alla pensione, il lavoratore potrebbe ricorrere alla richiesta d’inserimento di ulteriori periodi. In questo caso, dovrebbe procedere al riscatto degli anni contributivi mancanti. 

Bisogna considerare che se mancano dei versamenti legati a un determinato momento lavorativo, occorre presentare una segnalazione contributiva. 

Infine, per evitare d’inciampare in errori e quindi ritrovarsi nella posizione della sconvolgente perdita del diritto alla pensione, si consigli di avvalersi di un professionista esperto nel settore previdenziale.

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