Draghi attende la fiducia: tutto sul programma di governo

Il voto della fiducia della camera dei deputati per il governo Draghi è previsto per questa sera, ma il super banchiere è già impegnato dalle 9 di questa mattina nella discussione generale, nella quale ha già specificato che essere uniti non è un’opzione in questo momento, ma un vero e proprio dovere.

Image

Già nella giornata di ieri Draghi aveva consegnato il testo con le dichiarazioni programmatiche, che toccano le problematiche focali a cui dobbiamo far fronte in questo periodo storico: vaccini, sanità, COVID, pandemia, lavoro, ambiente, giovani e fisco. Questi sono soltanto alcuni dei temi coinvolti nel programma Draghi e che stanno venendo discussi in queste ore durante le discussioni generali.

La formazione Draghi, in ogni caso, ha già ottenuto le prime fiducie ieri sera, con 262 sì e 40 voti contrari, metà dei quali arrivano dal partito Fratelli d’Italia, e l’altra metà dai Cinque Stelle, alcuni dei quali non si sono proprio presentati in aula, segno inequivocabile che le tensioni all’interno del movimento di Grillo non si sono ancora distese del tutto, al punto che coloro che hanno votato contro sono stati direttamente espulsi dal partito, stando alle fonti ufficiali.

La maggioranza unita

Queste forte divisioni interne non sembrano aver coinvolto gli altri partiti di maggioranza, comunque, che hanno tutti dato il loro pieno sostegno al neonato governo Draghi. Prima su tutti da questo punto di vista è la Lega, che continua con la sua svolta moderata con la dichiarazione di Matteo Salvini:

“Abbiamo scelto di esserci, di metterci la faccia. In questi giorni sto incontrando sindaci, governatori, imprenditori, agricoltori e ristoratori che mi chiedono non la polemica politica destra-sinistra tra sovranisti ed europeisti, ma la soluzione dei problemi: salute, lavoro e ritorno alla vita”.

Soddisfatti anche Zingaretti dal PD e Matteo Renzi, che si sono dichiarati disposti ad accettare la sfida posta dall’economista e di cercare, insieme, di far ripartire l’Italia quanto prima. Tuttavia le voci fortemente critiche non mancano e a farsi sentire sotto questo profilo è Giorgia Meloni, che spiega:

"Dopo aver ascoltato da Draghi un intervento di generica visione politica, che evita pero' di calarsi nelle scelte concrete da effettuare, confermiamo il nostro no a questo Governo (…) il governo Draghi e' un governo orientato a sinistra, molto piu' di quanto mi sarei aspettata".

Draghi dal canto suo, si è limitato a specificare quanto sia cruciale per lui il lavoro del Parlamento, con il Recovery plan che dovrebbe essere interamente gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, naturalmente informando proprio il Parlamento sugli interventi specifici e sul programma generale.

Già nella giornata di ieri il premier aveva parlato di come il virus del COVID 19 sia nemico di tutti, a prescindere dalle parti politiche di appartenenza, impegnandosi ad avvertire tutti i cittadini e lavoratori per tempo, nonostante i rapidi cambiamenti della curva dei contagi, di ogni cambiamento nelle normative anti COVID. Questa dichiarazione assume particolare rilevanza alla luce delle chiusure improvvise degli scorsi giorni, quando era stato dato il via libera alle riaperture delle piste da scii in zona gialla per il 15 febbraio, per poi ritrattare il 14 con un fermo totale di tutti gli impianti; i quali avevano già fatto degli investimenti per rilanciare la loro attività.

Draghi definisce il suo governo come “senza colore”, che sia funzionale e possa essere utile alla ripresa economica dell’Italia: 

 “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono”.

L’economista lo definisce un governo dallo spirito repubblicano, che trae origine da una situazione di pensante emergenza, quella della pandemia, che sta mettendo alla prova tanto la classe politica quanto i cittadini. L’obbiettivo è quello di compire scelte decisive per il futuro dell’Italia, per consegnare un “Paese migliore e più giusto ai figli e ai nipoti”.

Il piano Draghi

Draghi quindi è entrato nel merito del suo piano per la ripartenza del paese, che passa, in prima battuta, per un piano vaccinale rapido e capillare, per distribuire il vaccino in modo rapido ed efficiente a quante più persone possibile. Per fare questo nel programma dell’economista c’è l’estensione delle vaccinazioni oltre ai luoghi specifici, spesso non ancora attrezzati in tal senso, facendo uso tanto delle istituzioni pubbliche quanto di quelle private.

Un po' lo stesso principio adottato con i tamponi quindi, che dal venir effettuati soltanto negli ospedali autorizzati sono stati resi operativi anche in molte altre realtà, rendendo tutto il processo più veloce e agile. Per realizzare questo punto del programma sarà necessario creare un fitta rete di servizi di sanità di base a livello territoriale secondo l’ex banchiere, in modo tale da non gravare eccessivamente sugli ospedali, che dovrebbero occuparsi soltanto delle situazioni più critiche.

Anche il lavoro si trova in una posizione centrale per quanto riguarda il nuovo programma di Governo, che secondo la visione del premier dovrà proteggere tutti i lavoratori, ma non tutte le attività economiche indistintamente. Alcune di queste infatti dovranno cambiare, spiega Draghi, e selezionare quali saranno effettivamente oggetto di sussidi rappresenta una tema centrale per le scelte politiche dei prossimi mesi. In ogni modo, a pagare il prezzo della pandemia, sono stati in particolare i giovani, le donne e i lavoratori autonomi, di conseguenza sarà proprio su queste categorie che si concentranno gli sforzi della classe dirigente, con l’assegno di riallocazione e il rafforzamento di politiche di formazione al lavoro.

Tra le preoccupazioni di Draghi c’è anche il divario di genere, che in Italia è tra i più alti d’Europa per quanto riguarda il tasso di occupazione, senza contare la differenza salariale e la vistosa mancanza di donne in ruoli manageriali. Su questo tema l’economista spiega:

“Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi”.

Questo nella visione del premier significa garantire rendere accessibile la formazione verso tutte quelle competenze lavorative che più permettono di fare carriera, ovvero quelle digitali, ambientali e tecnologiche, investendo significativamente proprio all’interno di questi settori.

La questione migranti

Il piano programmatico del nuovo governo è quindi costituito da una serie di obbiettivi da raggiungere di alto livello, che uniscono le problematiche viste finora in un unico grande disegno che incrocia vari ambiti della gestione delle risorse statali: si va dalle produzioni di fonti di energia rinnovabili, passando per la digitalizzazione, fino ad arrivare alle reti di comunicazione 5G. 

La prima tappa del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza è quindi prevista per il 2026, su questo Draghi è lapidario:

“Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione Europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima-alteranti”.

In ultimo, un ultimo argomento affrontato da Draghi riguarda i migranti, parlando di politiche di accoglienza da attuare a livello europeo con un programma ben preciso di rimpatrio. La questione probabilmente sarà affrontata partendo dalle esigenze dei paesi di primo approdo, come Italia, Spagna e Grecia e l’obbiettivo immediato del nuovo esecutivo potrebbe essere quello di instaurare nuovamente un dialogo con la UE sulla questione per poi arrivare, forse, ad una modifica del trattato di Dublino, che assegna proprio ai paesi di primo approdo totale responsabilità per quanto riguarda l’accoglienza dei migranti.

Draghi poi sembra voler implementare un sistema efficace che permetta il rimpatrio degli immigrati irregolari, tramite accordi con gli stati interessati e l’intermediazione dell’Unione:

“Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati”

Oggi Draghi ha affrontato nuovamente l’argomento, dichiarando che il problema immigrazione va affrontato in sede Europea, confermando, tra le altre cose, di voler sottoporre un accordo per la ridistribuzione automatica dei migranti.