Draghi inaugura la Riforma Pensioni! Si va a casa a 57 anni!

La Riforma Pensioni non è rimandata! Cominciano a smuoversi le fondamenta con il rinnovo ufficiale da parte del governo Draghi di alcune misure di pensionamento, che saranno anche ampliate per aumentare i beneficiari. La pensione anticipata sarà di fatto possibile per i lavoratori a partire dai 57 anni di età!

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Se tutti pensavamo che il problema Riforma Pensioni sarebbe stato rimandato all’autunno è così solo in parte, poiché sono molte le novità che si affacciano all’orizzonte in questi ultimi tempi.

Prima di tutto il 27 luglio si è svolto il primo faccia a faccia tra Sindacati e Governo, in cui è stata illustrata la proposta sindacale per riformare le pensioni, con la tanto chiacchierata Quota 41 per tutti.

In occasione di questo incontro a seguito delle varie dichiarazioni delle parti coinvolte comincia a delinearsi quello che il quadro che ci aspetta nel 2022.

Il Governo, per adesso, non sembra intenzionato all’introduzione di una misura massiccia e aperta a tutti, che vada a sostituire Quota 100 dopo il 2021, rendendo di fatto la pensione anticipata disponibile alla massa ed eliminando il famigerato problema dello scalone dei cinque anni.

Una manovra di questo tipo costa troppo! Invece la strategia dell’esecutivo Draghi è quella di rinnovare per il 2022 le misure speciali e selettive di pensionamento anticipato, ma potenziandole, cioè modificandone la normativa in modo da allargare la platea dei beneficiari e renderle più appetitose per i lavoratori.

In questo modo verrebbe a crearsi l’opportunità di un pensionamento anticipato a partire dai 56 o 57 anni, a seconda della tipologia di attività lavorativa e dei requisiti del lavoratore. 

Scendendo nel dettaglio nel 2022 sarà rinnovata la Rita con la possibilità per molti lavoratori di andare in pensione a 57 anni. Poi saranno rinnovate le possibilità offerte ai titolari di Legge 104 di ottenere un pensionamento a 56 anni, mentre i caregiver avranno diritto alla pensione anticipata anche loro a 57 anni.

Per l’anno prossimo sarà ancora attiva Quota 41 precoci insieme alla possibilità per i lavoratori di un’uscita anticipata mediante il solo requisito contributivo che consiste in 41 o 42 anni e 10 mesi.

Le lavoratrici potranno continuare ad andare in pensione a 58 o 59 anni con Opzione Donna, che dovrebbe diventare parte integrante del sistema pensionistico ed essere affiancata da una Quota Mamma.

Anche Ape Sociale con il pensionamento a 63 anni vedrà il 2022 e non solo! Questa misura sarà rafforzata con un enorme ampliamento della platea degli aventi diritto. 

Infine, gli scivoli pensionistici aziendali, isopensione e contratto di espansione, che permettono di andare in pensione a 60 anni l’uno e a 62 anni l’altro.

Tutti in pensione a 57 anni nel 2022 con la Rita!

Come già confermato dall’esecutivo Draghi, nel 2022 sarà possibile ancora andare in pensione a 57 anni con la Rita (Rendita Integrativa Temporanea anticipata), opzione aperta sia ai lavoratori privati che pubblici, che si trovino però in alcune condizioni.

La Rita è stata istituita con l'articolo 1 (commi 168 e 169) della legge 205/2017 e ci sono due casistiche in cui è possibile ricorre a questa forma di pensionamento anticipato.

In primo luogo quando c'è stata in cessazione dell’attività lavorativa seguita da almeno 24 mesi di inoccupazione, nel qual caso si potrà andare in pensione a 57 anni, ma servono almeno cinque anni di previdenza complementare accumulati.

L’altra casistica in cui si può richiedere la Rita è se c’è stata una cessazione dell’attività lavorativa, ma non si raggiungono i 24 mesi di inoccupazione. In questo scenario serviranno 62 anni di età, ovvero raggiungere la pensione di vecchiaia entro 5 anni, poi 20 anni di contributi accumulati e 5 anni di previdenza complementare.

A differenza di altre forma di pensionamento anticipato, quale può essere la stessa Quota 100 o Opzione Donna, la Rita si presenta vantaggiosa da un punto di vista fiscale, perché i beneficiari godono di un regime agevolato con un’aliquota ridotta.

Una guida completa sul pensionamento anticipato con la Rita nel 2021 è offerta da Mondo Pensioni:

 

Quota 41 precoci sarà riconfermata nel 2022! E non solo!

Altre forme di pensionamento anticipato sopra i 60 anni continueranno  ad essere attuabili l’anno prossimo per chi gode di una disabilità almeno dell’80%, che potrà ritirarsi a 56 anni.

Mentre i caregiver che si occupano di una persona titolare di Legge 104 avranno diritto all’uscita anticipata dal lavoro a 57 anni.

Ancora rimarranno in vigore le due possibilità di un pensionamento solo con requisiti contributivi, che sono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e dieci 10 per le donne.

Sarà poi riconfermata Quota 41 precoci, qualcosa di molto diverso da quello che chiedono i sindacati e che accorda la pensione con 41 anni di contributi accumulati e senza limiti di età, ma solo ai lavori precoci. Un lavoratore si definisce “precoce” quando prima di compiere 19 anni è riuscito ad accumulare almeno un anno di contributi.

Opzione Donna è per sempre! Tutte in pensione a 58 o 59 anni 

Ad essere riconfermata sarà anche Opzione Donna, che concede la pensione anticipata alle lavoratrici dipendenti e autonome con i seguenti requisiti:

  • lavoratrici dipendenti, 58 anni di età e 35 anni di contributi;
  • lavoratrici autonome, 59 anni di età e 35 anni di contributi.

Tuttavia per Opzione Donna non si prospetta solo un rinnovo al 2022, ma la misura a quanto anticipato dal governo Draghi dovrebbe diventare strutturale, cioè essere integrata nel sistema pensionistico e diventare un’opzione di pensionamento precoce permanente.

E le novità potrebbero non essere finite qui, perché su spinta sindacale, si sta valutando la vecchia proposta, sostenuta in passato anche dal Ministro Mara Carfagna, perché Opzione Donna sia integrata con una Quota Mamma. Cioè un bonus contributivo per le donne che, sul modello di Ape Sociale, permetta di andare in pensione un anno prima per ogni figlio avuto, entro un determinato limite.

La novità che molti si aspettavano e che non è arrivata è la modifica alla modalità di conteggio dell’assegno pensionistico con Opzione Donna, che continuerà a seguire il metodo di calcolo contributivo e non subirà variazioni.

Ricordiamo che chi vuole usufruire di Opzione Donna nel 2021 doveva aver maturato i requisiti entro il termine del 2020, solo per i lavoratori del comparto scuola e AFAM la scadenza era fissata al 28 febbraio di quest’anno.

Aumentano i beneficiari di Ape Sociale con la pensione anticipata a 63 anni

Ancora, una delle misure di pensionamento anticipato che dovrebbe subire le maggiori modifiche è Ape Sociale, per cui si prospettano una quantità di cambiamenti.

Partiamo dal fatto che da un punto di vista tecnico Ape Sociale rappresenta una forma di anticipo pensionistico, in attesa della pensione di vecchiaia, concesso a 63 anni di età e con requisiti contributivi variabili in base alla condizione. Chi è impegnato in lavori usuranti deve accumulare 36 anni di contributi, per chi resta senza lavoro prima della pensione o è costretto all’assistenza di un parente malato bastano 30 anni.

Con Ape Sociale l’importo assegnato sarà intero senza decurtazioni aggiuntive, ma calcolato al momento in cui si termina l’attività lavorativa e non oltre la cifra di 1.500 euro. 

Inoltre con Ape Sociale le lavoratrici hanno a disposizione un bonus contributivo che le permette di andare in pensione un anno prima per ogni figlio, ma fino a massimo due anni di anticipo.

Le modifiche che saranno apportate a questa misura sono tante! Al momento di Ape Sociale possono servirsi le attività gravose, che sono 15 in base a quanto deciso dalla Legge di Stabilità 2018. Ma altre categorie dovranno essere annesse e considerate gravose, così che più persone avranno diritto alla pensione anticipata con Ape Sociale.

Inoltre nel 2022 dovrebbero essere ammessi alla misura anche i lavoratori impegnati in attività usuranti, che sono qualcosa di completamente diverso dalle attività gravose e che al momento hanno Quota 98,6 e Quota 97.6 come forme di pensione anticipata.

Inoltre la misura potrebbe essere integrata con un nuovo bonus contributivo rivolto ad ambedue i sessi, che consiste in uno sconto di un anno sulla pensione per ogni dieci di lavoro accumulato.

Isopensione e Contratto di Espansione: in pensione anticipata a 60 e 62 anni 

In ultimo altre forme di pensione anticipata nel 2022 saranno gli scivoli pensionistici aziendali.

Il primo è il contratto di espansione su cui è intervenuto il DL Sostegni bis convertito in legge lo scorso mese, che ha ampliato la platea degli aventi diritto annettendo tutte le aziende dai 100 dipendenti in poi.

Lo scivolo aziendale con il contratto di espansione è piuttosto vantaggioso per le aziende anche perché nasce al fine di contrastare gli effetti negativi della fine del blocco licenziamenti.

Con il contratto di espansione per i lavoratori sarà possibile andare in pensione fino a cinque anni prima dei 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria, cioè a 62 anni.

Altra possibilità di pensione anticipata con uno scivolo aziendale che arriva a anticipare l’uscita di sette anni è l’isopensione. Con questa misura le aziende con un personale che supera i 15 dipendenti possono accordarsi con l’INPS e offrire la pensione a 60 anni.

Riforma Pensioni, verso l’addio a Quota 41 per tutti

Dunque queste sono le forme di pensione anticipata che avremo per certo nel 2022, ma come è ormai noto i Sindacati non si accontentano e chiedono che sia creata una misura non selettiva e aperta a tutti i lavoratori, quale era Quota 100, con il suo pensionamento a 62 anni e 38 di contributi.

I Sindacati urlano a gran voce l’introduzione di una Quota 41 per tutti, cioè la possibilità data a tutti della pensione con 41 anni di contributi, senza decurtazione dell’assegno e senza requisiti anagrafici, cosa che rende la misura costosissima (4,3 miliardi) e secondo l’esecutivo Draghi inattuabile.

L’obiettivo del Governo è infatti quello di ridurre di molto la spesa pensionistica, della quale molta è assorbita dai costi di Quota 100, 3,5 miliardi di euro, che sono comunque meno di quelli di una Quota 41 allargata.

Nel tentativo di trovare una mediazione tra Governo e Sindacati l’INPS nel XX rapporto annuale ha passato al vaglio altre due proposte di Riforma Pensioni, aperte a tutti, ma molto più economiche per lo stato, anche se meno vantaggiose per i lavoratori.

Le due proposte di Riforma Pensioni dell’INPS a basso costo

Le due proposte dell'INPS non piacciono ai Sindacati perché comportano riduzioni ingenti all’importo della pensione, ma sono invece gradite al governo Draghi proprio perché costano meno.

La prima è una sorta di Quota 100 tutta nuova che aggiusta requisito anagrafico e contributivo portando la pensione anticipata a 64 anni di età e 36 di contributi, con dei costi di attivazione pari a circa 1,2 miliardi di euro.

Infine la proposta super economica di Pasquale Tridico, che costa meno di mezzo miliardo di euro di attivazione e per la quale i lavoratori avrebbero diritto a smettere di lavorare a 63 anni. Ma fino al compimento dei 67 anni utili alla pensione di vecchiaia, cioè per quattro anni, riceverebbero solo come assegno l’importo relativo alla quota contributiva della pensione. Poi una volta maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia sarebbe versata anche la parte retributiva.