Enasarco: ecco come richiedere e calcolare il firr

Sei un rappresentante o un agente finanziario a inizio carriera? Potrebbe essere utile per te sapere come calcolare e richiedere il firr all'Enasarco.

Sei all’inizio della tua carriera da rappresentante di commercio o d’agente finanziario e sei abbastanza entusiasta del percorso professionale che hai scelto per te stesso.

Ti fa gioire l’idea che in base al tuo impegno e ai tuoi risultati puoi ottenere un compenso direttamente proporzionale e sei motivato a lavorare di più e con maggiore efficacia per avere più guadagni possibili.

Nonostante il lavoro in sé per sé ti porta soddisfazione, devi sempre fare i conti con aspetti burocratici importanti e che sono strettamente connessi alla tua attività lavorativa.

Sia tu che io sappiamo benissimo che quest’elemento, per quanto sia importante, in realtà non è molto piacevole ed è piuttosto noioso.

Soprattutto quando si tratta di versare contributi allo stato, allora in quel caso fuoriesce tutta la nostra ostilità nei confronti di un sistema che in fin dei conti chiede tanto ai cittadini, ma in cambio offre tutt’altro che efficienza.

Uno dei grandi problemi che un professionista come te affronta è appunto il pagamento delle imposte, perché non solo è necessario pagare i contributi all’INPS, ma bisogna pagarli anche a un altro ente, cioè l’Enasarco.

L’articolo che ti propongo prevede due argomenti fondamentali. Nella prima metà ti parlerò dell’Enasarco e ti descriverò le caratteristiche principali di quest’organizzazione.

Nella seconda metà dell’articolo ti parlerò del cosiddetto “firr”, ossia una quota di denaro che tu, professionista, percepisci nel momento in cui finisci di lavorare per conto di un’azienda.

Diciamo che nella praticità questo firr corrisponde grossomodo al “tfr” che ottiene un lavoratore dipendente, nel momento in cui lascia l’azienda per cui ha lavorato.

Se sai già cos’è l’Enasarco puoi tranquillamente saltare il paragrafo seguente e passa direttamente al paragrafo in cui ti parlo del firr.

Ti consiglio caldamente di guardare questo video YouTube di Carlo Alberto Micheli, in cui ti vengono spiegate in maniera facile e immediata le caratteristiche principali di Enasarco.

Enasarco: l’ente previdenziale dei professionisti del commercio e della finanza

Come avrai ben inteso, Enasarco è l’ente istituzionale che percepisce i contributi da parte di specifiche categorie di liberi professionisti, tra le quali possiamo identificare: 

  • Agenti o promotori finanziari
  • Agenti o rappresentanti di commercio

Tu potresti pensare una cosa come “perfetto, allora se pago i contributi Enasarco, non c’è bisogno allora di pagare le tasse all’INPS”. Non è così che funziona.

Le imposte Enasarco sono definite in questo modo: contribuzione integrativa obbligatoria. Questo termine tecnico ti può sembrare terribilmente difficile, ma in realtà la logica che si cela dietro le quinte è abbastanza semplice.

La parola chiave su cui voglio che concentri la tua attenzione è l’aggettivo “integrativa”. Allora a questo punto ti starai chiedendo a cosa si riferisca quella parola e, di conseguenza, a cosa si integrano i contributi Enasarco.

La risposta, infatti, è la seguente: i contributi Enasarco si aggiungono ai contributi versati all’INPS. Questo vuol dire che tu, agente finanziario o commerciale, devi pagare sia l’INPS che l’Enasarco. 

Naturalmente, quando smetterai di lavorare riceverai sia la pensione INPS che quella Enasarco

Adesso sposta la tua attenzione verso l’aggettivo “obbligatoria”. Fin qui potresti pensare che è normale che un’attività lavorativa venga tassata (anche se in Italia il discorso tasse è diventato un grosso problema, a cause di gravi problematiche come l’evasione fiscale).

Il punto è che ci sono delle attività che sono esentate, cioè escluse, dall’obbligo di versare contributi allo stato.

Il tipo di attività che rientra in quest’eccezione è l’intermediazione in cui non è prevista la sottoscrizione di un contratto.

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Passiamo adesso ai contributi dell’Enasarco. Se adesso ti stai preoccupando per il fatto che devi versare un sacco di soldi anche a un altro ente, in realtà è in parte errato.

Mi spiego meglio. Il discorso è che sia tu, sia la tua azienda mandataria (cioè l’azienda per la quale hai deciso di prestare il tuo servizio professionale) dovete pagare una percentuale equa nei confronti di Enasarco, quindi il carico non è solo sulle tue spalle.

L’organizzazione del pagamento dei contributi prevede il versamento del 17% in base al fatturato e l’aliquota che ti ho indicato è fissa. 

In sostanza, qualunque sia l’ammontare del fatturato, all’Enasarco deve sempre entrare il 17%. In questa circostanza succede che quel 17% viene diviso in due metà. 

La prima metà, quindi l’8,5% è a carico dell’azienda mandataria, mentre il restante 8,5% dev’essere versato del professionista.

Mentre all’INPS i contributi vengono versati fino al raggiungimento della fase pensionistica, nel caso di Enasarco il discorso cambia radicalmente.

I contributi di quest’ente prevedono una soglia massima e nel momento in cui tu superi questo limite, allora non sarai più obbligato a pagare i contributi Enasarco.

Il primo limite corrisponde a €4300 per gli agenti plurimandatari (cioè a tutti i professionisti che collaborano con più aziende) e il secondo limite invece è di €6300 per i monomandatari (ossia coloro che lavorano per conto di un’azienda sola).

L’ultima informazione che condivido con te a proposito di questo paragrafo è la cadenza del pagamento. I contributi Enasarco vanno pagati trimestralmente.

Enasarco: cos’è il firr?

Passiamo adesso all’argomento principale di quest’articolo, ossia il firr. Nell’introduzione ti ho dato qualche indizio, ma adesso ti fornisco la spiegazione completa.

Firr è l’acronimo di Fondo Indennità Risoluzione Rapporto. Le prime due parole, cioè “fondo indennità” ci fanno capire che si tratta di una quantità di denaro a beneficio di qualcuno, mentre le ultime due parole “risoluzione rapporto” ci fanno intendere che si tratta della separazione tra il lavoratore e l’azienda.

Così come il Trattamento di Fine Rapporto (tfr) segna la fine di un rapporto lavorativo tra un lavoratore subordinato e l’azienda che gli ha fornito il posto di lavoro, lo stesso concetto è praticamente il firr, ma con un nome diverso.

Sia il tfr che il firr hanno un punto in comune: le aziende, nel corso del tempo, accumulano una certa somma di denaro che il lavoratore ottiene nel momento in cui finisce di collaborare.

Per quanto riguarda te nel dettaglio, è l’Enasarco colei che si prende carico del versamento del firr nei tuoi confronti.

C’è un’eccezione però: se termini la collaborazione professionale prima del termine dell’anno solare, in tal caso è la ditta che dovrà prendersi carico del pagamento del firr.

I requisiti fondamentali che le aziende devono rispettare per poter essere in regola sono:

  • Iscrizione obbligatoria all’interno del portale di Enasarco (nel quale sono in possesso del cosiddetto “numero di posizione”, che identifica i mandanti)
  • Aver consegnato almeno un incarica professionale a un agente

Invece, i possibili destinatari del firr possono essere:

  • Agenti che lavorano indipendentemente
  • Agenti che lavorano in forma di una società di persone (come le snc o le sas)
  • Agenti che lavorano in forma di una società di capitali (come le srl o le spa)

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Enasarco: richiesta e calcolo del firr

In passato si utilizzavano i moduli cartacei per richiedere il firr. Al giorno d’oggi l’operazione la devi svolgere solo ed esclusivamente per via telematica.

Per farlo devi essere necessariamente registrato all’interno della piattaforma, altrimenti non è possibile usufruire della funzione. Il sito è fatto in modo tale che la fruizione sia la più semplice possibile, pertanto non dovresti avere difficoltà nella navigazione.

Nel caso in cui dovessi riscontrare dei problemi, hai l’opportunità di metterti in contatto con il call center Enasarco, il cui numero telefonico è 199.30.30.33.

Ci sono però delle situazioni in cui bisogna per forza utilizzare i documenti cartacei per ottenere il firr. 

Gli eredi di un agente deceduto, che hanno diritto al firr, ad esempio devono obbligatoriamente utilizzare il modulo cartaceo.

Lo stesso e identico discorso viene applicato anche nel caso di un’azienda che risulta o cessata oppure cancellata dal Registro delle Imprese.

I moduli a disposizione sono tre e adesso te li elenco:

  • Modulo 7006: comunicazione decesso dell’agente e richiesta di liquidazione firr agli eredi
  • Modulo 7007: dichiarazione costitutiva dell’atto di notorietà per agenti e rappresentanti in forma societaria SdP (Società di Persone) cessate
  • Modulo 7008: dichiarazione costitutiva dell’atto di notorietà per agenti e rappresentanti in forma societaria SdC (Società di Capitali) cessate

Finora ti ho parlato della richiesta d’ottenimento del firr, adesso passiamo al calcolo dell’importo.

Per prima cosa devi tenere conto che i parametri che si prendono come riferimento sono tre.

Il primo è l’importo totale delle provvigioni liquidate nel corso dell’anno solare precedente. Il secondo riguarda il tipo di mandato secondo il quale lavora l’agente (ossia o monomandatario o plurimandatario).

Il terzo parametro, invece, è il numero di mesi di durata del singolo mandato.

Ci sono dei vari livelli, i cosiddetti scaglioni, all’interno dei quali si può posizionare l’agente. Partiamo dalle aliquote per i monomandatari:

  • 4% sulle provvigioni fino a 12.400,00 €/anno
  • 2% sulla quota delle provvigioni tra 12.400,01 e 18.600,00 €/anno
  • 1% sulla quota delle provvigioni oltre 18.600,01 €/anno

Di seguito ti riporto le aliquote destinate agli agenti plurimandatari:

  • 4% sulle provvigioni fino a 6.200,00 €/anno
  • 2% sulla quota delle provvigioni tra 6.200,01 e 9.300,00 €/anno
  • 1% sulla quota delle provvigioni oltre 9.300,01 €/anno

C’è una data di scadenza entro la quale è necessario che l’azienda (nel caso in cui il firr non venga erogato da Enasarco) deve rispettare ed è il 31 marzo dell’anno successivo.

Infine, l’azienda di turno ha due possibilità, attraverso le quali effettuare il pagamento vero e proprio.

La prima modalità consiste nel pagamento tramite un bollettino bancario Mav, mentre la seconda via è l’addebito sul conto corrente bancario.

Antun Benvestito
Antun Benvestito
Redattore, classe 2001.Sono nato a Bari, ma ho origini croate da parte di mia madre. Sono uno studente di lingue straniere presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e ho sempre nutrito un certo interesse per il lavoro online. Le lingue che al momento sono alla mia portata sono l'inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco, il russo e il croato. Sono un ex giocatore di pallanuoto e non smetterò mai di amare il mondo acquatico. Il mio motto? Alzati dal letto con determinazione e vai a dormire con soddisfazione""
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