Nuovo fondo perduto per le comunità energetiche: come funziona

Arriva un nuovo fondo perduto destinato alle comunità energetiche in approvazione alla Commissione UE: come funzionerà e a chi spetta.

Si torna a parlare di contributi a fondo perduto, quella tipologia di incentivi che è stata più volte erogata nei confronti delle imprese e delle aziende, al fine di supportarle durante l’anno.

Questa volta però, le novità sui nuovi contributi a fondo perduto riguardano principalmente una misura che è stata proposta da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Il Ministero ha inviato all’Unione Europea una proposta per approvare un nuovo fondo perduto rivolto alle comunità energetiche.

Per il momento si tratta ancora di un’ipotesi, che potrà essere concretizzata soltanto a seguito della proposta di decreto, che dovrebbe essere data da parte della Commissione Europea.

Mentre si attende quindi il via libera dalla Commissione UE, vediamo nel dettaglio come funzionerebbe il nuovo contributo a fondo perduto per le comunità energetiche e a chi spetterebbe.

I beneficiari del nuovo contributo a fondo perduto

Come anticipato, qualora dovesse essere accettata la proposta inviata da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica alla Commissione UE, saranno diverse le imprese, le persone e le associazioni che potranno godere del contributo a fondo perduto.

Tuttavia, nello specifico, è possibile considerare tutti i beneficiari del nuovo contributo a fondo perduto, le cosiddette comunità energetiche. Si tratta, dunque, di quelle firme di autoproduzione e di autoconsumo dell’energia, attraverso lo sfruttamento di fonti rinnovabili.

Rientrano, quindi, nei possibili beneficiari del fondo perduto le seguenti categorie:

  • gruppi di persone;

  • cooperative;

  • imprese;

  • enti locali;

  • associazioni;

  • enti religiosi.

Dunque, si intendono incluse tutte quelle persone, aziende e imprese ed enti di ogni tipo che vogliono sfruttare le potenzialità delle fonti rinnovabili, ad esempio con le fonti biomasse, fotovoltaiche o anche eoliche e idroelettriche.

Stiamo parlando di comunità energetiche che stanno aumentando sempre di più nel corso degli ultimi anni, a seguito della maggiore consapevolezza in merito alla situazione ambientale piuttosto critica che coinvolge il pianeta.

Gli obiettivi del fondo perduto per le comunità energetiche

A parlare delle comunità energetiche e dell’enorme vantaggio che potrebbero garantire, attraverso la possibilità di sfruttare il più possibile delle fonti energetiche rinnovabili, è stato anche lo stesso Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Il ministro, infatti, vuole puntare all’istituzione di almeno altre 15mila comunità energetiche nel territorio italiano. A tal proposito, in una nota, sottolinea che è necessario:

Dare all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica.

Il testo inviato alla Commissione Europea volto all’approvazione del contributo a fondo perduto, prevede quindi due misure differenti. Stiamo parlando da un lato dell’incentivo verso chi si associa alle comunità energetiche, sotto forma di premio per l’autoconsumo.

Mentre, dall’altro lato, si tratta di uno stanziamento di ben 2,2 miliardi di euro del Pnrr per il finanziamento a fondo perduto fino al 40% dei costi di realizzazione di un nuovo impianto oppure del potenziamento di un impianto già esistente.

Come funzionerà il fondo perduto per le comunità energetiche

Dunque, secondo le prime ipotesi avanzate da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il fondo perduto sarà rivolto in particolare modo verso coloro che decideranno di associarsi in una comunità energetica.

In questo modo, qualora la richiesta per la nuova misura rivolta alla comunità energetica, dovesse andare a buon fine, gli aderenti potranno godere di una tariffa incentivante e vantaggiosa sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili.

A tal proposito, è necessario chiarire che la potenza finanziabile al momento risulta essere pari a 5 gigawatt complessivi. Mentre, per quanto concerne il limite temporale, questo potrebbe essere fissato entro la fine dell’anno 2027.

Mentre, per quanto riguarda i contributi a fondo perduto pari al 40% dell’investimento, in questo caso saranno soltanto le comunità realizzate nei Comuni con meno di 5.000 abitanti.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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