Cos'è la garanzia di attivazione al lavoro e che fine faranno gli "occupabiIi"

Il 1° maggio 2023, è stato approvato il nuovo Decreto lavoro. Al suo interno misure rilevanti come il taglio del cuneo fiscale e l'Assegno di inclusione, con accanto l'attivazione al lavoro. Cos'è? Qual è il destino degli occupabili?

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Il 1° maggio, giorno in cui si celebra la festa dei lavoratori, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto lavoro, sul quale non sono emerse significative novità rispetto a quanto trapelato durante le settimane precedenti.

Insieme al taglio del cuneo fiscale di quattro punti a vantaggio dei lavoratori, la riforma del Reddito di Cittadinanza è la novità più in vista. La tanto discussa misura di sostegno viene sostituta dall’Assegno di inclusione con l’obiettivo di dare un aiuto economico ai nuclei familiari più in difficoltà, con accanto uno strumento destinato agli occupabili. Il “nuovo” Reddito di Cittadinanza punta proprio a differenziare chi può essere occupato e chi no.

Nel testo spiegheremo come funziona lo strumento di attivazione al lavoro, il nuovo strumento che punta a favorire l’attivazione nel mondo del lavoro. Di cosa si tratta? A chi è rivolto?

Decreto lavoro, come sarà il “nuovo” Reddito di Cittadinanza

Nel giorno della Festa dei Lavoratori, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto lavoro. Al suo interno sono contenute diverse misure, con poche novità rispetto a quanto trapelato i giorni precedenti.

Il taglio del cuneo fiscale e l’addio al Reddito di Cittadinanza sono senza nessuna ombra di dubbio le novità più importanti. Il RdC ci saluta ed esordisce una nuova misura: l’Assegno di Inclusione. La misura arriverà dal 1° gennaio 2024, per contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale. Il cosiddetto “nuovo” Reddito di Cittadinanza sarà rivolto alle famiglie più disagiate, in cui sono presenti figli minori, anziani e disabili.

La sua durata sarà per un massimo di 18 mesi con la possibilità di rinnovarlo per altri 12 mesi e per beneficiarlo è necessario avere la residenza italiana da almeno cinque anni e un Indicatore Isee non superiore a 9360 euro. Il nucleo familiare beneficiario dovrà iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), sottoscrivere un patto di attivazione digitale e presentarsi, ogni tre mesi, presso i patronati e i centri per l’impiego per aggiornare la propria posizione. Se non si adempie all’obbligo e non si rispetta la cadenza di 90 giorni, il beneficio economico verrà sospeso.

Per i soggetti occupabili, ovvero i componenti del nucleo familiare percettori della misura che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano nella categoria dei fragili, dovranno presentarsi presso i centri per l’impiego e sottoscrivere un percorso personalizzato per l’inclusione sociale o lavorativa: è questo il destino dei soggetti occupabili. Con la nuova misura, l’obiettivo è quello di distinguere chi può lavorare e chi, invece, no. Infatti, accanto all’Assegno di inclusione è stato approvato un nuovo strumento destinato a chi può lavorare. Spieghiamo come funziona.

Strumento di attivazione al lavoro, cosa accade per gli occupabili

L’Assegno di Inclusione, destinato ai nuclei familiari più disagiati, viene affiancato da un altro strumento, rivolto a chi può lavorare, appunto attivazione al lavoro. Come si legge sul sito governo.it:

“[…] chi può lavorare viene invece inserito in un percorso di formazione al lavoro, con un rimborso spese nel periodo in cui si forma e con incentivi importanti per chi lo dovesse assumere”.

Sempre per i soggetti che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni che fanno parte di nuclei familiari disagiati, ma in assenza dei requisiti per beneficiare dell’Assegno di inclusione, il Decreto lavoro ha previsto un’altra misura, un contributo diverso finalizzato a sostenere un percorso di inserimento lavorativo. Per potervi beneficiare, gli interessati dovranno registrarsi e manifestare la propria volontà a rendersi subito disponibili a lavorare. Come si legge sul Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 32:

“Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili”.

Il Decreto lavoro non trascura neppure i datori di lavoro che assumeranno under 30 registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. Sono previsti incentivi fino al 60% della retribuzione per 12 mesi.

Assegno sospeso per chi rifiuta il lavoro

Perdere il beneficio alla nuova misura è molto semplice. I percettori occupabili, di età compresa tra i 18 e i 59 anni che non rientrano nella categoria dei fragili perderanno il diritto a beneficiare della misura se rifiuteranno un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale.

Si perde il beneficio quando si rifiuta un’offerta di lavoro, con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali e che sia a tempo indeterminato o a tempo determinato se il luogo di lavoro non sia distante più di 80 kg dal domicilio del beneficiario della misura. Importanti novità anche per i cosiddetti “furbetti”.

Per evitare che il beneficio venga goduto anche da chi non possiede i requisiti o da chi commette altre irregolarità, sono previste sanzioni molto salate oltre che un’adeguata attività di vigilanza e controlli da parte degli organi competenti.