INPS, 7 aumenti sulle pensioni che pochi conoscono da 136 a 655 euro! Ecco chi può averli

INPS, ecco 7 aumenti sulle pensioni che pochi, anzi pochissimi, conoscono. Incrementi da 136 fino a un massimo di 655 euro! Ecco chi può averli

Pochi, anzi pochissimi cittadini sono a conoscenza di questi sette aumenti sulle pensioni da 136 a 651 euro. In questa breve guida andremo ad analizzarli tutti, uno dopo l’altro, mostrandovi anche uno strumento che permette di restare sempre aggiornati e di scoprire a quali maggiorazioni avrete diritto

INPS, 7 aumenti sulle pensioni che pochi conoscono: l’integrazione al trattamento minimo

Partiamo subito con il primo dei 7 aumenti sulle pensioni, in particolare riferendoci all’integrazione al trattamento minimo che potrà essere percepita sia da chi sia riuscito ad andare in pensione con il sistema retributivo, dunque con il calcolo dell’assegno pensionistico sulla base delle ultime retribuzioni, sia da chi abbia avuto accesso alla pensione con il sistema misti. 

Tale aumento potrà essere percepito da coloro che ricevono un assegno pensionistico minore del minimo vitale che, per l’anno corrente si aggira intorno ai 525 euro, 524.35€ per la precisione. Voi quando parliamo di integrazione al trattamento minimo ci riferiamo, dunque, a quella somma di denaro che deve sommarsi alle pensioni derivanti da contribuzione quando l’importo non raggiunge un livello minimo stabilito per legge.

Questo incremento non spetterà alle pensioni che saranno liquidate con il sistema contributivo, oltre che sulle pensioni supplementari. Sembra scontato, ma dobbiamo dire che ci sono dei limiti reddituali:

  • i limiti di reddito di tipo individuale sono di 6.816,55 € e l’integrazione potrà essere percepita entro un limite massimo di 13.633,10 €;
  • i limiti di reddito coniugali, invece, sono: 13.633,10 € di reddito individuale, 27.266,20 € di reddito coniugale o, se la pensione ha avuto decorrenza dal 1994, 34.082,75 €.

Aumenti INPS delle Pensioni, ecco il 2°: le maggiorazioni sociali

Passiamo poi alle maggiorazioni sociali che possono essere applicate tanto per le pensioni previdenziali, quanto per le pensioni assistenziali. Le maggiorazioni sociali costituiscono uno strumento d’incremento delle prestazioni previdenziali e sono dei “bonus” destinati ai soggetti in situazioni di disagio economico che hanno compiuto almeno i 60 anni di età.

Per l’anno corrente sono previste maggiorazioni INPS a partire da 25,83 € fino a raggiungere i 136,44 €. Gli aumenti variano a seconda dell’età del pensionato e, con un’età anagrafica da 50 a 64 anni avremo il minimo erogabile, mentre per gli over 70 senza quattordicesima l’importo arriverà a 136,44€ e con la quattordicesima scenderà a 124,44 €. Infine, dai 65 ai 69 anni, l’importo mensile è di 82.64 €.

3° aumento delle pensioni 

Il terzo aumento delle pensioni riguarda in particolare i trattamenti sociali che sono rivolti a cittadini con età non inferiore ai 67 anni che si trovano in condizioni di disagio economico, con una residenza effettiva in Italia e con un requisito di 10 anni di soggiorno continuativo nel territorio italiano. Questa prestazione INPS è concessa solamente a chi ha la cittadinanza italiana o situazioni equiparate.

Gli aumenti vanno da 385,78 € mensili per cittadini con 67 anni di età a 660,79 € mensili per cittadini con più di settant’anni.

Le maggiorazioni riguarderanno voi anche gli invalidi totali, i sordomuti e ciechi assoluti con aumenti da 291,98 € fino a 660 € sulla base dell’età e della disabilità. Sottolineiamo che questa tipologia di trattamento non è reversibile.

4° e 5° aumento sulle pensioni INPS: la tredicesima e la quattordicesima

Passiamo poi a delle maggiorazioni sulle pensioni un po’ più conosciute: la tredicesima e la quattordicesima mensilità che sono riservate unicamente ai cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico. La tredicesima mensilità arriva con accredito INPS a dicembre e porta un incremento di circa 155 € sul trattamento minimo.

La quattordicesima mensilità, invece, è arrivata col mese di luglio ed è destinata anch’essa ai cittadini in situazioni di disagio economico entro certi limiti reddituali e che abbiano una determinata anzianità contributiva. L’età minima per percepire la quattordicesima mensilità sulle pensioni è di 64 anni.

L’età contributiva varia a seconda che il trattamento pensionistico sia percepito da un lavoratore dipendente o un lavoratore autonomo. I redditi di riferimento sono fino a 10.224,83 € e gli incrementi, a seconda dell’anzianità contributiva, saranno i seguenti (il primo dei due anni è riferito a lavoratori dipendenti, mentre il secondo ad autonomi)

  • 437 € – fino a 15 o 18 anni;
  • 546 € – da 15 a 25 o da 18 a 28 anni;
  • 655 € – oltre i 25 e oltre i 28 anni. 

i redditi possono arrivare anche a 13.663,10 €, ma non potrà superare questa soglia e gli incrementi saranno di:

  • 336 € – fino a 15 e 18 anni;
  • 420 € – da 15 a 25 e 18 a 28 anni;
  • 504 € – oltre i 25 e i 28 anni.

Aumenti pensioni INPS: il 6° e il 7°

Sappiamo, poi, che la pensione, in determinati casi, è cumulabile con l’Assegno Unico Figli 2022 anche con la pensione dei titolari di pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, come artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri. E, infine, abbiamo l’assegno al nucleo familiare per vedovanza. Quest’ultimo è per invalidi totali titolari di reversibilità e vedovi. 

Questo è un vero e proprio assegno per il nucleo familiare diretto ai pensionati ed è una prestazione equivalente all’assegno per il nucleo familiare dei lavoratori dipendenti.

Per scoprire se avete diritto o meno agli aumenti vi consigliamo la lettura di questo articolo: INPS rivoluziona i servizi per pensionati! Novità per tutti

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